Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Nathan05    17/01/2019    1 recensioni
Ero eccitatissimo per la mia prima vacanza in Giappone, un sogno divenuto realtà. Ma sarà un fortunoso ritrovamento a rendere la mia vacanza davvero indimenticabile: un diario segreto che mi permetterà di entrare nell'animo del suo autore, un ragazzino amante del calcio.
DISCLAIMER: i personaggi di "Capitan Tsubasa" appartengono al creatore Yoichi Takahashi. Possibile allerta spoiler per chi sta seguendo l'anime "Capitan Tsubasa" (2018), al quale si collega questa storia. Il seguito è un'elaborazione dell'autore basata anche su Boku wa Misaki Taro. Non leggete la storia se siete infastiditi da relazioni amorose / sentimentali tra personaggi minorenni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO XIX – Dalla parte di Taro

Il mio tempo in Giappone stava quasi per scadere, ma avevo ancora tante cose da scoprire. Dovevo indagare, dovevo assolutamente finire di leggere il diario. E poi avevo una gran voglia di incontrare sia Taro che Tsubasa, di sapere qual era stata l'evoluzione del loro rapporto, ma anche di scoprire dove si trovasse ora Taro, che certamente non era più a Nankatsu. Forse avrei dovuto convincere i miei genitori a prolungare il nostro soggiorno nipponico? Intanto decido: leggo ancora qualche pagina questa sera, poi domani vado alla scuola media di Nankatsu. Magari incontro Tsubasa o raccolgo qualche informazione importante.

13 LUGLIO 2018

Oggi eravamo all'uscita da scuola, io e Tsubasa. Ancora non gli avevo detto nulla della storia bigliettino, né delle conversazioni che avevo avuto con Wakabayashi ed Ishizaki. C'era troppa gente. Vedo un chiosco dei gelati dall'altra parte della strada: “Gelato?” dico, indicando il chiosco. Tsubasa annuisce, così riesco a portarlo fuori dalla calca. Troviamo un posto tranquillo per sederci, sotto un albero, come piace a noi.

Tsubasa era seduto accanto a me che leccava il suo gelato alla fragola. Quella sola immagine è bastata a risvegliare immediatamente gli aspetti più focosi della mia attrazione per lui. Era sempre così sensuale quando leccava il gelato, o stava accentuando i movimenti della lingua per me? Ok, mi sto di nuovo lasciando andare. Torno con i piedi per terra. “Come va con Sanae?”. Non so neanche perché ho attaccato la conversazione così, parlando proprio di lei. “Insomma, è ancora arrabbiata. Mi ha detto che io e te passiamo troppo tempo insieme”. Oramai avevo imparato a mantenere la calma in quei momenti. Tsubasa era lì, seduto accanto a me. Aveva scelto di passare quel tempo con me, e non con lei. Non c'era bisogno di agitarsi o di ingelosirsi. 
“Tu che hai detto?”.
“Ho detto che mi piace passare il tempo con te, quindi è normale che stiamo tanto tempo insieme”.
“Anche a me piace stare con te”, rilancio. “Ma perché è arrabbiata? Vuole che passi il tempo con lei?”
“Penso di sì. Ma non saprei cosa fare tutto quel tempo con lei. Con te invece non mi annoio mai”.
“Non ce la vedo Sanae a giocare tre ore consecutive a calcio”, sdrammatizzo. Tsubasa sorride.
Era venuto il momento. “Qualche giorno fa ho trovato un biglietto...”, inizio a raccontare tutto, o quasi. Dico del biglietto, ma non del fatto che stava girando la voce insistente che io fossi effettivamente gay. Racconto della confessione di Ishizaki.
“È stata colpa mia, che ti ho baciato in quel modo...”, dice Tsubasa. 
“No...” lo interrompo. “Non avevo mai baciato nessuno, prima a poi doveva capitare... e poi mi è piaciuto”. Aspetta... cosa avevo appena detto? E ora come reagirà? Mi è scappato...
“Anche a me”. Pausa. “È stato il primo bacio”.

Restiamo, come al solito, seduti accanto senza dire più niente. Era quasi ora di andare all'allenamento, Tsubasa si alza. “Taro, io sarò sempre dalla tua parte. Adesso andiamo”. Anche io – penso – sarò sempre dalla tua parte.

14 LUGLIO 2018

Non mi aspettavo che Tsubasa prendesse un'iniziativa del genere. A ricreazione, andiamo in cortile insieme, come al solito. Tsuyoshi Oda stava seduto insieme ad altri due nostri compagni di scuola, Masato Nakazato e Hiroshi Nagano. “Oda”, Tsubasa lo chiama con un tono serio. Lui si avvicina: “Sei stato tu?”. Cavolo, non volevo che succedesse così. Oda non risponde, aveva capito perfettamente e si era già arreso. Mostra la sua resa abbassando mestamente la testa, come a volersi nascondere per la vergogna. “Se offendi Taro, offendi anche me”, rincara Tsubasa. Oda era totalmente imbarazzato da quella situazione, tanto quanto lo ero io. Sussurra delle scuse. “Sono molto deluso”, conclude Tsubasa. Non lo avevo mai visto così deciso e determinato fuori da un campo di calcio. Ci allontaniamo insieme, in quel momento sento la mano di Tsubasa che sfiora la mia. Non so se sia stato un caso, o se l'abbia fatto di proposito. Sarà sempre dalla mia parte, e me l'aveva appena dimostrato.

   
 
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