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Autore: Anonima Italiana    03/01/2019    5 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Dato che sulla Terra le cose non potevano certo continuare come era stato finora, e dato che i danni a cui riparare erano enormi, apparve subito chiaro che Persefone avrebbe dovuto da subito tornare dalla madre e trascorrere con lei i sei mesi successivi. Quindi, pochi giorni dopo il loro ritorno all’Averno, la giovane Regina si accomiatò dal marito e dal suo Regno, che avrebbe rivisto solo sei mesi dopo.
Non fu facile per nessuno dei due: Ade addirittura, non si presentò da lei per darle un ultimo saluto o almeno accompagnarla. Rimase da solo nella sala del trono, aspettando il momento in cui, uscendo, sapeva che non avrebbe risentito il suono della sua voce, la sua risata, che non l’avrebbe vista vezzeggiare Cerbero o coltivare frutti nel suo Giardino; che per sei lunghi mesi non avrebbe potuto stringerla fra le braccia, baciare la sua bocca, guardarla mentre si spazzolava i capelli o fare il bagno con lei nelle loro terme. Non sarebbe più stato rimproverato perché troppo severo con le anime, non avrebbe sentito le sue mani che lo spogliavano e toccavano….
Solo a pensarci gli sembrava di impazzire, per questo aveva preferito non andare a salutare Persefone alla sua partenza: aveva paura che non sarebbe riuscito a trattenersi alla tentazione di trattenerla con sé in qualche modo, venendo meno al patto previsto e rendendo le cose difficili anche per lei. A lei era un po’ dispiaciuto, ma aveva capito perché anche lei si sentiva così.
 
Tornata in superficie, Persefone si stabilì in casa della madre, che felice di riavere con sé la figlia già le illustrava tutti i suoi progetti per la riparazione della Terra, come se nulla fosse accaduto; aveva messa una sola regola: divieto assoluto di nominare l’Innominabile, ovvero l’odiato genero. Non che Persefone avesse in mente di fare chissà quali conversazioni con Demetra a tema “Ade”, ma certamente le sarebbe piaciuto parlare apertamente con lei per smuoverla dall’opinione negativa che aveva su di lui, visto che non era bastato il suo discorso sull’Olimpo. D’altra parte, se per vivere tranquilla doveva accettare che sua madre continuasse ancora a considerarla la sua bambina pura e vergine, beh…stando così le cose, avrebbe accettato anche questo, era molto più semplice che impelagarsi in eterne discussioni. Ma anche più fastidioso, per lei che ora era una donna, una moglie e una regina…

Del resto, Persefone aveva sempre con sé l’anello magico regalatole da Ade tempo addietro. Ed era proprio attraverso questo che i due sposi potevano sentirsi telepaticamente ogni tanto, con dei brevi messaggi.
“Ade…marito….”  Chiamava con la mente Persefone nella solitudine della sua stanza.

“Sono qui, mia dolce Regina”

“Come stai?”

“Sto bene, non devi preoccuparti. E tu come stai? Come va lì sulla Terra? La mia signora suocera ti fa lavorare duramente? Ha smesso di congelare i poveri mortali obbligando me e tutto l’Oltretomba a fare gli straordinari?” rispondeva Ade tentando di mantenersi sullo scherzoso, per non rattristarla o farla preoccupare.

“Qui va tutto bene, il lavoro è tanto ma le cose si sono già aggiustate. “ E gli raccontava dei fiori e dei frutti che fiorivano, degli uccelli che cantavano, dei mortali che mietevano raccolti  e che poi facevano sacrifici agli dei per ringraziarli, e feste per divertirsi. Lo rendeva partecipe, almeno in parte, del suo mondo di sopra.

“Ade…mi manchi. Ti amo e vorrei che tu fossi qui con me”

“Ti amo anche io, Persefone. E conto i giorni che ci separano ancora…”
 


Ma chi credesse davvero che la lontananza di Ade e Persefone durasse sei interi mesi, si sbaglierebbe di grosso.
In alcune delle caldi notti estive (non tante, ma neanche poche…) eventuali testimoni avrebbero potuto vedere una giovane donna uscire cautamente di casa, interamente copert da un mantello con cappuccio calato sul volto a celarne l’identità, nonostante il bellissimo tempo; la giovane si dirigeva a passo spedito verso il laghetto dove fino a poco tempo prima soleva fare il bagno e divertirsi con le ninfe sue amiche. Una volta arrivata qui, si liberava del cappuccio e guardava ansiosamente verso l’inizio del bosco che stava proprio vicino al laghetto; ad un certo punto, si sarebbe potuta scorgere da questa parte un’alta figura nera, che avanzava sicura venendo dalla profondità della selva. A questo punto, scorgendo la figura, sul viso della giovane donna si dipingeva un sorriso di gioia e, spalancate le braccia,  essa cominciava a correre verso la figura che avanzava e che a sua volta, vedendola, aveva aperto le proprie di braccia; la corsa finiva con i due che si abbracciavano forte e si baciavano, in mezzo alla natura illuminata dalla luna e dalle stelle. Poi, tenendosi per mano, i due innamorati sparivano nel folto del bosco dove, giunti ai piedi di un albero, veniva sistemato il grande mantello nero di lui, sul quale poi la coppia si sistemava per trascorrere la notte insieme. Come, è facile immaginarlo…
 
 
 


Era ormai metà settembre, e anche Ade aveva percepito che il tempo in superficie stava cambiando. Le giornate si erano fatte più corte e più fresche, i colori splendenti dell’estate stavano lentamente mutando.
Ade si era portato fin quasi alla soglia dell’Averno assieme a Cerbero, che invece si era messo di guardia attento proprio sulla porta infernale aperta, e camminava ansioso su e giù, scrutando l’entrata del suo regno. E se lei non fosse tornata? Se in quel periodo avesse cambiato idea, o sua madre fosse riuscita a fargliela cambiare? Se non fosse riuscita a staccarsi di nuovo dai prati, dagli animali, dai mortali che tanto amava? Se avesse preso la palla al balzo per rimanere? Più si avvicinava il momento in cui Persefone sarebbe tornata, più Ade veniva preso da questi pensieri ansiosi e negativi, che cercava di scacciare, ma che sotto sotto lo tormentavano comunque. Cosa avrebbe fatto in caso la sua Regina avesse deciso di lasciarlo? Avrebbe sopportato di nuovo le tenebre e il freddo dopo aver conosciuto la luce e il calore che lei portava?

Improvvisamente, Cerbero si mise a ringhiare, distogliendo il suo padrone da tutte le sue preoccupazioni. Contemporaneamente, si udì un passo leggero avvicinarsi sempre di più e una snella ombra avanzare e fermarsi di fronte al guardiano degli Inferi, che cambiò il ringhio feroce in un uggiolìo festoso, scodinzolando felice..


- Cerberino! Come stai? Non mi hai dimenticato, vero? Mentre ero via ti hanno dato le bistecchine che ti piacciono tanto?-

Felice, Ade si voltò verso la voce tanto amata della sua Regina, che si era fermata ad accarezzare l’adorato Cerbero e riceverne le feste.

- Ora basta, tesoro. Dai, andiamo…dov’è il mio sposo? Se è troppo impegnato con il lavoro, potrei fargli una sorpresa….- ma Persefone, scendendo nell’Averno e lasciandosi l’entrata ormai chiusa definitivamente alle spalle, si bloccò scorgendo Ade che l’aspettava. Gli sorrise felice e gli corse incontro, gettandogli le braccia al collo e stringendosi forte a lui, coprendosi di baci l’un l’altro.

- Bentornata, amore mio-

- Sono felice di essere a casa, finalmente -

Ade e Persefone, mano nella mano, si diressero verso la loro dimora; una volta entrati, prima di percorrere il lungo corridoio che portava nel salone principale, Ade prese per mano la moglie invitandola a chiudere gli occhi e lasciarsi guidare da lui.

- Chiudi gli occhi, mia Regina, ho una cosa da farti vedere…una sorpresa!- disse tentando di fare il misterioso.

 Persefone divertita stette al gioco e chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dal marito. Quando si fermarono…

- Ecco, ora puoi aprirli!-

La Regina obbedì, e trovo sul tavolo davanti a lei un bellissimo grande scrigno d’oro, con intarsi d’argento e perle  e che, sul coperchio, recava incastonati tanti piccoli rubini rossi che formavano il disegno di un melograno, scelto come proprio simbolo da Persefone. Che lo sfiorò commossa.

- Ade…è bellissimo…io…non so cosa dire…-

- E’ solo un piccolo dono per festeggiare il tuo ritorno- si schermì lui, abbracciandola da dietro e cominciando a baciarle la nuca e il collo.

- Anche io ho un regalo per te, marito…-

- Ah si? Avanti, sono curioso!- fece Ade con espressione interrogativa in viso. Persefone con sé non aveva nulla, forse lo aveva nascosto tra le pieghe interne del proprio mantello?
Ma lei gli sorrise voltando leggermente il volto verso di lui e accarezzandolo con la mano.

- Purtroppo devi avere pazienza…non è ancora pronto, ci vorranno alcuni mesi…-

- Addirittura?! Non mi dire che dovrai tornare in superficie a prenderlo! – cominciò Ade scocciato, ma si interruppe quando la moglie gli prese la mano e se la posò sul ventre. Sbalordito, sentì immediatamente un’aura ancora piccolina ma potente al suo interno…se fosse stato un mortale, si sarebbe potuto dire che sbiancò a tale rivelazione, ma essendo il Signore degli Inferi di carnagione già pallido, è più corretto dire che gli mancò il respiro.

- Da quanto….e quando….?- riuscì solamente a dire felice tenendo Persefone fra le braccia. Che ridendo lo redarguì per la sua domanda.

- Ade! Ma come, non ricordi che questi sei mesi di separazione non sono stati proprio…sei mesi? Nascerà vicino a primavera, comunque-

- Ma come è stato possibile? Voglio dire…non ho mai ritenuto possibile che dalla morte potesse nascere una vita….-

Di nuovo Persefone finse di redarguirlo severa, in realtà le ridevano gli occhi dalla gioia.

- Adesso esageri, marito! E come se non bastasse, dovresti informarti meglio…è vero, qui nell’Oltretomba, per definizione, non è possibile generare la vita. Ma dato che quest’estate qualche capatina di sopra l'hai fatta, pensi forse che sia impossibile che la Dea della Primavera crei una vita nel mondo terreno?- disse la Regina facendo l’occhiolino al marito con aria complice.

I due sposi si abbracciarono felici, pensando che fino a poco tempo prima nessuno avrebbe mai nemmeno immaginato quello che poi era accaduto; e invece ora eccoli qui, con un focolare tutto loro e pronti a diventare una famiglia.
E vissero per sempre felici e contenti…nell’Oltretomba!  :)
 
                                                                                         FINE
 
N.B: ed eccoci giunti alla fine della storia. Devo dire che mi mancheranno questi personaggi con cui mi sono divertita (e spero di avere divertito chi ha letto)e che mi hanno fatto compagnia; ma a dire la verità ho anche altre idee per un breve seguito che non è detto che prima o poi non veda la luce….
Ringrazio di cuore tutti coloro che sono passati almeno una volta a leggere, tutti quelli che hanno lasciato almeno un piccolo commento e soprattutto chi l’ha seguita con assiduità commentando ogni volta, per me questi riscontri sono stati molto importanti, soprattutto visto che sono nuova.
Arrivederci e speriamo di ritrovarci presto!  :)

 
 
   
 
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