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Autore: Nox93    24/01/2019    4 recensioni
Questa è una ff ambientata dopo il 7°. Voldemort è caduto e dopo la sua sconfitta Harry scompare nel nulla senza lasciare traccia di se. Ora 7 anni dopo il male è sul punto di tornare. Qualcuno sta cercando di prendere il posto del Signore Oscuro ricreando il suo esercito per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo. Per questo motivo qualcuno sarà costretto a fare ritorno per cambiare la situazione.
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Countdown
 
 
 
 
-No!-
 
-Come sarebbe a dire no?-
 
-Sarebbe a dire no! Non manderò i miei uomini a morire seguendo una strategia completamente fallimentare e azzardata!-
 
-Fallimentare?! Azzardata?! Dobbiamo impedire che quel pazzo risvegli quella…quella cosa! Dobbiamo occupare il campo di battaglia prima che sia lui con il suo esercito a farlo! Dobbiamo anticipare le sue mosse, non andargli dietro come un bambino che insegue una farfalla!-
 
-Perdoni la domanda Preside McGranitt, ma lei esattamente quanti eserciti ha guidato in guerra durante la sua lunga vita?-
 
Quello che era iniziato come un meeting strategico pre-battaglia nell’ufficio della Preside era infine sfociato in un’accesa discussione tra Draco Malfoy, ex Mangiamorte e braccio destro dell’eroe del Mondo Magico, e Minerva McGranitt, preside di Hogwarts ed ex leader dell’Ordine della Fenice. Oltre ai due contendenti nella stanza erano presenti anche Nikolai, Jenny, Kingsley, Neville, Luna, Abeforth e il professor Vitious.
 
 Il gruppetto di persone si era riunito di buon mattino per raccogliere le idee e discutere le possibili strategie per la battaglia che si sarebbe tenuta da lì a poche ore. Draco aveva portato una mappa tridimensionale estremamente accurata di quella che sarebbe stata l’area di scontro:  le rovine di Stonehenge. Il professor Vitious era rimasto estremamente affascinato da quell’artefatto magico. La mappa non era altro che una versione riveduta e migliorata della vecchia mappa dei Malandrini. Draco ed Harry avevano passato mesi a lavora su un prototipo basato sul progetto originale e alla fine erano riusciti a migliorare l’artefatto rendendolo una mappa vera e propria di una qualsiasi regione uno desideri mappare.
 
 Il gruppetto, prima di riunirsi, aveva anche cercato Harry e Hermione senza però riuscire a trovare nessuno dei due, perciò erano stati costretti ad iniziare il meeting strategico senza l’effettivo leader di Veritas. L’incontro era iniziato nel migliore dei modi, con idee e suggerimenti, ma ben presto erano emerse le prime divergenze di opinioni. Ora da alcuni minuti era in corso un acceso scontro di vedute tra la preside e il biondo serpeverde.
 
-Non tollererò ulteriore insolenza da parte sua signor Malfoy!- esclamò la donna alzandosi dalla sedia dietro la scrivania ed ergendosi di fronte all’ex serpeverde.-Lei ha elaborato una strategia che consegnerà al nemico un enorme vantaggio tattico per raggiungere i suoi scopi. Essendo stato smistato in Serpeverde durante la sua giovinezza, mi aspettavo francamente qualcosa di più astuto e meno ottuso da parte sua! Mi domando a cosa pensasse Potter quando ha deciso di affidare a lei il comando militare!- Esclamò la donna pungendo il biondo nel suo orgoglio di serpe.
 
Draco stava decisamente perdendo la calma e la cosa era chiaramente visibile dalla vena che pulsava incessantemente sul suo collo e dal leggero rossore sul suo volto, cosa assai in contrasto con la sua abituale carnagione pallida.
 
Il giovane si passò stancamente le mani sul volto per cercare di riprendere il controllo di se e ritrovare un barlume di serenità. Nella sua testa il biondo si sbizzarrì in un lungo elenco di insulti rivolti al suo ex rivale per la malaugurata idea di affidare a lui il comando. Poi, cercando di non esagerare e di mantenere il contegno che si addice ad un leader, si apprestò a rispondere alla donna.
 
-Quello che sto facendo, relitto d’altro tempi, è concedere ai nostri una possibilità di salvezza nel caso le cose volgessero al peggio!-  Il tentativo di mantenersi calmo e controllato non era riuscito a pieno. Il riferimento alla sua età non piacque all’orgogliosa donna scozzese che assunse il tipico cipiglio da professoressa iraconda che Draco le aveva visto per tanti anni durante la sua vita da studente.
 
-Qual è il problema?- domandò una voce attirando l’attenzione di tutti i presenti e zittendo i due avversari.
 
 Sulla porta dell’ufficio del Preside era comparso Harry Potter, affiancato dalla fedele Hermione Granger. Negli sguardi di entrambi si poteva chiaramente vedere qualcosa di diverso rispetto a qualche ora prima. Nei loro occhi si leggeva qualcosa che non poteva essere descritto in altri modi se non con il termine “ferrea determinazione”.
 
-Ah… alla buon ora! Ti sei deciso a farti vivo, sfregiato!- esclamò Malfoy rivolgendosi all’amico che nel frattempo aveva azzerato la distanza che lo separava dalla scrivania e dalla mappa del campo di battaglia.
 
-Scusa, avevo…delle cose da fare.- esclamò criptico lanciando uno sguardo al quadro di Silente che stava assistendo silenzioso al meeting. L’anziano mago nel dipinto sorrise quando incontrò gli occhi verdi di Harry e fece l’occhiolino.-Allora…che ne dici di aggiornarmi comandante?- domandò il moro dando una pacca sulla spalla alla serpe e osservando la mappa di fronte a se. Draco stava per rispondere ma una voce si inserì nella conversazione prima che il biondo potesse aprire bocca.
 
-Potter, ti prego dimmi che non hai davvero lasciato il comando a lui!- esclamò la McGranitt indicando con un cenno del capo il biondo.
 
-Temo di doverla deludere professoressa. Qualcuno vuole spiegarmi dove sta il problema?- Chiese il moro con voce stanca lanciando un’occhiata ad Hermione che nel frattempo si era portata al suo fianco. La ragazza rispose all’occhiata alzando le spalle e mettendo su uno sguardo che voleva dire “ti tocca, sei tu il capo bello mio!”.
 
 Quella era la cosa che Harry più aveva odiato dell’ex Ordine della Fenice: le discussioni. Da quel che ricordava tutte le riunioni dell’Ordine a cui aveva partecipato, o di cui aveva solo sentito parlare, erano caratterizzate da lunghi diverbi che spesso sfociavano in veri e propri litigi. La cosa sconcertante era che quasi sempre essi terminavano senza che si fosse ottenuto mai nulla di concreto o si fosse proceduto di un solo passo, tutto perfettamente inutile. Ore e ore buttate al vento. Harry ricordava perfettamente la discussione tra Sirius e Molly Weasley sul fatto che lui dovesse essere messo a conoscenza o meno dell’oggetto contenuto nell’Ufficio Misteri.
 
L’Ordine della Fenice non era mai stato una “macchina ben oliata”, anzi era un ferrovecchio arrugginito che perde pezzi e che ha bisogno di riparazioni ogni volta che lo si aziona.
 
Silente aveva fatto sempre il possibile con ciò che aveva, o meglio con ciò che era riuscito a trovare. Per combattere Voldemort si era dovuto affidare alla gente comune: professori, casalinghe, negozianti, impiegati del Ministero e, non ufficialmente, anche qualche studente. L’Ordine della Fenice non poteva contare su ingenti numeri di guerrieri per combattere le armate dell’Oscuro Signore. I migliori combattenti che poteva vantare, oltre a Silente stesso, erano Malocchio Moody, Kingsley e Piton. Questo era uno dei motivi per cui il vecchio Preside aveva sempre cercato di evitare lo scontro diretto contro Riddle, preferendo invece una battaglia d’ingegni.  Harry invece ora poteva contare su un vero e proprio esercito a cui affidarsi per la difesa del mondo. Ora le cose erano ben diverse.
 
-Il signor Malfoy ha elaborato una curiosa strategia militare.- disse la donna lanciando un occhiata all’interessato. - Secondo lui anziché spostare subito le nostre forze e occupare preventivamente le rovine di Stonehenge, per impedire quindi al nemico di iniziare qualsiasi rituale occorra, noi dovremmo aspettare che il nemico si schieri e poi spostare il nostro contingente. Concorderà Potter che è una strategia oltremodo terribile!- terminò la Preside con tono indignato guardando male Draco che rispose fieramente allo sguardo. Se uno sguardo potesse uccidere, Minerva McGranitt sarebbe caduta a terra senza vita in un istante.
 
L’ex serpeverde non aveva mai apprezzato granché la scozzese, nemmeno ai tempi in cui era solo un bambino. Il tono e soprattutto le accuse della Preside non piacquero per niente alla biondo che decise di rompere ogni indugio e forma di riverenza nei confronti della sua vecchia insegnante.
 
-Quello che questa vecchia megera non capisce è che…-
 
-Vecchia megera?! Bada bene a come parli Mangiamorte!-esclamò la donna estraendo la bacchetta con una rapidità impressionante tenuto conto della sua età. Malfoy d’istinto portò la mano verso la tasca interna della giacca dove giaceva pronta all’uso la sua fidata bacchetta. Si fece mentalmente l’appunto di usare maniere non letali. Anni passati a vivere alla giornata come “mercenario” lo avevano portato a vivere secondo il dogma: prima abbatti e poi fai domande.
 
-Minerva! Credo che dovremmo tutti calmarci un secondo!- si intromise Vitious preoccupato che scoppiasse un duello in un ambiente così ristretto.
 
-Ha ragione! Draco riprendi il controllo!- si aggiunse Jenny bloccando il braccio del platinato prima che arrivasse alla tasca interna e lanciandogli uno sguardo eloquente.
 
 I due sembravano non aver minimamente ascoltato i tentativi di riportare la calma e continuavano a fissarsi in cagnesco. Una minima scintilla avrebbe scatenato uno scontro.
 
-Ora basta!-disse Harry calmo ma irradiando autorevolezza e grande energia dal proprio corpo. La magia pulsò potente nella stanza ammutolendo tutti e riportando la quiete. Addirittura i dipinti arrivarono a percepire il potere che emanava il giovane e ne rimasero impressionati. La McGranitt e Vitious si ammutolirono istantaneamente. Era dai tempi in cui Silente e Voldemort erano in vita che non sentivano una tale forza magica palesarsi di fronte  a loro. Harry emanava puro potere grezzo. La magia traboccava da lui come l’acqua che fuoriesce da un vaso stracolmo.
 
Nikolai, Jenny e Draco osservarono attentamente il loro compagno. Loro tre avevano un’idea precisa di cosa fosse in grado di fare la magia di Harry, con gli anni gliene avevano viste di cose. Più qualcosa sembrava impossibile, più lui sembrava in grado di poterla fare. Nonostante quindi la loro notevole esperienza nel relazionarsi con il giovane, i tre avvertirono che qualcosa era cambiato nel loro compagno.
 
Il moro ignorò gli sguardi di tutti, si sporse in avanti poggiando i pugni sul tavolo e prese ad osservare la mappa. I suoi occhi vagarono attentamente per qualche minuto su tutto il campo di battaglia, esaminandone ogni anfratto e sporgenza. La sua mente vagava libera elaborando possibili scenari di scontro, analizzandone ogni minimo aspetto e probabile conseguenza. Era una cosa che il moro aveva imparato a fare durante gli anni di esilio. Estraniarsi da tutto per osservare la situazione con oggettività. Dopo la guerra aveva deciso di smettere di essere la testa calda di un tempo, colui che si getta nella mischia senza riflettere. Harry aveva capito presto che, senza una profezia a “difenderlo”, quel tipo di approccio conduce verso una sola cosa: la morte.
 
 Dopo qualche minuto di riflessione, dove sia lui che Hermione vagliarono ogni aspetto della mappa tridimensionale, il grifone parlò di nuovo.
 
-Hai inviato dei ricognitori sul campo?-
 
-Si..-rispose sintetico Draco spostando i propri occhi tra Harry e la mappa come se fosse un incontro di tennis.
 
-Il responso?-
 
-Per ora nessun movimento degno di nota. Hanno intercettato qualche ricognitore nemico ma sono spariti prima che potessero fare qualcosa. Ora stanno facendo dei turni di guardia ma hanno l’ordine di rientrare se si dove presentare il grosso delle truppe nemiche.- Il grifone continuò ad osservare la mappa di fronte a lui, poi spostò lo sguardo sul biondo.
 
-La tua strategia…-iniziò Harry calmo.-L’hai elaborata pensando a quello che è successo in quelle infernali rovine messicane qualche anno fa vero?- Draco annuì accennando un sorriso al ricordo di una delle loro avventure, così come Nikolai e Jenny. Il leader di Veritas annuì lentamente e tornò a osservare la carta di fronte a lui.
 
-Se loro occupano la zona per primi…- disse iniziando ad indicare la mappa e a fare gesti.-… il circolo si potrebbe limitare solo all’area strettamente vicino ai monoliti e non oltre, il che sarebbe preferibile. Se invece la occupiamo noi e difendiamo le rovine, l’area del circolo sarà molto maggiore. È questo che ti terrorizza vero?- Tutti avevano sguardi piuttosto confusi dopo aver ascoltato le parole di Harry. Tutti tranne i tre compagni del moro.
 
-Esatto. In caso le cose si mettano male meglio poter levare le tende in fretta!- rispose la serpe sbattendo la mano sul tavolo.-  È bello essere capiti ogni tanto, sono quasi commosso sfregiato!- esclamò il biondo fingendo di asciugarsi una lacrima con la mano. Harry annuì col capo e accennò un sorriso.
 
-Qualcuno vuole spiegare per favore!- domandò la McGranitt fissando in cagnesco i due. Il moro fece vagare gli occhi sulla sua ex professoressa e sulle altre persone presenti nella sala. Gli sguardi di tutti erano piuttosto perplessi e curiosi. Harry si grattò il capo con la mano e poi incrociò le braccia, pronto ad iniziare la spiegazione, quasi come se stavolta fosse lui l’insegnante.
 
-Se noi fossimo l’esercito più numeroso, o se almeno eguagliassimo il loro numero, allora la sua strategia sarebbe sensata professoressa. Anzi sarebbe quella da adottare assolutamente.-iniziò il giovane ex grifondoro.-Essendo però che le nostre forze sono nettamente inferiori, la sua strategia ci condurrebbe molto probabilmente a quello che in gergo viene chiamato un “cul de sac”, ovvero una strada senza vie d’uscita. Mi trovo quindi d’accordo al cento per cento con il furetto.-
 
-Perché dici questo?- domandò Neville curioso. La McGranitt non aveva replicato, ma aveva assunto la tipica espressione di chi ha appena ricevuto un ceffone senza motivo. Harry stava per rispondere quando una profonda e solenne voce si intromise.
 
-Hanno paura che il nemico porti con se delle Barriere Anti-Materializzazione.- asserì Kingsley serio osservando la mappa di fronte a lui.-Ti riferivi a questo quando hai usato la parola “circolo” no?- domandò l’Auror. Harry non si stupì che l’uomo avesse capito, c’era un motivo se ora era comandante in capo della Vanguard e prima ancora delle forze Auror.
 
- È una possibilità, ma non è la sola cosa che ci spaventa. Calcolando che abbiamo già avuto modo di vedere come Smirnov si diverta con gli Inferi, penso che potrebbero anche portare delle barriere Necro mobili.-
 
-Barriere Necro mobili?- domandò la voce squillante del professor Vitious con tono sorpreso e al contempo preoccupato.
 
-Già.- si intromise Nikolai.- Una brutta gatta da pelare quelle. Sono un invenzione di noi russi. Si differenziano dalle normali barriere Necro appunto perché non devono essere fisse e non servono esclusivamente come difesa. Solitamente consistono in una grossa roccia su cui viene posizionata una runa di Assorbimento collegata ad una di Caricamento. Questa catena serve poi ad alimentare l’intero complesso runico che il Negromante incide sulla roccia stessa. Più rocce poi vengono collegate tra loro per formare un area ben delimitata. Più grande vuoi l’area, più rocce si devono utilizzare perché non possono essere sistemate a grande distanza l’una dall’altra. Hanno bisogno di una fonte magica che si sposti con loro ovviamente per funzionare ma in questo caso, considerato che il campo di battaglia è un enorme centro di raccoglimento di magia arcana, quello non sarebbe un problema. Le barriere riporterebbero in vita qualsiasi essere vivente morto durante lo scontro e lo porterebbero dalla parte di Smirnov.-spiegò rapido e il russo. Kingsley e Vitious annuirono silenziosi. Entrambi stavano valutando le implicazioni che questa notizia portava con se.
 
-Ecco perché la strategia di Draco è quella da adottare.-esclamò Harry catalizzando di nuovo l’attenzione su di se.-Se le cose si mettessero male, i nostri devono avere la possibilità di arretrare e smaterializzarsi. Se noi arrivassimo per primi loro ci circonderebbero e l’intera zona sarebbe sotto il campo Anti-Smaterializzazione, ergo non avremmo possibilità di fuga e saremmo schiacciati dal loro numero.-spiegò Harry ai presenti. La McGranitt non poté fare altro che ammettere la sconfitta e annuire lentamente.
 
-Un'altra cosa…Kingsley tu non parteciperai all’attacco.- aggiunse Draco inserendosi nuovamente nella conversazione e spiazzando tutti. Anche Harry rimase parecchio sorpreso di quell’affermazione e fissò il suo amico incuriosito da ciò che probabilmente aveva pianificato.
 
-Di che cosa stai parlando?! Perché?- domandò il Comandante Auror sorpreso più che mai e infervorato per essere messo da parte.
 
-Cos’hai in mente Malferret?- si inserì calmo il Prescelto. Il ragazzo sapeva bene che l’ultimo discendente dei Malfoy era astuto come pochi, se diceva qualcosa lo faceva sempre con la certezza che fosse la cosa giusta da dire.
 
-Io non sono un sognatore come te Potter e, non conoscendo cosa hai in mente, non posso prendermi il lusso di provare ad esserlo. Mi baso suoi fatti perché quelli sono delle certezze in obiettabili.-
 
-Okay, qual è il punto quindi?-
 
-Il punto è che il nemico ci surclassa di numero, sfregiato. È una verità incontrovertibile! E non di poche unità, stiamo parlando di almeno tre volte il numero delle nostre forze! Tu e Merlino potrete anche avere i vostri piani segreti a cui affidarvi ma io non posso basarmi su di essi per guidare la controffensiva. Ci serve aiuto! E, se devo essere sincero, non ci farebbe anche male riuscire a sorprendere il nostro nemico. Per questo motivo…- fece una pausa passando dal guardare Harry all’osservare Kingsley.-ci serve che intervenga la Vanguard!-
 
-Cosa?! Ma sei matto?!- esclamò Neville di botto non appena Draco ebbe pronunciato quelle parole. Harry a quella rivelazione lanciò un occhiata ad Hermione. La giovane non aveva aperto bocca per tutto il tempo, ma anche lei, come il moro, alla rivelazione di Draco era rimasta sorpresa. Ora entrambi avevano assunto un espressione riflessiva e meditavano sui possibili risvolti di quella proposta.
 
-Sembrerebbe insensato invitare alla “festa” altri nostri nemici, come se non ne avessimo già abbastanza..- iniziò con calma Hermione parlando per la prima volta da quando era arrivata con Harry.-Tuttavia ha una sua logica effettivamente. Più persone significa più variabili, più variabili significa più possibilità che le cose non vadano come Smirnov ha pianificato e che il numero delle sue unità conti di meno. Se la Vanguard arriva, potrebbe sconvolgere le forze in gioco e il tutto potrebbe finire con un vantaggio per noi.-
 
 
 
 
-Potrebbe essere un arma a doppio taglio però!- si inserì Luna che, da intelligente Corvonero quale era stata, aveva fiutato subito il possibile pericolo di questa strategia.-Se la Vanguard arrivasse e attaccasse i nostri?- Hermione sorrise malandrina e lanciò un’occhiata ad Harry.
 
-Beh la Vanguard risponde a Kingsley…-esclamò Hermione indicando l’uomo.- Perciò se lui dice che Harry e loro tre stanno con gli altri, allora la forza d’elite ministeriale attaccherà loro come conseguenza. Diciamo a tutti i nostri di legarsi un fazzoletto rosso al braccio o al collo, li distinguerà dalle forze di Necros e consentirà alla Vanguard di capire chi attaccare.-
 
-Herm, vuoi disegnarmi un bersaglio sulla testa più grande di quello che ho già?- domandò Harry sorridendo sorpreso.
 
- È un problema?- chiese Hermione sorridendo furba e alzando le spalle come se nulla fosse.
 
-Nossignora. Non peggiora poi molto le cose avere qualcun altro che mi vorrà morto durante lo scontro. Per voi è un problema?-  domandò Harry sorridendo beffardo. Anche Draco, Jenny e Nikolai negarono con il capo, rassegnati al loro futuro da bersagli mobili.
 
-Okay, farò come dite.- si rassegnò Kingsley.-Come dovrei convincere il Ministro a mobilitare tutta la Vanguard? Non si smuoveranno facilmente senza prove. Idee?- domandò l’uomo. L’illuminazione arrivò dal capocasa di Corvonero.
 
-Il Ministero, a seguito della caduta di Tu-Sai-Chi, è stato informato dell’esistenza dell’Ordine della Fenice giusto?- domandò l’uomo. Kingsley annuì curioso su dove il piccolo mago volesse andare a parare.-Bene! Allora lascia qui il signor Thomas. Quando sarà il momento lui ti manderà un Patronus per informarti che Harry Potter ha radunato un esercito e che si prepara a colpire e che l’Ordine ha fatto altrettanto per ostacolare i suoi piani. Il fatto che sia l’Ordine a voler fermare i piani del signor Potter non sembrerà sospetto perché verrebbe vista come una conseguenza logica del fatto che lui una volta fosse il fulcro di tale organizzazione insieme ad Albus. Sembrerebbe logico che l’Ordine voglia fermare una minaccia che forse ha contribuito a creare no? Ecco qui la tua copertura.-
 
-In effetti sembra un buon piano. Non sembrerebbe sospetto nemmeno che sia Dean a fare la soffiata, in fondo lui è stato un membro dell’ES ed è vicino a molti membri dell’Ordine.- aggiunse Luna.
 
-Okay…in fondo che abbiamo da perdere no?- esclamò Kingsley ancora non troppo convinto.-Alla fine domani potrebbe anche non esserci.- terminò alzando le spalle come se fosse una cosa normale.
 
-Potter…- iniziò la McGranitt prendendo di nuovo la parola.-Dopo la tua vittoria contro Voldemort credevo che il futuro non sarebbe mai più stato così incerto. Evidentemente mi sbagliavo…dimmi, c’è altro che ti occorre?- domandò la donna. Sul volto di Harry comparve un sorriso amaro mentre scuoteva la testa.
 
-Voi combattete e restate vivi.- disse calmo osservando ciascuno dei presenti negli occhi.-Lasciate il resto a me.- terminò poi con espressione sicura e un sorriso beffardo. Dopo quelle parole tutti annuirono e concordarono di tornare all’accampamento per terminare gli ultimi preparativi. Proprio mentre stava per lasciare forse per l’ultima volta l’ufficio del Preside, una voce richiamò indietro il moro.
 
-Potter, una parola!- il richiamo proveniva da niente meno che il Cappello Parlante. Il giovane sorpreso fece cenno ad Hermione e agli altri di andare per poi avvicinarsi all’artefatto magico.
 
-Cappello! È dal mio secondo anno che non parliamo, ne è passato di tempo.-
 
-Puoi dirlo forte ragazzo!- rispose il copricapo.-Vedo che con il tempo la tua natura Serpeverde si è fatta viva. Non mi sbaglio mai io.-aggiunse poi tronfio di se. Il moro lo guardò con sufficienza e ignorò la sua affermazione. Ad Harry non era mai andato molto a genio il Cappello Parlante.
 
- Sai, considerato che non parliamo da dodici anni circa, direi che hai uno strano tempismo per riprendere i contatti. Posso esserti utile in qualche modo?- domandò il grifone.
 
-No per niente.- rispose l’usurato pezzo di stoffa. Harry a quel punto voltò le spalle all’oggetto e si indirizzò verso la porta.-Ma io posso essere utile a te! Sempre se ti interessa s’intende!- Harry si voltò nuovamente, molto più incuriosito.
 
-Non sono più un tipo molto paziente Cappello, ti conviene parlare! In fretta!-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Harry stava nuovamente cercando Hermione. Dopo il breve colloquio con lo storico Cappello Parlante di Hogwarts, il moro era sceso fino nell’accampamento alla ricerca della riccia. “Ha la sorprendente abilità di riuscire a dileguarsi come niente. Sarebbe stata utile questa cosa in questi anni…mi toccherà usare la Mappa.” Pensò il ragazzo tra se e se mentre attraversava gli spazi fra le tende, osservando i volti di chi lo circondava.
 
Stava per estrarre la Mappa del Malandrino dalla tasca interna del mantello, quando il suo sguardo fu catturato da un piccolo gruppo di persone.
 
Erano una ventina al massimo e sembravano tutti piuttosto giovani. Si erano raggruppati tutti intorno ad un piccolo focolare e si stringevano l’uno all’altro. Dalle loro facce si poteva facilmente intuire come quell’ambiente fosse del tutto nuovo per loro, erano evidentemente fuori posto e ciò era palese anche all’essere più ottuso. Alcuni tenevano gli occhi fissi sul fuoco come incantati, altri con mani tremanti lucidavano la bacchetta o sfogliavano un libro, altri ancora osservavano le persone che passavo loro vicine studiandone i gesti.
 
Gli occhi del moro poi caddero sui loro abiti. I vestiti indossati da quel piccolo gruppo di ragazzi erano gli stessi che lui aveva indossato per sei anni quando camminava per i corridoi del castello, studiava chino sui libri e rideva felice in quello stesso parco. Erano gli abiti tipici di uno studente di Hogwarts. Harry riconobbe in quel gruppetto i coraggiosi e numerosi grifondoro, i leali tassorosso, alcuni svegli corvonero e anche, con sua sorpresa, qualche astuto serpeverde.
 
Il moro non poté non pensare al passato. Quei ragazzi erano le Hermione, i Ron, le Luna, i Neville e le Ginny di quella generazione. Ragazzi coraggiosi e audaci che, di fronte al pericolo, di fronte all’evidenza dei fatti ma soprattutto di fronte alla scelta tra ciò che era giusto e ciò che era facile, avevano deciso di combattere e non di scappare. Loro non avevano una profezia a pendere sulla loro testa e a trascinarli a forza nell’arena, loro avevano scelto di essere lì.
 
Il leader di Veritas decise di interrompere per un attimo la ricerca di Hermione e si indirizzò verso quel piccolo gruppo di giovani. Quelli erano i veri Eroi di quella giornata e lui doveva conoscerli.
 
Una ragazza bionda di Tassorosso alzò lo sguardo e lo scorse mentre si avvicinava. Harry pensò che probabilmente lo aveva riconosciuto perché subito la giovane diede una gomitata all’amica vicino intenta a ripassare su “Tattiche avanzate di duello”.
 
-Ragazzi.- esclamò il moro una volta avvicinatosi e chinando il capo a mo’ di saluto. Tutti alzarono lo sguardo sul nuovo arrivato e alcuni spalancarono la bocca quando videro chi era.-Io sono…-
 
-Sappiamo chi è lei, Signore.- esclamò uno dei Grifondoro osservandolo con uno sguardo pieno di ammirazione. Harry pensò che probabilmente quello era lo stesso sguardo che lui aveva rivolto a Silente per così tanti anni.
 
-Qualcuno ha parlato con voi?- domandò Harry evocando dal nulla una sedia e accomodandocisi. Gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Sembravano sorpresi che il leader di quell’esercito, l’ex “Eroe del Mondo Magico” si fosse fermato proprio a parlare con loro.
 
-Il professor Vitious ci ha dato delle brevi istruzioni su come dovremo comportarci e ci ha dato qualche consiglio base di duello.-esclamò la ragazza che poco prima era intenta a studiare strategie di duello china sul libro. Sul volto di Harry comparve un sorriso amaro. “Impreparati. Impreparati e mandati a morire.”
 
-Come ti chiami?- domandò.
 
-Lucy, Signore. Lucy Roger.-
 
-Bene, Lucy Roger. Dimentica ogni cosa scritta in quel libro.-esclamò indicando il tomo in mano alla giovane.- Oggi non ti servirà. Il professor Vitious era un grande duellante professionista un tempo, ma oggi non combatterete in un duello regolamentare ragazzi. Non aspettatevi  lealtà o sportività dai vostri avversari, loro colpiranno per uccidere. Voi potete scegliere di non farlo ma sarà così. Si prenderanno qualsiasi vantaggio che potranno ottenere e godranno ogni secondo mentre lo fanno.-
 
-Cosa dobbiamo fare allora?- domandò l’amica a fianco che aveva riconosciuto Harry per prima.-Anna Baker.- aggiunse in risposta alla muta domanda di Harry.
 
-Non fermarvi mai, restare sempre in movimento. Primo perché se vi fermate siete dei bersagli facili. Secondo perché appena vi fermate e processate l’orrore che vi circonda…rischiate di non ripartire. Procedete sempre in gruppi di due o tre, mai da soli. Copritevi le spalle l’un l’altro. Se vedete qualcuno di voi cadere colpito, prima abbattete chiunque sia una minaccia nei dintorni poi correte a soccorrerlo. Non siete combattenti addestrati pertanto non fronteggiate i vostri avversari come se foste in un duello. Sfruttate il vostro numero e abbattete i vostri bersagli attaccando in gruppo. Utilizzate incantesimi accecanti e stordenti per avere un vantaggio e poi scaricate sul vostro nemico tutto l’arsenale più letale e distruttivo che avete.-il gruppo assunse un’aria incerta. Si poteva chiaramente leggere nei loro occhi la paura di essere uccisi ma anche il terrore di dover togliere la vita a qualcuno per poterne uscire vivi. Quella forse era la cosa che spaventava di più.- Com’è la vostra preparazione riguardo le creature oscure?-domandò ancora, cercando di sviare le loro menti da ciò a cui stavano pensando.
 
-Beh…siamo fermi al sesto anno. Il settimo è appena iniziato.- rispose un Corvonero di nome Adam White. Harry fece un rapido excursus dei suoi ricordi scolastici per capire cosa comprendesse tutto il programma di Difesa contro le Arti Oscure fino al sesto anno.
 
-Okay…tra qualche ora vi troverete a combattere non solo maghi addestrati per uccidere, ma anche numerose creature. Giganti, troll, dissennatori, lupi mannari, inferi e forse anche qualche vampiro.- molti rabbrividirono al sentire cosa avrebbero dovuto affrontare. Tutti conoscevano le creature oscure che popolavano il mondo, ma la maggior parte dei maghi preferiva non pensarci e ignorare il problema. Lupi Mannari e Vampiri erano emarginati, Giganti e Troll vivevano in tribù in territori isolati e gli Inferi non erano poi così comuni da risultare un problema per la popolazione. Le sole creature che la gente temeva davvero e con le quali era abituata a trattare più spesso erano i dissennatori.
 
-Affronteremo qualsiasi cosa ci si parerà davanti!- esclamò convinto uno dei Grifondoro alzando la voce. Harry sorrise. “Coraggio Grifondoro! Una certezza come il sorgere del sole. Se tutto questo coraggio fosse accompagnato anche dal buon senso, la casa di Godric sarebbe inarrestabile. Sfortunatamente non è così. Io ne sono l’esempio” pensò il giovane tra se e se.
 
-Quanto ardore.-esclamò Harry in tono piatto osservando il ragazzo.-Come ti comporteresti di fronte ad un gigante dimmi.-
 
-Con Giganti e Troll la tattica è la stessa. Bersagliare le gambe per abbatterli e mirare alla testa.-rispose quello. Harry rise sprezzante e osservò con attenzione il giovane.
 
-Io ho affrontato un Troll quando avevo undici anni e ti dico che non è il solo modo.- spiegò ricordando come un semplice Wingardium Leviosa fosse di fatto riuscito a mettere k.o. un possente Troll di Montagna.
 
- In ogni caso…si questa è la risposta corretta.- il ragazzo sorrise contento di aver risposto bene.-Ma lo è solo se ti trovi a fronteggiarne uno solo. Ma quando sono di più cosa fai?- Il giovane grifone si trovò spiazzato alla domanda.-Quando dovete affrontare un gruppo di Giganti cosa fate?- domandò a tutti cercando di incontrare gli occhi di ciascun componente di quel gruppo.
 
Nessuno aveva risposta. Harry scosse il capo. Le cose non erano cambiate. Machiavelli scrisse che “la storia è ciclica, è destinata a ripetersi”. Harry aveva di fronte a se la dimostrazione di quella incontrovertibile verità. Dei ragazzi con nessuna esperienza e una conoscenza base della magia alle spalle si trovavano ad affrontare una guerra senza la benché minima idea di come combatterla davvero.”Altro giorno, stessa merda.”
 
-Come ho detto prima, dimenticate il manuale. Non vi servirà a nulla la teoria imparata nelle aule.-disse tranquillo alzandosi di nuovo e osservando ognuno dei presenti negli occhi. Tutti stavano letteralmente pendendo dalle sue labbra.
 
-Ecco alcune linee base da seguire. Giganti e Troll? L’unico modo per affrontarli in modo sicuro è avere una schiacciante superiorità numerica…o essere me.- alcuni sorrisero.- In caso contrario la cosa migliore da fare è scappare. Rallentate il Gigante con ogni mezzo possibile e non voltategli mai le spalle…è sempre bene tenere un occhio sulla sua arma per schivare. Ricevere una mazzata da una bestia simile è generalmente una pessima idea, ma se vi piace fate pure. Lupi Mannari e Vampiri? Il modo più veloce per abbatterli è decapitarli. Entrambe le creature hanno una grande resistenza magica, quindi solo incantesimi fisicamente incisivi li arresteranno o indeboliranno. Dissennatori? Il patronus è la vostra arma migliore. Se non siete in grado di produrlo o non riuscite, allora ripiegate sulla Trasfigurazione. Trasfigurate ciò che vi circonda per fare in modo di riuscire a intrappolarlo e bloccarlo. Ricordate che un dissennatore non si può uccidere. Alla peggio anche l’evocazione di reti e corde potrebbe esservi utile, anche solo per guadagnare tempo alla ricerca di un ricordo felice. Se trovate un gruppo numeroso che vi attacca…scappate. Tutto chiaro?- dopo la spiegazione del giovane, tutti avevano assunto uno sguardo ancora più spaventato e addirittura il Grifondoro spavaldo che aveva parlato prima, aveva perso gran parte della sua audacia.
 
-E con gli Inferi?- domandò un incerto e timoroso tassorosso che si presentò con il nome di David Anderson.
 
-Se ascolti la maggior parte delle persone, gli Inferi andrebbero combattuti con il fuoco. Li spaventa e li spinge ad arretrare ma, questo ricordatelo bene ed imprimetelo nelle vostre menti, non li uccide. Tutto ciò che il fuoco fa è respingerli e lasciare il problema a qualcun altro che a quel punto si troverà un bel gruppetto di Inferi spinto nella sua direzione. Basandomi sulla mia esperienza il modo migliore di arrestare un infero è un Reducto in testa. Se sono tanti, ma solo se sono tanti badate bene, una frusta di fuoco lì fermerà abbastanza a lungo da permettervi di fuggire al sicuro. Genericamente però contro un esercito di Inferi usare il fuoco è una pessima idea. L’evocazione del fuoco è in realtà magia elementale, il suo utilizzo richiede un grande dispendio di energie. Voi non siete abbastanza addestrati e potenti per sostenere troppo a lungo uno sforzo simile.- Tutti annuirono pensierosi. Si poteva chiaramente leggere la paura nei loro occhi. Terrore puro e incondizionato di ciò che da lì a poche ore avrebbero dovuto affrontare.
 
-Moriremo…vero?- domandò all’improvviso una piccola e bionda Corvonero mentre silenziose lacrime che cominciavano a cadere dai suoi occhi azzurri. Harry si avvicinò, si inginocchiò davanti a lei e puntò i propri occhi nei suoi.
 
-Come ti chiami?- domandò alla giovane.
 
-Lisa.-
 
-Bene Lisa, ascoltami attentamente. Non posso prometterti che andrà bene. La guerra è qualcosa di terribile. È brutale, crudele e non è mai giusta. La cosa che posso prometterti però è che accanto a te troverai dei compagni pronti a sostenerti ad ogni centimetro che percorrerai nel campo di battaglia. E ogni centimetro che percorrerai, ogni metro in cui riuscirai ad avanzare, ogni zona che riuscirai a conquistare farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La differenza tra vivere e morire. Restate uniti ragazzi miei, perché avere qualcuno a cui affidarsi è la cosa più importante nella vita.- disse Harry serio sorridendo a Lisa e a tutti i presenti.-Da parte mia c’è solo una cos che posso promettervi. Vi prometto che io farò tutto ciò che è in mio potere per fermare questa cosa. Di questo potete stare certi.- Dicendo questo il moro annuì e salutò tutti i presenti e si diresse a cercare Hermione.
 
Harry sapeva nella sua testa che molti di quei giovani non sarebbero sopravvissuti alla battaglia. Sapeva alcuni non sarebbero più tornati dalle proprie famiglie e non avrebbero mai riabbracciato i propri cari. Avrebbe fatto tutto ciò che poteva per salvarne il più possibile. Aveva un piano e sperava con tutto se stesso che Merlino avesse fatto bene i suoi conti.
 
“Merlino, vecchio pazzo.” fu l'ultimo pensiero di Harry mentre continuava nella sua ricerca.






Angolo dell'Autore: Sono tornato! Si, è proprio vero! Non è un miraggio lontano. Mi è tornata la voglia di scrivere, non so quanto durerà ma rieccomi. Credo che il mio ultimo capitolo risalga ad almeno 3 anni e mezzo fa. Ne è passato di tempo. Sono stato impegnato. Università, tirocini ecc. ecc.. Robe pallose. Comunque rieccoci da dove abbiamo lasciato. Capitolo breve ma avevo voglia di pubblicare. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima gente!
 
  
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