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Autore: Nope1233    09/12/2018    0 recensioni
- Ricordo bene quel periodo. Quello dove eravamo bambini e giocavamo alle cose più disparate senza nemmeno pensarci troppo.
Nè io, né Kacchan e nemmeno Izuku avevamo ancora sviluppato i nostri quirk e vivevamo ancora spensierati immaginando quello che saremmo potuti essere una volta cresciuti. Tutti e tre volevamo diventare eroi di alto livello.
Ricordo anche la prima volta che Kacchan mi rivolse la parola. Eravamo nel cortile dell'asilo e con i suoi soliti toni stava minacciando un bambino di mandarlo all’ ospedale. Non conoscendo nè lui nè la vittima mi buttai in mezzo difendendo il malcapitato. Mi parai davanti a lui con le braccia aperte e fissavo Kacchan con aria di sfida. 
Quest'ultimo si avvicinò con aria di superiorità e cercò di colpirmi. Schivai il colpo e con uno sgambetto lo feci cadere a terra. Sembrava arrabbiato, ma a me non importava.
“così impari brutta testa gialla!” dissi quasi urlando.
Riuscii ad intravedere un sorriso beffardo sotto quei ciuffi biondi mentre si rialzava e poi si mise a ridere.-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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T/N POV

 

"Stanotte dormo qui."

 


"EH?!" sbottai irrigidendomi sulla sedia ed arrossendo violentemente."E-E perché mai?"


"Perché mi va. Non discutere."
 

Sbattei più volte le palpebre cercando di svegliarmi nel caso quello fosse stato solo un sogno, ma non avvenne nulla.

Anche lui concluse il pasto e mise giù le bacchette.

 


"Cosa fai prima di andare a letto?" chiese.


"Ehm...passo il tempo come riesco."


"Beh, avrai certamente dei compiti arretrati. Ti aiuto a fare quelli stasera."


"V-Va bene..."

 

Mi sentivo sballottata dagli eventi ed ero come uno spettatore inerme davanti a quella scena surreale.

 

Insistette nel lavare i piatti e, subito dopo, ci dirigemmo verso la mia stanza. Tirò fuori dal borsone i vari libri e li poggiò sul tavolo.


Ci sedemmo ed iniziò a spiegarmi le lezioni delle giornate in cui ero stata assente.


Passarono parecchi minuti mentre quasi non lo ascoltavo, rapita dall' incredulità che quella situazione improbabile mi trasmetteva.

 

"P-Posso farti una domanda?" chiesi ad un certo punto.

"Ma sono cavolate. Cosa c'è di così difficile da capire?"

"N-Non riguarda questo..."

"E che cosa, allora?"
 

"Ecco...ti senti in colpa per qualcosa, Kacchan?"

 

Si bloccò sul posto sbarrando gli occhi.

Dalla sua espressione, pareva che l'avessi scoperto e sembrava stesse ragionando su una possibile scusa.

Lo anticipai e mi portai una mano sul collo.

"Se è davvero così preferisco che vai a casa. Ho perso la scommessa, hai tutto il diritto di stare lontano da me." dissi.

 

La sua espressione si ammorbidii e i suoi occhi caddero nuovamente sul libro di testo davanti a lui.

"Dicevo...Su questo esercizio matematico il professore non è stato molto chiaro, ma sono sicuro che il risultato sia questo." continuò imperterrito indicando un numero a fondo pagina.

"Stai scherzando, spero..." mormorai.

"Invece di inglese siamo arrivati alla coniugazione dei verbi al futuro, ma è così semplice che non sto nemmeno a spiegartelo."

"Bakugo..."

"Per il resto non c'è nulla di nuovo, dopo il Festival ci hanno tenuti abbastanza liberi con i compiti."

 

Strinsi i denti dal nervoso che le sue frasi non legate alla mia domanda mi provocarono ed afferrai con forza la manica della sua maglia tirandolo verso di me.

"Mi stai ascoltando? Sai che odio quando la gente fa finta di ignorarmi!"

"Io invece ripeto quello che ho detto l'altro giorno. Non sto facendo finta, ti ignoro sul serio."

"COME SCUSA? Rispondimi e basta!" gridai liberandolo dalla mia presa.

"Non ho nulla a cui rispondere." disse alzandosi e raccogliendo i libri.

"Perchè è la verità e ti dà fastidio ammetterlo?" domandai.

 

Mi ignorò e si diresse verso la porta.

Non sapevo più cos'altro dire e tutto quello che mi circondava era sempre più confuso.

"Sei...sei diverso dal solito e non riesco a capire il motivo di tutta questa gentilezza." dissi.

 

Prima di varcare la porta, Katsuki si fermò e voltò la testa nella mia direzione.

"Accettala e basta. Non farti troppe domande al riguardo e goditela finché ne ho voglia."

 

Detto ciò, entrò nel corridoio ed io lo seguii di scatto.

"Voglio solo capire, Bakugo! Fino a qualche giorno fa mi gridavi di starti lontana ed ora sei tu a parlare con me. Se non è un infondato senso di colpa per qualcosa, allora che cos'è?"

 

"Ti prego, dimentica quello che ti ho detto. Dimenticati definitivamente di tutte le cose orrende che ti ho rivolto, non lo farò mai più." disse fermandosi.

 

Rimasi senza parole ad osservare la sua bellissima schiena. Quella situazione mi pareva davvero surreale e non sapevo bene come gestirla.

Kacchan piegò la testa verso il basso e quel suo strano gesto mi risvegliò dalla trance piena di domande in cui ero precipitata.

"Bakugo...tutto ok?" mormorai.

 

Il ragazzo si voltò di scatto e si avvicinò a me con passo veloce.

Mi spostai leggermente indietro per lo spavento e mi afferrò con forza il mento avvicinando il suo viso al mio.

 

"Andiamo a fare il bagno." disse serio.

 

"EH? C-Come scusa?" urlai nel completo imbarazzo.

"Cosa c'è di difficile da capire?" chiese solennemente.

"Ehm...H-Hai la febbre, Kacchan?"

"Che palle. Cosa ti ho appena detto? Goditi la mia gentilezza prima che me ne possa pentire."

 

Mille domande ed infiniti dubbi su tutto quelle che credevo fino a quel momento mi circondarono. Non sembrava nemmeno lui e non riuscivo a trovare una motivazione valida per quel suo cambio d'umore improvviso nei miei confronti.

Girai gli occhi verso terra e un espressione malinconica mi segnò il volto.

"Io...Io non capisco, Bakugo. Sono noiosa, lo so, ma non riesco bene a comprendere il perché del tuo comportamento..."

 

Le sue mani si spostarono in fretta sulle mie spalle stringendole con rabbia per tirarmi verso il suo viso furioso.

"LA VUOI SMETTERE?! NON CE LA FAI PROPRIO A CAPIRE QUELLO CHE TI HO DETTO? HO SBAGLIATO, OK? E' COLPA MIA, SONO STATO UN CAZZO DI COGLIONE. ORA TI PREGO, PUOI DIMENTICARE LE STRONZATE CHE TI HO RIVOLTO PER CERCARE DI RILASSARTI? IO CE LA STO METTENDO TUTTA, MA TU COLLABORA, CAZZO!" gridò.

 

Mi stava chiedendo scusa per la seconda volta nel giro di poche ore.

Mi era ancora difficile credere che si fosse davvero pentito delle frasi stizzite che mi aveva rivolto da quando ero ricomparsa nella sua vita e mi sentivo come se facessi fatica a fidarmi dei suoi gesti gentili non riuscendo ad intravederne una motivazione coerente.

 

Kacchan abbassò la testa mentre ancora mi stringeva le spalle nascondendo gli occhi sotto ai ciuffi biondi e il suo tono di voce si rilassò.

"Per favore...Dammi fiducia." mormorò.

 

Non ebbi idea di come avesse fatto a capire quello che provavo, ma decisi di tentare come potevo di rilassarmi nonostante non sarebbe stato affatto facile. Una voce dentro di me, completamente intimorita dalla sua presenza, mi ricordava di non lasciarmi troppo andare per evitare possibili delusioni ed altro dolore.

"V-Va bene, Bakugo. Scusami." dissi.

"Kacchan..." continuò alzando la testa e squadrandomi con i suoi meravigliosi occhi. "Ti ho detto di chiamarmi Kacchan."

Annuii e, senza che avessi modo di controllare il mio corpo, quel suo sguardo mi donò una forte fitta al basso ventre.

 

Mi liberò dalla sua presa non smettendo di osservarmi.

"Forza, andiamo a fare il bagno."

Avvampai nuovamente ed abbassai lo sguardo non riuscendo a guardarlo per l'imbarazzo.

"I-Insieme...?"

Kacchan piegò leggermente la testa verso il basso.

"Perchè, non ti va?" chiese

"C-Certo che mi va...è che..."

Il ragazzo sorrise debolmente e mi accorsi che dalle mie parole poteva intendersi chissà cosa.

"Non ti guarderò, voglio solo darti una mano a lavarti." mormorò. "Andiamo?"

"O-Ok..."

 

Preparammo la vasca ed il ragazzo uscì dal bagno lasciandomi il tempo di spogliarmi.

Mi sentivo ancora in preda al susseguirsi degli eventi, come se non avessi il minimo controllo su quello che stava accadendo intorno a me.

"Hai fatto?" chiese Kacchan dal corridoio.

"Q-Quasi!" dissi spogliandomi velocemente.

 

Entrai nella vasca e mi posizionai in modo che non si vedesse nulla di compromettente dando la schiena alla porta.

"C-Ci sono!" dissi a voce alta per fare in modo che mi sentisse.

 

Subito dopo, la porta si aprì e cadde uno strano silenzio. Come se il ragazzo si fosse fermato per contemplare o per pensare a qualcosa. Girai leggermente la testa e lo scoprii ad osservarmi con aria solenne.

Ci scrutammo per qualche secondo, poi il ragazzo chiuse la porta e si sfilò la maglia.

Dei pettorali e degli addominali a dir poco perfetti gli adornavano il corpo, così belli che mi chiesi come avevo mai potuto pensare di meritare qualcosa di tanto meraviglioso.

"Che c'è?" chiese notando il mio sguardo imbambolato.

"N-Nulla!" dissi voltandomi completamente rossa in volto.

 

Lo sentii liberarsi degli altri vestiti e poco dopo percepii l'acqua muoversi intorno a me mentre il ragazzo entrava nella vasca alle mie spalle.

La situazione aveva raggiunto l'apice della sua stranezza e sentivo i muscoli come congelati.

 

Ad un certo punto, una spugna mi toccò la schiena e mi irrigidii ancora di più per lo spavento.

Katsuki mi stava lavando le spalle mentre io, in posizione fetale, tenevo gli occhi persi nell'acqua.

"Ti ho chiesto di rilassarti. Non ce la fai proprio?" disse.

"N-Non è così semplice..." ammisi.

"Se ci fosse al mio posto quel tipo inquietante con le occhiaie ci riusciresti?"

La mia mente era bravissima a donarmi immagini non richieste e vidi nitidamente la scena che Kacchan mi aveva appena trasmesso. Avvampai e mi voltai di scatto verso il ragazzo.

"C-Che domande sono? Ti pare?" gridai.

Katsuki rimase a squadrarmi per qualche secondo e poco dopo sospirò.

"A te quel tipo piace, non è vero?" chiese.

"EEH? N-No, è molto gentile e mi trovo bene a parlare con lui, ma no! Non mi piace."

"Ma se ridi sempre quando sei in sua compagnia e non mi sembra affatto un tipo così divertente. Quindi, o sei rincoglionita tu o lui ti piace." disse appoggiando la schiena al bordo della vasca e lasciando andare la spugna.

 

Aveva detto quelle parole con una strana malinconia nella voce ed i suoi occhi erano scesi per studiare i movimenti dell'acqua tra le sue mani.

A quel punto qualcosa dentro di me parlò, dicendo qualcosa che faticavo a credere.


Kacchan era geloso.

Sorrisi debolmente e piegai leggermente la testa.

 

"No, non mi piace. Te lo giuro." dissi.

Il ragazzo alzò di scatto lo sguardo su di me e mi fissò con aria seria per poi riprendere in mano la spugna ricominciando a strofinarmi la schiena.

"E anche se fosse chissene frega." commentò con tono stizzito.

Nonostante quell'ultima frase, ero abbastanza sicura di quello che avevo visto e non smisi di sorridere riportando lo sguardo davanti a me.

Dopo alcuni minuti di assoluto silenzio non aveva ancora smesso di strofinarmi la schiena e mi voltai leggermente per vedere se stesse bene.

I suoi occhi erano vuoti e il suo sguardo fisso su un punto indefinito della mia pelle, come se si fosse perso nei suoi pensieri.

 

Spostai nuovamente la testa in avanti pensando a cosa avrei potuto dire per risvegliarlo dalla sua trance evitando di far scoppiare una guerra civile e, poco dopo, il suo movimento si interruppe senza che la spugna si staccasse dalla mia schiena.

"T/N...Tu...Tu mi odi?" chiese.

Voltai nuovamente gli occhi su di lui che non accennò a muoversi.

"K-Kacchan...perchè me lo chiedi?"

"Mi sono comportato davvero di merda con te, dall'inizio alla fine. Lo comprenderei senza problemi se tu ammettessi di detestarmi nel tuo profondo."

 

Lo trovai di una dolcezza infinita e sorrisi debolmente girando anche il corpo nella sua direzione. Fortunatamente l'acqua era abbastanza alta e mi permise di essere meno imbarazzata.

"Non credo di averti mai odiato da quando ho avuto modo di conoscerti tanti anni fa. Nemmeno una volta e nemmeno per un attimo."

Katsuki alzò gli occhi di scatto e mi fissò con aria stupita.

"E perché? Cioè, riesci a renderti conto di quello che ho fatto? Di quello che ti ho detto quella notte?" mormorò.

"Sono passati tanti anni da quando mi hai rifiutato e non sono riuscita ad odiarti nemmeno in quel frangente. Quindi non flagellarti per questo, Kacchan. Va tutto bene." dissi allargando ancora di più il mio sorriso.

 

Riuscii a notare le sue labbra tremare debolmente mentre i suoi occhi si inarcavano in un espressione provata.

"T-Tu..." mormorò.

Lo osservai con aria interrogativa mentre piegava la testa verso l'acqua tremando leggermente e spostando la spugna dalla mia schiena per farla sprofondare nell'acqua.

"Tu...Tu sei una perfetta idiota." concluse.

"Lo so, Kacchan. Lo so." sorrisi.

 

A quelle mie parole i suoi tremori aumentarono arrivando anche alle braccia e, senza che me ne accorgessi, mi afferrò la testa con una mano e la portò sul suo petto.

Mi irrigidii mentre le sue dita penetravano tra i miei capelli ed il suo profumo mi circondava donandomi altre fitte al basso ventre non richieste.

"Se...Sei una cazzo di idiota." disse con voce spezzata a denti stretti.

Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente mentre il suo cuore sembrava impazzito mentre rimbombava nel mio orecchio.

Sembrava sul punto di piangere, ma non potei indagare dato che ero ancora trattenuta dalla sua mano.

"Detto da te è un complimento. Grazie." mormorai chiudendo gli occhi cercando di dimenticare l'imbarazzo.

"Tks." rise debolmente. "Fanculo."

Sorrisi di rimando e lasciai al suo calore, che tanto avevo bramato, il potere di distendermi la mente.

 

 

Poco dopo, mi liberò dalla sua presa e ci apprestammo a concludere il bagno. Quando toccò a me lavargli la schiena potei ammirare quel suo fisico scolpito e mi ritrovai a sorridere come un ebete.

Katsuki fu il primo ad uscire dalla vasca e, dopo aver indossato l'accappatoio, uscì dal bagno sbattendo la porta.

 

Sembrava stizzito da quello che era appena accaduto, ma la cosa non mi preoccupò. Le parole che mi aveva rivolto erano proprio quelle che volevo sentirmi dire e mi avevano rilassato non poco cancellando in larga parte tutto il malessere ed il dolore dei giorni precedenti.

Uscii anche io dalla vasca e, dopo essermi asciugata e vestita mi avviai verso la mia camera.

 

Scoprii Katsuki con indosso una tshirt e dei pantaloni della tuta seduto sul mio letto intento a scrivere qualcosa sul telefono con espressione seria.

Appena misi piede nella stanza, il ragazzo si tolse il telefono dalle mani poggiandolo sul comodino ed alzò gli occhi su di me.

"Era ora. Andiamo a dormire." disse.

"N-Non è un po' presto?" dissi dando un occhiata all'orologio. "Sono solo le nove e mezza."

"Ci credo che arrivi sempre in ritardo a scuola se vivi con 'sta mentalità. Avanti, spegni la luce."

"Ah...Tu...Tu dormi nel letto con me?" chiesi imbarazzata.

 

I suoi occhi si strinsero e mi osservò serio per qualche secondo.

"Non hai detto che fai fatica a dormire e che ti ritrovi spesso a fare incubi?" disse con tono sommesso.

"S-Si, ma..."

"Allora non fare storie. Spegni la luce." concluse.

Rassegnata, ma ancora parecchio imbarazzata dalla cosa, spensi la luce e, grazie al forte chiarore della luna proveniente dalle finestre, giunsi davanti al mio letto dove misi in carica il telefono ed impostai la sveglia.

Kacchan si infilò sotto le coperte con il viso rivolto al muro dandomi le spalle. Io feci lo stesso tenendo però lo sguardo verso il centro della stanza.

 

Trovarmi in una situazione così intima con lui mi tese i muscoli dell'addome e mi accelerò il battito cardiaco, ma feci appello a tutto il mio autocontrollo per cercare di calmarmi.

Poco dopo mi voltai verso di lui per trovare una posizione più comoda e vidi la sua bellissima schiena si innalzarsi tra le lenzuola al mio fianco. Il suo profumo mi avvolse aiutandomi a rilassare la mente per poi man mano riuscire finalmente a chiudere gli occhi ed addormentarmi.

 

 

 

 

- Mi ritrovai in un lunghissimo corridoio senza finestre completamente avvolto nell'oscurità. Dei passi lenti e pesanti iniziarono a scandire il tempo suonando con forza su quel parquet usurato mentre delle grida sofferenti mi invasero la mente provocandomi un forte dolore.

Strinsi la testa tra le mani inginocchiandomi a terra mentre delle grosse lacrime mi rigavano il volto e notai che, per quanto volessi urlare, aprendo la bocca non riuscivo ad emettere alcun suono.-

 

"T/N!"

 

- Sentendo una presenza davanti a me alzai di scatto gli occhi gonfi dal pianto e lo vidi. L'uomo mascherato mi stava osservando battendo lentamente le mani in segno di approvazione. -

 

"T/N!"

 

- Una forte ansia mi inglobò e mi sentii congelare, mentre l'uomo tese una mano verso di me con l'intenzione di prendermi la testa. Sentendo il terreno bagnato abbassai lo sguardo e scoprii di essere immersa in un denso liquido rosso fino alla vita. Mentre il livello si innalzava, la mano di quell'essere spaventoso si avvicinava sempre di più e le sue dita mi sfiorarono la fronte.-

 

"T/N, CAZZO!"

 

 

 

 

Sbarrai gli occhi mentre sentivo il volto umido dal pianto e delle grosse lacrime bagnarmi le guance. Avevo il fiatone mentre i miei muscoli, tesi dalla paura, non rispondevano ai miei comandi.

"T/N, STAI BENE?"

Quando riuscii a riprendere coscienza di dove mi trovavo, vidi il volto sconvolto di Kacchan sopra di me intento ad osservarmi con occhi colmi di preoccupazione.

 

Mi succedeva spesso di svegliarmi in preda al terrore dopo i miei soliti incubi, ma questa volta era diverso.

Lui, l'unico essere al mondo in grado di rilassarmi, era lì con me.

Mi commossi davanti alla sua preoccupazione e alla dolcezza che mi trasmise. Delle altre lacrime mi rigarono le guance mentre alzavo lentamente una mano verso il viso di Kacchan che non aveva smesso un attimo di osservarmi.

Gli accarezzai la nuca e i capelli sorridendo debolmente con il viso stropicciato dal pianto.

"G-Grazie...Grazie di essere qui, K-Kacchan..." mormorai.

 

Gli occhi del ragazzo si strinsero e parve sul punto di piangere.

Subito dopo, si gettò su di me stringendomi la testa in un abbraccio. La sua mano mi accarezzava i capelli mentre la sua guancia scivolava lentamente contro la mia.

"Va tutto bene, T/N. Non sei sola." mormorò dolcemente.

Mi commossi e lo strinsi ancora di più a me sprofondando le dita nella sua maglia. Il buonissimo profumo di Katsuki permeava dal tessuto e mi circondava completamente riuscendo a farmi staccare la mente per potermi concentrare unicamente su di lui.

Passarono parecchi minuti dove il ragazzo non disse alcuna parola attendendo che i miei singhiozzi iniziassero a rallentare.

 

Appena smisi di piangere, Kacchan si staccò dall'abbraccio e si stese al mio fianco dandosi una leggera pacca sul petto.

"Vieni qui." disse sommessamente.

Senza pensarci due volte, accolsi il suo invito e mi accoccolai nell'incavo tra il suo pettorale ed il suo braccio inspirando il suo profumo a pieni polmoni.

Il suo braccio sotto alla mia guancia si piegò per poter permettere alla sua mano di accarezzarmi i capelli e la testa di Kacchan si inclinò per poter poggiare la fronte alla mia testa.

"Cerca di rilassarti adesso. Prova a dormire, se hai bisogno io sono qui." disse dolcemente.

 

Annuii e chiusi gli occhi mentre portavo una mano sul suo petto sfiorandone lentamente le pieghe.

"Grazie di nuovo, Kacchan." mormorai.

"Non ringraziarmi."

 

Stordita dal forte pianto, riuscii ad addormentarmi nel giro di pochi secondi mentre una meravigliosa calma mi invadeva attraverso il calore del corpo di Katsuki. 

L'incubo che mi aveva tormentato aveva perso completamente potere su di me e la forza che il ragazzo mi trasmise distruggeva definitivamente la sagoma dell'uomo mascherato che, per la prima volta dopo tanto tempo, smetteva finalmente di osservarmi attraverso la mia mente in quella stanza buia.

   
 
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