Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    25/12/2018    1 recensioni
... - un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue. Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero. -
.... -Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 
'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' -
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Svegliatevi' 

Si sentì toccare ripetutamente. 

Una mano sembrava fosse poggiata sulla sua spalla ancora coperta dalla felpa. Stonata ed ancora confusa preferì non rispondere a quel richiamo, addolcita dalla comodità e dal calore che il letto su cui era poggiata le stava donando. Nuovamente la mano riprese la sua opera, questa volta con maggior vigore, il suo corpo minuto veniva scosso con una forza, così le era parso, sovrumana. 

'Kassava Clayer, vi ordino di alzarvi!' 

Lentamente riprese lucidità, i crini dai colori autunnali erano sulla sua guancia, appena umidi. Decifrò in un secondo ciò che lo sconosciuto le aveva detto nonostante il coreano fosse appena arruginito.

Come poteva quella voce così roca e profonda sapere il suo nome, eppure non le parve di conoscerla. 

Il panico la colse scatenando un flusso di adrenalina che la portò a mettersi seduta con uno scatto improvviso. Sul materasso coperto con grazia da lenzuoli in velluto rosso percepì di essere estranea a quel posto, a disagio. Quando riuscì a mettere a fuoco, ancora sconvolta e intontita, le si parò dinanzi una camera dai mobili in legno, così lussuosa e lontana dallo spazio e dal tempo.

Un'epoca dalle sfaccettature barocche, un'esplosione di intarsiature e contorni che abbellivano con sicurezza armadi e comodini, persino quel letto che scoprì essere a baldacchino. 

Era sicura di non essere nella sua casa, scontato, osò pensare.

Non aveva idea di come ci fosse arrivata fin lì e bastò chiudere le palpebre e fare un profondo respiro. L'ossigeno arrivò nei suoi polmoni trasportandola in un effimero momento di pace; ricordava adesso, seppur sfocatamente.

'Vi siete ripresa, donzella?' 

Quando ancora quella voce fece capolino arricciò il naso contrariata. Perché mai rivolgersi a lei in quel modo?

Ma ciò che maggiormente la sorprese una volta aver spostato la sua attenzione sull'uomo fu che, contrariamente a quanto si aspettasse, egli fosse davvero attraente.

Forse suo coetaneo. Portava con estrema eleganza un cappotto blu scuro che la sua mente fugace era riuscita a sovrapporre alle divise napoleoniche; bottoni dorati e medaglie d'onore accuratamente posizionate sulla destra, in alto. Le spalle avevano dei fronzoli corti, anch'essi di quella tonalità. Al di sotto del cappotto ecco far capolino una camicia bianca perfettamente stirata, essa portata dentro dei pantaloni stretti e neri, i piedi ed i polpacci fasciati accuratamente da degli stivali in cuoio, neri. Ma non fu solo l'abbigliamento inusuale a colpirla ma il suo viso, i tratti duri e la carnagione d'avorio, delicata. Le iridi come carboni ardenti, cupi come la notte, le bloccarono il fiato con la forma dei suoi occhi a mandorla. 

Le labbra carnose, fiori di pesco, poi i suoi capelli scompigliati, corvini e ribelli, una frangetta a coprirgli la fronte, indomabile. Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 

'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' 

Kassava non credeva a nulla che lo sconosciuto ragazzo stesse facendo uscire dalla sua bocca, come se non lo stesse ascoltando ella cercava conferme in altri dettagli. Quel modo di vestire, il comportamento consono a uomini d'alto rango e la sua posa eretta, immobile come una statua di cera. 

Il sorriso che venne accennato sul viso di Taehyung la paralizzò, sincero ed onesto, che non volesse farle del male? 

'Capisco la vostra reazione, vi lascerò riflettere in solitudine. Oh, un consiglio, se vogliate - ' 

Era sul punto di aprire la porta e lasciarla sola quando con l'indice e il medio le fece segno di toccare il collo. 

'Meglio che vi puliate, siete sporca, Kassava.' 

Detto ciò la sua figura imponente uscì dalla stanza, aveva percepito la serratura scattare, segno che avesse chiuso a chiave e con lentezza, apparente calma ed al contempo un turbinio di emozioni, aveva preso coraggio. Le dita avevano tastato la pelle alla ricerca di segni che poi aveva sfiorato, due fori al tatto simili; un morso. 

Scese con irruenza giù dal letto, i piedi scalzi avevano rabbrividito contro il marmo bianco della camera. 

Come una furia aveva corso fino ad uno specchio dalla cornice argentata ma quando si fu avvicinata, col cuore scalpitante, aveva notato che il suo riflesso non ci fosse. 

Le splendide giade dei suoi occhi lasciarono cadere lacrime amare, un pianto silenzioso e colmo di domande a cui non aveva risposta. 


  
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