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Autore: Hil 89    16/01/2019    2 recensioni
Si narra che le anime gemelle siano destinate ad incontrarsi, prima o poi.
Il percorso per trovarsi è segnato da visioni, ma il cammino non sempre è semplice.
Quello che è certo è che quando il destino chiama, non resta altro che rispondere.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Magnus Bane aveva sempre amato l’arte, fin dalla tenera età.
Sua madre, Anne, era una scultrice e aveva trasmesso la sua passione al suo unico figlio.
Fin da piccolo aveva dimostrato una grande dote per il disegno, prima con pennarelli e matite fino a specializzarsi alle tempere su tela.
Anne era mancata improvvisamente, a causa di un tumore maligno scoperto troppo tardi, quando Magnus aveva diciotto anni, e per quando il dolore fosse grande, l’arte lo teneva legato al ricordo di sua madre e questo l’aveva portato a aprire insieme ad il suo migliore amico, Ragnor Fell, una galleria nella quale a volte esponeva anche delle sue opere.
Era una mattina come tante, si era alzato relativamente presto, ed ora stava iniziando a preparare tutto l’occorrente per continuare la sua nuova opera.
Dette uno sguardo rapido alla tela situata nel suo studio, vicino alla vetrata che gli garantiva una buona vista su Brooklyn.
Amava New York, era sempre stata una delle sue città preferite.
La città che non dorme mai.
Come lui, d’altronde. Lui amava la vita notturna, al pari di quella diurna.
Di giorno faceva una delle cose che più adorava: dipingeva, mentre la sera la passava molto spesso nel suo locale: il Pandemonium.
Era molto fiero di quello che era riuscito a costruire, ed il suo gioiello era il migliore di tutta New York! E non lo diceva solo perché era il suo, assolutamente no!
Il Pandemonion era davvero uno dei migliori locali presenti sulla Costa Est.
Non solo per la sua ampiezza, ma anche perché non era né un semplice bar né una qualsiasi discoteca. Era il giusto equilibrio tra le due cose, arredato con attenzione fin nei minimi dettagli e con del personale qualificato.
Un leggero miagolio attirò la sua attenzione, seguì il rumore e trovò all’entrata della stanza un piccolo gatto dal pelo candido “Chairmain!” esclamò avvicinandosi al felino per prenderlo in braccio, lo grattò piano dietro alle orecchie ricevendo delle tenere fusa, che durarono giusto un paio di attimi prima che l’animale sgusciasse abile dalla sua presa per dirigersi verso il salotto.
“Grazie mille, amore piccolo! Anche io ero contento di vederti!” disse al nulla il padrone di casa scuotendo la testa.
Magnus tornò a concentrarsi sulla preparazione dei colori, quando il campanello di casa suonò, sbuffò richiudendo la tempera nera ed usci dalla stanza.
“Chi osa disturbare il Sommo Stregone!?” chiese all’interfono
Estúpido!” una voce spazientita raggiunse il suo orecchio e Magnus non poté far altro che sorridere, “Possibile che il tuo migliore amico sia cosi estúpido!”
“Clandestino, se vuoi salire in casa mia, devi essere più educato!” rispose l’asiatico con tono divertito.
“Mags” il richiamo pacato di Ragnor lo fece ridere di più, “Apri. Per favore”
Magnus aveva giù il dito sul bottone ed aprì il portone del palazzo sghignazzando quando sentì la prima voce dire: “Non lo sopporto!” e la seconda rispondere “Smettila. Lo so che in fondo ti sta simpatico”
Il padrone di casa spalancò la porta del suo appartamento giusto in tempo per sentire: “Molto in fondo! E me lo faccio piacere solo perché sei tu!”
Magnus notò lo sguardo carico d’amore che Ragnor regalò al giovane che camminava imbronciato al suo fianco, “Lo so Raphael. E ti amo anche per questo!” rispose sicuro l’uomo dalle ciocche verdi baciandogli la fronte, in risposta ricevette un sorriso timido.
“Siete quasi stomachevoli per quanto siete schifosamente romantici” l’asiatico si lasciò andare contro lo stipite della porta e li osservò con un sorriso malandrino dipinto sulle belle labbra, Ragnor rise e Raphael sbuffò entrando in casa senza chiedere il permesso.
“Ne riparleremo quando incontrerai anche tu la tua anima gemella” disse invece Ragnor appoggiando una mano sulla spalla dell’amico prima di trascinarlo all’interno dell’appartamento.
Magnus rise e si sedette sul divano di pelle nera al centro del salotto, Ragnor prese posto di fianco a Raphael, “Non sto scherzando, Mags” continuò il ragazzo dai capelli verdi mentre intrecciava le dita con quelle del messicano, che non tardò a ricambiare la presa.
“Va bene, va bene” rispose l’asiatico con un gesto rapido della mano, “Quando avrò anch’io le visioni, te lo dirò!”
“Ne sono certo” disse convinto Ragnor con un sorriso, Magnus non poté evitare di imitare il suo gesto mentre si passava una mano inanellata tra i capelli scuri.
Ricordava dei minimi dettagli il giorno che il suo migliore amico ebbe la prima visione sulla sua anima gemella: stavano sistemando gli ultimi quadri per una mostra di arte moderna e Ragnor si bloccò di colpo, lo sguardo fisso davanti a sé anche se realmente non stava osservando il dipinto, ma un’immagine nella sua mente.
Quando la visione finì, si volto trepidante verso Magnus che lo guardava in attesa e disse solo: “Devo andare. Lui mi sta aspettando!” senza aspettare una risposta da parte dell’asiatico abbandonò l'opera sul tavolo ed se ne andò velocemente dalla galleria per farvi ritorno solo il giorno seguente mano nella mano con un messicano dallo sguardo duro ed annoiato, espressione che nel momento in cui si voltava verso il suo amico di sempre, cambiava totalmente. 
Perchè quando Raphael guardava Ragnor, le sue iridi si illuminavo e la sua solita aria da "odio tutti" lasciava il posto ed uno sguardo di adorazione pura. 
Magnus sapeva che prima o poi sarebbe capitato anche a lui e nel profondo sapeva che il suo cuore non aspettava altro che incontrare la persona, uomo o donna che fosse, che gli avrebbe fatto provare quel senso di completezza e di profondo amore che solo un’anima gemella era in grado di fare.
Lo vedeva in Ragnor e Raphael, in Aline ed Helen e lo aveva visto in sua madre e suo padre, che dopo la morte della sua Anne non era più stato lo stesso uomo che aveva conosciuto e si era lasciato andare fino a quando il dolore ed il senso di quella perdita improvvisa l’avevano spento. 
Magnus sospirò mentre allungava le dita per accarezzare Chairmain Meow che si era avvicinato per acciambellarsi su un cuscino colorato. 
Doveva solo avere pazienza, sarebbe arrivato anche il suo momento.
  
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