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Autore: Ro90    18/12/2018    1 recensioni
Questa storia è stata "concepita" mentre ascoltavo "sex on fire" dei Kings of Leon.
Rebecca per gli amici Becca ha 18 anni.
Becca, Jared e Shannon sono migliori amici.
Becca ama Shannon.
Shannon non deve assolutamente scoprirlo.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di cui scrivo non mi appartengono. I fatti narrati sono completamente inventati.
 
Method to the madness.

 
Even though it was me who drove us right in the ground
See the time we shared it was precious to me
But all the while I was dreaming of revelry
Gonna run baby run like a stream down a mountainside
With the wind at my back I won't ever even bat an eye
Just know it was you all along who had a hold of my heart
But the demon in me was the best of friends from the start
Reverly, Kings of leon
15 Settembre 2008


“Shannon… che-che ci fai qui?” dissi incredula, stavo ancora dormendo?
“Buon compleanno, principessa!” disse baciandomi una tempia.
Se prima ero poco convinta, ora ero certa di star sognando Shannon nel mio letto che mi abbracciava!
“Pensavi davvero che mi fossi dimenticato di te?”
“Io… no, cioè, Jared mi aveva detto che non avevi chiamato…” avevo bisogno di un pizzico, di una sberla, era davvero la realtà?!
“Jared era d’accordo con me, lui lo sapeva ma ha mantenuto il segreto… Da quando Jared ti sveglia la mattina?”
“Coosa? Ci ha preso gusto a fare l’attore, questa me la paga! Jared ci ha rinunciato a svegliarmi la mattina… per mia fortuna, perché?” non capivo a cosa si riferisse.
Stava per rispondermi quando sentimmo il suo cellulare vibrare nella tasca dei suoi pantaloni
“Ti vibra qualcosa…” dissi imbarazzata, mentre lui mi fissava negli occhi
“Lo so, vibra già da un pò. Pronto?” disse alzando gli occhi al cielo, sembrava molto scocciato per la telefonata.
“Jessica se non ti rispondo non devi insistere, ho da fare… te l’ho detto che sarei stato impegnato tutta la giornata, forse anche domani … facciamo che ti richiamo io quando sono libero, non insistere…ciao”
“Che cattivone! Ci sarà rimasta male…”
“E’ un problema suo …c’è ancora del dolce per me?” disse scompigliandomi i capelli sulla testa.
“Sì, credo…non posso ancora crederci che tu sia qui...”
“Credici invece! E’ arrivato il momento di reclamare il tuo regalo!” disse prendendomi in spalla, come un sacco di patate, portandomi di sotto.


Come per ogni compleanno, Shannon era obbligato a esaudire un mio desiderio, era una tradizione stupida che avevamo iniziato il primo anno che ero arrivata qui, per farmi felice. Non era una questione di regali costosi o preziosi, ormai era una sfida tra noi, io chiedevo le cose più assurde e lui dimostrava di poterle trovare. Al mio 10 imo compleanno avevo chiesto un unicorno e lui aveva fatto travestire un povero cavallo con corno dorato e glitter!
Beh quell’anno sarebbe stato diverso, la mia richiesta lo avrebbe di sicuro sorpreso e di sicuro mi avrebbe risposto con un secco NO.

“Allora… ci ho pensato e quest’anno la mia richiesta è un po’ insolita…”
“Spara, scommetto un viaggio, fare Bunging jumping o altre cose pazze!” disse ridendosela
“Più o meno… Shan come sei arrivato qui stamattina?”
“In mofo, ferfè?” disse mentre masticava la torta
“beh ecco…io volevo chiederti se …”
“TE LO SCORDI! ASSOLUTAMENTE NO! Non ti regalerò la mia moto!” disse shoccato
“Che tonto, ma ti pare che voglio la tua moto! Vorrei solo guidarla…una volta sola…” dissi facendogli gli occhioni
“PEGGIO ANCORA! Sei impazzita?”
“Dai, che sarà mai, una strada poco trafficata la si trova… e poi tu puoi restare seduto dietro, non sarà pericoloso. “
“Guarda che non è semplice come andare in bici, la moto la devi sentire, la devi dominare, ci vuole anche una certa forza fisica… “
“Shan è la mia richiesta! Sei costretto o forse vuoi arrenderti proprio ora?” dissi alzandomi e andando verso di lui, abbracciandolo, accarezzandogli gli spalle
“dai, ci sarai anche tu, non succederà niente” mi sentivo una stupida a pregarlo, eppure sapevo che stava per cedere alla mia richiesta.
“E va bene, non ho altra scelta che accontentarti! Vestiti che andiamo!” disse riportando l’attenzione su ciò che stava mangiando, nascondendo un certo nervosismo.

“Allora, qui c’è il bottone del cavalletto, da qui invece si cambiano le marce…” mentre lui parlava io osservavo affascinata la sua Ducati, era davvero bella e lo era ancora di più quando Shan era sopra di lei.
“Va bene, passami il casco” dissi montando in sella, impugnando il volante
“Con calma signorina” disse passando il casco e salendo anche lui in sella dietro di me
“Vai più avanti col culo altrimenti non arrivo al volante”
Che stupida! Non avevo affatto considerato che avrei percepito la sua presenza dietro di me, quella presenza, a stretto contatto col mio fondoschiena, la cosa era abbastanza imbarazzante.
“Io terrò una mano sotto la tua, non si sa mai, qui c’è la frizione, l’altra mano la userò in caso di bisogno, non fare scherzi” disse sovrastandomi con tutto il suo corpo. Ero intrappolata tra le sue gambe e le sue braccia, sentivo il cuore in gola,  il suo profumo mi stava mandando in palla il cervello e sentivo caldo, molto caldo, soprattutto al basso ventre, stavo per dirgli che ci avevo ripensato ma con un pizzico mi riportò alla realtà.
“Forza, facciamolo. Dai gas”.


POV. SHANNON

In che guaio mi ero cacciato! Ma proprio questa idea malsana doveva venirgli in mente?
Era visibilmente imbarazzata, io cercavo di camuffare il mio disagio. Se mi fossi eccitato adesso sarebbe stato un gran bel problema!
Ero spalmato su di lei, sulla sua schiena, sul suo fondoschiena… l’odore dei suoi capelli e della sua pelle mi inebriava… ma io non dovevo pensarci. A 38 anni dovevo tenere a bada gli ormoni, dovevo riuscirci o davvero ci saremmo schiantati da qualche parte.
Tolse il cavalletto, mise in moto, sollevò i piedi da terra, la prima marcia e via, come le avevo spiegato.
 La mia mano sinistra era sul suo fianco destro, per quanto era magrolina avrei potuto avvolgerla ancora, la tenevo stretta per non cadere, la mia mano destra era sotto la sua, la sovrastavo con il busto piegato in avanti
“Ti peso troppo?”
“No, tranquillo” disse in un sussurro
“Non essere tesa, andrà tutto bene” dissi più a me che a lei
La sentì muoversi, questo non migliorò le cose, tirò un sospiro e con più sicurezza strinse la sua mano sulla mia.
Il tragitto fu breve, a una velocità ridotta, ma dopo tutto era la prima guida, Cristo santo stavamo tutti bene (moto inclusa)!
“E’ complicato…” disse quando accostò la moto e rimise i piedi per terra.
“Non è un gioco. Come prima e unica guida è andata benone, dai”
“Già, prima e ultima. Torniamo a casa? “mi chiese abbastanza sfinita.
“In realtà dovrei andare a vedere un locale a Santa Monica, mi accompagni?” non volevo separarmi da lei, non oggi.
“Certo! Puoi chiamare tu la nonna? A me direbbe di tornare subito a casa!” disse facendomi di nuovo gli occhioni. Doveva averlo capito che non riuscivo a dire di no davanti a quello sguardo e se ripenso a prima, al modo in cui mi si era avvicinata e mi aveva accarezzato le spalle…
“Va bene, monta dietro che andiamo” dissi montando in modo per nascondere il movimento alle parti basse.
IO SHANNON LETO mi stavo rimbambendo! Come potevo “eccitarmi” per Becca? Era per colpa dell’astinenza, sicuramente, dovevo recuperare con Jessica il prima possibile.

POV. BECCA

Essere una passeggera su una moto era molto meglio che guidarla. Per tutto il tempo rimasi avvinghiata a Shannon, chiudendo gli occhi e inebriandomi del suo profumo senza alcuna responsabilità.
Avevo la gambe intorpidite e una gran fame quando arrivammo a Santa Monica.
Il locale era un vecchio magazzino, vicino alla spiaggia, molto grande e luminoso.
Shannon era su di giri.
“Qui ci mettiamo il bancone, qui facciamo la zona divano e tv con tavolino basso e invece qui tavolini e sedie in legno, voglio tante piante ed elementi metallici, che ne dici?”
“E’ davvero bellissimo, guarda che panorama dalla porta finestra!”
“Non l’ho ancora detto a nessuno, ma in realtà ho già preso questo magazzino!”
“Cosa?? Quindi è già tuo?” aveva scelto di dirlo a me per prima, mi sentivo così emozionata!
“Già…” disse abbracciandomi.
“Auguri a te allora! Ti auguro tanta fortuna, davvero!” dissi con la voce strozzata, mi veniva da piangere, come al solito frignano per ogni cosa.
“Grazie piccola.”


 
Grazie per aver letto fin qui.
  
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