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Autore: MissRosalie42    17/01/2019    1 recensioni
Skam Italia.
Il titolo, Aspettando Marzo, spiega proprio perché la sto scrivendo. Pubblicherò un capitolo al giorno, fino a marzo, come se fossero clip, parlando di come la vita andrà avanti per tutti i personaggi, da un punto di vista esterno, quindi saranno tutti protagonisti a capitoli alterni.
Cercherò di non fare spoiler per chi non ha visto Skam norvegese.
Coppie che troverete sicuramente: Martino e Niccolò, Giovanni e Eva, Eleonora e Edoardo, Elia e Filippo, ma ce ne saranno anche altre (ad esempio penso di aggiungere Silvia e Luchino).
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo ventotto
Aiutare gli amici
17 gennaio
 
“Lo hai già visto?” chiese Spera.
“No, il padre me lo ha detto stamattina mentre ero già in classe” rispose Martino. Tamburellava nervosamente con il piede, non riusciva a fermarsi.
La sera prima Niccolò era stato male e, quando quella mattina Martino aveva ricevuto la telefonata del signor Fares, si era agitato molto, così gli amici durante l’intervallo lo avevano portato da Spera.
“Secondo me lo ha fatto apposta, altrimenti di sicuro avresti saltato la scuola senza motivo” disse Giovanni.
Matino si voltò verso di lui. “Senza motivo?” chiese, irritato.
“Marti, non puoi farti bocciare” disse Luchino. “Hai già fatto un sacco di assenze.”
“Non avrebbe senso saltare la scuola ogni volta che sta male, non puoi farci niente, non sei il suo medico” aggiunse Elia, cercando di farlo ragionare.
“Tanto ci hai parlato al telefono, no?” domandò Gio.
Martino annuì. “Tre volte.”
“In tre ore” specificò Gio. “E hai già detto che vai da lui immediatamente appena usciamo da qui.”
Martino annuì di nuovo, ma sembrava ancora indispettito. A volte si sentiva molto solo nell’affrontare la situazione con Niccolò. Sapeva che gli amici gli volevano bene, ma a volte sembrava che non capissero al cento per cento. Forse perché non erano loro quelli innamorati e che affogavano nella preoccupazione ogni volta che non ricevevano la risposta a un messaggio entro due minuti.
Era sbagliato, e Martino lo sapeva, ma faceva davvero molta fatica a non preoccuparsi. Non lo dava a vedere di fronte a Nico, ovviamente, ma era difficile.
Giovanni gli mise una mano sulla spalla. “Lo sai che non lo diciamo con cattiveria.”
“Lui ci piace” confermò Luchino.
“Ma non puoi mandare a puttane la tua vita se non è necessario” disse Elia. Ormai neppure si scusavano più con lo psicologo per le brutte parole.
“Di sicuro Niccolò non vorrebbe che venissi bocciato per colpa sua. La cosa lo farebbe stare una merda” concluse Gio.
Fu questo, più di tutto il resto, a calmare Martino. Gio aveva ragione, e Nico gli aveva detto mille volte che non voleva essere trattato come un paziente da lui. Guardò uno ad uno gli amici, poi fermò lo sguardo sul dottor Spera, con aria interrogativa. Ormai si fidava di lui ciecamente. Che differenza rispetto al loro primo incontro!
“Beh, mi pare che abbiano già detto tutto loro” gli disse lo psicologo con un sorriso.
Marti si stropicciò gli occhi. “Scusate” disse, mortificato.
“Tranquillo, zì” lo rassicurò Elia, mettendogli la mano sull’altra spalla.
“Ti ho preso una cosa” disse il dottore. Si abbassò per aprire un cassetto e ne tirò fuori un paio di libri, che posò sulla cattedra e spinse verso Martino.
“Cosa sono?” domandò Luchino, sporgendosi per leggere i titoli.
“Libri universitari. Forse potranno rispondere a qualche tua domanda e preoccupazione sul disturbo di Niccolò. Preferisco che consulti questi piuttosto di vederti andare su internet.”
“Namacissi!” esclamò Luchino.
“Namacissi” ripeté Spera con serietà.
Martino ne prese uno e cominciò a sfogliarlo. Si fermò su una pagina e lesse un paragrafo.
“Non ci capisco un cazzo” disse con una smorfia di disperazione.
“Dai, zì. Ti aiutiamo noi. Quattro teste sono meglio di una” disse Gio.
“Però ragazzi, mi raccomando” intervenne Spera. “Se avete dei dubbi venite da me, oppure parlatene con i genitori del ragazzo. Questi libri servono a chiarirvi le idee in linea generale, ma non ci troverete delle verità assolute, là dentro. Mi sono spiegato?”
I quattro ragazzi annuirono all’unisono.
“Grazie” disse Marti.
Spera sorrise.
 
Un minuto dopo lo psicologo andò a prendersi un caffè e li lasciò di nuovo a fare l’esercizio di fiducia.
Elia, in piedi e appoggiato alla cattedra, chiese invece di poter parlare.
Era molto nervoso e finalmente capì perché era stato così difficile per Martino confidarsi con tutti loro.
“Sicuro, zì. Spara” fece Giovanni, abbandonandosi contro il muro con una spalla.
Luchino tornò a sedersi e Martino restò in piedi al centro della stanza, interrogandolo con lo sguardo.
Elia annuì e Marti sorrise.
“E allora?” Giovanni spostò lo sguardo dall’uno all’altro.
“Niente, regà. Vi devo confessare una cosa.”
“Sei gay pure tu!” disse Luchino, spalancando gli occhi.
Elia rise. “Quasi…” rispose.

Fine capitolo ventotto
 
(Prima di andare avanti con la fanfiction volevo dirvi che non scriverò mai un capitolo con Niccolò che sta male, ma ne parlerò sempre indirettamente come in questo caso. Non sono un’esperta sull'argomento e preferisco non scrivere nulla che potrebbe rivelarsi inadatto, offensivo, fuorviante e inaccurato.)
   
 
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