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Autore: alessandroago_94    11/01/2019    6 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte dei potenti

LA NOTTE DEI POTENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La notte dei potenti;

singulti, lamenti,

nel denaro

immersi;

la notte non è mai

troppo profonda,

ove l’oro abbonda.

Nelle notti dei potenti

spesso regna l’ipocrisia;

tra tormente e turbamenti,

tra congiure e finti svenimenti.

Nelle lotte per il potere

ci si attacca anche con i denti.

Si morde,

si affonda;

chi di spada ferisce,

di spada perisce.

È l’eterna lotta

per i vertici della società.

 

La notte dei potenti

ha qualcosa di dolce;

il fruscio delle banconote

per il sonno fa portenti,

si sognano donnacce

che si strappano i vestiti,

si sognano diavoli

e fauni

che ballano sui tavoli.

 

Ma la notte dei potenti

ha il suo lato più amaro;

è quello stridio dell’acciaio

prodotto dalle segrete lame,

quello soffocato subito dopo

nella soffice pelle…

sono pensieri che tolgono la fame,

che a volte danno pene.

Sono pensieri che fanno paura,

ma cosa non si farebbe

per perseguire la propria natura?

 

La notte dei potenti

è quella dei predestinati.

Ci si sente fatti apposta

per comandare,

per dire, ordinare

e per disfare.

Chi ha il potere poi

presto non teme più nulla,

né il buio,

né il giorno,

né il sole che brilla

sulla neve accasciata al suolo.

 

La notte dei perdenti,

invece, è la notte delle pecore;

si bela nei letti proletari,

si gela quando fa freddo.

C’è chi sta in strada,

c’è chi dorme sui cartoni.

C’è chi è sfogliato dalla miseria

e chi muore nella solitudine.

 

O la solitudine è un fattore

che accomuna?

Tanto piangono tutti,

quei miseri omoni che si credono divinità.

Non versano lacrime, o almeno non sempre,

ma le loro anime sono così marce,

così putride,

che lanciano strida allucinanti.

Sono tanto soli;

hanno le donne,

ma le donne cercano

gioielli luccicanti.

Hanno le mogli,

ma dormono ormai in letti distinti,

le loro vite non s’incontrano più.

Hanno i figli,

che spesso finiscono nel limbo

dei miseri perdenti;

e i perdenti ridono, quando questo accade.

Hanno i soldi, ma il cash

non lava la sporcizia.

In tutto questo, in fondo,

perdenti e potenti

si accomunano;

sono tanto soli, piegati

dal corso degli anni e degli eventi.

Che a sessant’anni se non hai

qualcosa di ben saldo tra le mani

è come se non contassi niente.

Il futuro passa tra le dita dei giovani,

che non conoscono ancora questa distinzione;

loro sono solo figli di..., non hanno nome,

non hanno ancora presunzione.

 

Nella notte dei perdenti

io mi sento un po’ chiamato in causa;

con il mio misero inchiostro

ho lasciato segni nel cuore di chi mi ha amato

e di chi mi ha detestato.

Ho saputo perdere,

sono stato più volte derubato

 nonché terra di saccheggio;

vorrei solo lasciare che il sole

sorga all’orizzonte

anche per me,

nella mia notte che in fondo

non sa di nulla,

non di schieramenti

o di ragionamenti,

ma solo di treni persi

e di paure emergenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Ho iniziato questa poesia per svago, ed è diventata un poema xD

Niente, è solo un miscuglio di poesia e di contorti ragionamenti serali.

Grazie a tutti ^^

   
 
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