Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: Mary P_Stark    24/12/2018    2 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6.



 
Come previsto, l'apertura di un'Ordalia per permettere a Estelle di divenire la Prima Lupa di Bright, surriscaldò gli animi dell'intero branco.

Le lupe di Aberdeen, Stonehaven e Newtonhill furono messe al corrente dell'Ordalia perché ognuna di esse potesse vagliare, in tutta coscienza, l'opportunità di un'eventuale sfida.

Per un'intera settimana, Bright, Claus e Marla non fecero altro che rispondere a telefonate piene di curiosità, così come cariche di domande e, a volte, di insulti più o meno velati nei confronti della Prescelta.

Bright dovette sopportare in silenzio questi ultimi ma, alla fine, intervenne Claus a sedare i rimostranti più riottosi, sottolineando quanto, la giovane età mannara di Estelle, poco contasse ai fini pratici.

La notte di plenilunio stabilita per l’Ordalia, quindi, i mánagarmr più alti in grado, i Gerarchi, Freki e Geri si presentarono al Vigrond per ottemperare ai doveri legati a quel combattimento all’ultimo sangue.

Bright ripeté dinanzi ai presenti la sua decisione di prendere Estelle come Prima Lupa e, al tempo stesso, diede inizio alla sfida, accettando la richiesta di tre lupe di poter combattere contro la Prescelta.

Nello scostarsi dal centro della radura, illuminata soltanto dalla diafana luce lunare, Bright afferrò un braccio di Estelle, la attirò vicina e le sussurrò all'orecchio, con nient'altro che un alito di voce: «Ti amo.»

«Lo so» ammiccò lei, allontanandosi subito dopo per raggiungere il campo di battaglia e la sua prima sfidante.

Alta più o meno quanto lei, Julianna Greystar era più grande di Estelle di tre anni, oltre a essere una mannara nativa, e perciò ben più che abituata ai combattimenti.

Come Kristal, inoltre, era una sentinella del branco e, tra le mánagarmr donne, non aveva rivali nel corpo a corpo, pur se non era la prima nella gerarchia femminile.

Salutatala con un cenno, Julianna le domandò: «Poiché sei giovane, lascio a te la scelta. Preferisci lottare come donne o come lupe?»

Estelle si guardò intorno per un attimo, si tastò la lunga chioma dorata e infine celiò: «Sarò dispettosa, ma non credo di voler concedere a questi uomini la visione di due donne che si accapigliano a terra e si prendono per i capelli, mentre urlano come aquile spennate.»

Suo malgrado, Julianna rise e ammise: «Sì, temo che il risultato sarebbe questo, anche se mi ripugna ammetterlo. Non abbiamo voci profonde e roche, tali da emettere grugniti degni di tale nome. Saremmo assai ridicole, pur mettendoci tutto il nostro impegno.»

«Credo anch'io. Scusate in anticipo» asserì Estelle, inchinandosi poi leggermente ai presenti, che ridacchiarono nonostante la serietà del momento.

«E lupa sia, cucciola. Non avrò pietà alcuna, ovviamente, o non ti porterei il rispetto che meriti per aver tentato questa impresa» le ricordò Julianna, sfilandosi la felpa che indossava sopra a comodi pantaloni da ginnastica.

«Non chiedo niente di meno. Non voglio vincere barando» dichiarò per contro Estelle, facendo sollevare qualche fischio divertito e alcuni cori ammirati.

Julianna, da parte sua, sollevò un sopracciglio con aria interessata e chiosò: «E' chiaro che il nostro Fenrir tiene a te e, se ti dimostrerai degna, potrei concederti il ruolo di Prima Compagna per non ferire lui... ma la Prima Lupa sarò io.»

«Lo vedremo» si limitò a dire Estelle, togliendosi lo chemisier che indossava con nonchalance, misto a un pizzico di classe tutta femminile.

Julianna rise di fronte al suo corpo nudo e alle sue movenze naturalmente eleganti, e celiò: «Piccola sfacciata... mi spiace quasi l'idea di lasciare dei segni su un corpo così bello.»

«Non il naso, per carità... è la parte che mi piace di più» ironizzò Estelle, lasciando il suo abito a Kristal prima di accucciarsi per mutare. «Tutto il resto potrei sopportarlo, ma non un naso storto.»

Julianna non disse nulla, si limitò a imitarla e, sotto gli occhi terrorizzati di Bright, le due donne mutarono in lupe.

La barriera di contenimento delle auree venne elevata dai mánagarmr quando la trasformazione fu completata e, mentre Marla afferrava un braccio del suo Fenrir per trattenerlo, la battaglia ebbe inizio.

Ricordando più che bene gli insegnamenti di Kristal, Estelle cercò di puntare tutto sulla velocità e sul ritmo.

Non poteva permettersi di protrarre troppo a lungo i combattimenti, o si sarebbe sfiancata prima di terminare il terzo atto di quella sfida che, già dal primo colpo inferto, le sembrò subito quasi impraticabile.

Scrutare il volto turbato di Bright, però, le diede lo sprone giusto per non abbattersi e tenere conto di ciò che sapeva dei lupi mannari.

Erano creature altamente feroci quanto orgogliose e, nella loro forma animale, gli istinti primari avevano spesso il sopravvento sulla logica, se portati agli estremi.

Il tutto stava nel giocare d'anticipo e, se possibile, d'astuzia.

Julianna l'avrebbe sicuramente battuta, sul lungo periodo, vista la sua esperienza nei combattimenti, perciò doveva coglierla di sorpresa e pensare in modo anticonvenzionale.

Avrebbe dovuto comportarsi come un linfocita T αβ, assemblando ciò che conosceva del suo avversario per predisporre un attacco ad hoc per ciascuna lupa.

Fu per questo che, invece di attaccare a testa bassa e con forza come stava facendo Julianna, si lasciò avvicinare pericolosamente, senza dare l'idea di essere in grado di fermarla.

Vi furono molti gridolini spaventati e qualche fischio eccitato ma, quello che quasi la distrasse dal suo compito ultimo, fu l'urlo mentale di Bright, terrorizzato da ciò che stava vedendo.

"Scusa se ti sto spaventando tanto..." riuscì a dire lei, prima di farsi atterrare volontariamente da Julianna.

Ancora grida, qualche incitamento alla lotta e, proprio mentre Julianna stava per affondare vittoriosa i denti nella sua gola, Estelle spinse sullo stomaco della lupa con tutte e quattro le zampe, sbalzandola lontano.

La sorpresa e la speranza, mista al disappunto, si levarono tra i presenti mentre Estelle, rialzandosi in fretta, accorreva da una stordita Julianna – ruzzolata malamente a terra dopo quel colpo imprevisto – per approfittare della situazione.

Era chiaro quanto poco si fosse aspettata una sua replica, e questo l'aveva resa impreparata alla caduta, che le aveva causato una distorsione alla caviglia posteriore destra.

Spiazzata da quel colpo e irritata per la propria superficialità, Julianna snudò i denti per attenderla al varco, ma ancora Estelle mancò l'appuntamento, limitandosi a scavalcarla all'ultimo secondo per poi atterrare dietro di lei.

L'avversaria non fece in tempo a volgersi per attaccare nuovamente, rallentata dal dolore alla caviglia, ed Estelle ne approfittò per afferrare la coda di Julianna, affondando i denti con violenza.

Il guaito di Julianna riverberò nel Vigrond, mentre la sua aura ferita rimbalzava contro le pareti della barriera contenitiva.

Estelle affondò ulteriormente i denti e, con una zampa, artigliò la coscia di Julianna per bloccarla a terra.

La lupa cercò di morderla per allontanare la zampa, ma quella posizione di sudditanza non le permise di essere efficace, straziata com'era dal dolore alla coda.

Estelle, a quel punto, affondò gli artigli nella coscia con maggiore forza e, nella mente dell'avversaria, urlò: "Arrenditi! Non voglio amputarti la coda, ma lo farò, se non smetterai di opporti!"

"Cedo! Hai la mia parola!" le urlò per diretta conseguenza Julianna, atterrita all'idea di perdere quell'arto così prezioso per qualsiasi quadrupede.

Estelle allora si allontanò immediatamente e, in barba a tutte le regole di condotta, iniziò a leccare le ferite procurate a Julianna, sorprendendo quasi tutti i presenti.

Kristal e i Gerarchi, però, non vi trovarono nulla di strano, avendo ormai imparato a conoscere Estelle e il suo dolce carattere.

La ragazza non avrebbe mai coscientemente fatto del male a nessuno, perciò non era strano che volesse occuparsi di Julianna pur se, fino a un attimo prima, avevano combattuto.

Julianna la lasciò fare – a sua volta sorpresa da quel trattamento – fin quando, rimettendosi in piedi a fatica, le diede un colpetto col muso e la leccò dietro l'orecchio.

In un mormorio, le disse: "Sei stata scaltra. Hai usato la mia forza e la mia foga contro di me. Ma non funzionerà con Melanie e Susan. Presta attenzione. Mel ha un problema all'occhio destro, ma è molto veloce, mentre Susan è abile negli spostamenti laterali, ma non è molto forte fisicamente. Non più di te, per lo meno."

Sorpresa da quei suggerimenti non richiesti, Estelle replicò grata: "Sei gentile ad aiutarmi... e mi scuso se ti ho fatto male. Non era davvero mia intenzione."

"Bright avrà il suo bel daffare, con te, se vincerai. Sei dolce e carina, ma hai anche fegato da vendere, e non ami chi ti vuole mettere i piedi in testa. Se presterai attenzione alle tue avversarie, diverrai un'ottima Prima Lupa" le disse per contro Julianna, andandosene dal campo di lotta con passo claudicante e il pelo intriso di sangue.

Estelle la scrutò spiacente ma, ben sapendo che non era ancora finita, lasciò il suo dolore per un secondo momento, così da potersi concentrare sulle sue prossime avversarie.

Fu Melanie a presentarsi sul campo di scontro, già debitamente mutata in lupo e, dopo un cenno del muso, le disse: "Hai combattuto bene, te lo concedo. Ma l'astuzia non vince su tutto."

"Ne sono consapevole" assentì Estelle, raspando a terra con fare quasi distratto.

"Se per te va bene, possiamo cominciare. O preferisci risposare un poco?"

Estelle scosse il muso, continuando a raspare il terreno smosso dal precedente combattimento.

"In questo momento, vorrei sdraiarmi su un divano e dormire per una settimana, ma penso non si possa, vero?" replicò con una certa ironia Estelle, all'indirizzo di Melanie.

"Temo di no ma, se Susan è d'accordo, potremmo concederti un'ora di tempo per riposarti. Dopotutto, sei solo una cucciola, nel nostro mondo."

Il tono sincero e per nulla derisorio di Melanie portò Estelle a domandarle: "Perché ti batti contro di me?"

"Per il bene del branco. Non ho nessuna animosità nei tuoi confronti, bambina, ma devo essere certa che tu vada bene per noi, non solo per Bright. Quello, mi è già evidente da come ti guarda, ma in ballo c'è molto di più di un bel giovanotto."

Estelle assentì seria, a quelle parole e, guardandosi intorno, incrociò gli occhi di coloro che stavano osservando con attenzione e interesse l'Ordalia.

No, non c'era solo Bright, in gioco. C'era davvero molto di più. Ognuna delle persone presenti rappresentava altrettanti lupi che non erano potuti intervenire, e che dipendevano tutti da Bright e dalle sue decisioni.

Loro sarebbero divenuti i suoi figli, la sua incombenza, se avesse vinto. Non doveva dimenticarlo neppure per un istante.

Fu per questo che, sussurrando uno 'scusa' all'indirizzo di Melanie, Estelle diede una forte zampata al terreno smosso, sollevando un gran polverone di terra ed erba fresca.

Impreparata a un simile trucco, Melanie cercò come poté di proteggere l'occhio più debole da quella nuvola di polvere, ma tutto fu vano.

Tossendo e sputando e starnutendo, Melanie indietreggiò di alcuni passi per portarsi a distanza di sicurezza dai denti di Estelle, ma lei non attaccò affatto.

Tornò donna sotto gli occhi sorpresi e increduli di tutti e, a grandi passi, raggiunse Melanie per poi montarle a cavalcioni e stringere le braccia attorno alla sua gorgiera in una presa ferrea.

Melanie si ritrovò così Estelle sulla schiena, le sue gambe strette attorno al torso e le braccia avvolte al collo in una sorta di cappio sempre più stretto, sempre più soffocante.

«Cedi, cedi, cedi...» mormorò Estelle alle sue orecchie, strizzando gli occhi a causa dello stress. Mantenere quella posizione di dominanza, nonostante i tentativi di Melanie di sbalzarla dalla sua schiena, era più complicato di quanto avesse immaginato quando aveva ideato quel piano di attacco.

Melanie non le dette ascolto e come ultimo, disperato tentativo, si gettò a terra su un fianco, sperando che il colpo scuotesse a sufficienza Estelle, in modo tale da allontanarla da sé.

Ciò, però, non avvenne e Melanie, ancora stretta nella sua morsa, borbottò nella sua mente: "Come diavolo ti è venuta in mente una mossa del genere?"

"Julianna mi ha parlato del tuo occhio. Scusa, è stata una cosa sporca, nel vero senso della parola, ma non posso concedere nulla a nessuno" replicò nella mente dell'avversaria Estelle.

Melanie, allora, smise di dimenarsi, scoppiò a ridere e asserì: "E così, quella chiacchierona di July ti ha detto del mio occhio? Ma tu guarda... beh, puoi allontanarti, cucciola. Per me abbiamo finito. Cedo."

"Come?" esalò Estelle, non del tutto convinta.

"Se Julianna si è spinta a darti una dritta per vincere, significa che vuole fidarsi di te. Io, a mia volta, mi fido del giudizio di Julianna, perciò, fai i tuoi debiti conti."

Lentamente, Estelle lasciò quindi la presa e Melanie, scivolando via dalla sua presa, si rimise diritta sulle zampe, le leccò il viso un paio di volte per liberarla dalla polvere e aggiunse: "Sei stata abile e, al tempo stesso, umile. Inoltre, non hai colpito il mio punto debole con violenza, limitandoti ad approfittarne senza procurarmi ulteriori danni. Questo, denota bontà d'animo. Il punto, ora, è un altro."

"E quale?" domandò Estelle, cercando di rimettersi in piedi, ma senza successo.

L'attimo seguente, complice la diminuzione dell'adrenalina – fin lì incanalata nel suo corpo a causa del combattimento – Estelle emise un singulto strozzato che, al secondo tentativo, divenne un urlo di dolore straziante.

Nel cadere su un fianco, il corpo massiccio di Melanie aveva spezzato la tibia e il perone destro di Estelle che, ora, premevano contro la carne, spezzati di netto ma non esposti all'aria.

Subito, Bright si mosse per raggiungerla ma Melanie gli ringhiò contro, sbottando: "Non un passo in più, Fenrir! Sai che non puoi aiutarla!"

Bright la fissò malissimo, ma Claus intervenne lesto per bloccare il suo Fenrir prima che commettesse qualche idiozia dettata dall'amore.

Trascinandolo indietro quasi di peso, Hati borbottò al suo orecchio: «Vuoi mandare all'aria gli sforzi di Estelle? Stai buono al tuo posto, per tutti gli dèi!»

«Ma è ferita!» sbottò inviperito Bright, divincolandosi.

«Lo sappiamo bene, ma non spetta a te intervenire» gli rammentò Marla, prima di aggiungere: «Inoltre, non ce n'è proprio bisogno. Guarda.»

Bright smise di divincolarsi giusto per comprendere cosa volesse dire la sua Sköll e, sotto i suoi occhi sorpresi quanto increduli, Melanie e Julianna – in forma umana – aiutarono Estelle a distendersi a terra.

A quel punto, Melanie la tenne bloccata per le spalle mentre Julianna, dopo aver tastato delicatamente l'arto rotto, lo afferrò con decisione e lo tirò per riallinearlo.

Il grido di dolore che si levò nel Vigrond fu così feroce che molti lupi impallidirono, mentre altri si fecero velocemente il segno della croce, come se un simile scongiuro potesse servire a Estelle.

Lacrime feroci discesero sulle gote di Estelle mentre Julianna controllava alla bell'e meglio che le ossa si fossero riallineate correttamente.

Melanie carezzò gentilmente il viso contratto dal dolore di Estelle, tergendole le lacrime e sussurrandole parole di conforto, mentre Susan osservava l'intera scena nel più completo silenzio.

Non si era mossa per aiutare, ma neppure aveva protestato per quell'interruzione dell'Ordalia e, in quel momento, stava scrutando le tre donne nel mezzo del Vigrond con occhi imperscrutabili.

«Le ossa sembrano ben allineate, Estelle, e ora provvederò a steccarti l'arto perché non si muovano, ma non puoi combattere così. Devi cedere» le disse spiacente Julianna, afferrando da uno dei lupi una provvidenziale cassetta di pronto soccorso.

Estelle, però, non la ascoltò e, con tutta l'ironia che le riuscì di trovare, gracchiò: «A quanto pare, siete attrezzati.»

«Mai uscire senza, se sai che dovrai azzuffarti» chiosò Julianna, sistemandole alcune stecche di resina attorno alla gamba per poi fasciarle strettamente. «Se rimarrai ferma, la gamba si salderà nelle prossime ventiquattro ore, e tu potrai tornare a camminare come se niente fosse ma, se combattessi...»

«... rimarresti storpia, come minimo, o potresti anche lacerare qualche vaso sanguigno e morire dissanguata» aggiunse Melanie, tenendola bloccata a terra.

«Ma io devo continuare» protestò Estelle, pur sentendosi prossima allo svenimento. Il dolore era così lancinante da farle vedere le stelle, ma non voleva rinunciare.

Aveva messo tutta se stessa, in quell'Ordalia, e non voleva rinunciarvi proprio ora che era a un passo dal suo compimento.

«Estelle, ascolta. Potrai nuovamente tentare. Io non avrei nulla da ridire, e non credo che neppure Melanie o Susan avrebbero...» iniziò col dire Julianna, prima di venire interrotta.

«Non parlare per me, Julianna» sbottò Susan, avanzando verso di loro con passo tranquillo. «Inoltre, non credo che Estelle sia così codarda da attendere la prossima luna piena, per replicare questi scontri. Siete voi due, piuttosto, che mi date da pensare.»

«Non fare la stronza, Susan. Non vedi che non può combattere? Rischierebbe la vita sapendo di perdere per manifesta inferiorità fisica!» le ringhiò contro Melanie.

Susan, allora, sorrise derisoria a Melanie e replicò: «Questa lupetta vi ha fatto il lavaggio del cervello? O siete diventate dei pan di spagna tutto di colpo?»

«Abbiamo un cuore, ed Estelle ha dimostrato di essere degna! Non dirmi che vorresti davvero combattere contro di lei, così com'è ora?!» le ringhiò a sua volta contro Julianna, levandosi in piedi per proteggere Estelle col proprio corpo.

Susan rise di gusto, di fronte a un tale comportamento. Estelle, per contro, allungò una mano per sfiorare la caviglia di Julianna e disse: «Ti prego, non scontrarti con lei. E' compito mio.»

«Ascoltala, July, se non vuoi che ti metta col culo a terra in un paio di mosse» soggiunse Susan, tornando mortalmente seria prima di accucciarsi accanto a Estelle.

Il Vigrond era immerso nel più completo silenzio, nessuno aveva idea di ciò che sarebbe avvenuto, né se Susan avrebbe approfittato della menomazione di Estelle per vincere su di lei.

Bright era trattenuto a forza dai suoi compagni, impossibilitato a intervenire e straziato dal dolore che sentiva provenire dal corpo di Estelle.

"Smettila di lagnarti, fratello, e ammira la sua forza di volontà. Non ha bisogno del tuo dolore, ma della tua fiducia" lo rabberciò Kristal, fissandolo gelida all'altro capo del Vigrond.

"Non sai cosa vuol dire vederla in quello stato!"

"Pensi che il tuo amore valga più di quello degli altri?! La amo come una sorella, e soffro per lei e con lei, ma non le farò mai capire quanto io stia patendo nel vederla così. Togliti quell'espressione tirata dal viso e sii orgoglioso, maledizione!"

Bright la fissò malamente per alcuni istanti ma, suo malgrado, fece come consigliatogli da Kristal.

Aveva dannatamente ragione, pur se gli si rivoltava lo stomaco al solo pensarci.

Non poteva mostrarsi debole, o farle percepire quanto – quell'Ordalia – lo stesse facendo impazzire, poiché era vitale che lei lo vedesse forte, quanto orgoglioso di lei. Avrebbe avuto tutto il tempo in seguito, per crollare, ma in quel momento doveva essere la roccia a cui lei poteva aggrapparsi.

"Ora va un po' meglio."

"Krissy, giuro che ti sculaccerò ben bene, più tardi" la minacciò Bright, pur se con un mezzo sorriso stampato in viso.

"Dovresti riuscire a prendermi... e non è del tutto scontato."

Bright la lasciò perdere, preferendo concentrarsi su Susan e sulle sue mosse successive.

Da quando si era accucciata accanto a Estelle non aveva più detto una parola, limitandosi a guardarla con uno sguardo che metteva i brividi.

Di tutte le lupe del branco, Susan era la più dura, la più coriacea e, quando aveva saputo che avrebbe partecipato all'Ordalia, se n'era preoccupato immediatamente.

Combattere contro di lei sarebbe stato difficile anche per un maschio mánagarmr, figurarsi per una femmina ferita e reduce da due precedenti scontri.

«Sei disposta a lasciarmi entrare?» chiese a sorpresa Susan, lasciando tutti senza parole.

Estelle sbatté le palpebre, vagamente confusa, e replicò: «Nella mia mente? Sì, certo.»

«E tu sei disposta a entrare nella mia?» le domandò ancora Susan.

Melanie impallidì visibilmente, a quella richiesta, e fissò Susan con il panico negli occhi, ma quest'ultima non tornò sui suoi passi e, poggiata una mano sulla fronte di Estelle, ripeté: «Posso entrare, Estelle?»

Lei assentì e, allungata una mano, la poggiò sulla fronte di Susan.

A quel punto, un vuoto siderale la accolse, facendola precipitare in un freddo dirupo che la portò a gridare istintivamente di paura.

Ormai, però, era bloccata nella mente di Susan grazie alla sua volontà ferrea e, anno dopo anno, inverno dopo inverno, Estelle precipitò nel passato oscuro della donna.

Quando finalmente quell'interminabile caduta ebbe termine, Estelle si ritrovò immersa in un mondo di depravazioni e dolore inimmaginabili.

Tutto ciò che la circondava non aveva senso, eppure era reale. Erano i veri pensieri di Susan, il suo passato terribile e violento, la sua vita ricolma di odio e di risentimento.

Aveva conosciuto ragazzi con padri violenti o scellerati, ma ciò che aveva di fronte rasentava la follia pura.

Il corpo di Estelle venne come percorso da una scossa elettrica quando la sua consapevolezza divenne totale e Melanie, rendendosene conto, mormorò: «Susan, falla uscire. E' troppo, per lei.»

«Deve resistere. Se vuole essere la Prima Lupa, deve affrontare anche questo» replicò la donna, tergendosi una lacrima dal viso con fare stizzito.

La mano di Estelle si rattrappì, ferendo la fronte di Susan con gli artigli esposti, ma la donna non vi badò.

Aveva osservato a sufficienza quella femmina per ritenerla degna di camminare al fianco di Bright, ma doveva sapere quanta forza vi fosse in lei, per avere la conferma definitiva.

Una Prima Lupa doveva affrontare simili orrori, nelle eventualità peggiori, perché suo compito era salvare le anime dei lupi, mentre Fenrir pensava a salvarne i corpi.

Quella tenera bambina aveva vissuto una vita splendida, fatta di luce, amicizia e amore e, nonostante tutto, non era divenuta vacua o sciocca.

Certo, le piacevano le cose belle, come lei sapeva di essere bella, ma ciò non la rendeva una stupida o una farfallina senza cervello.

La sua mente era un concentrato di bontà mista a determinazione, ove trovava spazio anche una tenera insicurezza dovuta alle sensazioni provate durante i combattimenti. Non era sicura di farcela, pur avendo raggiunto ottimi traguardi.

«Sei più forte di quanto pensi, cucciola...» mormorò Susan. «...ma devi combattere ancora un po'.»

«Lasciala, Susan... penso abbia lottato a sufficienza» le ritorse contro Julianna, trattenendo le gambe di Estelle perché non muovesse l'arto fratturato.

Era però difficile trattenere un corpo scosso da violenti tremori, ed Estelle non sembrava ancora in grado di sfuggire alle maglie dei ricordi di Susan.

Quello che successe l'attimo seguente, perciò, colpì tutti di sorpresa, Susan per prima. Sgranando gli occhi color pece, vide Estelle inarcarsi come un arco, riemergere dai suoi ricordi con un grido e gettarsi su di lei a braccia spalancate.

L'attimo seguente, tra cori di stupore e sgomento, Susan si ritrovò stretta nell'abbraccio più caloroso e forte della sua vita, mentre una furente Estelle mormorava contro la sua spalla: «Lo ucciderò... lo ucciderò... lo ucciderò...»

Susan, allora, replicò all'abbraccio con una stretta più delicata, sorrise contro i suoi capelli arruffati e mormorò per contro: «Ci ho già pensato io. Ma grazie, mia Prima Lupa.»

Estelle sgranò gli occhi, nell'udire quelle parole e, scostandosi dalla sua avversaria, la fissò stranita, non comprendendo appieno cosa stesse succedendo.

Susan, allora, si limitò a sfiorarle il viso con una carezza per lei inusuale e, delicatamente, le baciò la pelle appena dietro l'orecchio.

Melanie e Julianna, a quel punto, la imitarono e, una dopo l'altra, dichiararono chiusa l'Ordalia, ritenendosi sconfitte da Estelle.

Fu solo a quel punto che Bright poté correre accanto a Estelle per abbracciarla e lei, letteralmente sollevata di peso da terra, esalò: «Piano! Mi fa male la gamba.»

Lui rise, si scusò e la prese delicatamente in braccio per condurla via ma Estelle, allungando una mano verso Susan, disse: «Devo fare ancora una cosa, Bright.»

«Puoi rimandare a dopo il giudizio finale. Ora devi farti medicare per bene la gamba» replicò lui, già propenso ad allontanarsi.

Estelle, però, scosse il capo e replicò: «Voglio che Susan, Melanie e Julianna diventino le mie consigliere private. E' possibile?»

«Come?» esalò Bright, colto di sorpresa.

«Io sono giovane, e conosco poco il mondo dei lupi, ma voglio essere degna di tutti voi. Sarebbero perfette per consigliarmi, e mi fido di loro e della loro lealtà. Ognuna di loro me lo ha dimostrato a modo proprio, durante l'Ordalia, perciò credo che allontanarle dal branco sarebbe non solo uno sbaglio, ma una perdita enorme.»

Bright le sorrise con un orgoglio tale da far arrossire Estelle e, annuendo, dichiarò: «Accetto la tua richiesta, Prima Lupa, poiché è tuo diritto scegliere del loro futuro in quanto vincitrice dell'Ordalia.»

mánagarmr si inchinarono di fronte a tali parole ed Estelle, stringendo le mani delle tre donne che l'avrebbero aiutata di lì in avanti, celiò: «Sarete i miei Gerarchi... non è fico?»

Le tre donne si guardarono divertite prima di assentire ed Estelle, ormai priva di forze ma soddisfatta, mormorò: «Ora portami pure dove vuoi. Dormirò per una settimana, a questo punto.»

Il Vigrond si sciolse in una risata e, mentre Bright si allontanava con una Estelle quasi assopita tra le sue braccia, le sue tre prescelte li seguirono appresso.

Non avrebbero mai abbandonato la loro Prima Lupa. Non dopo quello che lei aveva loro appena dimostrato.

 


__________________________________

Siamo quasi al termine di questa breve storia su Estelle e Bright, ma spero di avervi divertito con questa piccola avventura.
A breve affronteremo una storia su Joshua e sui suoi ricordi del passato, dopodiché passeremo alla long di cui avevo accennato, e che riguarderà i lupi americani.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: Mary P_Stark