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Autore: Soniabruni    21/12/2018    7 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vi lascio l'ultimo capitolo, lunghissimo, della mia storia.
questo è il mio regalo di Natale a quelli che hanno avuto la pazienza di leggermi e magari di lasciare gradita traccia del loro passaggio.
grazie
BUON NATALE



31 DICEMBRE 1920

31 Dicembre, New York, villa Andrew

Candy era uscita prestissimo senza fare colazione… aveva bisogno di affrontare Alexander. Gli avrebbe fatto male ma lui meritava una donna che lo amasse davvero, e quella non poteva essere lei.
Il giovane medico era già al lavoro, impegnatissimo in sala operatoria, ne avrebbe avuto per ore!
Gli lasciò suo malgrado un biglietto sulla scrivania… che finì immancabilmente sotto la montagna di documenti che nelle ore successive erano stati sottoposti alla sua visione.

Rientrata di malavoglia a casa, immersa nei suoi pensieri, si era quasi scontrata con il signor Smith impeccabile nel suo completo scuro e valigetta.
“Che ci fa qui l’avvocato di famiglia?” pensò.

Si accorse poi che la porta dello studio di Albert era socchiusa... la voce inconfondibile di Terry la fermò dietro l’uscio.

“E’ venuto a prendere la bambina” aveva pensato in un primo momento.

“Amico, non so davvero come ringraziarti per quello che hai fatto per me in questo ultimo periodo… il funerale e tutte quelle pratiche al carcere.
Ti ringrazio per tutto l’aiuto che mi hai dato e per avermi accompagnato ieri a ritirare gli effetti personali di Charlie; ci sono anche le lettere che Emily gli ha scritto prima di morire, le conserverò per Charlotte, per quando sarà più grande e potrà capire meglio”

“Terence, sai che mi fa piacere aiutarti... piuttosto tu come stai ora? E la piccola?”

“E’ stato molto difficile per me, la amo come fosse davvero mia figlia ma era giusto che sapesse la verità, prima o poi doveva succedere...”

“Capisco sia stato doloroso ma hai fatto la cosa giusta a raccontarle tutto, ha potuto salutare l’uomo che l’ha messa al mondo. Non potevi negare questa cosa a lei e neppure al tuo amico. Quando sarà cresciuta ti ringrazierà per averlo fatto, ne sono sicuro” lo rassicurò Albert.

“Charlotte ha riempito la mia vita quando ero in bilico sul baratro, non so dove sarei adesso se non ci fosse stata quella bimba, la amo teneramente e io ci sarò sempre per lei.
Ha sempre saputo che Susanna non era sua madre! D’altronde, soffocata nella sua egoistica ossessione per me, non l’ha mai degnata di uno sguardo, è stato quasi un sollievo confermarle che la sua vera mamma, Emily, era morta dandola alla luce e chiedendomi di amarla anche per lei e di non lasciarla mai sola.
Non so se per codardia od egoismo non sono però mai riuscito a toglierle anche il suo papà, era così piccola e sempre aggrappata al mio collo...
La situazione penale di Charlie era molto seria, come ben sai.

Non ce l’ho fatta a dirle che il suo vero genitore adorava lei e la sua mamma ma doveva pagare per alcuni grossi errori commessi in gioventù e non poteva prendersi cura di lei, capisci?
Ho dovuto farlo così… all’improvviso; ha pianto tanto ma non potevo permettere che Charlie se ne andasse senza vederla una sola volta. Gli ha regalato la sua bambolina… povera piccola… le ho promesso che non mi perderà mai”.

“Rimanete qui per la veglia di fine anno? Sarà una bella festa! Ci saranno tanti dolci e un bel regalo per Charlotte! Coraggio!”

“Albert, sei impagabile! Accetto ma mi scuserai se me ne andrò prima dell’annuncio del fidanzamento di Candy; lei merita il meglio e io riuscirò ad andare avanti, ma stasera non credo di essere pronto a reggere anche quello”.

Gli si stringeva il cuore mentre assisteva impotente a quell’ennesimo assurdo sacrificio. Ci mancava pure la morte di Charlie in carcere! Sarebbe mai arrivato per il suo amico il momento di godere di un po’ di serenità se proprio non di felicità?
“Terence... se solo le spiegassi tutto...” il signor Andrew tentò di convincerlo un’ultima volta.

“Albert... è semplicemente troppo tardi per me! Non è corretto che lei perdoni e si accolli il peso delle mie scelte, io ho avuto la mia occasione e l’ho buttata…”

 

Candy nascosta dietro alla porta era pietrificata…
Quindi era così che era andata?
Il cuore stretto in una morsa, corse in camera sua piangendo e guardò Terry, il SUO Terry allontanarsi dalla finestra! Quindi era davvero sempre stato suo!

“Mio Dio perché non ho voluto ascoltare! Terry... amore mio...”
“So che sembra strano detto da uno come me, che vede sempre e solo il peggio ma… ascolta il tuo cuore, sono sicuro che non sbaglia… “
“No… non ha mai sbagliato…”


Appena si fu calmata corse da Albert...
“Piccola! Sei stravolta! Che succede?”


“Perché? Perché non me lo hai detto?” chiese mentre sentiva gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime.

“Semplicemente perché non avevo alcun diritto di farlo io, solo lui poteva ma tu non gli hai lasciato scampo...
La bimba è nata tre mesi dopo che il padre è stato arrestato! Emily è morta di parto, appena il tempo di stringere tra le braccia il suo tesoro; Terence era con lei quando se n’è andata e le ha promesso che nessuno avrebbe portato in istituto la sua piccolina.
Charlie è morto una decina di giorni fa, era ammalato da tempo e ha chiesto di vedere sua figlia prima di lasciare questo mondo. Terence ha dovuto vuotare il sacco con la piccola, è stato un momento molto difficile.

“Da quanto tempo sei a conoscenza di tutta questa faccenda?” chiese ancora Candy.

“Da quando sei partita per il fronte! Voleva arruolarsi per venire a cercarti ma... non poteva lasciare Charlotte con Susanna. E’ da allora che siamo in contatto.
Tu eri oltreoceano e lui era comunque sposato, in quel momento non aveva senso dirti nulla e, Dio mi perdoni, ho anche sperato che riuscissi a voltare pagina una volta per tutte”.

La fece sedere e le raccontò quello che era riuscito a sapere dal giovane attore durante gli ultimi anni…

***
“La notte stessa in cui Emily era morta Terence era tornato a casa con il neonato tra le braccia, non aveva le idee chiare su cosa fare ma non poteva tirarsi vigliaccamente indietro, per nessuna ragione al mondo avrebbe permesso che quella creatura venisse sbattuta da un istituto e l’altro come un pacco postale di poco conto, sorte che era già toccata alla sua infelice mamma… e in parte anche a Candy. Nella sua sfortuna il destino aveva avuto un occhio di riguardo nel farla capitare alla casa di Pony, anche se poi si era accanito mettendola sulla strada dei Legan con tutte le conseguenze che ne erano derivate.
Susanna inaspettatamente non aveva battuto ciglio e aveva offerto il suo completo sostegno al fidanzato; sua l’idea di far passare quella bambina come figlia loro davanti al mondo intero e… agli occhi di colei che occupava costantemente in un silenzio assordante i pensieri di tutti in quella casa.
La giovane invalida viveva nel terrore che prima o poi lui avrebbe avuto la forza di rialzare definitivamente il capo e sarebbe corso in ginocchio dalla donna della sua vita, era quello che aveva pensato fosse successo giusto la primavera precedente quando l’attore l’aveva salutata con un “me ne vado per un po’”.

Aveva la barba lunga, l’alito che puzzava di whisky, gli occhi neri come la pece, a quell’ora del mattino almeno ancora non barcollava.
Era sicura si sarebbe precipitato a chiedere perdono alla sua Candy, invece era tornato insperabilmente sui suoi passi… pulito… ma solo per onorare il ricordo di lei e quell’assurda promessa.

Erano seguiti mesi in cui lui l’aveva assistita con devozione e rispetto. Susanna viveva dei suoi gesti gentili, che mai erano sfociati più in là di un fraterno bacio sulla fronte, sopportava in silenzio i suoi momenti più difficili, quelli in cui era chiaro non ce la facesse più e dormiva in teatro… tutto nella speranza di un domani migliore.
Il tempo che trascorreva inarrestabile giocava a suo favore creando abissi sempre più profondi, ma se i due innamorati avessero avuto l’occasione di parlare a mente lucida con il cuore in mano, lontani da un tentativo di suicidio sventato per miracolo forse… forse… e lei non poteva permettere che questo accadesse.
Col suo gesto aveva sperato ancora una volta di conquistarlo e nello stesso tempo lo aveva inesorabilmente legato a sé; avevano un figlio agli occhi del mondo, lei era la sua donna e ora lui doveva sposarla.

L’infelice ragazza si era resa conto solo in seguito dell’avventatezza di quella sua offerta, non era nelle condizioni di dividere Terence con nessuno, nemmeno con quella bimbetta che reclamava e riceveva mille attenzioni da quell’uomo meraviglioso che le faceva da padre e che ricambiava riempiendo di affetto incondizionato. Così il tutto si era ritorto comunque contro di lei; anche se non sarebbe mai corso dalla sua Candy, anche se si sarebbe dignitosamente dedicato anima e corpo alla sua famiglia, l’attore non l’avrebbe mai amata.

Così Susanna aveva finito per respingere anche la piccola e si era chiusa sempre di più in se stessa finché se n’era andata da quella triste realtà a cui purtroppo non era mai stata capace di rinunciare.
***

Piangeva Candy... come una bambina...
Quindi era vero... che anche il suo Terry l’aveva sempre amata... e lei, oltre ad averlo ingiustamente giudicato, lo aveva lasciato solo, proprio quando aveva più bisogno di lei. In fondo non era stata così diversa da Susanna, che amore era stato quello dell’attrice, e il suo?


***
La sera arrivò molto velocemente…

Candy era meravigliosa, il lungo abito da sera verde, i capelli elegantemente raccolti…
Quando la vide entrare in sala Terence rimase come rapito, Charlotte le corse immediatamente incontro.

“Candy! Candy! Sembri una vera principessa!”

“Anche tu piccola… sei uno splendore stasera lo sai?”
L’attore manteneva le distanze intrattenendosi con Albert e Eleonor alla quale aveva chiesto di accompagnarlo.

La bionda ragazza non riusciva a togliergli gli occhi di dosso ma aveva bisogno innanzi tutto di parlare con il suo fidanzato. Quando lo vide arrivare gli corse incontro immediatamente, lui era raggiante e raccoglieva con entusiasmo le strette di mano e le congratulazioni dei vari ospiti; il fidanzamento della signorina Andrew non era ufficiale ma le chiacchiere erano già arrivate alle orecchie di molti.

“Alex… non hai trovato il mio messaggio? Io… andiamo nello studio un momento, ti prego…”

“Candy! Che hai? Sei quasi angosciata… rilassati! Non è carino lasciare la festa ora, ci stanno cercando tutti. Più tardi parleremo con calma!”
Ed ecco che già era sparito a braccetto di un riccone che voleva proporgli qualche strano affare, doveva ancora capire davvero quanta gola potesse fare essere il futuro sposo di una delle più ricche ereditiere d’America!

 

La testa le stava scoppiando, le tempie pulsavano e il petto doleva come non mai...
Stava correndo tutto nella direzione sbagliata e lei non poteva permettere questo, non di nuovo!


Dopo un paio d’ore il giovane attore era già pronto per lasciare la festa, si avvicinò per salutarla.

“Candy… io vado, volevo solo che sapessi che desidero sopra ogni cosa che tu sia felice, ti auguro il meglio”.
Le diede un leggerissimo bacio sulla fronte e si girò per andarsene mentre una lacrima gli rigava la guancia.


“Terry... aspetta! Solo un attimo!” gli disse lei con voce spezzata.
In quel momento partì un valzer... era quello della festa di maggio.

“Ti va… ti va di ballare con me?” Gli chiese per trattenerlo.

Lui la prese tra le braccia e cominciò a muoversi lentamente con lei... l’emozione tra loro era alle stelle e ad ogni passo i loro corpi mangiavano millimetri d’aria fino ad incollarsi completamente.
Entrambe le braccia di lei al collo di lui, blu nel verde… verde nel blu…
Non si erano nemmeno accorti di averlo fatto, quello che c’era tra di loro era semplicemente e meravigliosamente incontrollabile.

La voce singhiozzante della ragazza ruppe il silenzio:
“Terry... so tutto di Charlotte...
Io... perdonami...
Mi sono persa, ho creduto di non aver mai capito niente… di noi…”

“Shhh... ti prego lasciami sognare qualche momento...
Siamo a Londra adesso, sulla nostra collina, alla festa di maggio, ci siamo solo noi due”
Appoggiò la sua fronte su quella di lei.
“Candy! È semplicemente troppo tardi, io non ho saputo lottare per il nostro amore e ora il mio tempo è scaduto, tutto qua!
Ma ti amo come allora, per me non è mai cambiato niente…”

Candy non riuscì a dire altro! Il groppo in gola era così asfissiante avrebbe solo voluto che lui si fermasse all’improvviso e che la baciasse proprio come allora... solo quello.

E la musica terminò.

I due giovani riaprirono gli occhi, il sogno era finito e, alle spalle di Terence, Alexander aspettava sorridente e un po’ stranito la sua dama.
Il giovane attore salutò garbatamente entrambi e se ne andò prima che il suo angelo biondo riuscisse a dire nulla.

“Mamma, per cortesia… occupati tu di Charlotte stanotte… io… ho bisogno di stare solo” aveva già la giacca tra le braccia, voleva allontanarsi il prima possibile.

“È il nostro momento Candice! Albert è pronto per l’annuncio.” disse il dottore innamorato.

La ragazza si avvicinò al suo protettore
“Albert io... io... non posso farlo…”

Si voltò verso Alexander con gli occhi gonfi e non ebbe bisogno di aprire bocca…
“E’ lui giusto? E’ lui il tuo passato e anche il tuo presente a quanto pare. Credi non mi sia accorto con quanta emozione avete ballato pocanzi? Quindi è al signor Graham che stai riservando i tuoi baci più appassionati, i tuoi “ti amo”!”

“Alex, ti prego… perdonami… perdonami ma io posso essere solo sua, non esiste altra vita per me!”, tornò a cercare Albert con gli occhi.

“Piccola, corri da lui, qui penso a tutto io!”


***

A casa sua non c’era... eppure... nevicava così tanto, la macchina era parcheggiata di sotto, dove poteva essere andato? Dove?

Era già un’ora che camminava sotto la neve che cadeva sempre più fitta... come quella maledetta notte. Sentiva freddo e faceva fatica a vedere...
Era entrata in Central Park ma aveva perso il senso dell’orientamento, era caduta in ginocchio per terra e chiamava Terence disperatamente.
All’improvviso sentì le sue mani tiepide sulle spalle...

“Candy! Che fai qui al freddo? Ti ammalerai!”
Quella voce vellutata...

Si girò verso di lui e si tuffò tra le sue braccia
“Terry! Abbracciami forte e tienimi stretta al tuo cuore, vedrai che non mi ammalerò.
Sei tutto congelato pure tu... amore mio”.

“Puoi... puoi ripetere quello che hai appena detto?” gli disse lui con voce spezzata.

Candy singhiozzava
“Ho detto che... che abbiamo ballato ma... non mi hai baciato...
E io... ti amo...
Questo ho detto...”

Dagli occhi di Terence sgorgavano copiosamente lacrime, le sue spalle si muovevano convulsamente scosse da un pianto disperato, l’angoscia l’aveva sopraffatto.
“Sentivo di aver perso tutto, persino il tuo rispetto, il dolce ricordo che avevi di noi... non voglio vivere più così.
So che ti ho ferita ma… dimmi che mi perdoni, che non ti sposi più, che starai con me per sempre!” sussurrava come un cucciolo smarrito.
“Avrei dovuto prendermi cura di te, proteggerti, asciugare le tue lacrime, abbracciarti… invece…”


“Avrei dovuto fare lo stesso anche io… meraviglioso amore mio…” e si strinse a lui con passione crescente mente gli accarezzava il collo e i fuochi d’artificio salutavano con colori scoppiettanti l’anno vecchio e davano il benvenuto al nuovo.

“Candy sei sicura di riuscire a buttarti alle spalle tutto quello che ho fatto? Io non sono solo, c’è Charlotte con me… io…” proseguì Terence

“Io… la amerò come fosse mia figlia, in fondo l’ha messa mia madre sulle nostre strade. Credi davvero che possa essere un problema per me occuparmi di quella creatura?”


Lui avvolse subitamente le labbra di lei con le sue in un bacio che divenne in breve profondo e lunghissimo... da togliere il respiro…

 


C’era tutto in quel gesto… amore, dolore, perdono.
C’erano anni di privazioni, di desiderio spirituale e fisico represso e loro volevano dare tutto attraverso quel contatto intimo che curava l’anima.
Volevano accarezzarsi, annusarsi, toccarsi, darsi completamente… ed erano entrambi nella stessa condizione.

Terry riuscì con enorme fatica a riconquistare un briciolo di lucidità per dirle:
“Candy… non era mia intenzione riavvicinarti, non sono degno di averti, ma dopo aver assaggiato a briciole la tua presenza vicino a me… io non credevo ma non riesco più ad andare avanti senza di te…”

“Ma io sono qui adesso” disse lei riconquistando le labbra di lui con più passione di prima.

Le loro bocche si penetravano con ardore crescente mentre le mani di entrambi correvano a cercarsi sotto i mantelli.

Dopo un altro lunghissimo bacio lui la interruppe di nuovo.
“Candy… io… scusami, ti sto divorando ma non riesco a controllarmi, se andiamo avanti in questo modo finirò per fare l’amore con te proprio qui…”

“Shhh… andiamo a casa tua, Terry…” come era riuscita a dirgli quelle parole? Non lo sapeva neppure lei e Terence volò in paradiso nell’udirle.

Arrivarono all’appartamento di lui che erano ancora avvinghiati e nessuno di loro aveva intenzione di staccarsi un momento dall’altro.
Cominciarono a spogliarsi appena chiuso l’uscio di casa... la luce ancora spenta...
Si tolsero velocemente i mantelli e poi lasciarono semplicemente che il cuore e la passione guidassero le loro mani e i loro corpi caldi ed emozionati.

“Dimmi che mi ami… dimmelo mille volte…” gli chiese lei
E lui lo ripeté infinite volte tutta la notte mentre si donavano l’uno all’altra come in tante occasioni avevano solo sognato.

***

Il risveglio fu il più dolce si potesse immaginare.
Terence fu il primo a destarsi; nonostante avesse riposato poche ore si sentiva pieno di energia… il sapore di ogni centimetro del corpo di lei sulle labbra, la sensazione ancora viva del loro abbraccio più intimo era qualcosa che andava al di sopra di quanto mai avesse immaginato.
Quasi avesse udito il suono del sorriso che era sorto spontaneo sulle labbra di lui, Candy aprì gli occhi, con un solo pensiero a riempirle il cuore: aveva fatto l’amore con Terry. Sentì migliaia di ali vivaci torturare dolcemente il suo stomaco nel ripensare agli intensi momenti che aveva vissuto quella notte.


La luce che filtrava dalla finestra illuminava le particelle di polvere dell’aria a farle sembrare lucciole danzanti, per quanto tempo non si era più soffermata a godere di quei piccoli miracoli! le sembrò di aver vissuto in bianco e nero sino al giorno precedente.
Si strinse forte al petto di lui per ascoltarne il palpito che era salito alle stelle all’unisono con il suo durante quella che era stata ben più di un’unione fisica... ma un voto di appartenenza, una cerimonia sacra.

“Ti ho amato sempre, ti ho dedicato ogni battito del mio cuore, ogni emozione della mia anima, ogni vibrazione del mio corpo... io e Susanna non..”

Lei gli posò il dito indice sulle labbra…
“Se hai necessità di parlarmi sono qui ma davvero… non serve che mi spieghi nulla…
Ho bisogno di una cosa soltanto… il tuo amore!
Ho voluto tutto quello che è successo nelle ultime ore forse più di te, sappi che ti avrei amato stanotte anche se Charlotte fosse stata tua figlia naturale.
Sono stata una stupida...”

Lui la guardava e le accarezzava la guancia dolcemente...
Quelle mani… era incredibile quanto riuscissero ad essere tenere ma anche vibranti, avvolgenti, appassionate... come quegli occhi... come quella voce... come quelle labbra...
Candy si lasciò inebriare dal profumo della pelle di lui che si era fusa con la propria quasi a scacciare il timore di aver solo sognato, mentre Terence correva con le dita lungo la sua schiena nuda e la accendeva ancora una volta.

Solo dopo aver fatto l’amore nuovamente riuscirono a tornare davvero alla realtà.
“Terry… è tutto reale?”

“Tu l’hai reso tale amore mio…
ho paura però che sia ora di dare nostre notizie a qualcuno, te la senti di affrontare il mondo là fuori… con me al tuo fianco?” quanto riempiva il cuore poter dire quelle ultime parole.

Una patina di tristezza velò gli occhi verdi e vibranti della ragazza.
“Che succede amore? ho detto qualcosa che non dovevo?”

“Alexander… sono stata un mostro con lui. devo trovare l’occasione per parlargli e scusarmi per quanto possibile…”

Terry le accarezzò il viso, comprendeva il suo stato d’animo ma non riuscì a trattenersi dal chiederle:
“Devi dirmi qualcosa di… di voi due?” il pensiero di quel “voi due” faceva ancora tanto male…

“Dopo quello che c’è stato tra di noi stanotte… credi di poter avere qualche dubbio su quello che sia mai potuto accadere?”

Quel lato di lui non sarebbe mai cambiato… ma lei lo amava anche per quello

 

Albert li vide arrivare incollati l’uno all’altra, non la smettevano di sorridere e baciarsi; dovette schiarirsi la voce per far notare la sua presenza. Eleonor e Charlotte erano state sue ospiti, la festa era finita tardissimo e muoversi con quella neve sarebbe stato poco prudente, la bimba era ancora nel mondo dei sogni.

Candy vistosamente arrossita diede un bacio sulla guancia al suo benefattore prima di correre a cambiarsi e Terence prese la parola.
“Ti prego di perdonare la mia maleducazione… ma mi pare di aver cominciato a vivere solo qualche ora fa”

Il signor Andrew scoppiò a ridere:
“Non c’è davvero nulla di cui scusarsi, non con me almeno!
E’ più di un’ora che vi aspetto e avrei cominciato proprio male il nuovo anno se non vi avessi visti arrivare come lo avete fatto. Sono così felice per voi due ragazzacci testardi”
Dal canto suo Eleonor rassicurò il figlio sul fatto che la bimba aveva capito benissimo cosa fosse accaduto alla festa e ne era semplicemente entusiasta…
Aveva fantasticato per ore sul vestito da sposa di Candy e sulla lunghezza dello strascico, proprio per questo non era riuscita a prendere sonno se non all’alba. Aveva una madre anche lei finalmente, ed era stata proprio la sua mamma a mandargliela!

***

Nel pomeriggio, mentre sotto gli occhi ebbri di felicità di Candy Charlotte e Eleonor analizzavano i dettagli relativi all’ampiezza della gonna del vestito, alla lunghezza del velo, ai fiori e al ricevimento, Albert discuteva con Terence.
“Decidi tu quando farne parola con lei… Mrs Molly Moore ha chiesto di vederti!”

“La vecchia governante dici? Lo sapevo che avevo ragione!”

Un paio di giorni prima Albert e Terence, dopo essere stati al carcere, avevano bussato ad una lussuosa residenza ma l‘arcigna padrona di casa si era rifiutata di riceverli.
La vecchia governante aveva cercato di scusare il comportamento della sua signora.
L’andatura incerta, la voce dolce e tremante…
George aveva notato la commozione dell’anziana inserviente alla vista di Terence ed era tornato in un secondo momento a chiedere proprio di lei.

“Sono vecchia e dimentico le cose, ma non sono pazza. Quel giovanotto…. assomiglia tanto al mio Thomas ma non può essere lui. Sono passati così tanti anni da quando se n’è andato via da tutti, avete per caso notizie sul mio bambino?”
Una fotografia di Candy aveva risposto alla buona donna sul genere di informazioni che Terence stava cercando, lei era scoppiata in lacrime… lei sapeva…


Due giorni dopo Candy andò all’appuntamento stringendo forte la mano di Terence e sfoggiando il più sereno dei sorrisi; aveva visitato la tomba di sua madre morta il 7 maggio di 22 anni prima, mancava qualche dettaglio ma il suo cuore sapeva già la verità, quello del suo Terry glie la aveva già spiegata.


“Meraviglio amore mio
Meraviglioso come
un quadro che ha dipinto Dio…

Meraviglioso amore mio
Bisogna averne cura
Stringiti forte su di me
Così non ho paura mai…

   
 
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