Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Diana_96writter    08/12/2018    0 recensioni
Yui, nuova arrivata nella nuova scuola d'elitte, timorosa delle sue grandi capacità in grado di guardare oltre l'immagine che le persone costruiscono, sconvolgerà la vita di molti studenti con il suo modo di essere, compresa quella del Presidente del Consiglio, Izana Wistaria che al suo fianco riscoprirà il volto nascosto dietro la sua maschera. Incompatibili all’inizio metteranno da parte gli scontri per affrontare insieme i problemi che la vita scolastica manderà loro contro, ma anche quelli che con la quotidianità non hanno legami. Scoprendo nell'incompatibilità una complicità che gli permetterà di trarre forza l’uno dall’altro.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ripresero comodità per iniziare a guardare i titoli che già promettevano male. La storia con sorpresa del più piccolo riuscì ad accendere anche gli occhi di Izana, che cercava di trattenere i sussulti e Kioichi che sfogava l’ansia stringendo una gamba al petto, Obi al contrario aveva un sorriso adrenalinico stampato sul volto, un sorriso quasi macabro, Mitsuide sembrava sul punto di scoppiare a piangere e Zen stesso ogni tanto tratteneva il respiro alle scene che sembravano lasciare l’aria immobile. E alla visione improvvisa sullo schermo balzarono tutti indietro stringendo la prima cosa sotto mano, ai titoli di coda erano tutti stati privati dell’energia vitale: «Ti prego accendi la luce». Kioichi riprese il controllo degli arti cercando di raggiungere l’interruttore: «Lo ammetto, questo mi ha messo i brividi». Izana sorrise tremante cercando di scorgere la reazione di Zen rimasto immobile nella sua posizione: «Spaventato?». Si voltò lentamente ad osservarlo, era più pallido della luna e stava cercando di non tremare: «Tan…tanto…». Sussurrò balbettando, Obi era crollato a terra con un tonfo facendoli sobbalzare: «E se penso che si evolveranno ancora, mi verranno i capelli bianchi». Mitsuide cercò di riportare la situazione alla tranquillità spegnendo la tv: «Puoi riaccendere la luce, Kioichi?». Il ragazzo stava premendo il pulsante ma nulla rispondeva: «Non si accende». Izana si avvicinò messo in allarme: «Che significa non si accende?». Aprì la porta cercando di accendere la luce principale senza riuscirci: «Un guasto elettrico?». Sussultò al vestito bianco in cima alle scale, voltò subito lo sguardo senza trovare altro che buio: «È solo suggestione». Tornò dentro ad avvertire gli altri trovandoli in cerchio pronti ad un attacco: «Che state facendo?». Zen indicò la balconata: «C’è stata un’ombra sul balcone».

Izana alzò un sopracciglio, aprendo la tenda e poi la porta controllando sul balcone bagnato ma sorpreso di trovare un brandello di stoffa bianca asciutta quando fuori stava ancora piovendo. Il colpo lo fece tornare dentro: «Cos’è stato?». Kioichi indicò la porta: «Si è chiusa da sola». Izana avanzò ad aprirla cercando qualcuno, nei dintorni non c’era neanche la servitù: «Andiamo a controllare le ragazze». Salirono tutti di sopra ma ai discorsi e alle luci dei cellulari preferirono non disturbarle intravedendo una figura camminare infondo al corridoio ma quando svoltarono per ritrovarla non c’era niente: «Ci stiamo solo lasciando suggestionare». Obi cercava di avvertire il pericolo ma tutto era tranquillo attorno a loro, la risata femminile fu troppo vicina per associarla alle risate nella stanza, dove la voce di Margareth invitò chiaramente tutte ad andare a dormire, e i rumori svanirono poco a poco, lasciandoli solo prede della notte. Un altro colpo al piano inferiore. Scesero di corsa ad osservare la porta della villa aperta: «Che ci fosse un intruso?». Obi negò guardandosi intorno: «Ne dubito». Izana chiuse la porta bloccandosi di colpo: «Aniue?». Zen si avvicinò a controllare stringendosi nelle spalle, vicino alla maniglia c’era un’impronta fosforescente disegnata perfettamente, ma quando la sfiorò non lasciò tracce sulla sua mano e sotto i loro occhi svanì, Zen strinse di colpo il braccio: «È suggestione?».

Anche Izana era rimasto sorpreso alla visione e quasi per sicurezza spinse la porta trovandola bloccata: «Non è possibile». Mitsuide corse ad aiutarlo ma era irremovibile: «Era aperta fino ad un attimo fa, cosa sta succedendo?». Il suono di un piano forte attirò di nuovo l’attenzione all’interno della villa, corse a controllare trovando la stanza nel silenzio e la copertura dei tasti abbassata: «Voglio controllare quelle ragazze». Tornarono di sopra e aprì la porta pronto a rimproverarle trovandole tutte addormentate sparse per la stanza: «Loro almeno stanno bene». Richiuse la porta confuso era quasi certo che fosse opera loro, di nuovo una figura si mosse alle loro spalle e di nuovo non trovarono nessuno: «Aniue». Zen lo tirò a guardare verso la scalinata dove una figura scura fluttuava sulle scale e scendeva di sotto: «Ma che diamine». Si affacciarono sulle scale per intravederla attraversare la porta. Irritato scese di sotto per aprire la porta che un attimo prima era chiusa a chiave senza vedere altro che pioggia, le voci li fecero rabbrividire. Nel salotto la tv era stata riaccesa nel momento in cui i protagonisti erano circondati dai demoni. Le ombre da nere si fecero bianche e li circondarono, lo stridio di un suono non identificato li costrinse a portare le mani alle orecchie e ad indietreggiare davanti alle figure sconosciute che avanzavano. Nella tv qualcuno urlò e le figure corsero contro le loro prede, gli schizzi furono associati al sangue e le urla dei protagonisti coperte con le loro. La luce si accese di colpo assieme alla risate femminili: «Spavento riuscito!».

Yui batté il cinque con Séline, mentre si liberava del passa montagna nero, Margareth non riuscì a trattenere le risate, i cinque ragazzi erano seduti a terra senza fiato, pallidi dalla paura: «Le urla sono state più forti della tv, non riesco a smettere di ridere». Ci volle qualche istante ai ragazzi per comprendere che erano stati vittime di uno scherzo ordito dalla mente malvagia delle ragazze: «Voi…eravate di sopra…nella stanza…». Cercò di accusarle Izana riprendendosi dallo spavento: «Dimentichi che qui c’è qualcuno esperto di scena e qualcun altro esperto di effetti speciali». Zen indicò la porta confuso: «Ma l’impronta, fosforescente, poi è scomparsa!». Shirayuki accennò una risata mostrandogli la mano: «È un composto particolare di spezie, la fosforescenza dura pochi secondi prima di diventare granuli». Mitsuide guardò Kiki con le maniche bagnate: «La porta e il balcone?». La ragazza alzò le spalle: «Avevo un impermeabile, abbiamo messo la stoffa dal balcone superiore, sono scappata fuori e l’ho chiusa a chiave, sono passata dal retro». Obi si guardò intorno: «E il pianoforte?». Yui sorrise indicando Eleanor: «Era nascosta dietro la tenda, vestita di nero non siete riusciti a distinguerla». Kioichi si alzò cercando di riprendere il controllo: «Vi abbiamo sentite parlare». Izana passò la mano sul viso pensando a Yui: «Avete registrato i discorsi». Yui accennò ad un si mostrandogli il cellulare: «L’ho fatto durante il caso dello scheletro». Zen balzò in piedi arrabbiato: «Ma perché lo avete fatto?!». Margareth incrociò le braccia lasciando spiegare a Séline: «Perché avete scelto un film per spaventarci, io e Margareth lo avevano già visto ma le altre erano spaventate quando siamo salite di sopra, soprattutto Shirayuki, allora abbiamo pensato di vendicarci, sapevo che Kioichi era appassionato di horror e paranormale gli ho portato il dvd come un piccolo regalo, abbiamo deciso di sfruttarlo». Obi scoppiò a ridere per allentare la tensione: «Ce l’hanno fatta, con tutti gli interessi». La porta si aprì di colpo spaventandoli tutti: «La stanza è in vostra attesa». Yui era scattata a stringere Séline, mentre tutti erano balzati in piedi pronti ad attaccare: «Ah la stanza». Guardarono Séline perplessi: «Ho pensato che dopo una serata del genere nessuno sarebbe riuscito a dormire da solo ed ho chiesto di prepararci una stanza dove aspettare il giorno tutti insieme». Stanchi delle emozioni che avevano provato quella notte quasi istantaneamente crollarono addormentati nella sicurezza di essere vicini con il corpo e con lo spirito.

 
*

A giorno inoltrato Izana era rimasto unico nella stanza a dormire, sospirò uscendo per fare colazione: «Zen, allenati con me, devo scaricare la tensi…». Si bloccò mettendoli a fuoco tutti davanti alla porta: «Andate da qualche parte?». Kioichi gli sorrise: «Volevamo andare a comprare gli ingredienti per il barbecue oltre alla carne a cui penseranno i domestici, vuoi venire anche tu?». Izana negò rinunciando all’idea: «Mi allenerò con l’arco in attesa del vostro ritorno». Cercò di indietreggiare per andare a cambiarsi: «Se permetti vorrei farti da avversaria». Si voltò sorpreso al commento: «Che nostalgia, uno scontro contro di te Principessa». Séline sorrise avanzando: «Eravamo dei bambini l’ultima volta». Izana accennò una risata: «Non avresti dovuto neanche impugnarla quella spada». Séline alzò le spalle: «È ora che l’allievo superi il maestro». Izana sorrise di sfida lasciandole fare quel che voleva: «Se pensi di essere pronta, te lo concedo». Yui avanzò sorpresa: «Séline?». La ragazza si strinse nelle spalle al ricordo: «Ero stanca di passare il tempo solo a leggere in una stanza, mi avevano proibito di entrare nelle scuderie privata di un accompagnatore adulto dato la precedente fuga per Versailles, e vedendo Izana intento ad allenarsi gli ho chiesto di insegnarmi ad usare la spada». Izana alzò un sopracciglio allo sguardo sorpreso di Margareth: «Chiesto? Mi hai costretto, non ho potuto fare altro che accontentarti per salvaguardare la mia tranquillità». Séline accennò una risata: «Ma alla fine sono diventata così brava da vincere la gara mondiale di kendo, mi sei sembrato molto fiero di quella vittoria». Il ragazzo sorrise tornando al passato: «Mi sembra naturale essere fieri quando qualcuno a cui hai insegnato vince contro qualcuno più bravo, mi sono sentito fiero anche quando Zen è arrivato in finale al torneo nazione delle medie». Zen sussultò deviando lo sguardo: «Ma ho perso». Izana negò sorridendogli di fierezza: «Per me hai vinto quando hai scelto di arrenderti e di non continuare con la spalla ferita, sono stato io ad insegnarti ad usare la spada e quando hai vinto contro il maestro che ti avevano assegnato i nostri genitori è stata la vittoria più grande».

Zen sorrise al celato complimento e all’ammirazione sottointesa: «Séline puoi aspettarmi in palestra, mi cambio prima di raggiungerti, ci vediamo dopo». Salutò gli altri salendo di sopra mentre uscivano dalla porta: «Séline sa usare la spada?» Kioichi accennò ad un si, conosceva le sue capacità: «Mi ha raccontato che ovviamente per sfida ha partecipato ad un torneo mondiale di kendo, della spada non conosceva nulla prima che Izana le insegnasse, e quegli insegnamenti uniti al suo senso dell’istinto sono riusciti a farle vincere il torneo e a permetterle di girare il mondo». Zen sorrise tornando al discorso del fratello sul tiro con l’arco: «Dopo averla vista trionfare, ha cambiato idea sulla spada, mi ha raccontato che prima di quel torneo odiava la scherma». Yui accennò una risata: «Ma è un bene che non l’abbia abbandonata a mio parere». Al loro ritorno i due ragazzi erano ancora intenti ad allenarsi e nessuno dei due voleva abbandonare quella che ormai era diventata una sfida finché Izana riuscì a disarmarla facendola cadere a terra: «Temo che sia ancora presto per superare il maestro». Séline sorrise arresa lasciandosi aiutare ad alzarsi: «Per qualche motivo, mi rincuora saperlo, c’è ancora qualcuno che non posso vincere». Yui porse ad entrambi un asciugamano: «Fuori sta ricominciando a piovere». Izana guardò l’esterno accennando ad un si: «Ma non sembra che lo farà per molto, Yui se smette di piovere ti va di fare un giro oggi pomeriggio?». Sussultò sorpresa: «Noi due?». Izana accennò ad un si: «Vorrei mostrarti una cosa».

Davanti alla porta non c’era traccia di pioggia e stava aspettando Izana curiosa di cosa dovesse vedere, uscirono insieme osservati curiosi dagli amici: «Deve essere importante se mi hai chiesto di venire». Izana sorrise negando: «Non così tanto, Obi mi ha detto che vi siete fermati al laghetto delle camelie l’altro giorno al festival». Yui sussultò deviando lo sguardo quando Izana la fermò dal prendere delle scuse: «Non ti chiederò di dirmi quel che sai, in parte lo sto mettendo alla prova, se sarà importante sapere per chi era quella camelia dovrà avere il coraggio di farcelo sapere». Yui diede la resa seguendolo verso la torre più alta della cittadina, si sorprese di essere stata portata nel piano più alto da cui poteva osservare tutto, si sporse emozionata chiedendo spiegazioni ad Izana: «Cosa volevi farmi vedere?». Izana le indicò il tempio perfettamente visibile e il giardino alle sue spalle e il laghetto di camelie, Yui sussultò quando riuscì a scorgere cosa stava cercando di indicare: «È una figura». Izana accennò ad un si: «La sacerdotessa con le sue ancelle non morì proprio accidentalmente, era incinta, quasi nessuno sa che gli archi formano la figura di una madre che stringe al cuore un bambino e che il cuore è rappresentato dal laghetto e dai fiori di camelia, ogni anno che intercorre il festival le persone si recano lì, quando riescono a trovare la strada, prendono una camelia e la bruciano, prima della fine del mese il cuore si spegne». Yui sospirò stringendo la ringhiera: «Vuoi rimproverarmi di avergli permesso di prendere parte a questo rito?».

Il continuo negare la incuriosirono su cosa voleva che capisse: «Non ti rimprovero, non lo sapevi e immagino tu l’abbia fatto in buona fede, ma c’è gente che compie questo gesto più volte all’anno nella speranza di essere perdonata dal passato, ti ho portata qui perché voglio che tu capisca una cosa, la tua percezione ti aiuta a classificare le persone ma come Zen alcune volte ti illudi che quello che brilla in loro sia più forte di quello che le oscura. Yui la mia posizione diventerà nel tempo sempre più complicata così quella di Zen, non ci potremo permettere di basare la scelta delle persone sulle sensazioni, vorrei che tu capissi che se staremo insieme ufficialmente questa selezione sarà pretesa anche nella tua vita, non fraintendere sono quasi certo che ti rifiuterai di farlo ma vorrei che prestassi più attenzione ai tuoi istinti, ti ho portata qui per farti comprendere come le cose cambino cambiando prospettiva e che forse sono già cambiate quando pensi di averne compreso il significato, le persone sono anche peggio, cambiano prospettiva spesso per come gli fa comodo senza curarsi dei sentimenti altrui, non voglio che resti delusa dal tuo modo di vedere il mondo, è quello che cerco di far capire anche a Zen». Yui sospirò tornando a guardare il cuore sfiorire: «Credi che Obi non valga fiducia?». Izana alzò le spalle perplesso: «Non lo so ancora, ma il discorso non vale specificatamente per lui, è molto più in generale, Obi ha tempo fino alla fine dell’estate per decidere e dimostrare, ma devi fare più attenzione quando ti proclami alleato di qualcuno, tutto qui, gli riconoscerò i meriti se saprà dimostrarmeli, va bene?». Yui si strinse nelle spalle: «Sembra che ci sia ancora qualcosa che ti rende perplesso». Izana la avvicinò appoggiandosi con la schiena alla ringhiera: «Perché vuoi essere sua alleata? Con me lo hai fatto per abbattere una maschera, con Margareth perché aveva bisogno di una spalla, e lui di cosa ha bisogno?».

Yui sorrise sciogliendo la smorfia che il discorso le aveva disegnato sul viso: «Di smettere di correre via dal suo dolore, è un bravo ragazzo Izana, ha capacità eccezionali ma si è smarrito quando il suo cuore si è spezzato, a differenza di una camelia che può rifiorire di anno in anno, un cuore una volta rotto non è più lo stesso, puoi aggiustarlo e lasciare che il tempo lo curi dal dolore, ma se prendi i pezzi di quel cuore e li usi per ferire imponendo ai tuoi sentimenti di non tremare, immergendoti così tanto negli errori da diventare apatico alla vita, alle persone, agli affetti, non c’è modo che il tempo lo curi. In Spagna mi sono salvata da sola però lui non ha smesso di restarmi accanto anche quando aveva capito che non ero Margareth, ha tentato di proteggermi, di indurmi a non reagire per evitare di complicare la situazione e senza di lui ci avrei messo molto di più per tornare anzi forse non sarei riuscita a tornare, per lui sono stata la prima scarica che lo ha smosso da quell’isolamento che si era auto imposto. Adesso non sono più solo io, quando si è visto di nuovo dall’altra parte, quando si è sentito visto come un pericolo, lo hai notato, ha rialzato un muro e nessuno di noi gli ha lasciato una porta aperta su cui poter contare, si stava preparando a scappare di nuovo a dirsi che saremmo stati meglio senza di lui e che non era degno di rifarsi una vita, per questo sono voluta diventare la sua porta sempre aperta, con qualcuno a guardarti le spalle diventi più sicuro e inizi a cercare una strada per andare avanti perché sai che chi c’è dietro di te seguirà i tuoi passi, a maggior ragione se non è una persona che si perde d’animo, nel nostro gruppo siamo tutti delle grandi personalità e per lui credo sia il posto migliore essere tra persone che non sono deboli, che però hanno anche bisogno di protezione, persone che possono dimostrargli che esiste ancora un mondo che può accettarlo, non sei così diverso da lui, non credi, Izana?». Il ragazzo sorrise commosso accarezzandole il viso preoccupato: «Un’analisi simile potevo aspettarmela solo da te, stai proteggendo le sue debolezze». Yui negò afferrandogli la mano: «Te lo dissi l’anno scorso, non solo le posso proteggere ma posso aiutarlo a superarle e a migliorarsi, guarda te, sei una persona completamente diversa da quella che conobbi nel cortile della scuola, non solo tu. Zen è diverso, Margareth ed Eleanor sono diverse, anche Kioichi è diverso, io sono diversa, insieme abbiamo preso quelle paure nascoste e un po’ per volta le abbiamo superate, le abbiamo trasformate, e vorrei che anche Obi ci riuscisse, naturalmente può farlo solo se decide di farlo». Izana sospirò avvicinandosi per baciarle la guancia: «Sei senza precedenti». Yui sorrise abbassando lo sguardo lasciandosi stringere: «Torniamo alla villa».

Al loro ritorno stavano tutti preparando l’esterno per godersi il barbecue e il fresco della sera che per un po’ li avrebbe liberati dal caldo afoso: «La prossima volta andiamo a mangiare lì». Si sorpreso di vederli rientrare con delle buste in mano: «Abbiamo preso del gelato rientrando». Gli sguardi si illuminarono al pensiero che fu subito conservato in freezer: «Nessun litigio questa volta?». Yui accennò una risata negando felice: «Nessun litigio, ah ma c’è un ristorante thailandese in città, mangiamo lì un giorno di questi». Scesero nel giardino e trovarono Zen alle prese con il fuoco: «Kioichi, ho fatto bene?». Il ragazzo si avvicinò per controllare l’operato: «Ottimo, ora dobbiamo solo aspettare che si scaldi». Séline alzò la voce attirando l’attenzione: «Yui vieni a darmi una mano a scegliere la playlist». Corse a raggiungerla dietro la postazione dj: «Quelle casse sproporzionate da dove sono arrivate?». Kioichi accennò una risata: «A quanto pare in previsione della sua presenza Margareth le ha fatte caricare sul jet, ha fatto un paio di chiamate ed erano qui in meno di un’ora, voi nobili avete un’influenza pazzesca». Izana accennò una risata vedendo gli altri portare su dei piatti quello che bisognava mettere sulla griglia: «L’hai tagliata meglio di quanto riesca a fare io Obi, bravo». Sorrise appena appoggiando il piatto di carne: «La fortuna del principiante, siete tornati?». Yui si allontanò da Séline per osservare la cena: «Giusto poco fa, Obi a te piace il thailandese?». Il ragazzo sussultò sorpreso: «Non ti so dire se mi piace o meno, ma mangio tutto». Quella risposta più che tranquillizzarla le spense il sorriso aprendole un dolore nel petto: «Non hai un cibo preferito?». Obi negò distribuendo i bicchieri di carta: «No, ma non avevo assaggiato nulla di così buono come quel dolcetto al festival scolastico, considerando che ha preparato Kioichi non sto più nella pelle». Kioichi accennò una risata preparando le griglie: «Grazie del complimento, ancora un po’ e sarà pronto anche qui, passami le verdure». Izana non si era lasciato sfuggire la conversazione tanto meno lo sguardo rattristato della ragazza, affiancò Kioichi incuriosendolo: «Eh…il principe vuole provare?».

Sentirsi chiamare così da Kioichi lo fece sussultare e deviò lo sguardo senza rispondere per tornare poi a guardarlo con una pinza in più in attesa che si arrendesse. Cercò di imitarlo ma i tempi non erano gli stessi e spesso le verdure uscivano troppo crude o totalmente carbonizzate accendendo le risate nell’intero gruppo, finché si arrese alla carne finita. Soddisfatti dalla carne passarono al dolce, il gelato: «Obi-san». Si voltò prendendo il gelato dalle mani della ragazza: «Grazie». Eleanor gli fece segno di seguirla: «Sei stato li seduto tutta la sera, unisciti a noi». Obi si guardò intorno indeciso ma alla fine lasciò la sedia avanzando al suo fianco aprendo il gelato: «Non ho ancora avuto modo di ringraziarti per avermi portata sulle spalle e per non aver detto nulla di quel che avevamo organizzato». Obi sorrise divertito osservando lo stecco bianco: «Avete spaventato anche me se può rasserenarti, è stato divertente e ben congegnato, ma mi sono accorto di voi solo quando abbiamo aperto la porta per controllare». Eleanor sorrise fiduciosa: «Grazie, spero che una volta conclusa questa vacanza ci sia ancora modo di passare del tempo tutti insieme». Obi accennò ad un si spegnendo il sorriso: «Ci sarà…». Sussurrò appena avvicinandosi al gruppo: «Si può sapere che fine avevi fatto, non riuscivo a trovarti!». Sussultò al rimprovero di Zen, indicò il luogo dove era rimasto seduto: «Pensavo fosse una statua». Commentò Mitsuide pensandoci, Kiki accennò una risata: «Anche io, era così immobile che non ho pensato affatto potesse essere una persona». Obi indietreggiò improvvisamente a disagio: «Io credo che…». Quando ottenne l’attenzione qualcuno gli salto addosso: «Obi, sei riapparso!». Saltellò indietro cercando di mantenere l’equilibrio: «Lady, non farlo più». Yui scoppiò a ridere lasciandolo andare: «Ti sei perso la carne carbonizzata di Izana». Il ragazzo incrociò le braccia: «Non ho mai avuto a che fare con un barbecue, la prossima volta saprò gestirlo anche da solo». Yui si illuminò alla frase avvicinandosi di colpo a stringergli la mano: «E quando sarà la prossima volta?». Izana deviò lo sguardo incastrato dalla domanda, sorrise osservando la griglia ormai spenta: «Un domani dei giorni che verranno». Shirayuki sbadigliò pettinando i capelli, Izana sorrise sciogliendo i propri fermati con la forcina che gli aveva regalato Yui: «Direi che andare a dormire un po’ prima non ci farà male». Yui si fermò a guardare la porta attirando l’attenzione: «Domani inizierà l’ultima settimana». Izana le allungò la mano negando, invitandola a salire: «Non farla finire prima del tempo, vieni».   
 
   
 
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