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Autore: SkyDream    29/12/2018    4 recensioni
Natsu e Lucy sono cresciuti, lentamente si stanno accorgendo di come i loro corpi e i loro spiriti si stiano cercando quasi con disperazione. Proprio quando sembra che tra i due sia sbocciato qualcosa, però, l'ennesima catastrofe minaccia di abbattersi su Magnolia e sulle gilde più potenti.
Non solo Natsu dovrà sacrificare sè stesso, ma capirà quanto un legame d'amore possa unire o distruggere tutto. L'affetto, quel sentimento che aveva sempre visto come la forza che muoveva tutto, gli si ritorcerà contro.
-Dal capitolo 1-
Lucy, qualche giorno dopo, pensò che quella mattina, se avesse saputo come sarebbero andate le cose, si sarebbe permessa di piangere almeno un po’.
Avrebbe chiesto a Natsu di stringerla forte
Perché non dimenticasse mai
Il calore dei suoi abbracci.
[Completa]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

Natsu aprì gli occhi e si perse un momento a guardare le stelle. Infiniti puntini bianchi ondeggiavano sopra la sua testa aspettando con ansia l’alba per lasciare il posto a teneri raggi di sole.
Poi, lentamente, la sua coscienza emerse e cominciò a sentire voci che esclamavano “E’ vivo!”, “Ha aperto gli occhi”, “Natsu è vivo”.
Natsu spostò lo sguardo alla sua destra e vide Lucy tra le braccia di Hibiki che la stringeva a sé con gli occhi lucidi: il capo le ciondolava all’indietro e i capelli le erano scivolati via dalla fronte scoprendo gli occhi chiusi dove ancora traboccavano lacrime. Le labbra socchiuse lasciavano che profondi respiri uscissero fuori.
Natsu ricordò tutto in un momento, sentì la sua vecchia energia scorrergli nelle vene e in un attimo fu in piedi nonostante la testa gli girasse, pronto ad aiutare la ragazza. Colse da terra una chiave d’argento spezzata che era scivolata via dal mazzo di Lucy, riuscì a scorgere appena il simbolo di un drago prima che l’oggetto divenisse polvere tra le sue mani.
Era vivo per miracolo e quella chiave - che doveva senz'altro rappresentare il legame che aveva avuto con lei- lo dimostrava. Eppure qualcosa non andava: quel ragazzo di Blue Pegasus stava stringendo la sua Lucy addormentata.
La sua Lucy addormentata, proprio come l’aveva stretta lui tante volte prima di lasciarsi andare ai sogni.
Si chinò davanti al mago e passò le mani sotto la schiena e le ginocchia della sua amica, sollevandola. Quando sentì il suo respiro sul collo, finalmente si tranquillizzò.
Natsu si voltò verso i suoi compagni della gilda e cercò con lo sguardo Erza e Gerard.
«Sono in debito con te.» esclamò sorridendogli nonostante la stanchezza, quel mago gli aveva appena salvato la vita e il minimo che potesse fare era ringraziarlo.
Dopo pochi attimi Warren e Bisca arrivarono con un calesse magico, pronti a riportarli alla gilda ancora a pezzi.
 
***
Mirajane
Mira aprì lentamente la porta di casa Strauss aspettandosi di trovare Evergreen sul divano a leggere ed Elfman a consumare il tappeto nell’attesa che sua sorella tornasse.
Invece no, l’alba stava per sorgere e l’unica ad aspettarla era Lisanna seduta al tavolo con una tazza di tè caldo.
«Mira-nee!» urlò appena la vide, subito le saltò addosso stringendola tra le braccia.
«Dove sono tutti?» chiese l’altra in evidente stato di agitazione.
«Ever ha avuto un attacco di panico e le sono venute le contrazioni.» ammise l’altra ad occhi bassi e trattenendo un sorriso.
«Cosa? Cosa è successo? Dobbiamo correre all’ospedale!» Mirajane sentì il cuore e a mille e stava già pensando a come arrivare da suo fratello.
«Mira?» la chiamò Lisanna.
«Sì?».
«Sei diventata zia qualche minuto fa».
 
***
Wendy
«Ahh! Ora sì che mi sento meglio! Quella sostanza puzzolente era insopportabile.» esclamò la ragazza con un sorriso pacato mentre si tamponava i capelli con un asciugamano. Diede un’occhiata alle prime luci dell’alba che inondavano la cucina.
Romeo era rimasto seduto sul divano di casa Fullbuster e non faceva altro che torturare le frange della sciarpa che teneva al collo. Charle era seduta sul tavolo basso di fronte e aveva tutta l’aria di chi gli aveva appena fatto una ramanzina.
«Ehi, che succede qui? Lluvia si è svegliata e ha dato di matto?» chiese avvicinandosi ai suoi amici con aria divertita.
«No. E’ strano che non si sia svegliata, meglio che vada a controllare di presenza, aspettatemi qui.» disse Charle scendendo dal mobile e lasciandoli da soli nella cucina rivolgendo un sorrisetto malizioso a tutti e due. Wendy continuava a tamponarsi i capelli bagnati.
Romeo si alzò dal divano in silenzio e le si avvicinò da dietro mettendole le mani sulla testa. Wendy emise un gemito di sorpresa ma non si mosse, si limitò solo ad arrossire.
«Prenderai un raffreddore.» si giustificò l’altro asciugandole i capelli usando il calore del suo fuoco.
Quando Wendy si voltò per ringraziarlo, fu avvolta dalle braccia calde di Romeo.
Rimasero lunghi istanti avvolti in quel tenero abbraccio, poi lui le baciò la fronte seppur ancora imbarazzato da quella gentilezza che le aveva rivolto.
«Mi hai fatto spaventare tantissimo, Wendy Marvel, non azzardarti mai più a buttarti così tra le fauci del nemico».
 
***
Gerard ed Erza
Gerard si infilò il suo vecchio mantello nero senza però alzare il cappuccio, non lo faceva più da tempo in sua presenza. Sapeva che Erza detestava non poterlo vedere in faccia.
«Tutto quel nero ti conferisce un’aria troppo cupa, Gerard!» si lamentò lei mentre si infilava la giacca scura e la abbottonava sotto il seno. Le luci dell’alba erano ormai alte ed entravano prepotenti dentro la grande stanza.
«In realtà la mia aria misteriosa ti intriga, Scarlett. Ammettilo!» la punzecchiò lui mentre le sue guance si coloravano di rosso, si sforzava di non dar manforte alla timidezza e a quell’angoscia che ancora non riusciva del tutto a tenere a bada quando Erza gli stava davanti. Così bella e fiera.
«Mi intrighi anche se ti vesti di altri colori, Fernandez!» esclamò l’altra con un sorriso malizioso mentre si tirava su le ultime ciocche per poter fare un’elaborata acconciatura.
Il ragazzo continuava a guardarla con sguardo rapito, avrebbe tanto voluto dirle quello che provava davvero in qualche modo, ma proprio non trovava le parole.
Gerard le si parò davanti e si avvicinò al suo viso come se volesse baciarla, d’istinto Erza indietreggiò lasciando ricadere i capelli scarlatti sulla schiena e inciampando per poi finire  sul letto dietro di sé. Gerard le fu addosso e mal celando un sorriso la baciò a fior di labbra.
***
Gajeel e Levi
«Sicura che i marmocchi staranno bene con loro?» chiese Gajeel mentre stringeva la cravatta scura al collo. Levy si stava truccando leggermente e di tanto in tanto distoglieva lo sguardo dallo specchio per sorridere ai suoi bambini dentro il box con i giochini.
«Ma sicuro! Lily ed Happy sono stati così gentili a proporsi per tenerli a bada.» esclamò la ragazza passandosi del rossetto chiaro sulle labbra.
Gajeel diede una rapida occhiata ai due gatti che erano seduti accanto ai bambini e li stavano facendo giocare con le loro code.
«Lily, Happy, se trovo i bambini che puzzano di pesce o di kiwi vedrò di appendervi sullo stendibiancheria.» minacciò Gajeel guardandoli di sottecchi mentre poggiava una mantella scura sulle spalle di sua moglie.
Levy sorrise l’ultima volta ai piccoli gemelli prima di uscire di casa. Il cielo era ormai terso dai raggi del sole.
«Guarda Gajeel, l’ennesimo giorno splendente dopo che una strage simile ha spezzato così tante vite innocenti. Per poco potevamo esserci noi e i nostri bambini».
Gajeel le prese il volto tra le mani scoprendole gli occhi lucidi di preoccupazione e d’amore.
«Finchè ci sarò io al tuo fianco, non devi temere nemmeno per un momento. Verrò a cercarti ovunque tu sia, e anche se tutto sembrerà perduto avrai i tuoi amici accanto, proprio come Lucy ti ha protetta nonostante sapesse che poteva morire».
«Gajeel…».
 
***
Gray e Lluvia
«Sicuro di volerlo fare?».
Gray alzò gli occhi a quella domanda e guardò il viso della ragazza accanto a sé. Lluvia aveva un elegante completo scuro e gli occhi cerulei risaltavano in mezzo a tutto quel nero.
«Sì, ne sono sicuro.» confermò con voce tremante. Non smise nemmeno un momento di guardare il viso chiaro della sua ragazza, lo aveva perdonato per quel colpo basso che le aveva inflitto facendola addormentare, seppur al suo ritorno l’avesse scoperta a piangere nel sonno.
Il sesto senso della sua Lluvia, non le si poteva nascondere proprio nulla quando si parlava di lui.
«E’ ora di andare, Gray. Non preoccuparti, Lluvia sarà con te per tutto il tempo. Non ti lascerò la mano nemmeno un momento e non piangerò, lo prometto!» gli disse porgendogli la mano con i guanti neri.
Sulle labbra di Gray fiorì appena un sorriso e rifiutò quell’invito velato.
«Piccola bugiarda.» la articolò poggiando un braccio sulle sue spalle e camminando senza smettere di stringerla nemmeno un momento.
Nel grande cimitero pullulava una folla infinita di persone, Gray li guardò uno ad uno sperando di non sentire quelle parole tombali rimbombare nella sua mente.
«Che le anime di questi maghi possano riposare in pace: Erik detto Cobra». La campana della chiesa rintoccò una sola volta.
Kinana abbassò il capo con un fazzoletto premuto sulle labbra, respirava a stento mentre alcuni ragazzi della gilda le stavano accanto.
«Baccus Groh». Un rintocco della campana.
«Rufus Lohr». Altro rintocco.
«Lyon Bastia». L’ultimo rintocco che Gray riuscì a sentire.
Lluvia cominciò a piangere stringendosi al suo petto, si sforzò di non singhiozzare ma inevitabilmente il cielo cominciò a incupirsi e subito prese a piovere.
Furono davvero poche le persone che rimasero davanti quelle tombe scure.
Gray creò un ombrello di ghiaccio e restò lì a capo chino in onore di tutti i maghi come lui che però avevano perso la vita.
Lyon era come un fratello, sarebbe stato difficile accettare che anche lui, come Ur, se n’era andato senza lasciare traccia. Ma sapeva che il suo ricordo sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore e in quello della sua amata Lluvia che troppe lacrime avrebbe ancora versato per il suo amico perduto.
 
***
Natsu e Lucy
Lucy si svegliò con il rumore della pioggia che picchiava sul vetro. Si mosse lentamente sentendosi avvolta dalle lenzuola e da un inusuale peso addosso.
Sollevò le palpebre e per poco non urlò dallo spavento: Natsu era a cavalcioni sopra di lei con un vestito funebre e con gli occhi sgranati che la fissavano ad un palmo dal naso.
«Cosa diamine stai facendo?» esclamò tirandosi su a sedere e poggiando la schiena sulla spalliera del letto.
«Mi assicuravo che respirassi!» la risposta di Natsu suonava ovvia, come se qualunque essere umano si accertasse che gli altri respirassero.
Palese.
«Hai dormito per tantissimo tempo, pensavo non ti svegliassi più.» piagnucolò lui senza spostarsi.
«Natsu, mi stai schiacciando!» Lucy lo spinse di lato facendolo scivolare dalla sua parte del letto. Natsu continuò a guardarla anche da sdraiato e non riuscì a reprimere un sorriso davanti l’espressione sorpresa che poco a poco si affacciava sul viso dell’altra.
«Stai bene.» constatò Lucy passandogli una mano sulla guancia. In cuor suo sapeva che Gerard aveva un enorme potenziale magico e che non aveva nulla da temere, non dopo tutto quello che aveva già messo in gioco.
«Sì, Lucy, sto bene, ma non ti ho ancora perdonato per quello che hai fatto.» le fece notare il mago serio in viso. La ragazza avrebbe tanto voluto vedere quel cipiglio infantile che lo coglieva quando era risentito solo per scherzo.
Invece no, era stato ferito nel profondo, e lo aveva ferito lei con i suoi sentimenti che per poco non avevano mandato entrambi all’altro mondo.
«Natsu, credimi non avrei voluto ricorrere a tanto ma-» fu interrotta dal suo amico che l’aveva nuovamente presa per le spalle, proprio come la sera prima.
«Lucy, avrei fatto lo stesso, solo… promettimi che non lo farai mai più».
La ragazza rimase a fissarlo con le labbra schiuse, era tremendamente bello nonostante centinaia di graffi gli ricolmassero il viso e il collo.
Alcuni avrebbero lasciato brutte cicatrici.
Si limitò ad abbassare gli occhi.
«Natsu, tu adesso sei parte di me. Lasciandoti morire non farei altro che spegnermi anche io. E’ questo che mi chiedi di fare, di lasciarmi morire e rinunciare a te, come se potessi davvero sopravvivere».
Stavolta fu Natsu a lasciarsi cogliere dalla sorpresa. Lucy non potè evitare di stringerlo in un tenero abbraccio affondando la testa su quella sciarpa bianca che aveva il potere di farla sentire a casa.
Natsu abbassò il viso poggiandolo su quella cascata di capelli biondi.
«Lucy, anche tu provi questa sensazione strana quando stiamo insieme? Pensavo fosse solo un istinto da Dragon Slayer.» le disse mettendole una mano sui capelli. La sentì annuire dalla sua spalla.
«Anche io sento il profumo della tua pelle, Natsu.» gli sussurrò invitandolo sotto le coperte. Furono pochi attimi, poi Natsu le rapì le labbra scoprendo quanto quella novità lo accendesse. Sentiva un bisogno fin troppo forte di proteggerla da tutto, di stringerla tra le braccia e di esplorare il suo corpo.
Avrebbe dovuto imparare a prendersi cura anche di sé stesso, almeno per evitare che anche lei finisse per farsi male.
«E’ stato strano sentire la tua magia scorrermi nelle vene, Lucy.» le sussurrò mentre si toglieva la cravatta e la giacca elegante.
«Anche se solo per due giorni, siamo stati davvero una cosa sola, Natsu».
Quelle furono le ultime parole che si scambiarono. Lasciarono ogni paura fuori da quelle coperte, adesso sentivano entrambi un’energia del tutto nuova che in parte proveniva proprio da quella piccola cicatrice che entrambi avrebbero portato per sempre sul polso sinistro.
Erano ricolmi di una fiducia mai sentita prima, un sentimento del tutto nuovo che - almeno Natsu - continuava  a sostenere che non potesse appartenere agli uomini, ma che fosse parte di qualcosa di più elevato e nobile, come i draghi.
Si stupì quando constatò che anche Lucy provava lo stesso, pur non essendo una Dragon Slayer, ma non riuscì mai a capire facesse.
D’altronde, si rispondeva, era semplicemente Lucy e con lei era possibile perfino far resuscitare i maghi e zittire il Re degli Spiriti Stellari.
Sorrise contro le sue labbra mentre la stringeva, senza vestiti, contro di sé. Sentiva la sua pelle morbida contro le dita e si chiese ancora - un’ultima volta - come aveva fatto a resistere a tutto ciò.
Quando finirono di baciarsi non aveva ancora smesso di piovere, ma la luce del sole aveva lasciato il posto alle tenebre.

Angolo autrice: Credevo che l'aggiornamento del 29 sarebbe saltato perchè questa settimana non ho scritto nulla perchè è stato un Natale terribile, invece mi sono dedicata questa sera e ho scritto tutto quello che avevo in mente. Non sono per nulla orgogliosa del finale, ci ho rimuginato su per davvero tante settimane ma sono sicura solo dell'happy ending, non di tutto il resto.
Inevitabilmente questa storia è cominciata e finita tra le lenzuola del letto di Lucy, come tutte le mie storie su di loro. E' qualcosa che mi viene istintivo e non posso farci nulla.
Questa è l'ultima storia del 2018.
Sono scomparsa per un anno da Efp, avevo smesso di scrivere fanfiction perchè sentivo che nessun personaggio potesse appartenermi come mi sono appartenuti Heji e Kazuha o Diana e Will.
Invece sono usciti loro per caso, da una fanart trovata su instagram dove si parlava di E.N.D. ho cominciato a guardare Fairy Tail e credo mi abbia salvato.
Mi ha salvato da quegli attacchi d'ansia che mi stavano mangiando il cervello, mi ha fatto compagnia durante i primi giorni di università quando tra i viaggi lunghissimi e la mia asocialità mi sentivo sola. Mi ha fatto commuovere ed è riuscito a farmi tornare su Efp e a scrivere fanfiction.
Mi ha fatto sognare, eh. Mica poco.
Quindi un grazie immenso va a Mashima, un grazie va a Lucy e Natsu per avermi ispirata così tanto, un grazie va al gruppo del Giardino di Efp e a tutti i recensori e i lettori che mi spingono, giorno dopo giorno, a trovare il tempo per dedicarmi a me stessa e alle mie storie.
Chissà, magari un giorno saranno utili a qualcuno che si vuole perdere da queste righe. Faranno qualcosa di buono e potrò sentirmi soddisfatta.
Ma non oggi.
Caro 2018, sei stato un anno ricco di cambiamenti e di sfide, difficilmente potrò dimenticarti. Ti ho cominciato in una terra che non era mia e ti concludo con il libro di anatomia a destra e i miei quaderni di scrittura a sinistra.
Caro 2019, vedi di farmi lottare -sì- ma anche per farmi vedere dei risultati. Anche perchè la vita vera mica la posso riscrivere!

_SkyDream vi augura buon anno!_
   
 
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