Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: vamp91    16/01/2019    1 recensioni
La stanza intorno a me iniziò a vorticare; tutto si fece confuso. L'unica cosa ben definita era il palco. Tutto il resto scomparve; c'eravamo solo io, lui e la musica. La sua voce roca, profonda e sensuale era qualcosa di indescrivibile. Ne avevo sentite tante, ma mai come quella. Stava risvegliando in me emozioni che avevo deciso di reprimere da tempo. Le note mi penetrarono fin nelle ossa, facendomi fremere...
(Se le mie storie vi piacciono commentate e fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie a tutti)
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nei giorni seguenti avevo subito degli interrogatori da parte di Chris. Voleva sapere cos’era successo di tanto grave da farmi lasciare la festa senza salutarlo.
Come al solito non avevo raccontato nulla riguardo a Ian e al nostro piccolo “incidente”. Avevo deciso di metterci definitivamente una pietra sopra. Sebbene non fosse arrivato fino in fondo, Ian era imprevedibile e non aveva freni. In poche parole era pericoloso averci a che fare. Quindi lo avrei trattato come qualsiasi altra persona, tenendolo alla larga e soprattutto cercando di non restare mai sola con lui.
Avevo analizzato a mente lucida l’accaduto, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo ad aver paura di lui. Forse qualcosa non andava in me. Mi attraeva in un modo mai provato prima.
- Devi togliertelo dalla testa!- avevo ordinato a me stessa; ma per quanto ci provassi ripensavo alle sue labbra sulle mie. Erano morbidissime e sapevano leggermente di alcol. Avevo fantasticato diverse volte su come sarebbe stato essere baciata da Ian, ma la realtà mi aveva spiazzata. Avere consapevolezza del suo corpo robusto, caldo che premeva contro di me era tutt’altra cosa. La mia mente era andata oltre; mi ero chiesta come sarebbe stato se lo avessi lasciato fare... di sicuro sarebbe stato intenso, come ci si aspetterebbe da un tipo del genere. Rivedevo il suo petto nudo, sentivo il suo respiro sulla pelle e la sua voce roca dirmi che mi voleva.
Ma più di tutto immaginavo come sarebbe stato stare insieme a lui, condividere le nostre vite; il che mi faceva capire che ormai non era solo semplice attrazione, ma che provavo qualcosa di più.
Forse era proprio questo il mio problema più grande. Avrei voluto che mi vedesse diversamente dalle altre ragazze; volevo essere speciale, tanto da averlo tutto per me. Ma sapevo già che una cosa del genere era impossibile. Una persona non può cambiare da un giorno all’altro e io non ero disposta ad essere di nuovo presa in giro.
Mi trovavo a un punto morto. Anche se fossi uscita con qualcun’altro sapevo che avrei sempre fatto il confronto con Ian.
Quindi l’unica soluzione che ero riuscita a trovare era quella di starmene da sola, evitare gli appuntamenti e di non avere a che fare con qualsiasi cosa riguardasse Ian.
Ovviamente il fatto che Chris fosse un suo amico mi rendeva il compito più difficile, perciò decisi di dirgli una mezza verità.
“Ok... ti dirò perché sono andata via...” dissi sospirando dopo una settimana di domande senza tregua.
Lui fece un gran sorriso e si portò una mano all’orecchio. “Ti ascolto”.
“A quanto pare Ian é interessato a me”
Chris mi guardò alzando un sopracciglio. “ Dimmi qualcosa che già non so”.
Esitai; non volevo che litigassero per causa mia.
“Durante la festa mi ha fatto capire chiaramente cosa vorrebbe da me... mi ha ricordato tantissimo Dean...” sospirai cercando di impietosirlo. Sembrò funzionare.
“Sai bene com’é fatto Ian, non vuole di certo un rapporto stabile e per quanto possa essere attratta da lui questo suo lato non mi piace, mi fa rivivere esperienze che vorrei dimenticare..”
Chris rimase in silenzio, riflettendo su ciò che avevo rivelato. “Capisco come ti senti; il suo comportamento disinteressato ti ferisce e ti fa ricordare eventi spiacevoli...”
“Esatto. Non voglio essere il giocattolo di nessuno...”
“Ian... ha fatto qualcosa di male?”
Alzai gli occhi di scatto.
“Perché se é così lo ammazzo quello stronzo!” disse stringendo il pugno.
 Chris lo conosceva meglio di chiunque altro, non c’erano dubbi.
“No”, mi affrettai a mentire “Non ha fatto nulla di che; mi ha punzecchiato come al solito ma nient’altro. Il fatto é che volevo dirtelo così da farti evitare di farci incontrare...”
Sapevo che ritrovarci sempre con Ian durante le pause pranzo non era pura casualità ma un piano escogitato da Chris affinché noi potessimo parlare.
“Ricevuto” disse serio. “ E per quanto riguarda Jeff? Non hai nulla da dire?” di nuovo il suo tono diventò allegro.
“Beh ci siamo scambiati i numeri... insomma ha insistito” borbottai.
“Lo chiamerai?”
“Non lo so, del resto fa parte della band ed é anche amico di Ian... magari non é una buona idea”.
“A me sembrano solo scuse... Sei tu a dover decidere, né io né nessun’altro abbiamo il diritto di intrometterci nella tua vita”.
“Quando parli così sei così saggio...” lo presi in giro, alleggerendo la conversazione.
Chris sorrise, ero proprio fortunata ad aver trovato un amico del genere.
Ero ancora indecisa sul da farsi, quindi mi stupii molto quando il mio telefono squillò quel pomeriggio.
“Megan? Sono Jeff!”
Ah...
“So di aver promesso che avrei aspettato una tua chiamata, ma non ho resistito” lo sentì sorridere.
“Chissà perché la cosa non mi stupisce” risposi. Ma non ne ero arrabbiata o infastidita, sembrava un bravo ragazzo.
“Beh ho aspettato un’intera settimana in fondo. Avrei voluto chiamarti il giorno dopo la festa, ma non sarei stato credibile” sembrava un po’ in imbarazzo. Era davvero carino.
“Ti va di berci un caffè?”
Rimasi in silenzio. Ero combattuta... che cosa dovevo fare?
“Megan?”
“Ci sono” risposi scuotendomi. “Ecco io... non so se sia una buona idea...”
“Senza impegno, ricordi?” sorrise ancora “Solo due chiacchiere; e per dimostrarti che non é un appuntamento verrò in tuta da jogging”
Scoppiai a ridere, non riuscivo a immaginarlo con quei vestiti. “Me lo prometti?” lo provocai.
“Beh, non sono un tipo sportivo, quindi non ho una tuta da jogging, ma se ti fa sentire più a tuo agio posso comprarne una” ovviamente scherzava, ma stetti al gioco.
“ Oh dio no, sai che imbarazzo prendere un caffè con un tipo conciato in quel modo!”
“Allora vada per qualcosa di più ordinario. Che ne dici di trovarci da starbucks tra un’ora?”
“Ci sto”. Mi piaceva Jeff, mi faceva sentire allegra e spensierata.
“A dopo allora. Sarò quello in tuta da jogging”.
Chiusi la chiamata mentre ancora ridevo.
E addio l’idea di non avere appuntamenti! Alzai gli occhi, certo che ero proprio pessima.
-Ma non é un appuntamento- pensai mentre indossavo i jeans.
Jeff sarebbe potuto diventare un buon amico come Chris in fondo, ma non lo avrei mai saputo se non lo frequentavo.
45 minuti dopo mi dirigevo correndo verso il bar. Sapevo di non essere ancora in ritardo, ma dovevo sbrigarmi. Quell’invito non mi aveva messo addosso la stessa pressione di quello con Dylan; forse perché non avevo nessuna aspettativa.
Jeff se ne stava davanti la porta, le mani in tasca. Aveva legato i capelli in un codino lasciando sciolti quelli più lunghi. Sembrava molto diverso dalla festa, più carino. Forse voleva apparire come se non avesse fatto caso a ciò che indossava, ma si vedeva che aveva curato molto il suo look.
Non appena mi vide si aprì in un gran sorriso e mi salutò con la mano.
“Ce l’hai fatta” disse avvicinandosi.
“Giusto in tempo” risposi riprendendo fiato.
Proprio in quel momento mi passarono accanto due ragazze meno che diciottenni e le senti sussurrare “Che figo!... dici che é il suo ragazzo?”
“Molto probabile...”
Mi irrigidii un po’, ma forse era così che apparivamo agli occhi della gente. Lui aveva notato la mia espressione quindi cercò di dire qualcosa per alleggerire la tensione.
“Scusa ma al negozio avevano finito le tute da jogging”
Sorrisi; era bravo a mettere a proprio agio la gente. “Che peccato...”
Anche lui si aprì in un sorriso genuino; per quanto mi costasse ammetterlo Jeff era proprio un bel ragazzo. Perché la cosa mi sembrava così strana? Mi ero focalizzata troppo su Ian, ignorando che anche questo altro membro della band fosse bello e carismatico. Guardandolo con gli occhi di una sconosciuta sapevo bene che cosa vedessero in lui. Un ragazzo sui 27 anni, alto, muscoloso ma non in modo esagerato; lunghi capelli castani legati in maniera tale da sembrare un po’ ribelle, ma non trasandato.
-E con un bel sedere- pensai osservandolo mentre andavamo al tavolo.
Se poi ci aggiungevamo anche il fatto che era un musicista, allora era logico immaginare che avesse anche lui una schiera di donne che gli andavano dietro.
Jeff non sembrava curarsi degli sguardi delle ragazze e si focalizzò su di me. “Va bene qui?” chiese indicando un tavolo laterale. Era appartato tanto da poter discutere senza che altri potessero sentire, ma allo stesso tempo non era isolato.
“Perfetto” e lo era davvero. Odiavo stare al centro dell’attenzione.
Dopo aver ordinato i caffè Jeff iniziò.
“Suppongo che la mia chiamata ti abbia un po’ scombussolata..”
“Beh, mi ha sorpresa, ma un po’ mi aspettavo che non avresti mantenuto la promessa”.
“Ci ho provato” si scusò alzando le mani.
Risi.
“Hai un bel sorriso” osservò. I suoi occhi mi scrutavano come a voler carpire qualcosa di nascosto.
“Grazie...” ero un po’ in imbarazzo. Diceva che non era un appuntamento ma magari ci sperava.
“Come ho fatto a non accorgermi di te che litigavi con Ian al concerto?” chiese “scommetto che gli hai tenuto testa”.
“beh, abbastanza...” non volevo parlare di lui.
“Ha chiesto a Chris che cosa aveva la sua amica per lasciare la sala prima che finissimo... quindi si riferiva a di te..”
Sapevo che Ian si era accorto della mia fuga dal locale, ma non pensavo che avesse chiesto a Chris di me alla fine.
“Il suo ego non ha retto il fatto che non mi piacesse la sua musica magari...” ironizzai.
“Così mi ferisci... ricordati che sono un membro della band” sorrideva mentre lo diceva.
“Scherzavo, in realtà non siete per niente male” ed era davvero così. Come gruppo sembravano molto uniti; Ian poi era un chitarrista e un cantante eccezionale. La sua voce era qualcosa di straordinario.
“Avete molte fan comunque”.
“Si, ma non so se sia per la nostra musica o per il nostro aspetto. Insomma Ian rimorchia tantissimo con questa storia del bel cantante tenebroso”.
Già... lo sospettavo. Una fitta al cuore mi fece mancare il respiro per un secondo; sperai che Jeff non se ne accorgesse.
“E tu?” chiesi per distrarlo “anche tu hai molte fan?”
Fece mezzo sorriso, come a voler dire  – si, ma non è colpa mia –
“Qualcuna...”
“Ti ho messo in imbarazzo?” chiesi sorpresa.
“No, no. Non sono il tipo che si imbarazza per queste cose. Mi chiedevo soltanto quanti ammiratori avessi tu”
Mi guardò così intensamente che sembrò perforarmi da parte a parte.
“Nessuno...” borbottai.
“Non ci credo. Una bella ragazza come te che non ha qualcuno dietro...” era davvero interessato. Di certo non potevo parlargli di Ian.
“Beh, si un tipo c’era... siamo usciti una volta ma non ha funzionato...” non volevo entrare nei dettagli, non era giusto nei confronti di Dylan.
“Capisco...” era pensieroso. Chissà cosa gli passava per la testa.
“Forse non avevi le giuste intenzioni per far si che funzionasse..?”
Era un’ottima domanda; anzi aveva fatto centro.
“Forse...” dissi sorseggiando il mio caffè “Diciamo che sono stata convinta ad accettare, cioè lui è un bravo ragazzo ma non mi sentivo ancora pronta”
Perché mi stavo lasciando andare così con lui? Certo non stavo rivelando nulla di così personale, ma stavo comunque parlando della mia vita sentimentale.
“Brutte esperienze?” adesso sembrava dispiaciuto.
“Chi non le ha” risposi “basta saperne uscire però...”
“E non rifare gli stessi errori” aggiunse lui.
Si, questo era un ottimo consiglio.
Restammo a chiacchierare per tutto il pomeriggio, fin quando non mi accorsi che si era fatto buio.
“Accidenti, é davvero tardi” dissi alzandomi di scatto.
“Scusa, ti ho trattenuta troppo, avrai degli impegni...”
“No, nessun impegno”. Risposi cercando il portafogli nella borsa.
Jeff mi afferrò il polso bloccandomi. “So che non é un vero appuntamento, ma mi sentirei un verme se non ti pagassi il caffè. Concedimi almeno questo”.
“va bene...” mi aveva spiazzata. Questo ragazzo che sul palco diventava una furia adesso si dimostrava dolce e gentile. Mai giudicare un libro dalla copertina... Beh, ad eccezione di qualcuno... no, non dovevo pensare a lui.
“Sono stata bene oggi” dissi uscendo dal bar.
“Sono contento, anche per me é lo stesso”.
Mi fissava, ma non dava segno di volersene andare.
“Senti non prenderlo come qualcosa con un secondo fine, ma vorrei accompagnarti a casa; fa freddo ed é già buio, non vorrei incappassi in qualche problema...”
Esitai, non sapendo cosa rispondere.
“sono in buona fede” esclamò facendo un sorriso angelico.
“Ok... forse é meglio, la sera non mi piace andare in giro da sola”.
Jeff sorrise e si incamminò accanto a me. Continuammo a parlare ridendo per qualsiasi cosa. Mi sentivo stranamente sollevata in sua presenza. Non dovevo stare in guardia così come quando ero con Ian, né mi sentivo in imbarazzo come quando ero uscita con Dylan.
“Ho la moto qui dietro...”
“Questa è tua?” chiesi elettrizzata. Mi erano sempre piaciute le moto.
“Si, la mia piccolina...” la accarezzò con delicatezza.
“Ora capisco perché non hai una ragazza... sanno che non possono competere...” risi.
“Hai indovinato”. Jeff mi porse il casco e mise in moto. Era da tanto tempo che non ci salivo, ma il rombo del motore fu qualcosa di familiare.
Mentre sfrecciava per le strade della città mi soffermai a ripensare alla giornata. La mia indecisione iniziale aveva lasciato subito il posto alla spensieratezza.
Questo ragazzo era stato davvero una sorprendente rivelazione.
Mi aveva fatto dimenticare i problemi e le preoccupazioni, facendomi sentire più me stessa e a mio agio.
“Tu vivi qui?” chiese spegnendo il motore.
“Si” risposi togliendomi il casco.
“l’affitto ti costerà una fortuna” esclamò.
Un nodo in gola mi impedii per un attimo di rispondere, ma mi ripresi in fretta “ avevo qualcosa da parte, quindi non é un problema”.
Jeff sorrise, ma non chiese altro. Gliene fui davvero grata. Ecco un altro dei suoi pregi, non era impiccione. Sapeva ascoltare, ma non curiosava mai negli affari degli altri.
“Allora vado... grazie ancora per oggi”
“Non aspettare troppo a richiamarmi” esclamò. Sorrise e poi sparì dietro l’angolo.
Mi sentivo davvero bene; come una dodicenne alla prima cotta. Entrai in casa sorridendo come un ebete. Presi il cellulare per avvertire Chris, ma mi bloccai. Sullo schermo appariva l’icona di un messaggio. Numero sconosciuto. Chi mai poteva essere?
Lo aprii esitando.
“Sono Ian”... il mio cuore smise di battere. Ian? Come aveva fatto ad avere il mio numero?
“CHRIS!” urlai furiosa. Ma ormai il danno era fatto. Continuai a leggere.
“So che probabilmente non vorrai più avere a che fare con me, ma vorrei incontrarti. Speravo fossi libera oggi ma va bene qualsiasi altro giorno. Chiamami, o mandami un SMS... insomma fatti viva. Ciao”.
Mi accasciai sul letto, senza forze. Avevo appena passato un bellissimo pomeriggio, cominciando a credere di poter dimenticare Ian, quando ecco che spuntava fuori. Che cosa aveva in mente adesso? Perché voleva incontrarmi?
Forse avrei dovuto dargli un’occasione. In fondo non mi aveva fatto del male. Ma a che pro? La cosa mi preoccupava parecchio. E se mi avesse portata in qualche posto isolato? Se non si fosse ancora arreso? Sembrava davvero dispiaciuto alla festa, ma chi poteva mai saperlo?
Non avrei risposto. Era meglio così.
Quella sera sotto le coperte rilessi quel maledetto messaggio decine di volte prima di addormentarmi esausta. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: vamp91