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Autore: KiaraGhost    21/12/2018    0 recensioni
Chiudo gli occhi.
Le mie dita si muovono.
Rigide.
Dure.
A volte mi fanno male.
Altre volte ancora, sembra stiano quasi per spezzarsi.
L'energia inizia a fluire, prendendo un colore grigiastro.
Posso plasmarla a mio piacimento.
Potrei spaccare il globo in due, se solo volessi.
Respiro.
Espiro.
Tutto quello che voglio è un mondo senza più notti oscure.
Quando la libero segue i disegni della mia mente.
Muovo le mani per guidarla, per darle una forma.
Diventa quello che voglio.
Può essere forte e impetuosa come il mare in tempesta
Può essere calma e fresca come una brezza primaverile.
Sempre bella, argentea e forte.
Come sono io.
Mi chiamo Kristine, ma molti mi conoscono come Silver Witch.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Non fu per niente facile riuscire a svegliarsi, la mattina seguente, e non solo per la tarda ora nella quale ero riuscita a coricarmi. Sembrava essere una di quelle giornate che partono con il piede sbagliato e finiscono ancora peggio. Ero stanca, tanto che avrei voluto passare l'intera giornata a dormire. 
Ma i piani da seguire erano altri.
Mi preparai in fretta, tralasciando persino la colazione, sapendo perfettamente che il Sensei non sopportava o ammetteva alcun ritardo. Lui stesso era sempre perfettamente in orario e di certo non potevo fare alcuna brutta figura dopo il fallimento della sera precedente.
Tornavo spesso nella mia vecchia scuola, quella in cui avevo passato i migliori anni della mia vita; certo, non che fosse passato troppo tempo dal mio ultimo anno, però sentivo comunque quei momenti lontani. Ero sempre stata brava in ogni materia tanto che alcuni dei miei compagni, forse invidiosi, non facevano altro che chiamarmi secchiona o cocca dei Sensei; ero, insomma, quella che sul pulmino si sedeva sempre vicino agli insegnanti e non si faceva mai scappare i posti ai primi banchi. Nonostante i nomignoli che mi venivano attribuiti pensai che a loro stessi simpatica, dopotutto riuscivo a portare allegria nelle giornate più buie ed ero sempre quella che salvava gli altri dalle interrogazioni.
Era bello ricordare quanto tempo passassimo tra di noi e con i Sensei, eravamo diventati una vera e propria famiglia.
Il mio appartamento non era troppo lontano dall'istituto, così decisi di andarci a piedi: magari una passeggiata mi avrebbe svegliata e tirato un po' sul il morale.
Camminando per la strada affollata esaminavo i volti delle persone che avevo intorno: alcuni di loro ridevano allegri, altri erano tristi, altri ancora sembravano stanchi. Riuscii a rivedermi negli ultimi.
"Ho davvero una faccia così devastata?", pensai, notando i loro lineamenti scavati e gli occhi socchiusi.
Da quando il Sensei mi aveva preso sotto la sua ala non mi ero mai sentita così stanca e stremata. Forse, per la prima volta nella mia vita, iniziai a capire cosa significasse davvero essere una professionista.
A volte pensare a tutti coloro che non avevano scelto una vita da eroe, un po' mi portava invidia: era il mio sogno, vero, ma tutti gli altri sembravano essere così spensierati
"Forse sapendo che ci siamo noi a proteggerli?"
Un sorriso comparve sul mio volto, quando quelle parole mi vennero alla mente, e improvvisamente la stanchezza si affievolì lasciando il posto all'audacia.
Riuscii a riprendermi appieno, prima di varcare la soglia della Yuuei per l'ennesima volta, e trovarmi nuovamente tra quei corridoi pieni di ragazzi con le menti ricche di sogni e progetti.
Mi era stato riferito che, proprio da quell'anno, il grande All Might aveva iniziato ad insegnare lì, ma nessuno lo vedeva troppo spesso, fuori dall'orario delle lezioni: che fosse preso dai suoi doveri da professionista? Sicuramente!
Se per sbaglio fossi riuscita ad incontrarlo, sicuramente gli avrei chiesto di scambiare due chiacchiere e darmi qualche consiglio, sempre che lui avesse accettato.
Per i ragazzi non poteva che essere un nuovo grande stimolo, avere un insegnante come lui.
Mentre continuavo a guardarmi intorno con la testa tra le nuvole, incrociai uno dei miei Sensei: l'eroe professionista 13, che subito mi riconobbe.
-Ehy Kristine! Era da un po' che non passavi a trovarci.-
Lo salutai con entusiasmo -Eh sì, diciamo che ho degli affari in sospeso e, ogni tanto, torno qui- feci una breve risata. Non del tutto sentita -il preside mi ha accordato un permesso speciale per entrare e uscire dall'istituto, così posso venire quando il Sensei mi chiama-
-Questo significa che sarai con noi più spesso! Sarà bello vederti ancora!- rimase per qualche secondo a fissarmi con un'espressione dolce, prima di poter parlare nuovamente:
-se cerchi Aizawa posso dirti che è fuori a fare lezione ai nuovi alunni.-
Sbarrai gli occhi. Non ricordavo che quello fosse il primo giorno di scuola! Aveva scelto proprio una mattinata critica per parlarmi.
-Pensi che debba raggiungerlo? Magari ha da fare... Non voglio disturbarlo, insomma...-
- Non penso che tu possa essere un oggetto di disturbo.- iniziò a ridere, con la sua tenera vocina 
-allora vado- lo interruppi senza alcun pudore -è stato un piacere rivederla Sensei.-
Così mi congedai e, con molta calma, camminai verso il cortile esterno.
Lo vidi immediatamente persino da lontano. In tutta sincerità mi vergognavo a presentarmi proprio lì, sul suo posto di lavoro, specialmente dopo le delusioni che stavo continuando a dargli; anche se, infondo, era stato lui a chiedermi di raggiungerlo per poter parlare.
Respirai profondamente ed inspirai, prima di potermi avvicinare al gruppo di alunni che, attento, ascoltava le sue parole.
Sistemandomi in un punto dove lui potesse notarmi e dove io non dessi alcun fastidio, alzai imbarazzata la mano in segno di saluto, quando lui si voltò per vedere chi si stesse avvicinando.
-Bene, eccoti- mi accolse con queste parole, finito il suo discorso.
Decisi di raggiungerlo quando, con un gesto della mano, mi fece segno di unirsi a lui.
I miei passi erano impacciati e mi muovevo imbarazzata tra i ragazzi che mi fissavano increduli.
"Penseranno che sia un'altra alunna, magari un po' troppo cresciuta? Oppure credono che faccia parte dello staff della Yuuei? Magari stanno solo pensando a quanto sia sfigata, a presentarmi a scuola ancora e ancora, anni dopo aver finito."
-Buongiorno, Sensei- chinai velocemente il capo, in segno di saluto.
-Buongiorno.- rispose freddamente, prima di potersi rivolgere agli alunni 
- Lei è stata una studentessa che si è distinta tra gli altri. Mi ha colpito molto il suo modo di pensare e agire, tanto che ho deciso di proporle, una volta finita la scuola, se avesse voluto unirsi a me e avermi come Maestro: a voler perfezionare le sue tecniche e diventare una professionista attraverso me.- fece una breve pausa per poi continuare con un tono decisamente più nervoso - anche se, ad oggi, continua a farsi sfuggire un criminale a cui da la caccia da settimane, ormai.-
Alcuni ragazzi risero, altri parlarono tra di loro, ma comunque tutti sembravano più rilassati di quando ero arrivata. 
Almeno avevo sciolto la loro, di tensione.
-Gentile come sempre Sensei. La ringrazio.-
-Sicuramente non sei un esempio da seguire, ma ne riparleremo più tardi- indicò una panchina con lo sguardo -aspettami un attimo, per favore.-
Chinai un'altra volta il capo, prima di andarmi a sedere.
Seguii tutta la lezione con interesse, notando quanto i suoi metodi di insegnamento fossero uguali ad anni fa ma, allo stesso tempo, diversi da quelli che usava con me.
Si vedeva che, con loro, ci andava piano. 
Continuando a guardarlo degli strani pensieri mi balenarono in mente, come fossero luci a intermittenza in una stanza buia.
Luci che non riuscivo a spegnere.
L'intera lezione mi lasciò a bocca aperta; rimasi scioccata da quanto questi ragazzi fossero preparati e determinati a raggiungere i loro obbiettivi, alcuni avevano usato davvero ogni mezzo a disposizione. Rimasi a bocca aperta notando le doti di uno di loro in particolare, che sembrava avere la stessa unicità di All Might. 
"Strano"
Ma non ci badai troppo, oppure smisi di farlo quando vidi il Sensei avvicinarsi.
-Andiamo, abbiamo molto di cui discutere.-
Camminò davanti a me, con le mani nelle tasche, facendomi strada.
Lo seguii. 
Lo seguii come se fosse il mio esecutore e mi stesse conducendo al patibolo.
 

Note:
Eccoci al secondo capitolo! Scusate se ci ho messo più del previsto, spero di non avervi fatto aspettare troppo.
Comunque sia, fatemi sapere cosa ne pensate! La vostra opinione è davvero molto importante per me!
Vi ringrazio in anticipo per aver letto questo secondo capitolo e -magari- aver lasciato qualche messaggino!
Ci vediamo alla prossima puntata e, come sempre, 
PLUS ULTRA!!

  
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