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Autore: lelouch 25    13/12/2018    0 recensioni
In un’epoca non troppo lontana, in un regno del centro-nord, vi erano tre importanti famiglie che supportavano il potere del re: i Beilschmidt, guidati dai due fratelli Gilbert e Ludwig; i Fernandèz-Carriedo, guidati da Antonio e infine ma non meno importanti i Bonnefoy, guidati da Francis; ognuna di queste famiglie aveva per così dire un proprio campo di specializzazione. I membri dei Beilshmidt facevano quasi tutti parte dell’esercito, infatti sia Ludwig che Gilbert erano comandanti, i Fernandèz-Carriedo, si occupavano dei traffici commerciali, mentre i Bonnefoy, avevano il loro business negli intrattenimenti.
Genere: Azione, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Bad Friends Trio, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Meeting and interrogation
 
La sera successiva, Lovino, Feliciano e Arthur  trovarono una scusa per uscire di casa, tuttavia i loro protetti non erano stupidi, intuivano che c’era qualcosa sotto, ma non dissero nulla. 
I tre si erano dati appuntamento nella piazza principale, poi i due fratelli avevano guidato Arthur verso la loro residenza. Arthur aveva sempre cercato di scoprire il covo dei Vargas, ma aveva sempre fallito, quindi era curioso, naturalmente i due fratelli non erano stupidi, perciò gli avevano chiesto se potevano bendarlo, Arthur capì che se non avesse accettato non lo avrebbero portato con loro, quindi si fece bendare.
Una volta arrivati i fratelli tolsero la benda e guidarono l’ospite verso un salone arredato in maniera sobria ma elegante, infatti il salone aveva una grande vetrata da cui si vedeva un giardino curato, il pavimento era in legno chiaro e le pareti bianche, in una parete c’era un bel camino e nella stanza c’erano un divano e due poltrone in pelle bianca, al centro c’era un basso tavolino in legno chiaro e sopra il camino regnava un grande specchio. Arthur notò che tutti i servitori in quella casa assomigliavano ai due Vargas, Feliciano intuendo i pensieri di Arthur disse:
“ nella nostra casa non è ammesso nessun estraneo, tutte le persone che vedi sono Vargas, lo facciamo per impedire la fuga d’informazioni sul nostro conto, come ben sai noi vegliamo dall’ ombra il paese e il sovrano che lo governa, tu sei il primo estraneo che mette piede in questa casa”,
Arthur sorrise beffardo, poi disse:
“ quindi dovrei sentirmi onorato del fatto che mi abbiate permesso di venire qui?, comunque come mai avete accettato la mia richiesta così facilmente, visto che non avete mai fatto venire nessuno qui?”,
a quel punto Lovino fece un verso stizzito poi rispose:
“ non tirartela troppo pirata da strapazzo, l’unico motivo che ci ha spinto a farti venire qui è solo perché siamo sulla stessa barca, siccome sei uno intelligente con una rete informativa pari alla nostra vogliamo la tua collaborazione per scoprire chi sta architettando tutto questo, quindi quest’interrogatorio prendilo come il segno delle nostre buone intenzioni riguardo ad una nostra collaborazione”,
Arthur annuì.
I Vargas lo guidarono nei sotterranei della casa che erano un vero labirinto, poi finalmente imboccarono un ultimo corridoio che li portò alle prigioni. Una volta lì Arthur vide il sicario incatenato senza la minima possibilità di muoversi, aveva anche una specie di morso in bocca, per evitare che potesse uccidersi mordendosi la lingua; l’uomo li guardò con sguardo impassibile. Feliciano aprì la prigione e tolse all’ uomo il morso, poi chiese in maniera gentile ma fredda:
“ vorresti dirmi chi sta organizzando tutto questo e perché?, se lo fai avrai salva la vita”,
l’uomo lo guardò con sommo disgusto poi parlò:
“ non dirò proprio nulla a dei traditori del lato oscuro come voi!”,
detto questo sputò a terra. Arthur inarcò un sopracciglio aspettando una risposta, che però non arrivò.
Il sicario notò quella risposta mancata e sorrise in maniera fredda poi parlò:
“ davvero non sa nulla!?, allora te lo dirò io! I Vargas in origine erano i killer più temuti, non si facevano nessuno scrupolo ad accettare tutti i tipi di incarico che gli venivano presentati, poi con il loro predecessore, fecero un patto con la corona, nessuno sa il perché”.
Feliciano e Lovino persero la loro compostezza e intimarono al prigioniero di fare silenzio, l’uomo continuò a sorridere. Arthur guardò i due fratelli poi parlò:
“ a me non importa niente su chi eravate, quello che conta è chi siete adesso, inoltre se le vostre abilità adesso sono dalla parte della corona e del popolo tanto meglio”,
Feliciano mostrò un sorriso dolcissimo ad Arthur, il quale imbarazzato si grattò la testa.
Dopo qualche minuto Lovino parlò con un tono di voce freddo e duro come la roccia:
“ se non vuoi parlare maledetto bastardo, useremo le maniere forti, alla fine canterai come un canarino”,
il sicario per la prima volta ebbe paura, aveva sentito dire della crudeltà dei Vargas, soprattutto di Lovino; Arthur guardò il maggiore dei Vargas con sguardo interessato. Voleva vedere se i metodi di quel ragazzo erano più crudeli dei suoi.
A quel punto entrambi i fratelli slegarono il prigioniero e lo portarono in una stanza più adatta per quello che avevano in mente; legarono l’uomo per i polsi poi tirarono la corda in modo tale che i suoi piedi non toccassero terra, poi Lovino prese una frusta mentre Feliciano un coltello con una lama molto sottile, prima di iniziare Feliciano si rivolse al sicario dicendogli:
“ è la tua ultima occasione”,
l’uomo ringhiò, a quel punto Arthur notò che lo sguardo dei fratelli si fece freddo e inespressivo come il ghiaccio, stavano per mostrare la loro natura nascosta, ad Arthur venne un brivido lungo la schiena.
A quel punto Lovino cominciò a colpire la schiena dell’uomo con la frusta senza un briciolo di pietà, contemporaneamente suo fratello cominciava a creare tante piccole ferite sul torace, le ferite anche se piccole erano abbastanza profonde, non si fermarono per quanto l’uomo potesse urlare di dolore, Arthur si rese conto che l’uomo stava affrontando una triplice tortura, da un lato Lovino che gli sfregiava la schiena, dall’altro Feliciano e per finire il modo in cui era legato che non gli permetteva di respirare bene, tra sé Arthur pensò che non avrebbe mai voluto avere i Vargas come avversari; l’uomo svenne tantissime volte e ogni volta veniva fatto rinvenire con una secchiata di acqua fredda mischiata col sale che gli bruciava le ferite; alla fine con voce flebile parlò e raccontò tutto quello che sapeva.
Alla fine Feliciano sorrise in modo dolce all’uomo poi disse:
“ vedi non era così difficile, se lo avessi fatto prima ti saresti risparmiato tanta sofferenza”,
a quel punto con il coltello che aveva in mano gli trafisse il cuore, poi come se niente fosse disse a Lovino di chiamare qualcuno per pulire la stanza.
Una volta tornati nel salone, Lovino disse:
“ finalmente abbiamo qualche informazione, Feliciano domani recati da sua maestà e riferiscigli quanto abbiamo scoperto, Arthur possiamo contare su di te e la tua rete informativa?”,
Arthur annuì.
Una volta a casa di Francis, Arthur decise che aveva bisogno di un bel bicchiere di rum per riprendersi da ciò che aveva visto, era abituato alla tortura, ma non aveva mai raggiunto tali livelli, riuscire a torturare una persona per quasi mezza giornata riuscendo a tenerla viva. 
   
 
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