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Autore: _Atlas_    02/01/2019    3 recensioni
A volte non serviva a niente rifugiarsi in laboratorio, i pensieri si aggrovigliavano tra loro negandogli la lucidità e l'ansia prendeva a tormentarlo senza lasciargli scampo.
A volte, da solo, pensava di non farcela.

Raccolta incentrata su alcuni temi importanti della vita di Tony Stark, con la presenza di personaggi fondamentali per il suo percorso.
[Dal post-Iron Man 3 ad Avengers: Endgame]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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1.

Can you save me?





Quel giorno New York si era svegliata sotto un manto di neve.
Dall'attico della Stark Tower il panorama era incantevole e sembrava proprio che la città avesse abbandonato il suo ritmo frenetico per lasciarsi avvolgere da un clima di assoluta calma e spensieratezza.
La nevicata aveva messo di buon umore Pepper, che abituata al caldo torrido della California aveva accolto con entusiasmo i primi fiocchi caduti dal cielo; inoltre il freddo aveva avuto il privilegio di farle dimenticare Extremis e di ricordarle che quella brutta storia era ormai finita, così come quel Natale terribile appena passato, così come l'operazione di Tony.
Lui, a dire il vero, non se la passava altrettanto bene.
La neve era stata un piacevole diversivo per qualche ora, ma poi i demoni erano tornati.
Non era servito a niente rifugiarsi in laboratorio, i pensieri si aggrovigliavano sovrapponendosi sullo schermo delle mille interfacce aperte, insinuandosi nella sua mente e negandogli la lucidità.
La villa distrutta, il Mandarino, Extremis. Tutto tornava a galla sempre e gli ricordava che distruggere le armature era stato un gesto avventato e soprattutto futile, un modo banale per illudersi di poter cambiare. Un modo per convincersi di aver dimenticato e superato New York.
Ma quel peso che gravava sul suo petto c'era ancora e seguiva la scia dei suoi pensieri, prendendo talvolta le sembianze di quel maledetto portale o di Iron Man stesso, delle persone a lui care o di quelle che avrebbe voluto salvare.
Non si stupì di avere il fiato corto, ancora, e di non riuscire a prendere respiri profondi.
Il panico lo aveva abbandonato il tempo necessario per correggere Extremis e togliersi il reattore, ma era rimasto annidato in lui e adesso era riemerso dagli abissi come un kraken pronto ad avvinghiare coi tentacoli una nave in mezzo all'oceano.
Aveva fatto bene a lasciare il laboratorio, lì aveva la sensazione che i pensieri si moltiplicassero senza dargli scampo. Appena varcò l'atrio dell'attico fu assalito da un profumo squisito, che scoprì provenire direttamente dalla cucina; Pepper doveva essere davvero contenta per aver deciso di mettersi ai fornelli.
Sorrise sovrappensiero e finalmente riuscì ad aprire i polmoni.
Si prese qualche secondo prima di raggiungerla, era certo di avere lo sguardo ancora vitreo e non voleva che la donna lo intercettasse, non ora che le cose avevano ripreso a funzionare.
Si avvicinò alle vetrate del soggiorno e per qualche secondo rimase imbambolato di fronte al panorama candido che rifletteva nel suo sguardo. Si ritrovò a rimpiangere i momenti in cui quella città gli aveva trasmesso gioia o al massimo qualche grattacapo con cui arrovellarsi la mente; adesso era diverso, e anche davanti a quel manto bianco riusciva a vedere il portale, a percepirne la grandezza e il silenzio dal quale era stato inghiottito.
Un scarica gelida gli attraversò improvvisamente il corpo e il suo cuore iniziò a palpitare, inviando scariche di adrenalina in tutte le direzioni. Aveva di nuovo il fiato corto ma riuscì a non cedere a quella morsa terrificante, riprendendo a poco a poco il controllo sul suo respiro.
Col tempo aveva scoperto che non era così difficile, se non era a New York e se non si arrischiava a guardare troppo il cielo.
"Tony?"
La voce di Pepper lo fece sussultare da lontano e per un attimo sperò di scomparire. Assunse l'espressione più disinvolta di cui fosse capace, ma il panico era ancora lì e gli opprimeva il petto.



 
* * *



Erano seduti sugli sgabelli della penisola, uno di fronte all'altra, in silenzio.
Pepper lo osservava giocare con la forchetta in mezzo al piatto, senza toccare cibo e senza mai alzare lo sguardo.
"Non mangi?"
A Tony non sfuggì il tono deluso della donna, ma aveva lo stomaco chiuso ed era riuscito a prendere solo qualche boccone del piatto che aveva preparato.
"Non ho molta fame" disse con una scrollata di spalle e utilizzando il tono più neutrale che gli fu possibile. Sfuggì il suo sguardo tenendo gli occhi bassi, ma percepiva quello della donna su di sè, consapevole che quella farsa non sarebbe potuta durare ancora molto.
"C'è qualcosa che non va?" chiese infatti Pepper dopo un lungo silenzio.
"Uh? No, sto bene" rispose indifferente, o almeno sperando di risultare tale. Il panico si era affievolito, ma gli aveva lasciato addosso un pesante velo di ansia che a Pepper non sarebbe mai potuto sfuggire.
"Ne sei sicuro?"
"Mm-mh," per rendere credibile la sua risposta si decise a prendere una forchettata di uova strapazzate e a farle un sorriso convincente che, tuttavia, sapeva che non l'avrebbe convinta affatto.
"Tony, lo sai che mentire non se-"
"Non sto mentendo."
"...rve a niente. Ah, no?"
"No."
Tony la sentì sbuffare sommessamente e si sentì subito in colpa per aver rovinato il loro pranzo e molto probabilmente l'intera giornata. Ma cosa avrebbe dovuto dirle? Che le cose non funzionavano affatto, almeno per lui? Che il panico era tornato, così come quella stretta al petto e il fiato corto? Che non poteva affacciarsi alla finestra perchè altrimenti avrebbe visto di nuovo il portale?
E a che scopo le avrebbe dovuto dire queste cose?
D'altra parte era conscio che non dirle niente sarebbe stato peggio e in fin dei conti la donna non meritava il suo silenzio, soprattutto dopo quello che avevano passato negli ultimi mesi.
"Scusa" mormorò quindi a denti stretti, guardandola negli occhi giusto il tempo di intravedere la sua espressione interrogativa. "Qualcosa c'è, hai ragione."
Pepper lo vide abbassare di nuovo lo sguardo e sospirare rumorosamente. Aveva sperato che col tempo le cose migliorassero da sole ed effettivamente gli incubi erano spariti ed entrambi avevano ripreso a dormire notti tranquille, eppure percepiva in lui la stessa tensione, come se fosse sempre in allerta, pronto a captare una qualsiasi minaccia proveniente dall'esterno. Se ne accorgeva dal suo modo di parlare e dallo sguardo spaurito che solo di rado le dava la possibilità di vedere senza barriere, ma che lei riusciva a cogliere in ogni momento.
Sospirò a sua volta, scegliendo con cura le parole da rivolgergli.
"Se vuoi parlarne, ti ascolto."
Tony sollevò lo sguardo e le rivolse un sorriso tirato. Non aveva mai preso in considerazione l'idea di parlare davvero con lei, ci aveva provato solo una volta ma le sue parole avevano espresso ben poco di ciò che lo tormentava all'interno e lei non aveva afferrato la reale portata delle sue emozioni.
Adesso gli stava di nuovo tendendo la mano, ma come allora non si reputava in grado di esprimersi come avrebbe voluto.
La stretta al petto iniziava a farsi più dolorosa, e infine le parole lasciarono la sua bocca senza che se ne rendesse conto.
"Ho...paura." ammise senza nascondere la sensazione di disagio che lo stava prosciugando. Non l'aveva mai confessato apertamente a nessuno e nell'istante in cui pronunciò quelle parole, avvertì un senso di smarrimento farsi largo dentro di sè. "Sempre. A volte è più sopportabile, ma..." aggiunse senza però terminare la frase.
"È per New York?"
A Pepper bastò sussurrare quella domanda per vederlo irrigidirsi, annuire e abbassare di nuovo la testa.
"Parte tutto da lì, ma poi finisce per portare a galla anche il resto. É come...una creatura mitologica. Tagli una testa e ne spuntano altre sette, e il mostro diventa sempre più grande. È...sfiancante." confessò con impaccio. Realizzò con ritardo di aver ripreso il controllo del respiro, constatando che svuotare anche solo la minima parte del problema lo stava facendo sentire meglio.
"Di cosa hai paura?"
"Di non essere pronto... q-quando torneranno" rispose di getto.
Pepper mise da parte le posate e si sporse appena per prendergli la mano, ignorando il fatto che lui preferì non ricambiare la stretta.
"Non è detto che torneranno" mormorò con convinzione.
"Come faccio a saperlo? Potrebbero farlo in qualunque momento. E se non fossi abbastanza pronto? Cosa accadrebbe se...se..."
"Faresti comunque del tuo meglio, quello che hai sempre fatto. Non puoi prenderti la responsabilità di qualcosa che non puoi controllare."
Tony avrebbe voluto credere a quelle parole, ma in cuor suo sapeva quanto alle sue orecchie risuonassero vuote, prive di significato.
"Un anno fa ho salvato New York. La gente si aspetta che lo faccia ancora" si ostinò "Non posso permettere che mi trovino impreparato. E poi..."
Pepper aggrottò le sopracciglia, senza capire. "Cosa?"
"Ho davvero avuto paura in quel portale, Pep. Paura di non farcela e di..."
"...morire?"
Tony annuì passandosi una mano sulla fronte; fu grato che avesse concluso lei quella frase, altrimenti non sarebbe stato in grado di farlo da solo. Le fu riconoscente soprattutto perchè sapeva quanto quei momenti avessero terrorizzato anche lei, e nonostante ciò era stata in grado di tornarci sopra.
"Non voglio nemmeno farmi trovare in preda a un attacco di panico" pronunciò infine con disprezzo. Fece per divincolarsi dalla stretta della donna, ma lei glielo impedì.
"Per quello possiamo trovare un soluzione. Avere paura è umano."
"Proposte?" si sforzò di non risultare troppo sarcastico, chiedendolo. In realtà avrebbe voluto davvero trovare una soluzione, se solo avesse avuto il potere di cancellare la sua paura per sempre. Ma non funzionava così e una parte di sè lo sapeva bene.
Pepper gli rivolse uno sguardo colmo d'affetto, sperando che non fraintendesse le sue successive parole.
"Potresti parlarne con qualcuno..."
Tony colse l'allusione ma preferì ignorarla, concentrandosi sulla sua mano ancorata alla propria e ricambiando finalmente la sua stretta. "Ne sto parlando con te..." le fece notare.
"Intendo con un esperto."
"Beh, mi conosci da tredici anni, chi meglio di te...?"
"Tony, potrai parlarne con me ogni volta che vorrai, questo lo sai già. Ma non è..."
"Non è la stessa cosa, ho capito" fu infine costretto ad ammettere.
Non sapeva in che modo relazionarsi con quelle parole, ma era disposto ad accettarle e a capire che provenivano da chi aveva a cuore la sua vita.
"Pensaci" concluse Pepper lasciandogli la mano e tornando al suo pranzo.
Tony la imitò e realizzò con gioia che l'ansia lo aveva poco a poco abbandonato, lasciandogli sul petto solo una leggera tensione che però gli provocava appena fastidio.
"Grazie" mormorò sincero.
Il panico sarebbe tornato, lo sapeva. Lo avrebbe colto di sorpresa in laboratorio, o magari di notte o mentre si radeva la barba, e come sempre sarebbe stato difficile mandarlo via.
Spesso concentrarsi sul respiro era controproducente e le palpitazioni talmente forti da fargli credere di stare per morire da un momento all'altro; Pepper non ne era sempre al corrente, ma anche solo saperla vicina riusciva a tranquillizzarlo un po'.
Fu in quell'istante che lei gli rivolse un sorriso, mettendo a tacere una volta per tutte le ultime proteste della sua mente.







NdA
Ehilà, salve! :D
Dopo qualche mese di assenza torno a pubblicare su Efp, sperando di fare cosa gradita a tutti e in particolare a chi ha sempre seguito le mie storie <3
Questa raccolta è nata un po' per caso e inizialmente doveva essere un'unica one shot, ma poi l'ispirazione ha preso il sopravvento e si sono aggiunti altri sette capitoli (per ora) :')
L'idea è quella di affrontare il "malessere" di Tony inserendo il punto di vista di altri personaggi, quelli con cui - nel mio headcanon – ha avuto modo di parlarne. Pepper è ovviamente la prima di una lista in realtà non troppo lunga :P
Come avrete capito, ho scelto il post Iron Man 3 come punto di partenza e l'idea è quella di arrivare sino ad Avengers:Endgame, tenendo conto anche di quello che accadrà nel film.

Ringrazio tantissimissimo _Lightning_, che ha visto questa raccolta nascere, spronandomi a pubblicarla e sorbendosi i miei scleri. Tvb Light, stavolta ti ho preso alla sprovvista :'D <3

E infine rigrazio chiunque mi seguirà in questo viaggio, spero che i capitoli saranno di vostro gradimento <3
Un bacio e alla prossima,

_Atlas_

 

   
 
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