Capitolo 3
Una compagna di viaggio e le quattro case
 

 
Eleanor guardò la ragazza e la trovò carina: pelle leggermente abbronzata, lunghi capelli lisci di un castano chiaro, quasi biondi, fermati da un cerchietto viola, con due ciuffi mossi che le ricadevano davanti al viso dai grandi occhi marroni, naso dritto e labbra a forma di cuore.

Indossava un ampio maglione color viola scura, col colletto grande a quadretti color bianco e viola chiaro, dei pantaloni blu scuro corti fino alle ginocchia, calze dello stesso viola chiaro del colletto e scarpe nere.
Stava sorridendo, con aria gentile e cordiale.

“Ehm, certo” rispose lei, un po’ imbarazzata.

“Grazie.”

Si sedette comodamente sul sedile di fronte a lei, senza smettere neppure un momento di sorridere.
Eleanor si sentì un poco a disagio, non tanto per la presenza della ragazza, ma per se stessa. Non sapeva se parlare o meno - e, in caso, su come fare ad attaccare bottone.

Insomma, non capiva se dovesse iniziare un dialogo oppure fare finta di nulla. Questi pensieri la fecero sentire molto a disagio. Non era mai stata brava a fare nuove amicizie, e lo era diventata ancor meno dopo le sue brutte esperienze.

Ma tutte le sue paure infondate furono bruscamente spazzate via da quella ragazza, che sorrise dicendo: “Comunque, mi chiamo Alice Carroll.”

Eleanor ricambiò con aria stupita il suo sorriso, rispondendo: “Io, invece, mi chiamo Elisabeth Eleanor Wonder. Però tutti mi chiamano semplicemente Eleanor.”

“Piacere di conoscerti, Eleanor.” Le porse la mano tesa.

“Anche per me, Alice.”

Si strinsero le mani, sorridendosi a vicenda e provando un certo senso di simpatia reciproca. O, almeno, così sperava la ragazzina.

Non appena si furono lasciate andare, Alice chiese subito: “Allora, è il tuo primo anno ad Hogwarts, dico bene?”

“Sì" rispose Eleanor. "È il mio primo anno di scuola. E, te lo confesso, non so proprio che cosa aspettarmi.”

“Be', nemmeno io. Anche se i miei genitori stanno già facendo scommesse su quale sarà la mia futura casa!” e rise divertita.

Eleanor la guardò perplessa per quella reazione, pensando: “Casa? Quale ‘casa’?”

“Mia madre sostiene che diventerò una fiera Corvonero, proprio come lei. Mio padre, al contrario, giura e spergiura che sarei una perfetta ed orgogliosa Grifodoro, esattamente come lui e le sue sorelle.” E continuò a ridere allegramente.

Eleanor rimase zitta per qualche secondo, guardando la sua nuova amica ridacchiare e non capendo assolutamente di che cosa stesse parlando. Così, dopo un momento di imbarazzo, domandò: “Scusa, ma che cosa sono un Grifodoro o un Corvonero? E che cosa intendi dire con ‘futura casa’?”

Alice la studiò con aria inespressiva e incerta. Poi, però, interpretando correttamente lo sguardo confuso della ragazza, fece un nuovo sorriso e rispose con sicurezza: “Oh, ho capito! Tu sei una nata babbana!”

“Una... nata cosa?”

“Una nata babbana!”

Alice spiegò che veniva definita in questo modo una strega nata da una famiglia di persone babbane, ossia persone prive di poteri magici. Spiegò anche la differenza dai mezzosangue, cioè maghi o streghe nati da matrimoni in cui solo uno dei due genitori era dotato di poteri magici.

“E tu, sei una… strega completa?” domandò Eleanor, un po’ confusa da tutte quelle strane nozioni.

“Be', sì" rispose Alice, facendo spallucce. "La mia famiglia ha origini purosangue, nel senso che era composta di soli maghi, un tempo. Ma, ormai, i maghi puri sono rimasti in pochi e, infatti, la maggior parte dei miei parenti si è sposata con mezzosangue o con babbani". Fece un sorriso rassicurante, poi aggiunse: "Come ho detto, i veri maghi ‘purosangue’ sono ormai molto rari, e quasi nessuno ci fa più caso.”

Eleanor si sentì tranquillizzata e più interessata al mondo magico.

“E, invece, che cosa sarebbero le case?”

“Le quattro case di Hogwarts, naturalmente: Corvonero, Serpeverde, Grifodoro e Tassorosso.”

“E a che cosa servono?” domandò ancora, anelante di saperne il più possibile nei riguardi di ciò che, per lei, era una completa novità.

“Beh, per suddividere gli studenti. Sono state create dai quattro fondatori di Hogwarts. E, in base alle qualità dei futuri studenti, ciascuno di noi sarà smistato nella casa e, quindi nel dormitorio, più adatti.”

  E, in breve, le spiegò anche come fossero gestiti i punti, necessari per poter vincere, a fine anno, la Coppa delle Case.

Eleanor meditò su quelle parole, cercando di capire quel discorso. Alla fine, però, dovette gettare la spugna.

“Sinceramente, tutto questo non ha molto senso, per me” ammise, con un sorrisetto mesto.

Alice rise un po’ divertita dalla sua espressione confusa, rispondendo: “Lo so, ma quando si celebrerà il banchetto di inizio anno, capirai e avrà tutto più senso.” Le rivolse un nuovo sorriso rassicurante, che Eleanor ricambiò.

Dopo qualche secondo di silenzio, lei domandò ancora: “Comunque, tu di dove sei?”

“Upper Slaughter. Un piccolo villaggio nel distretto del Gloucestershire. Vi si trova una piccola comunità di maghi e streghe, ovviamente nascosta dai babbani. È una minuscola cittadina in mezzo al verde, molto antica ma davvero graziosa.”

“Io vengo da Seven Kings, invece. Nel quartiere del borgo londinese di Redbridge. Nulla di che. Un posto abbastanza noioso. Però è vicino a Londra, quindi meglio di niente.”

“Io, invece, sono di Antrim” replicò una voce maschile.

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Note:
Nuovo capitolo! :D
Spero che questa storia vi sia piacendo
sia per la storia che per i presonaggi! :D
Ed ecco l'avatar di Alice!
Grazie per la lettura!
Evola