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Autore: _aivy_demi_    22/12/2018    12 recensioni
Il matrimonio di Madara e Hashirama si avvicina: mancano soltanto 3 mesi, e Sasuke, testimone di suo zio, dovrà organizzare tutto ciò che riguarda la cerimonia. Naruto gli verrà affiancato per portare a termine questo compito arduo (e alquanto bizzarro.) Ce la faranno i nostri eroi, senza impazzire prima? Questa minilong partecipa alla challenge "I'm dreaming of a white Christmas" del gruppo Boys Love - Fanfic & Fanart's World. La specifica con cui ho voluto partecipare prevede un filone da scegliere tra quello natalizio e quello invernale, accostato a 3 parole celate che dovranno essere utilizzate con la giusta attenzione nel testo.
GATTO – CALMO – CORO GOSPEL
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-2: Do you need to escape?




«Sei proprio un bel vedere, lasciatelo dire. Certo che voi Uchiha avete davvero un codice genetico straordinario.»

Sasuke non esitò a rispondere a tono ad un'affermazione simile; abituato com'era all'atteggiamento espansivo e decisamente vivace di zio Madara, non si faceva certo mettere in imbarazzo da una o due battute da parte di un ragazzo.

«Grazie per il complimento, sarà merito della natura. Torniamo a noi, mi sembra d'aver dimenticato qualcosa, ma mi sfugge cosa.»

Naruto sbuffò avvicinandosi eccessivamente: «Un tipetto così carino che fa il permaloso? La tua espressione contrariata è ancora più bella.»

«Sia chiaro, non ho problemi o fastidi di sorta, sono sempre stato aperto ai gusti sessuali delle persone, non mi tange proprio con chi fotti. Sei un tipo interessante ed un bel ragazzo ma mi spiace deluderti: a me non piace il cazzo. Allora, direi che l'ideale sarebbe questo negozio, perché tutto ciò che vendono è in linea con lo stile che piace a mio zio.»

«Uffa, sei noioso.»

«Mi spiace aver deluso le tue aspettative. Concentrati, non abbiamo molto tempo e il lavoro è decisamente oltre le mie possibilità.»

Il biondo frugò in tasca, estraendone lo smartphone e scorrendo i messaggi ricevuti la sera precedente; spostò l'apparecchio sopra l'agenda dell'altro, indicando con l'indice lo schermo. «Guarda, leggi qui. Come sei tenero quando scrivi, rispetto ad adesso che sei un antipatico. Dove hai lasciato il Sasuke impacciato che non sa come rispondere ad un semplice tentativo di flirt via WA?»

L'Uchiha sospirò stiracchiando la schiena. "Insistente stronzetto, lasciami lavorare."
Le parole spese per la risposta differivano leggermente con il pensiero appena formulato. «È rimasto a casa assieme alla serenità e alla pazienza.»

L'ordinazione arrivò interrompendo il battibecco. Con gran sollievo da parte del moro, Naruto non aveva sollevato lo sguardo dal piatto se non dopo averlo svuotato completamente.

«Ti piace così tanto mangiare qui? Perché saremmo potuti andare tranquillamente in un fast food.»

"Perché non riesce a starsene zitto a bocca vuota?"

«Non mi sembra tu abbia disprezzato, vista la velocità con cui hai mangiato. No guarda, mi fa sentire superiore l'idea di mangiare cose sane e rinnegare il junk food.» Cercava di fare il serio, ma la situazione stava davvero toccando vertici assurdi. Rise senza nemmeno accorgersene. «Qui è semplicemente più tranquillo, e abbiamo più tempo per organizzare il tutto.»

Il biondo colse la palla al balzo. «Lo vedi? Vuoi passare più tempo con me, lo sapevo!»

"Giuro che Hashirama pagherà per tutto questo..."

Sgomberato il tavolo del ristorante, i due ripresero il lavoro a capo chino, discutendo dei fiori, l'accompagnamento musicale, persino dei colori per i tessuti decorativi. Naruto si dimostrò serio e competente, contrariamente alle aspettative iniziali: accantonato il lato burlesco ed eccessivo, era completamente un'altra persona. Alla citazione di abiti e acconciature intervenne in maniera spontanea, dedicando un pensiero al fatto che sarebbe stato meglio scegliere tra i luoghi più quotati. Sasuke immaginò Madara all'interno di una boutique dalle grandi firme: al quindicesimo completo scartato, avrebbe cominciato a pretendere di bere un bicchiere, un secondo e poi un terzo. Al ventiduesimo, probabilmente ubriaco, avrebbe scelto il taglio ma non il colore, e al ventinovesimo avrebbe abbinato degli improbabili accessori, barcollando in camerino. Avrebbe decisamente dovuto accompagnarlo.

«Ha qualche preferenza per l'arrivo?»

«Cosa scusa?»

Naruto si sporse di nuovo con il telefono a disposizione, schermo sbloccato, internet indirizzato su un autonoleggio; «sai se gli piace qualche cosa in particolare? Qui hanno tutto: dalle macchine retrò alle limousine, dalle utilitarie italiane anni '50 alle muscle americane dei due decenni dopo.»

«Ora che ci penso, ha sempre parlato di grandezza: qualcosa di sfarzoso e fuori dagli schemi scommetto. Cercherò di sondare il terreno, qualcosa riuscirò a trovare.»

«Perfetto, perché direi che per oggi può bastare. Ho una voglia incredibile di fumare una sigaretta, e qui c'è il divieto. Vieni anche tu?»

Il ragazzo non disdegnò l'invito.

Fuori dal locale si strinsero nei cappotti. Due ragazzi così diversi accostati non passavano di certo inosservati: il primo, alto, moro e dagli occhi striati di un rosso intenso accostato al nero pece, elegante e fin troppo posato, quasi calcolato. Il secondo, biondo e dallo sguardo del cielo, pantaloni strappati aderenti, giacca in pelle e piercing su entrambe le orecchie ed il viso.

Due concetti visivi completamente opposti.

«Come fai a fumare quelle schifezze?»

Naruto osservò la sigaretta nera che stringeva tra l'indice e il medio. «Queste? Hanno un aroma diverso dal solito.»

«Nauseante lo definiresti diverso dal solito?»

«Parla il perfettino con il cappotto firmato e sigaretta costosa d'ordinanza.» Gli mostrò la lingua con una smorfia teatrale, scoprendo una sferetta giallo e rosso fluo al centro di essa. «Non riesco proprio ad andarti a genio?»

Sasuke soppesò la domanda.

«Non è una questione di non andarmi a genio...» gonfiò il torace, trattenendo il fumo un paio di secondi più del solito, prima di farlo uscire lentamente dalle labbra, «più un "mi devo fidare o mi incula come tutti quelli che mi stanno attorno?"»

Rise. Rise di gusto, portandosi la mano al petto.

«Sul fatto di inculare non mi spiacerebbe.»

Fulminato letteralmente con lo sguardo.

«Ok, ok aspetta, stavo scherzando.» Naruto alzò le mani all'altezza del volto; «Io so che non ti sto sul cazzo perché altrimenti adesso non saresti ancora qui a parlare con me. Volevo solo sapere quando è che riuscirai ad essere te stesso, senza quest'aria di superiorità che proprio non ti si addice.» Si avvicinò, abbassando il tono di voce e sussurrandogli al collo «Vorrei scoprire come sei fatto veramente.»

Sasuke avvampò.

"Stai calmo."

Si ritrasse con la scusa di gettare il mozzicone, in realtà una mezza sigaretta.

"Stai calmo, è un ragazzo, per giunta appena conosciuto."

«Senti, io adesso avrei un impegno al lavoro. Appena ho un attimo, ti spedisco i contatti telefonici dei negozi che abbiamo trovato, così potrai cominciare a programmare gli appuntamenti per tuo zio. Ci sentiamo presto allora.»

Il moro fece cenno con una mano, in segno di saluto. Non era stato capace di dire altro, e si rese conto di non averlo neppure ringraziato per avergli offerto il pranzo. Digitò un paio di parole nella chat di messaggistica, ma la sua attenzione venne catturata da una due ruote sportiva che stava dando gas lì davanti.

Un casco nero, visiera a specchio: Naruto la sollevò, facendogli l'occhiolino per poi sfrecciare tra le macchine nel traffico cittadino.

«Idiota.» Disse il ragazzo sorridendo.





«Sì, esatto. Ce... Beh sì, certo, ma asp... Ah, d'accordo.»

La chiamata si concluse in maniera insoddisfacente. Erano già tre quarti d'ora che Sasuke stava tentando di impostare la fitta agenda di appuntamenti per l'organizzazione dell' "assurdissimo teatrino per una pazza isterica", concezione personale del matrimonio imminente.

«Tesoro, ci sei?» Madara entrò titubante, un campionario di cartacei di venti sfumature differenti, per cinque materiali diversi. Il totale? Decisamente troppo tra cui scegliere. «Mi daresti una mano? Che dici per le partecipazioni? Meglio questo color marmo antico? Oppure optare per un colore pastello delicato? Guarda, non è adorabile questa stampa?»

Il nipote sbuffò lanciando letteralmente il proprio telefono sul divano. «Un sms? In questa epoca di tecnologia avanzata, comunicazioni digitali, che dici di un messaggio su WA?»

I campionari caddero di mano.

«Vuoi davvero male a tuo zio, vero? Dimmelo, vuoi farmi venire il crepacuore...»

Lo stritolò letteralmente. Allontanandosi, rivelò uno sguardo truce e delle occhiaie profonde.

«No, sai che ti voglio bene, stavo solamente scherzando. Perché non rimandi la scelta di un paio di ore, così da riposarti? Guarda, ti ho comprato questo strada facendo.»

Un sacchettino di sali profumati da bagno, dal profumo intenso ed esotico. Madara sospirò soddisfatto.

«Sei un angelo, non un ragazzo. Come farei senza di te? Ti ringrazio per tutto ciò che stai facendo. So che è uno sforzo enorme, posso immaginarlo. Io stesso ho paura di affrontare tutto quanto; non so se sarà perfetto, non so se io lo sarò per lui. Voglio che sia il giorno più bello della mia vita. Non sono semplici parole al vento, per me è davvero importante. E tu stai contribuendo a rendere il tutto unico e meraviglioso. Me lo ricorderò, è una promessa.» L'Uchiha rimase un attimo perplesso davanti all'improvvisa serietà di un uomo vitale e particolare: ci teneva davvero, e ogni singola parola detta ne era la riprova. Due braccia grandi e calde lo avvolsero una seconda volta, ed il silenzio li circondò in quel momento di pace.

La quiete si diradò come nebbia al sole.

«A proposito, vorrei invitare a cena quel, come si chiama? Ah già, Naruto, se non è un problema per te. Ponendo che lo sia, è già troppo tardi. Lui e Hashirama ci raggiungeranno una delle sere della prossima settimana. Ricorda, ti voglio vestito di tutto punto. E va a dormire presto anche tu, domani ci sarà la prima prova dell'abito e non puoi assolutamente mancare, chiaro?»

Un ordine.

Come avrebbe potuto mancare? Lo avrebbe trascinato di peso fino a lì, piuttosto che rinunciare alla sua compagnia.

Il mattino dopo arrivò troppo in fretta; alle 7.46 già la suoneria del telefonino trillava a gran voce per tutta la casa. Il fioraio dava assenso per l'ordine richiesto. Una prima cosa era stata fatta, confermata con largo anticipo. Sasuke aprì l'agenda stropicciandosi l'occhio ancora assonnato, depennando "fiori" dalla lista ed annotando accanto un appunto. Sfilò una sigaretta dal pacchetto distrattamente, e si diresse in sala ancora in boxer, convinto di non trovarci nessuno.

Ad attenderlo, Madara con aria contrariata in compagnia di un uomo che non era stato in grado di riconoscere.

«Tesoro, senti. Mezzo nudo anche mi va bene, ma sai che non voglio tu fumi in casa.»

Lo sconosciuto dai capelli argentati nonostante l'età, si presentò con una stretta di mano.

«Piacere, tu devi essere Sasuke. Io sono Kakashi Hatake, un amico di tuo zio e di Hashirama.»

La cenere si divise sul pavimento; si voltò automaticamente, dirigendosi verso la propria camera. Sembrò riprendere a respirare solo nel momento in cui si richiuse la porta alle spalle.


«Avevi ragione, hai davvero un bel nipote, lasciatelo dire.»

«Vero, eh?»

I due in sala conversavano amabilmente, ricordando i vecchi tempi e quanto mancassero gli anni delle scuole, in cui tutti e tre frequentavano la stessa università. Persi tra i ricordi, ed il bisogno di trovare la location adatta per la cerimonia che ormai non sembrava più così lontana, presero in considerazione un paio di possibilità. Kakashi aveva molte conoscenze, e le mani in pasta un po' dappertutto; assicurò all'amico di riuscire a combinare i suoi gusti con il luogo più adatto. Quello sarebbe stato il suo regalo.

«Madara, sei davvero sicuro di voler fare così?»

«Cioè? Lasciare che pure il posto dove mi sposerò sia una sorpresa?» Lo guardò stupito, come se non avesse capito la domanda, «Mi conosci, dovresti già saperlo.»

Risero entrambi.

L'Uchiha urlò il nome del ragazzo che ancora si stava rivestendo.

«Dobbiamo andare, l'appuntamento è tra meno di un'ora e se tutto va bene, ci staremo pure tutto il giorno. Coraggio, andiamo. Kakashi ci darà uno strappo!»


"Perfetto, non solo la figura di merda, adesso dovrò pure salire in macchina con loro!" Sasuke s'era infilato una camicia nera, un paio di jeans aderenti e delle All Star ai piedi: mai completamente elegante, mai in tuta da ginnastica. Un retaggio di sangue, si disse, mentre constatava di non aver mai visto Madara vestito scialbo, spettinato o con dei colori spaiati. Sistemò a dovere i capelli davanti allo specchio di camera sua, recuperò le sigarette, il portafogli ed il cellulare e si fiondò fuori dalla porta di casa; ad attenderlo una Maserati Quattroporte bianco perla.

«Certo che gli amici te li scegli proprio bene, vero?»

Madara gli sorrise facendogli cenno di raggiungerli, così partirono. Sentiva di dover dire qualcosa, anche se ancora non aveva bene in mente che cosa; decise semplicemente di scusarsi.

«Fa nulla, può capitare tranquillo. Se vuoi fumare, fai pure.»

Il viaggio confortevole fu più lungo del previsto; l'atelier si trovava dall'altra parte della città, e per tutto il tratto nel traffico il ragazzo non poté fare a meno di vergognarsi nuovamente. In un momento di noia, scrisse un messaggio a Naruto, senza neppure pensarci.


«Buongiorno, com'è di te? Grazie

ancora per ieri.»


Il bip di risposta non tardò ad arrivare: "vive con il telefono il mano?"


«Già ti manco? Ahahah! Buongiorno, bene.

Indaffarato, ma posso liberarmi per oggi

pomeriggio. Per te soltanto.»


«Idiota. Sto andando alla prima prova

del vestito, e ho già i brividi all'idea.»


«Paura possa piacerti? Sono disponibile

per un matrimonio di prova, se vuoi. XD »


«Conosco il diretto interessato, e so

che sarà un miracolo se non ci

fermeremo pure a cena lì. La sola

idea mi fa venir voglia di scappare.»


Rileggendo la conversazione, si rese conto della differenza di tono e linguaggio tra i messaggi ed i reali scambi di battute tra loro. Davvero parecchia.


«Mandami la posizione.»


«Come mai?»


«Fatti i cazzi tuoi e basta, fidati di me.

A più tardi, ora devo scappare. Ciao!»


L'emoji di un bacio concluse la conversazione.
Dal sedile passeggeri, Madara rise richiamando l'attenzione del nipote: «sembra tu non verrai da solo alla cerimonia, bene bene. Cominciavo a pensare di doverti appioppare qualche amica a caso.»

«Eh? Non ho capito...»

«Sento suonare continuamente il telefono. Chi è la nuova fiamma?»

Sasuke mise l'apparecchio in tasca, colto da un improvviso imbarazzo.

«È soltanto Naruto, il ragazzo che il tuo futuro marito mi ha affiancato nel tentativo di organizzare questa cosa assurda in soli tre mesi.»

Kakashi, che fino a quel momento aveva mantenuto il silenzio, sussurrò un paio di parole all'uomo, ridacchiando.

"È da cafoni (stronzi) bisbigliare in presenza di altri" pensò, senza avere davvero la voglia di esprimersi a parole. Sarebbe stata una lunga giornata, e non ci sarebbe stato scampo.





«No, il taglio non è in linea con la mia figura.»

Nono abito provato scartato, senza contare tutti i modelli che non sono stati nemmeno presi in considerazione.

Inserviente esasperata che tentava invano di nascondere la pazienza ormai esaurita.

Un nipote sull'orlo di una crisi di nervi.

Madara. Problema attuale, indecisione profonda. Soluzione? Comprare tutto il negozio e scegliere l'abbigliamento giusto al mattino del fatidico giorno. Questo si disse Sasuke mentre l'imperante desiderio di scappare e non voltarsi più si stava impossessando di ogni fibra del suo corpo.

«Può anche averlo indossato Michael Jackson in persona cara, ma questo non lo metto comunque.»

Un altro indumento sarebbe tornato in magazzino.

«Almeno ha scelto la tonalità?»

«Devo ancora scegliere la trama del tessuto, per il colore direi che siamo ancora lontani. Tesoro, portaci un altro paio di calici, ne avremo ancora per molto.»

Il sorriso forzato della donna si spense; Sasuke le mimò un "mi dispiace, ma è fatto così", e lei sospirò voltata di schiena. La politica aziendale prevedeva un sorriso perenne stampato in volto: con un cliente come Madara?

«Hai una gran pazienza, ma credimi: non voglio arrivare all'altare ricordando un astronauta misto ad un cantante degli anni '70.»

«Se non ti piace il colore, basta dirlo. Stiamo letteralmente sfiancando la povera commessa.»

La donna si permise di esprimere il proprio pensiero: «riuscire ad accontentarla sarà una sfida signore, ma è il mio lavoro. Rispettare il desiderio della clientela è fondamentale, e sapere di contribuire nella buona riuscita di un giorno così speciale è una gran soddisfazione. Cancelliamo tutto ciò che abbiamo visto finora e proviamo un nuovo approccio.»

La conversazione si infittì.

"Non ce la faccio più, basta ti prego." Oramai l'autonomia di Sasuke era giunta al termine. Fece per alzarsi ed uscire per una sigaretta, quando Madara lo fermò.

«Dove credi di andare? L'abito del testimone è lì, pronto per essere provato.»

«Stai scherzando spero. Non sai nemmeno di che colore vuoi il tuo di vestito, ed hai già scelto il mio? Ho voce in capitolo o no?»

«No.»

Si rivolse all'inserviente con sguardo ironico. «Sul serio?»

Non ricevendo risposta, si avvicinò al camerino, dove una gruccia reggeva un completo: il color blu elettrico spiccava vibrante, esaltato dal tessuto prezioso.

«Nero non c'era, immagino.»

A qualche metro di distanza, Madara rispose entusiasta: «l'ho scelto apposta per te. Sono sicuro ti doni un sacco. Provalo e senza repliche.»

Notò con effettivo stupore che il completo non gli dispiaceva affatto; certo, con le dovute modifiche la silhouette sarebbe cambiata, ma credeva molto peggio.

«Mi sarei aspettato un viola o un rosso, mi è andata bene.»

L'uomo si avvicinò, indossando un meraviglioso abito dalle tinte chiare pastello. Tentava di farselo piacere, invano. «So bene che non ti trovi a tuo agio tra gli stravaganti, non avrei potuto scegliere qualcosa di così particolare per te. Sapere che ti saresti sentito un emerito imbecille tutto il giorno, mi avrebbe fatto star male; fare in modo che tutto sia perfetto vuol dire anche dedicare la giusta attenzione agli altri, non solo a me stesso. No, decisamente neanche questo.» Sbuffò sconsolato. «Non ho mai fatto così fatica a scegliere qualcosa da indossare, incredibile.»

L'improvviso rombo di un motore destò l'attenzione del ragazzo.

Si spostò verso l'ingresso scalzo, con ancora indosso il completo, consapevole d'aver già sentito da qualche parte quel rumore.

Una moto parcheggiata davanti all'atelier, il casco nero con visiera a specchio tolto e e poggiato sulla sella, un sorriso sornione stampato sul viso.

Naruto si accese una delle sigarette nere dal profumo penetrante. Sasuke scostò piano la porta, stupito di vederlo lì.

«Allora? Bisogno di evadere?»





Eccomi di nuovo qui ^^ Un altro capitolo, un intreccio più complesso di quello che avevo preventivato (ovviamente), e una sola parola su tre utilizzata al momento. Per il GATTO aspetterete il terzo, e per il CORO GOSPEL il quarto capitolo.
Riuscirà ad uscirne vivo Sasuke da tutto questo? O non potrà fare a meno di lasciarsi trascinare dagli eventi?
Alla prossima dolcezze, e grazie di tutto per l'attenzione, la pazienza ed il tempo dedicati a ciò che pubblico.



   
 
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