Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Vanya Imyarek    14/12/2018    2 recensioni
Italia, 2016 d.C: in una piccola cittadina di provincia, la sedicenne Corinna Saltieri scompare senza lasciare alcuna traccia di sé. Nello stesso giorno, si ritrova uno strano campo energetico nella città, che causa guasti e disguidi di lieve entità prima di sparire del tutto.
Tahuantinsuyu, 1594 f.A: dopo millenni di accordo e devozione, gli dei negano all'umanità la capacità di usare la loro magia, rifiutando di far sentire di nuovo la propria voce ai loro fedeli e sacerdoti. L'Impero deve riorganizzarsi da capo, imparando a usare il proprio ingegno sulla natura invece di richiedere la facoltà di esserne assecondati. Gli unici a saperne davvero il motivo sono la giovanissima coppia imperiale, un sacerdote straniero, e un albero.
Tahuantinsuyu, 1896 f.A: una giovane nobildonna, dopo aver infranto un'importante tabù in un'impeto di rabbia, scopre casualmente un manoscritto di cui tutti ignoravano l'esistenza, e si troverà alla ricerca di una storia un tempo fatta dimenticare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Tahuantinsuyu'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                   CAPITOLO 26

DOVE  SI VA NUOVAMENTE A CAPO DI TUTTA LA VICENDA

 

 

 

                                                                   Dal Manoscritto di Simay

 

Quella che normalmente era la piazza del mercato era completamente priva di bancarelle. Nessun’esibizione di utensili luccicanti o stoffe colorate o cibi profumati, solo una pedana al centro, con un palo dove era legato il condannato.

 Se la vista non era quella abituale, il livello di rumore pareva inalterato: ma invece che le proposte, controproposte, assensi e proteste della compravendita, le voci che riempivano la piazza erano tutti commenti sull’accaduto. Chi non riusciva a crederci, chi ci avrebbe scommesso fin dall’inizio, chi riteneva che a prescindere da dove avesse tratto le idee Waray non avesse poi tutti i torti, chi riteneva ogni sua parola nulla, e dichiarava che avrebbero dovuto purificare l’intero Tempio che l’aveva eletto come Sommo Sacerdote.

 L’oggetto di queste discussioni, di per sé, non diceva nulla, fissando la folla circostante, la sua pedana e la piazza come se non riuscisse a credere di essere lì, battendo regolarmente le palpebre e tenendo la bocca semiaperta in un’espressione stolida.

 Chissà cosa stava pensando Waray. Forse stava chiedendo mentalmente perdono alla dea per i suoi peccati? Forse stava cercando di capire quale fosse stato il suo errore in quella vicenda? O forse gli stavo dando troppo credito.

 Era più probabile che fosse incredulo che una persona intelligente come lui, che era riuscito a farla in barba a tutti fino a quel momento, fosse stato scoperto. Oppure indignato che una persona del suo rango potesse essere condannata a morte come un criminale qualsiasi. Magari stava lamentando un’ingiustizia rispetto a Pacha, che era ‘solo’ finito in esilio! Oppure, ancora, non riusciva a credere che potessero condannarlo per qualcosa che gli spettava di diritto. Pensieri del genere. Ormai io stesso non sapevo più cosa pensare.

 Io stesso non ci avevo creduto, quando il nuovo maestro dei novizi ci aveva spiegato cosa fosse successo! Il mio primo pensiero era andato a uno scherzo di cattivo gusto! Waray era sì stato scelto dagli uomini per essere il loro tramite con la dea, ma Achesay aveva gradito il suo sacrificio, aveva confermato la scelta! Cosa aveva voluto comunicare la dea, eleggendo a Sommo Sacerdote un blasfemo che era tale da anni, senza un segno di pentimento?

 Qualcuno mormorava che fosse una punizione per l’esilio di Pacha, che era stato un uomo buono e ligio al suo dovere: forse avrebbero dovuto richiamarlo dal suo esilio e ricondurlo alla sua precedente posizione. Per quanto la trovassi una soluzione meravigliosa, trovavo assai improbabile che ciò si verificasse: altri avrebbero pensato che richiamare qualcuno che aveva quasi danneggiato la dinastia imperiale dopo un caso come quello di Waray sarebbe stato proprio cercarsela, la punizione divina, e i sovrani probabilmente avrebbero dato retta a questa voce.

 Al momento, ci ritrovavamo senza Sommo Sacerdote, guardati storto da tutta la popolazione per aver obbedito agli ordini di qualcuno che si faceva consigliare dall’amante invece che dalla dea, e con dei ‘risarcimenti’ ancora da specificare da consegnare ai Templi che erano stati danneggiati dalla crociata di Waray. Davvero, non avrei saputo immaginare condizione peggiore.

 Per non parlare poi dei danni spirituali che la breve guida di Waray ci aveva portato: qual era l’entità dei peccati che avevamo commesso contro gli altri dei? Era stato davvero giusto cacciare a quel modo le Datrici di Morte? Certo, mi aveva permesso di scoprire Qillalla e dove stessero le sue vere lealtà, ma era stato davvero giusto?

 E naturalmente c’erano le manifestazioni contro gli schiavi che accedevano al culto di Pachtu. Ovvero Corinna, la ragazza che aveva dovuto sopportare di essere coinvolta in due risse per poter svolgere il suo dovere. Perché, perché avevo creduto a Waray?

 “Ehi”

Mi girai di scatto. Certo, sapevo che Corinna sarebbe stata lì, tutta Alcanta sarebbe stata lì, e i Sacerdoti di altri Templi avrebbero assistito probabilmente a tutta l’esecuzione. Non mi ero aspettato, però, che venisse a parlarmi. Voleva rinfacciarmi di essere stata nel giusto tutto il tempo? Ne avrebbe avuto il diritto, e avrei sopportato.

 “Come te la passi?” chiese invece.

 “Eh?”

 “Ma sì” rispose lei in fretta, come se inquisire sul mio benessere la irritasse molto. “Sai, tipo … vi hanno condannato a morte il capoccia, e vi siete beccati uno scandalo. E tu ti sei preso un’inchiesta. Seriamente, sembra che gli dei si siano accaniti su di voi!”

 Certo, non potevamo discutere di Llyra in pubblico. Ma lo stesso, rimasi di stucco a sentirle chiedere quelle cose. L’avevo abbandonata nel momento del bisogno, avevo attivamente ostacolato la sua iniziazione, e lei era ancora lì a chiedermi come stessi. Eccone un’altra che sembrava non aver mai sentito parlare del concetto di ‘reciprocità’! Ma era decisamente improbabile che fosse anche lei un’emissaria di Llyra. O almeno, speravo che non lo fosse.

 “Non hanno avuto il tempo di iniziare alcuna inchiesta su di me” le risposi. “Lo scandalo di Waray ha sconvolto tutti. Hanno passato gli ultimi giorni a interrogarci per capire se qualcuno di noi ne sapesse qualcosa e se ne fosse stato zitto. Tutti innocenti, tranne Waray stesso”

 “Ah” commentò lei. “Allora hai un po’ di tregua”

 “Già”

 Silenzio.

 “Mi dispiace” mi sentivo incredibilmente fuori luogo, mi sembrava che le scuse fossero inutili e non avrebbero risolto niente, ma gliele dovevo, no? Almeno come segno di rispetto. Poi sarebbe stata liberissima di mandarmi a quel paese. “Sono stato un ingrato e uno stupido, e ho dato per scontato che Waray agisse nel nostro migliore interesse, che esprimesse davvero la volontà divina. Avrei dovuto dare retta alla legge della reciprocità, ma ho fatto una pessima scelta e tu ne hai pagato le conseguenze. Mi dispiace, davvero, per quello che può servire”

 Lei sembrò sorpresa, molto sorpresa in effetti, come se fosse raro che la gente si scusasse con lei.

“Va bene …” mormorò. “Cioè, è vero che hai fatto una cazzata, e ho passato la maggior parte delle ultime settimane a sperare di scuoiarti vivo, ma … credo che tu sia finito abbastanza nei casini per quello … non intendo avercela con te a vita, ecco”

 Sembrava impacciata e a disagio quanto me. Dal canto mio, da una parte ero felice di aver avuto il suo perdono, dall’altra pensavo che non era giusto che la passassi liscia così. Aprii bocca, sentivo di dover dire qualcosa anche se non sapevo neanche cosa, ma Capac arrivò a passo svelto a riportarmi tra il gruppo dei novizi: stava per aver luogo l’esecuzione. Anche Corinna si defilò nel posto che ormai le spettava tra le Sacerdotesse di Pachtu. Chissà cos’avrebbe provato, nel veder condannato quello che aveva agito contro di lei …

 La folla sciamò ai lati della piazza per fare largo alla processione. Apriva la strada uno dei Purificatori di Qisna, seguito dal Sommo Sacerdote di Chicosi con un suo assistente. Dietro di loro camminavano tre schiavi. La coppia imperiale prese una strada diversa, andando a sedere negli scranni montati in fondo alla piazza, attorniati dai loro attendenti. Li osservai per qualche istante: Manco sembrava molto accigliato, Llyra impassibile come al solito. Poi riportai la mia attenzione sul gruppo di Sacerdoti.

 “Waray, Sommo Sacerdote della Grande Madre Achesay, tu hai commesso il peggiore abuso di potere” iniziò a declamare il Sommo Sacerdote di Chicosi. “La madre di tutti gli uomini ti ha scelto come suo rappresentante tra gli uomini, ma tu hai distolto la tua attenzione da lei. Ti sei insuperbito, credendo che la tua posizione ti elevasse al di sopra dell’autorità divina, e invece di obbedirvi hai violato le sue leggi, peccando di lussuria. E di più, hai violato ciò che era proprietà dell’erede di Achemay per il tuo peccato. Le tue colpe sono troppo profonde e immonde perché l’autorità umana possa restituirti la purezza di spirito. Dunque ti sarà sottratta l’anima dal corpo, e consegnata al giudizio degli dei. Prega nella loro misericordia, ma preparati ad essere accolto dalla Notte…” il Sacerdote si interruppe.

Waray stava gorgogliando qualcosa. Dapprima non si capì, ma non appena tutti si resero conto che stava cercando di parlare, calò nella piazza un silenzio in cui si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo. Nessuno voleva perdersi le ultime parole del Sommo Sacerdote caduto.

“Non ha senso” stava farfugliando, il capo chino, gli occhi fissi nel vuoto. “Non ha senso. Gli dei non si curano di noi e di quel che facciamo, sono lontani, non ci guardano, non ci ascoltano. Puro e impuro, bene e male sono dell’uomo, nessun dio li ha mai comandati. Quindi perché mi punite? Non ho fatto nulla di male, non c’è il male, c’è se le persone potenti decidono che c’è e io lo ero, potente, nessun dio se la prenderà davvero con me, quindi perché voi …”

 “Basta così!” tuonò il Sommo Sacerdote di Chicosi, improvvisamente molto meno disposto ad ascoltare e più ansioso di evitare che la folla ascoltasse quelle bestemmie. “Qori, procedi”

 Il Sacerdote dell’Aria si raccolse in preghiera. Waray lo guardò stralunato.

 Un attimo dopo, iniziò a sussultare e boccheggiare, come se stesse cercando di trattenere qualcosa dentro di sé. In un certo senso, era vero. Io non avevo mai assistito a una simile esecuzione, ma il maestro ci aveva spiegato in che cosa sarebbe consistita: sottrarre l’aria dai polmoni del condannato, lasciandolo a morire per asfissia.

 Gli spasmi e i rantoli di Waray si fecero sempre più strozzati e disgustosi, mentre il suo viso assumeva una sfumatura bluastra. Poi diede un sospiro orribile, stanco, e poi più nulla. Il suo corpo si accasciò al palo cui era legato.

 “E’ finita” annunciò il Sacerdote che aveva eseguito la sentenza.

 Io credo di non aver vomitato sul posto solo perché ero troppo scioccato. Era la prima volta in vita mia che vedevo qualcuno morire, e in un modo che non era compassionevole quanto la decapitazione, per giunta. Quel Sacerdote ci aveva impiegato alcuni minuti!

 E vedere il cadavere di Waray, dopo averlo conosciuto in vita, sembrava terribilmente sbagliato. Come se avesse dovuto rialzarsi e riprendere la sua vecchia aria apatica, o altezzosa dopo la nomina, da un momento all’altro. Invece a lui si appressò il Purificatore, e compì il suo dovere: accelerò il processo di decomposizione al punto che, nel giro di pochi minuti, i resti di Waray furono poco più che un mucchietto d’ossa e di liquidi sparsi per la pedana, pronti ad essere ripuliti dagli schiavi. Li avrebbero gettati nella fossa comune dei criminali, anziché nei sepolcri destinati ai Sacerdoti o nella cripta della famiglia di Waray.

 Ecco come si concludeva la breve carica di quel Sommo Sacerdote che, nel giro di poche settimane, aveva creato una frattura completamente inutile fra i Templi e all’interno del popolo.

 “Non sarebbe mai dovuto nemmeno entrare in quel Tempio” commentò qualcuno accanto a me.

 Feci un mezzo salto all’indietro, e per poco non andai a sbattere contro Linca. Come avevano fatto lei e il suo padrone ad avvicinarsi senza che nessuno lo notasse?

 “Questo non sta a te deciderlo, artigiano” sbottò Capac, fulminandolo con un’occhiata.

 “E’ quel che penso della faccenda, non una legge indiscutibile … anche se a giudicare dall’esito, ho come l’impressione che gli dei o il destino o chi per loro concordino con me”

 “E’ stato comunque un Sommo Sacerdote. Non gli mancherai di rispetto”

 “Lungi da me. E tu come stai, Simay? Si è scoperto perché quel pazzo aveva preso di mira proprio te?”

 Lo guardai male per un istante, poi sospirai. Non c’era modo di levarselo di torno, vero?

 “Andiamo un momento da qualche parte, non è bene parlarne così in mezzo alla gente …” i Sacerdoti erano immersi in varie discussioni tra loro: nessuno badava a quel che facevano i novizi. Capac mi guardò con una certa preoccupazione, ma lo tranquillizzai semplicemente chiedendogli di avvertirmi quando sarebbe stato il momento di andarsene.

 Eleggemmo a luogo del nostro concilio un vicolo nei pressi della piazza: non il luogo più nascosto del mondo, ma non c’era un’anima, tutti si erano affollati a osservare il grande evento.

 Corinna ci raggiunse di corsa.

“E tu che pensi di fare?” attaccò immediatamente. “Cos’hai da dirgli? Cos’hai a che fare con questa faccenda?”

 “Siete di nuovo alleati? Ottima cosa, Simay. Ne sei rimasto un po’ a corto, e alienarti l’unica rimasta non sarebbe stata un’idea degna della tua intelligenza”

 “Come ‘ultima rimasta’? Ehi … non ho visto Qillalla, ora che ci penso. Che le è successo?”

 Ah, quindi non aveva saputo. E certo … se anche aveva sentito dell’attacco alle Datrici di Morte, non avrebbe potuto certo scoprire che Qillalla era una di loro.

 “Era una spia di Llyra”

 Cosa?! Oh cazzo! Siamo fottuti! Ecco come faceva a sapere …”

 “Sapere cosa?”

 “Ha cercato di ostacolarmi mentre compivo le mie prove … credo. Sovraccarico di lavoro, guardie che bloccavano ingressi e uscite, anche una falsa accusa verso la fine. Doveva essere veramente disperata di tenermi lì sotto il suo controllo e punibile”

 “Ha cercato di essere sottile, ma la cosa non le è riuscita proprio benissimo” commentò Sayre. “Di nulla, comunque”

 “Di nulla cosa?”

 “I non proferiti ringraziamenti di Corinna per essermi preso la briga di alleviare un po’ il suo lavoro, addormentare le guardie, creare una copertura per la falsa accusa, e darle un consiglio … di cui tra parentesi si è bellamente infischiata, ma del resto, è un suo diritto”

 Corinna sembrava sul punto di vomitare. Che Supay le aveva detto Sayre?

 “Sbrigati solo a dirci … qualunque cosa tu debba dire” ringhiò.

 “Come desideri!” fu la risposta, in tono odiosamente allegro. “Dunque, che ne pensate dello spettacolo di cui tutta Alcanta si è deliziata oggi?”

 “Che c’è da dire?” sospirai. “Waray si è allontanato dalla retta via, ha peccato, e ha quasi portato alla rovina tutti creando una faida tra culti. Ora ne è stato punito, ma gli altri Templi vorranno risarcimenti. Immagino che tu ne sia molto contento, vero?”

 “Di sicuro la situazione attuale è preferibile alla precedente” rispose lui. “Al punto che mi stupisce che tu non abbia fatto il collegamento”

 “Il collegamento a cosa?” protestai. “Waray è stato sviato da una donna dell’harem, non gli è stato promesso potere e non è stato minacciato fisicamente …”

 “E a chi credi che rispondesse Nuala?”

 Lo fissai per qualche istante. Oh, per la Notte … avevo appena commesso una grossa svista.

 “La tua spia nell’harem. Era lei, vero? Nuala! Ma avevi detto che …”

 “Lei?! Ma … oh, non importa. Lì siamo stati fessi noi ad averci creduto” brontolò Corinna.

 “Brava. Sì, la mia assistente era Nuala … non potevo certo dirlo a voi, non mentre avevo ancora qualche uso per lei”

 “E adesso che fine ha fatto? Si è accidentalmente data fuoco anche lei?” ringhiò Corinna. Chi era stato a darsi ‘accidentalmente’ dato fuoco?!

 “Per quella vecchia, è stato necessario per ottenere i risultati desiderati” chiosò Sayre. “Se anche ci fossimo limitati a stordirla o addormentarla di modo che non completasse la sua missione, sarebbe stata Llyra a occuparsi di lei. Ormai sapeva troppe cose per essere lasciata in vita. Nuala, d’altro canto, non porta alcun vantaggio a nessuno, morendo. E soprattutto, è stata un valido aiuto: come credete abbia fatto a scappare tanto bene?”

 Personalmente, non credetti a una parola. Quel dettaglio di Nuala era stato una lezione in sé e per sé: non credere a nulla di quello che ci veniva detto, come già lo stesso Incendiario ci aveva ribadito. Aveva anche voluto darci una dimostrazione pratica, che maestro diligente. Diedi Nuala per morta carbonizzata da qualche parte.

 Dannazione, qui stavano iniziando davvero a crescere le vittime umane. A Pacha era andata bene con l’esilio, in confronto! Dovevamo fermarlo. Dovevamo fermarlo assolutamente, non più solo per me, ma per evitare una vera e propria strage.

 “Ma perché proprio Waray?” sbottai. “Che colpe aveva? Perché indurre in tentazione a quel modo un uomo buono?”

 “Un uomo devoto, come tu hai detto non troppo tempo fa?”

 Avevo quasi dimenticato quella conversazione. Ecco cosa intendeva … chissà che risate si stava facendo, sapendo quel che stava per succedere.

 “Sì” sbottai. “Un uomo devoto, quello che sarebbe stato se tu non l’avessi fatto deviare dalla retta via!”

 Sayre scrollò il capo. Linca sbuffò.

“Pessima mossa, ragazzino” mi bisbigliò. “Adesso ti becchi una predica che non finisce più”

 “Waray era un debole, come molti altri che si trovano nei ranghi sacerdotali” esordì l’Incendiario, scoccando un’occhiataccia alla sua schiava. “La vita religiosa non è stata una sua scelta, lo sapevi? No? E’ stato costretto dal padre, si usa spesso con i figli delle famiglie importanti che rischiano di creare impicci nelle successioni. Costretto … si fa per modo di dire. Non sarebbe morto se avesse rifiutato. Suo padre avrebbe potuto disconoscerlo, cacciarlo di casa, ma a quel punto Waray si sarebbe trovato libero. Senza agi, senza appoggi, ma completamente padrone della sua vita. E a questa prospettiva, come molti che la affrontano, si è spaventato. Del resto, chi accetterebbe una vita difficile di cui si è interamente responsabili, quando si può scegliere una vita soffocante e sgradita, ma comoda, e di cui si può attribuire la colpa a qualcun altro?”

 “E quindi cos’è … hai voluto punirlo perché non aveva scelto per sé?” intervenne Corinna.

 “Non avrei potuto punirlo per una cosa del genere. Perché vedi … Waray aveva scelto per sé. Aveva solo compiuto la scelta che gli avrebbe impedito di riconoscerlo. Biasimava il padre che l’aveva mandato lì, ma lui non si era ribellato. Biasimava i suoi maestri che non avevano un minimo di riguardo per lui, ma non metteva alcun impegno nello studio. Biasimava il sistema che l’aveva costretto in quella posizione, ma non aveva mai provato a contrastarlo. In un modo o nell’altro, la responsabilità di sé stessi è una scelta inevitabile! Ma Waray, come già menzionato, era debole e vigliacco. La sua apatia, quel fastidio di essere lì a svolgere i suoi compiti che di sicuro avrai notato? Erano il suo modo di lamentarsi per il destino ingiusto che gli era spettato. Della sua vita, non aveva fatto altro che un patetico piagnisteo”

 Ah. Ora non avrei potuto fare altro che ammetterlo … sì, Waray non mi era mai parso una persona davvero devota. Avevo sempre soppresso quei pensieri per non mancare di rispetto all’autorità religiosa, ma … del resto, mi era già stato detto, vero?

 Ragazzo mio, se c’è qualcosa che tu e gli altri novizi dovete imparare, è che non sempre l’autorità garantisce la ragione’. Se solo avessi ricordato gli insegnamenti di Pacha! Ma non avevo davanti una persona ben intenzionata come il vecchio Sommo Sacerdote: non potevo darla vinta a Sayre.

“E con davanti uno così, che avrebbe potuto comunque ritrovare la sua forza e la sua fede a prescindere da come era iniziato, hai deciso di rovinarlo ancora di più invece di permettergli di salvarsi”

 “Io gli ho solo presentato la tentazione” replicò lui. “Lui avrebbe potuto rifiutare Nuala, ed evitarsi tutto questo. Non l’ha fatto. In qualsiasi momento avrebbe potuto decidere di smetterla di piangersi addosso e amare quella vita, o fuggire dal Tempio, ma non l’ha fatto. Non era solo debole, vedete: era anche incapace di giudicare sé stesso. Se lamentava un’ingiustizia, era perché si credeva troppo dotato per essere costretto a una vita sacerdotale, perché non riusciva a vedere quanto soggiogato, pigro e passivo fosse in realtà. E dunque, non ha mai cercato di superare i propri limiti. L’avesse fatto, forse si sarebbe salvato da me, ma è rimasto nella sua mediocrità ad attendere che gli si presentasse, dal nulla, ciò che ‘gli era dovuto’. Il rispetto di cui godeva come Sacerdote di alto rango gli dava qualche piacerucolo per il giorno, ora aveva anche Nuala a dargli qualche piacerucolo per la notte: e poi ecco che gli si presenta l’occasione di diventare Sommo Sacerdote, di imporre le sue idee senza schiodarsi dalla sua debolezza. Davvero credete che avrebbe potuto resistere?”

Ripensai al giorno del rituale. Se c’era qualcosa che stonava con quel che era successo, era che la dea avesse accettato il sacrificio, anche se sapeva che Waray era un peccatore … a meno che …

 “Sei stato tu” compresi. “Achesay non ha mai accettato il sacrificio. Quella fiammata era opera tua, non un segno del suo gradimento”

 “No, per niente” rispose l’Incendiario con un sorrisetto. “Io non ho messo mano a quelle erbe. Non le hai osservate bene da vicino, vero?”

 “Cosa? Ma come è successo allora?”

 “Erano lievemente secche. Non abbastanza perché fosse vistoso, ma abbastanza perché bruciassero più rapidamente di erbe fresche. Ed è una cosa che avviene regolarmente nelle consacrazioni dei Sommi Sacerdoti. Hai idea di tutta la politica che c’è dietro? Delle decisioni di quale famiglia dovrebbe avere l’onore di un suo membro in una posizione così elevata? Delle lotte di potere che potrebbero nascerne? C’è un motivo per cui la scelta del Sommo Sacerdote impiega giorni. E sarebbe a dir poco imbarazzante se, una volta che quei buoni Sacerdoti hanno fatto la loro scelta così accurata, questa venisse respinta dalla divinità! Ed ecco che arriva il trucco delle erbe secche. Controlla bene, quando sarà eletto il prossimo. O qualora un qualsiasi altro Tempio dovesse eleggere un nuovo Sommo Sacerdote”

 Questo non poteva essere vero. Il Sommo Sacerdote doveva essere confermato dalla scelta della divinità. Sayre sicuramente stava mentendo … anche se durante la cerimonia di consacrazione di Waray era rimasto fuori dal Tempio e dunque non avrebbe avuto modo di vedere il momento preciso in cui il sacrificio veniva offerto … ma non era neanche pensabile che la volontà degli dei fosse violata così!

 Non gli credetti. Lui stesso ci aveva detto di non credergli, ma se avesse avuto ragione … ebbi una piccola idea, su cui avrei dovuto elaborare in seguito.

 “La Grande Madre non lo permetterebbe mai” replicai. “Anche se quelle erbe fossero state davvero secche, Achesay avrebbe inviato un segno …” capii la fallacia anche prima che me la sottolineasse lui.

 “Eppure non la fatto. E sai perché? Alla Terra importa solo di essere venerata. Certo, Waray non lo stava facendo, ma non è una che si interessi di gerarchie. Hai mai visto Waray compiere una magia? Immagino non ne fosse capace da molto tempo, ma il suo rango gli permetteva di nasconderlo facendo lavorare effettivi devoti, come te, il tuo amico Capac, quali altri Sacerdoti siano lì per fede sincera, al posto suo”

 “Ma gli dei devono avere un tramite con i mortali! Non capisco …”

 “Alcuni li hanno” confermò Sayre. “L’Acqua, per esempio: vai a parlare con la sua Somma Sacerdotessa, e vedrai che è lamentosa e ipocrita quanto lui. Oppure Decadimento, quella che voi conoscete come Qisna, anche se credo si esprima più tramite le Datrici di Morte che i Purificatori. Ma tutti gli altri? Non fosse per la politica umana, ogni Sacerdote, o anche solo laico con sufficiente fede, è apprezzato – o ignorato – secondo gli stessi criteri”

 “Quindi tutto il sistema dei Templi che avete qui …” mormorò Corinna.

 “Non serve praticamente a nulla. Forse ne avrai parlato con quel, o quella, yrchllese: ti avrà detto che la loro concezione degli dei e del modo giusto di adorarli è radicalmente diverso. Eppure anche loro hanno avuto un regno fiorente, anche i loro Sacerdoti sanno usare la magia”

 “Non importa” sbottai. “Quello che hai detto non intacca la mia fede nella Grande Madre. Anzi, l’ha alimentata: d’ora in avanti seguirò quello che è davvero il volere degli dei, quello che è nei testi sacri e nelle tradizioni, non più le azioni di uomini che possono fallire. La mia venerazione sarà per gli dei stessi, non per chi li serve”

 “E come farai a sapere che quella che stai seguendo è la volontà divina e non la tua?”

 Stavo per rispondergli che l’avrei saputo, ma … non sarebbe stato peccare di superbia? Pretendere di conoscere istintivamente quel che voleva la divinità, di saperlo distinguere dal mio volere … ero umano anch’io, e se mi fossi confuso?

 “Risposta semplice: te ne freghi e fai quello che vuoi tu” commentò Corinna.

 “Ottima soluzione” approvò Sayre. “Ancora migliore se tu la mettessi effettivamente in pratica”

 “Cazzo dici? Io faccio solo quello che mi pare!”

 “Ma non sei diventata novizia?” la interruppi.

 Lei sbuffò. “Senti … è una storia lunga”

 Ebbi il fortissimo sospetto che almeno su una cosa Qillalla avesse avuto ragione, e Corinna non avesse in sé tanta fede quanto desiderio di libertà, ma fummo interrotti da Capac che accorreva a chiamarmi: i nostri Sacerdoti sarebbero tornati al Tempio.

 “Temo che la nostra conversazione si concluda qui” mormorò l’Incendiario. “Kino, comunque”

 “Kino? Cosa vuol dire Kino?”

 “E’ il nome del villaggio d’origine di Qillalla”

 Mi sentii come se il mio cuore avesse saltato un battito.

 “Cosa? Come? Come fai a saperlo? E perché me lo stai dicendo?”

 “Perché volevo dirlo. E’ stata una conversazione interessante … passate una buona giornata, tutti e due”

 E con questo si allontanò con tutta la calma del mondo, Linca alle calcagna.

 Corinna si voltò a guardarmi. “Che è successo con Qillalla?”

 “Simay? E tu … la tua maestra ti sta cercando!” urlò Capac, rivolgendosi a Corinna con un certo fastidio.

 Lei sbuffò. “Senti, non credo che riusciremo a incontrarci di nascosto come prima. Ti lasciano ricevere lettere, vero?”

 “Sì …”

 “Bene. Allora me ne mandi una e mi spieghi tutto. Magari riesco a darti una mano con qualcosa, ora che non sono più solo una schiava …”

 Non avevo la più pallida idea di cosa avrebbe potuto fare concretamente Corinna, anche come novizia di Pachtu, ma sentii lo stesso un groppo in gola. Da dove usciva quella ragazza, per starmi aiutando con tanto impegno anche dopo che l’avevo osteggiata? Doveva essere una persona veramente straordinaria … oppure un’altra spia di Llyra.

 Ma sarebbe stato eccessivo averne due, specie se una era una Datrice di Morte, e se Corinna fosse stata davvero al soldo dell’Imperatrice, non si sarebbe allontanata da me dopo essere stata osteggiata da Waray. A meno che Llyra stessa non l’avesse istruita così, per una maggiore credibilità … mai come in quel momento mi era tanto pesata la situazione, non come quando mi resi conto di non potermi davvero fidare di nessuno.

 L’Imperatrice Llyra, cui avevo sempre portato il rispetto di un suddito fedele, progettava di uccidermi solo per le circostanze della mia nascita. Sayre, l’orafo tanto amichevole, si era rivelato essere l’Incendiario. Qillalla, la ragazza che mi aveva sempre sostenuto senza nulla in cambio? Una Datrice di Morte.

 Chi era Corinna? Potevo davvero fidarmi di lei?

 Non avevo molta altra scelta, se volevo qualcuno in cui confidare. Ma sarei stato attento. Avrei pensato bene a cosa dirle e come, e sarei stato sempre preparato a un tradimento. E con quella decisione, almeno uno dei miei dubbi si quietò.

E così anche i miei dubbi riguardo a Waray. In un certo, discutere con Sayre mi aveva aiutato a schiarirmi le idee.

 Avevo cercato di rispettare le leggi divine, avevo dovuto scegliere tra il dovere dell’obbedienza e quello della reciprocità, e avevo scelto il primo. Affidarmi a un essere umano, quello era stato il mio sbaglio. Mi era sempre stato insegnato che il Sommo Sacerdote di un dio ne era la voce stessa in terra, il tramite la cui volontà andava obbedita perché divina. Ma un uomo non è un dio. Può esserne in vicina comunanza, può ascoltarne le parole, ma può anche sentire male. O decidere di smettere del tutto di ascoltare, senza che gli altri se ne accorgano.

 Quando avevo dovuto scegliere tra seguire un ideale, o un uomo che ne portava un altro, avevo scelto male. Un uomo può mentire, un valore no. Che quell’evento mi fosse di lezione: seguire qualcosa che approvavo, qualcosa che ritenevo giusto ed era confermato da secoli come il comando degli dei, perché le parole di una guida anche spirituale potevano portare al disastro. Avevo ritrovato la mia strada, e l’Incendiario non l’aveva avuta vinta.

 Ma avevo ancora tanti altri dubbi a tormentarmi! Che avrei fatto con l’imminente inchiesta? Come avrei fatto ad accertarmi di compiere il volere degli dei, e non i miei desideri egoistici? E perché l’Incendiario mi aveva detto il luogo d’origine di Qillalla? Cosa nascondeva quella ragazza, oltre a quello che avevo già scoperto?

 

 

Choqo richiuse il libro con un sospiro.

 Di nuovo, aveva letto in fretta e furia, alternandosi tra i vari manoscritti. E quindi, ora anche Simay e Corinna avevano scoperto il coinvolgimento dell’Incendiario, si erano rappacificati, e si erano trovati senza Qillalla. Da una parte era senz’altro un bene, almeno sarebbero stati liberi dalla spia di Llyra, ma aveva la sensazione che la storia di quella Datrice di Morte non fosse affatto conclusa. Ma quel che più le dava da pensare erano due cose.

 Quella più attinente alla vicenda, era il modo di Sayre di riferirsi agli dei: non usava i nomi della mitologa, ma definizioni di quel che sembravano essere, come Energia, Terra, Acqua, Decadimento. E richiamava la stessa presentazione di chi aveva portato lì Corinna, come la ragazza stessa aveva notato.

 Cosa voleva dire? I comportamenti degli dei nella religione che le era stata descritta erano molto umani, e così i loro legami familiari: era possibile che quegli esseri fossero in realtà più affini a pure forze naturali, e le vicende di Achemay e di tutta la famiglia pure supposizioni basate su una mentalità puramente umana?

 Del resto, erano già state riscontrate incongruenze con il metodo di reincarnazione dell’Incendiario. Ma allora, su quante cose gli abitanti di Tahuantinsuyu si sbagliavano completamente, riguardo ai loro dei?

 La seconda era … quello che era stato detto di Waray. Già quando aveva parlato con Linca questo dettaglio aveva catturato la sua attenzione, ma solo ora aveva abbastanza informazioni da riflettervi a fondo.

Una persona che era stata costretta dalla sua famiglia a una vita da lui non voluta, pena la perdita di ogni affetto e sostegno … una situazione terribilmente simile alla sua. E per quello, Sayre pensava che fosse un debole, addirittura indegno di vivere! Se lei fosse vissuta all’epoca di quelle vicende, sarebbe rientrata anche lei nella lista dei ‘sacrificabili’ dell’Incendiario?

 Da una parte non avrebbe dovuto preoccuparsene: Sayre era un pazzo, uno che aveva idee per il futuro dell’umanità poco comprensibili e di sicuro una ‘morale’ sballata. Era il cattivo, probabilmente il fatto che lui l’avrebbe considerata degna di morire non voleva dire niente. Dall’altra però … Choqo aveva sempre dato per scontato di essere una vittima della situazione, costretta da poteri superiori al suo a una vita che non voleva. Ma di preciso, che le sarebbe successo se avesse rifiutato di sposare Atahuani? Sarebbe morta? Sarebbe stata picchiata, abusata, ridotta in schiavitù?

 Nulla di tutto questo … nella più seria delle ipotesi, sarebbe stata cacciata di casa, nella migliore i suoi l’avrebbero a malapena degnata di uno sguardo mentre arrangiavano matrimoni su matrimoni, in attesa che lei cedesse e si decidesse a sposare qualcuno dei candidati. Non avrebbe avuto alcun danno fisico, e se anche fosse stata cacciata, non si sarebbe trovata sulla strada, il Tempio della Vita probabilmente l’avrebbe accolta finché non fosse riuscita a trovare un’occupazione.

 Ma non sapeva fare niente, era cresciuta nella bambagia, sarebbe … avrebbe sempre potuto imparare qualcosa. Oppure avrebbe potuto far sì che il suo talento con la spada non fosse più solo un orpello per compiacere un futuro marito, e arruolarsi in qualche divisione dell’esercito o delle guardie. Ormai era permesso, alle donne. Ma si sarebbe trattato di cambiare radicalmente la sua vita …

C’era anche l’altra possibilità: essere fatta passare di accordo in accordo, trattata nel frattempo col più completo sdegno. Una prospettiva quasi peggiore, i suoi genitori non irritati come al solito, che almeno era un modo di riconoscere la sua presenza, ma indifferenti, a contattare diversi possibili ‘compratori’ … certo, forse così avrebbe avuto la vaga speranza di incontrare uno che le piacesse, ma quanto era probabile prima di cedere per sfinimento?

 Non si era mai soffermata troppo a pensare alle conseguenze di un suo rifiuto del suo promesso, si era limitata a lamentarsi della costrizione della sua famiglia … eppure l’abbandono da quella stessa famiglia le appariva così orribile! Ma come poteva essere tanto legata a una famiglia che non aveva a cuore la sua felicità?

 Perché non aveva amici, non aveva altri legami, ecco perché … come influiva quello sulla sua libera scelta? Sayre diceva che tutti erano comunque responsabili di sé stessi … ciò voleva dire che lei non era costretta a nulla, ma anzi, era responsabile del male che avrebbe scelto, perché non riusciva a capire una scelta positiva tra le due! Come poteva essere che quella non fosse costrizione? Doveva esserlo!

 Qualunque altro pensiero … lo scegliere un destino difficile … le faceva paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLOSSARIO (e qualche trivia):

Mekilo: essere simile a uno scoiattolo, solo molto più grande, con zampe molto più lunghe e la coda in fiamme. Essendo un animale legato al fuoco, non è considerato sacro a nessun dio, ma sfruttabile da tutto il genere umano. Viene usato soprattutto per trasportare merci e persone.

Occlo: bovino ricoperto di squame e con protuberanze lunghe e sottili, simili a serpenti che stanno al posto delle corna e da cui esce fuoco. Anch’esso animale legato al fuoco, ma per la sua pericolosità e la capacità di controllare i loro getti di fuoco sono quasi esclusivamente cavalcature da battaglia.

Kutluqun: capre anfibie con alghe al posto della pelliccia. Sono considerate sacre al dio Tumbe, e per questo, per allevarle o catturarne di selvatiche, è necessaria l’autorizzazione di un sacerdote di quel dio.

Lymplis: pesci volanti, con le pinne coperte di piume. Sono sacri alla dea Chicosi, dunque è necessaria l’autorizzazione di un suo sacerdote per possederne uno. Malgrado ciò, sono popolari come animali da compagnia presso la nobiltà.

Kyllu: uccelli simili a cigni, fluorescenti. Sono sacri al dio Achemay, e allevati solo all’interno del palazzo imperiale. Il loro piumaggio è usato per decorare le corone dei sovrani.

Lilque: creature con corpi simili a quelli degli esseri umani, ma con code di serpente al posto delle gambe. Servitori del dio Thumbe, vivono presso il mare, i laghi e in qualche caso i fiumi, quasi mai in corsi d’acqua più piccoli.

Duheviq: piante dalla capacità di mutare il proprio aspetto, assumendo qualsiasi forma desiderino. Originariamente questo veniva usato per catturare prede dei cui fluidi nutrirsi, ma con l’avanzare della società umana, ne hanno approfittato per integrarvisi. Un tempo servitori della dea Achesay, organizzati in tribù-foreste rigidamente isolate dagli esseri umani; solo i sacerdoti della dea potevano avvicinarli senza essere bollati come cibo. Al tempo di Choqo, mentre i più anziani vivono ancora tradizionalmente, i più giovani hanno preso a mescolarsi con le popolazioni umane, finendo spesso vittime di discriminazioni e relegati ai lavori meno nobili o remunerativi. Mantengono comunque un rigido codice di valori, di cui la fedeltà è il più alto.

Shillqui: piante in cui scorre un liquido per aspetto e consistenza simile al miele, che causa a tutto l’albero di agitarsi violentemente. Se bevuto, questo liquido dà gli stessi effetti agi esseri umani, ma è difficilissimo metterci le mani sopra. Pianta sacra a Pachtu, i suoi sacerdoti ne devono bere la linfa durante le cerimonie.

Likri: fiori simili a gigli rossi, dalle temperature bollenti, che esalano un fumo sottile. Se tuffati in acqua gelida e canditi, sono considerati ottimi per la pasticceria, ed essendo legati al fuoco, l’unico limite al coglierli è potersi permettere buoni guanti protettivi.

Sangue della Terra: erba che influenza la circolazione sanguigna, usato per diversi effetti nelle gravidanze.

Zullma: pianta le cui varie componenti hanno diversi usi; le radici sono considerate un potente lassativo.

Kiquicos: erba di colore blu, parassitaria dei Duheviq. Pericolosa per le sue capacità di depistare animali e viandanti, ma molto ricercata per le sue molteplici virtù.

Guyla: praticamente un Moment.

Tably: erba che secondo le credenze popolari risolve l’insonnia e i problemi di incubi frequenti.

Ago di Luce: essere a metà tra lo stato animale e quello vegetale, si nutre di sangue, ma può essere utilizzato per aspirare anche altri fluidi corporei.

AQI: esseri simili a tassi dal pelo violaceo, che emanano ormoni che fanno marcire le sostanze inorganiche attorno a loro. Soggetti a disinfestazioni a tappeto e contenuti in gabbie speciali, sono frequentemente offerti in sacrificio, con la testa dedicata a Chicosi, il cuore ad Achemay, e il resto del corpo, a seconda che l’animale sia maschio o femmina, a Tumbe o Achesay.

Fylles: insetti con ali a forma di fiore e polline al centro del corpo. Poiché si nutrono di altri insetti, sono molto usati dagli agricoltori, anche se prima necessitano di un permesso di un Sacerdote di Chicosi.

 

Qillori: cristalli di colore azzurro chiaro, molto usati in oreficeria.

Achemairi: cristalli di colore dorato, anch’essi comuni per l’oreficeria.

Tablyk: pietra di colore rosato, usata nell’oreficeria.

Kislyk: pietra dall’aspetto simile alla tablyk, ma molto più dannosa.

 

Notte: entità primordiale da cui tutto il mondo ha avuto origine.

Achemay: dio del sole, entità più importante del pantheon Soqar.

Achesay: dea della terra.

Chicosi: dea dell’aria.

Tumbe: dio del mare, dei fiumi e dei laghi.

Sulema: dea del fuoco.

Pachtu: dio dei fulmini e della vita.

Qisna: dea della morte e delle paludi.

Supay: esseri più collegati al folklore che alla religione vera e propria, sono creature della Notte,

incaricati di torturare le anime dei peccatori che lì vengono gettate.

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

niente da dire su questo capitolo, se non che a livello di trama Corinna e Simay sono finalmente tornati una squadra. E che sia loro che Choqo hanno finalmente iniziato a trovarsi alle prese con tutto l’esistenzialismo che ho voluto riversare in questa storia. Tra l’Incendiario il cui intero personaggio è basato sul pensiero di un certo filosofo (vediamo se qualcuno indovina, nel suo discorso in questo capitolo ho pure infilato una mezza citazione!) e Choqo che viene forzatamente cacciata fuori dalla malafede sartriana.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ringrazio chiunque abbia voglia di recensire, mettere nelle preferite/ricordate o anche solo leggere!


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Vanya Imyarek