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Autore: Harley Sparrow    01/02/2019    3 recensioni
Seguito di This is Us – Youth
Anno 1994/1995
Edmund, Frannie e Margaret proseguono con il loro sesto anno gli studi presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Li abbiamo lasciati sull'Espresso del ritorno, e li ritroveremo con l'estate nel mondo magico.
Tra la Coppa del Mondo di Quidditch, il Torneo Tremaghi, nuovi amici e vecchi rancori, conti in sospeso e baci rubati nelle aule deserte, sirene squamate e draghi sputafuoco, ce ne saranno per tutti, di belle e di brutte.
Saltate a bordo e tenetevi forte, un nuovo anno vi aspetta!
*
Dal testo:
-Sai mamma, Edmund e Margaret giocano per Serpeverde!
Esclamò Frannie, per cambiare argomento.
-In verità io giocavo.
-Non dire sciocchezze, Mag. Dopo la disfatta di Draco di quest'anno, il prossimo avrai un posto assicurato in squadra!
La rassicurò Edmund, deciso. A quelle parole i genitori di Frannie si guardarono complici.
-L'anno prossimo, dici? Chissà...
Iniziò Jane, ridendo sotto i baffi.
-È possibile che avrete altro a cui pensare...
Continuò Josh, guardandola ammiccante.
-Io non mi preoccuperei molto della squadra! Anzi, fossi in voi non me ne preoccuperei per niente!
Frannie sbuffò.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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PROLOGO

~
 

Villa Firwood 


 
Margaret, Laetitia e Edmund si erano ritrovati in casa Firwood nel pomeriggio, accompagnati da Peter con una smaterializzazione congiunta. Il ragazzo se n'era appena andato, e gli altri tre si avvicinavano alla villetta. La casa, sulla collina accanto a quella dei Malfoy, era più o meno come ci si poteva immaginare, ed era stata fatta dallo stesso architetto dell'altra, anche se risultava piuttosto più modesta. Margaret, che c'era già stata, fece strada agli altri due che si guardavano straniti intorno. La prima cosa che notarono, però, era la concentrazione di elfi domestici in giardino. Ce n'erano ben quattro: uno che potava gli alberi, un altro che tagliava l'erba, uno che puliva i vetri e l'ultimo che stava scacciando dal roseto quello che sembrava un gatto selvatico. Laetitia arricciò il naso disgustata, Margaret rise sotto i baffi. Quando bussarono alla porta ad aprirli fu l'ennesima elfa. Vedendo l'espressione totalmente confusa e un po' scioccata degli altri due, a stento trattenne una risatina.
-Signora, penso siano arrivati.
Borbottò l'elfa con fare sbrigativo, gridando verso una sala interna.
-Va bene Prudence, chiama Frannie! Io sono impegnata!
Echeggiò una voce da un punto imprecisato della casa. La signora Firwood doveva aver usato un sonorus. Non ci fu bisogno di chiamarla, perché Frannie apparve in cima alle scale e corse giù ad abbracciare gli amici.
-Siete già qui! Che bello!
Saltò prima al collo di Margaret e le baciò le guance, poi salutò Edmund. Laetitia la salutò con la mano, un po' freddamente. Lei alzò un sopracciglio, confusa, ma non ci diede molto peso.
-Grazie Prudence, puoi andare ora.
Disse amichevolmente Frannie, e l'elfa alzò gli occhi al cielo e se ne andò borbottando.
-Non pensavo avessi elfi domestici, Frannie.
Mormorò Laetitia, un po' duramente.
-Ah sì, sì... in realtà ne abbiamo sei. Non hai idea del casino, certe volte!
Liquidò lei con la mano, guidandoli all'interno. La faccia dell'amica era sempre più una maschera di cera, al che Margaret tossicchiò, cercando di attirare l'attenzione.
-Ehm, Fran... credo tu debba essere un po' più specifica...
Frannie si voltò confusa e Margaret le indicò Laetitia con gli occhi. Anche Edmund sembrò aver capito, perché sorrideva.
-Oh. Certo. Li paghiamo, naturalmente. Due falci a settimana, persino! Stai tranquilla Laets! E due giorni liberi!
La ragazza socchiuse le labbra stupita.
-Per questo sono così tanti. Ci sono tutti gli elfi domestici che accettano uno stipendio della Gran Bretagna, o quasi. Non sono molti. L'ultimo arrivato, quello licenziato dai Malfoy l'anno scorso, sarebbe stato un po', ecco, spinoso assumerlo. Lo abbiamo consigliato a Silente... era un bravo elfo. Mia madre spera che d'ora in poi andranno tutti da lui, dice sempre che per lei un elfo basta e avanza! Questi sono anche troppi!
Edmund sorrideva incredulo scuotendo la testa e iniziò a seguirla verso la sua stanza, Margaret prese Laetitia per un braccio e la portò su per le scale con gli altri. La casa sembrava grande, arredata in modo piuttosto sobrio. Talvolta spuntava un oggetto eccentrico, sicuramente trovato dal padre di Frannie che era un personaggio piuttosto singolare. Edmund si immaginò la faccia di Lucius Malfoy in visita, vedendo spuntare dalla libreria una copia del cavillo. Rise di gusto.
-Leggete il cavillo, Fran?
Chiese Laetitia, che pareva aver notato la stessa cosa.
-Ogni tanto. Mia madre dice che ci sono un sacco di stupidaggini, ma babbo risponde sempre che non saranno mai tante come quelle della Gazzetta. Sospetto che anche lui sappia che è davvero poco attendibile, ma a lui piace finanziare questi piccoli progetti. E poi è vero che la Gazzetta ogni tanto scrive scemenze per coprire il Ministero. Comunque sia, leggiamo tutte e due. 
Frannie aprì la porta della sua camera e li fece accomodare.
-A proposito... mamma è nel suo studio, meglio non disturbarla. Facciamo piano. Mio padre è in turno al San Mungo, li vedremo entrambi a cena.
La camera di Frannie era decisamente luminosa. Una finestrone grande dava sul giardino e come se non bastasse un lampadario era accesso sul soffitto inondando tutto di luce. Vari libri e qualche vestito erano sparpagliati per terra, il letto era a due piazze appoggiato al muro, dove era appeso uno stendardo Serpeverde. Sulla scrivania, piena di cianfrusaglie, a mo' di tovaglia stava una bandiera di Uagadou, e tra i vari aggeggi spiccava una foto di Frannie e Margaret al mare dell'estate prima. Ridevano e salutavano con la mano.
-Aw, Fran, questa non la avevo ancora vista!
Sospirò Margaret prendendola in mano. 
-Carina, vero? 
Chiese Frannie, buttandosi sul letto e per poco non accoppando arcobaleno, che era sul cuscino. La puffola squittì e saltò in braccio a Edmund, che sospirò ma iniziò ad accarezzarla. Dante era appollaiato in cima all'armadio e li guardava con diffidenza. Probabilmente lo avevano svegliato.
-Mamma deve appellare un letto più tardi. Voi due starete nel mio, 
Disse Frannie indicando le amiche,
-Mentre io su quello in più. Tu Ed hai la stanza degli ospiti, poi te la mostro.
-Ci conviene andare a letto presto,
Sospirò Margaret,
-Domani ci toccherà alzarci all'alba, non è così?
-Temo proprio di sì, Mag.
Sbuffò Frannie. Edmund non sembrò molto toccato dalla cosa, ma Laetitia aveva un'espressione molto eloquente. 
-Spero di riuscire a svegliarmi...
Si lamentò, sospirando. Frannie le sorrise malefica.
-Se non ti sveglierai tu lo faremo noi!
Edmund la guardò in modo complice, con un ghigno sul volto. La ragazza impallidì.
-Ok, ok, afferrato. Vedrò di svegliarmi.
Disse, alzando le mani come sulla difensiva. In quell'istante la porta si splancò, e due elfi domestici apparvero con i bauli di Laetitia e Margaret al seguito.
-Oh! Grazie! Non dovevate!
Si affrettò a dire Laets, andando loro incontro. Anche Margaret ringraziò, e i due fecero un piccolo inchino. Ora che li guardava bene, Laetitia si era chiesta come aveva fatto a fraintendere la situazione. Entrambi gli elfi portavano dei pantaloncini neri fatti su misura e ora che ci rifletteva meglio, anche la prima elfa doveva aver avuto qualche capo d'abbigliamento, anche se non riusciva a ricordare quale. Probabilmente un papillon.
-Signore, il suo baule lo lascio qui o lo porto nella sua stanza?
Chiese uno degli elfi a Edmund, che guardò Frannie in cerca di una risposta.
-Portalo pure, Ruben. Ora ti raggiungiamo.
Disse Frannie con un sorriso. Con uno schiocco l'elfo sparì. 
-Sistemate le vostre cose, ragazze! Vieni Ed, ti faccio vedere la tua stanza. Lei uscì, seguita dal ragazzo, che si guardava intorno con gli occhi vispi.
-Che bella casa Frannie!
-Grazie, Ed. Era veramente una vergogna che tu non fossi ancora venuto! Dovrei invitarti più spesso!
Lui sorrise mentre entravano in un'altra stanza, più piccola e spoglia.
-È già abbastanza che mi abbiate regalato i biglietti. Non so proprio come ringraziarti!
La ragazza sorrise e scosse la testa.
-Non devi ringraziare me, ma i miei. Ti ricordo che è il mio regalo di Natale, io non ne sapevo nulla. E comunque non sarebbe stato lo stesso senza di te, Ed.
Prima che l'altro potesse rispondere lei si alzò e corse fuori dalla stanza. Sull'uscio esitò un istante.
-Sistema pure con calma. Il bagno è in fondo a sinistra. Ci trovi nella mia camera!
Gli fece l'occhiolino e sparì. Edmund si limitò a fissare la porta, sorridendo. Quando tutti ebbero finito di sistemare i bauli e il loro contenuto, era quasi ora di cena. Edmund raggiunse le ragazze nella loro stanza, dove lo aspettava un bicchiere di succo di zucca ghiacciato. 
-Allora, veniamo al dunque!
Disse Margaret entusiasta,
-Come sono andati i GUFO?
Frannie sorrise a trentadue denti.
-Benissimo! Saranno perfetti per il ministero! E ho preso O in babbanologia Mag... grazie a te!
Esclamò elettrizzata, abbracciando l'amica. Margaret era molto contenta.
-Davvero, Frannie? Ma è bellissimo!
-Anche io ho preso O!
Aggiunse Edmund, con lo sguardo fiero. Guardò per un attimo Frannie e sorrise. Non era necessario che Margaret sapesse che avevano preso lo stesso voto perché i loro compiti erano identici.
-Sono così fiera di voi, ragazzi!
-Ma tu? Storia della magia e aritmanzia? So che ci tenevi!
Si intromise Laetitia, rivolta a Margaret.
-E in entrambe!
Disse fiera, arrossendo un po'.
-Grande! Domani dopo la partita festeggeremo!
Esclamò Frannie, entusiasta.
-Ma tu Laets? Com'è andata aritmanzia?
-A, e solo grazie alle tue ripetizioni! Penso che l'anno prossimo non mi vedrà più!
-Forte Mag, devi essere l'unica E di Ruf! 
Disse Edmund, guardandola ammirato. Frannie alzò le spalle.
-Anche Tony ha preso E con Ruf.
-E tu come lo sai Frannie?
Chiese Margaret scioccata.
-Diciamo che potrei avergli scritto, quest'estate...
-Ma è grandioso!
Rispose l'amica, Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Era ora che facessi qualcosa!
Disse secco.
-Senti chi parla!
Rispose Frannie, offesa. Laetitia e Margaret si guardarono confuse e lui arrossì.
-Non so proprio di cosa parli.
Borbottò, in imbarazzo.
-I miei erano un po' seccati dalle due A, ma con le E in Difesa, in pozioni e incantesimi si sono subito ripresi!
-I miei non ne capiscono molto, ma erano contenti! Ho solo E, e O, più E però!
Rispose Margaret fiera.
-A mio padre queste cose non interessano, ma mia madre era molto fiera!
Continuò Laetitia. Edmund alzò le spalle.
-Susan è rimasta un po' delusa da trasfigurazione, sia lei che Peter hanno preso E ai GUFO gli anni scorsi, però era abbastanza contenta, tutto sommato. E Peter mi ha anche fatto un regalo.
Margaret e Frannie si guardarono di sfuggita. La situazione familiare di Edmund era un po' strana, ma la madre sembrava a posto l'ultima volta che la avevano vista, alla fermata del treno. Come mai non la aveva nominata? Decisero di non indagare. Discussero per qualche minuto sulla partita e sul fatto che la Gran Bretagna fosse stata eliminata quasi subito. Edmund sperava con tutto il cuore di riuscire a incontrare Viktor Krum per chiedergli un autografo.
-Verranno anche Peter e Susan!
Esclamò entusiasta, 
-Porteranno Caspian! Non vedo l'ora di presentarvelo!
Margaret ridacchiò. Ora che non c'era più il pericolo che gli portasse via Peter Edmund sembrava molto più bendisposto verso l'amico.
-Parlano tutti così tanto di questo Caspian che se sarà brutto e antipatico chiederò un risarcimento!
Sbuffò Frannie, e Edmund le gettò un cuscino per zittirla. Laetitia sembrava aver gradito molto la presenza di Susan e Peter, perché ora sorrideva tra sé e sé ed era arrossita, si fissava le scarpe con grande intensità.
-È da noi già da qualche giorno. Il modo in cui lui e Susan flirtano è davvero irritante!
-Stanno insieme?
Chiese Margaret incuriosita. Era seduta sul letto insieme a Frannie. Laetitia sedeva sulla sedia della scrivania, mentre Edmund era accovacciato per terra, con la schiena al muro.
-No. Ma dovrebbero sbrigarsi. Questo tira e molla sta snervando tutti. Beh, tutti tranne la mamma. È abbastanza sollevata, sinora pensava che fosse il fidanzato di Peter...
Laetitia, che stava bevendo un bicchiere di succo di zucca fresco, per poco non si strozzò.
-...Non che ci sia niente di male, ma lei è un po' all'antica, sapete.
-In effetti ora che ci penso da come ne parla sarebbe potuto essere il suo fidanzato! 
Rifletté Frannie, pensierosa.
-Tu vedi tutti gay, Fran!
Le disse Margaret, prendendola in giro.
-Cosa? Non è affatto vero!
Si difese lei, colpita nell'orgoglio.
-Albus Silente?
Chiese Edmund, scuotendo la testa.
-Che c'entra? Lui è gay per davvero! Lo sanno tutti!
-Certo, certo... e Dean Thomas e Seamus Finnegan?
Incalzò Margaret.
-Quei due si vogliono, è palese!
-Lo dicevi anche di Lupin...
Continuò Laetitia.
-Beh dai, dovete ammettere che Lupin lo sembra un po'!
-No.
-Niente affatto.
-Per nulla.
Conclusero gli amici. Lei sbuffò. Prima che potessero dire altro, sentirono la porta principale aprirsi e poi richiudersi.
-Salve a tutti!
Esclamò un uomo dal piano di sotto. Frannie sorrise e saltò giù dal letto.
-È arrivato mio padre! Questo vuol dire che... si mangia!
Non avrebbe potuto dare notizia migliore. I ragazzi si alzarono allegri, Margaret porse la mano a Edmund per aiutarlo a tirarsi su. Quando furono in sala da pranzo, il signore e la signora Firwood si stavano già accomodando in tavola. Non potevano essere d'aspetto più differente: Jane era vestita con un tailleur color carta da zucchero, era truccata e pettinata, seduta composta guardando il marito con aria esasperata. Josh, d'altro canto, era il classico mago che in un negozio babbano avrebbe destato immediatamente l'attenzione. Si toglieva il cappello a punta proprio in quel momento e sorrideva gioviale. Portava una lunga tunica viola che lo copriva sino ai piedi.
-Ciao ragazzi! Ma che piacere!
Esclamò, invitandoli a sedersi.
-Salve signor Firwood.
Risposero i ragazzi educatamente. 
-Sedetevi pure dove preferite.
Intimò Jane, mentre Frannie si sedeva al suo solito posto. Accanto a lei Edmund, seguito da Margaret, di fronte alla quale si mise Laetitia.
-Allora ragazzi... eccitati per domani?
Chiese la donna, mentre un piccolo elfo domestico, quello che nel pomeriggio potava l'albero, portava un vassoio coperto.
-Moltissimo! 
Rispose Edmund, con gli occhi che brillavano.
-Lei per che squadra tiene, signor Firwood?
Domandò Laetitia, curiosa. L'elfo scoperchiò il vassoio rivelando un pasticcio di carne in gelatina con patate e se ne andò.
-Io? Sinceramente il Quidditch non mi interessa molto. In realtà quando posso cerco sempre di evitarlo, mi annoia terribilmente.
La ragazza spalancò gli occhi, confusa.
-Oh. Quindi ci accompagna solo per farci un favore?
-Ma io non vi accompagno! Se accadesse un cataclisma potrebbero chiamarmi come medimago ma sinceramente spero di no. Sono il secondo reperibile e ho intenzione di farmi un giro a Londra, domani.
-Vi accompagnerò io.
Disse Jane, servendosi un po' di carne. L'elfa che li aveva accolti all'ingresso portò una bottiglia di burrobirra che Josh acchiappò e si versò lesto nel bicchiere. Laetitia era un po' confusa. Nella sua famiglia era il padre a pensare allo sport, e alle ragazze non era permesso accalorarsi più di tanto.
-Lei è tifosa, signora Firwood?
Chiese allora Edmund. Frannie scoppiò a ridere sarcastica, Josh alzò gli occhi al cielo. Jane li guardò con un'espressione omicida, poi alzò le spalle.
-Un po'. 
A sentire quelle parole, Frannie sbuffò.
-È per questo che Frannie ha la maglia dei Puddlemore nel baule?
Chiese Margaret, collegando i fatti. La donna si illuminò.
-Puddlemore United. Ovviamente. Frannie simpatizza perché l'ho educata bene sin da bambina!
Il suo tono si fece sottilmente astioso,
-Josh simpatizza per gli Appleby solo per darmi fastidio.
-Non è vero! Lo faccio perché sono di York!
-Solo perché sei del Lincolnshire non vuol dire che debba tifare per una squadra del Lincolnshire!
Spiegò la donna, spazientita. L'uomo alzò le mani in segno di resa.
-Non lo capirò mai, il tifo. Non tifi per il posto perché non deve essere quello da cui vieni, non tifi per i giocatori perché si scambiano sempre di squadra... per cosa tifi?
-Tifi per la maglia!
Si intromise Edmund, dicendolo come si spiega una cosa ovvia a un bambino un po' scemo. Jane annuì vistosamente.
-Ecco! Vedi? Tifi per la maglia. È semplice.
-Ma che vuol dire "tifi per la maglia"?
Continuò l'uomo, senza capire.
-Io sono con Josh.
Disse Laetitia, che non era riuscita a tenere il passo molto bene.
-Sai mamma, Edmund e Margaret giocano per Serpeverde!
Esclamò Frannie, per cambiare argomento.
-In verità io giocavo.
-Non dire sciocchezze, Mag. Dopo la disfatta di Draco di quest'anno, il prossimo avrai un posto assicurato in squadra!
La rassicurò Edmund, deciso. A quelle parole i genitori di Frannie si guardarono complici.
-L'anno prossimo, dici? Chissà...
Iniziò Jane, ridendo sotto i baffi.
-È possibile che avrete altro a cui pensare...
Continuò Josh, guardandola ammiccante.
-Io non mi preoccuperei molto della squadra! Anzi, fossi in voi non me ne preoccuperei per niente!
Frannie sbuffò.
-Ancora con questa storia? Se non volete dirlo non ditelo! Ma non continuate a ripeterlo, per favore.
-Cosa? Cosa ripetono?
Chiese Margaret confusa. I due ridacchiarono e Frannie sbuffò più forte.
-È da quando sono tornata che continuano a dirlo. A quanto pare il Ministero ha organizzato qualcosa per Hogwarts, qualcosa di grosso. E di segretissimo, ovviamente. 
I ragazzi spalancarono gli occhi, elettrizzati.
-Non possiamo dirvi niente, ma scommetto che ne andrete pazzi!
Esclamò Josh, facendo l'occhiolino. 
La cena continuò ancora per qualche minuto, i ragazzi cercavano in tutti i modi di carpire qualche informazione in più, ma capirono presto che non era aria. Dopo la torta di carote variegata al cioccolato, decisero di salutarsi. Il giorno dopo sarebbe iniziato veramente troppo presto. Jane trasfigurò un lettino per la figlia, sistemandolo ai piedi del matrimoniale. Edmund rimase ancora un'ora in camera delle ragazze, per un'ultima chiacchierata prima di andare a dormire. 
-Non mi aspettavo che tua madre potesse seguire il Quidditch. Sempre così ordinata... la facevo più una cosa da tuo padre.
Disse Edmund, sorridendo.
-E devi vederla domani! Posso solo immaginare...
-Cosa sarà? Quello che ci stanno nascondendo?
Chiese Laetitia a bassa voce.
-Non ne ho idea. Ma se lo scoprirò sarete i primi a saperlo.
Disse Frannie, guardando Dante appollaiato nel suo solito angolino. Si grattava le penne con suffcienza. Edmund si alzò.
-Beh ragazze, io vado a dormire. Domani non ho nessuna intenzione di essere uno zombie.
-Sì, come se fosse possibile!
Commentò Margaret ridendo, lui le fece una smorfia.
-A domani!
Disse, uscendo dalla stanza.
-A più tardi, vorrai dire.
Rispose Laetitia, sconsolata.
Dieci minuti dopo spensero la luce.
 

Note autrice

Siete pronti?
Siete carichi?
Questo capitolo è solo una piccola introduzione, scritta unicamente per non iniziare col botto. Come potrete intuire da voi, la Coppa del Mondo di Quidditch sarà un capitolo denso di emozioni.
Come avete trovato casa Firwood? Penso che molto del carattere di Frannie possa capirsi meglio, una volta conosciuta la sua famiglia. 
Curiosità, per chi non le avesse carpite dalla storia: 
Suo padre, Josh Firwood, è un guaritore del San Mungo. È un Corvonero di quelli eccentrici come Luna, ed è spaventosamente intelligente. Frannie lo definisce spesso "secchione".
Jane Firwood, nata Black, fa parte del Wizengamot, tribunale del mondo magico. È una Serpeverde dura, cinica, molto seria e precisa, ma si trasforma completamente quando si parla di Quidditch, di cui è una tifosa sfegatata.

Ricordo che potete seguirci sulla mia pagina facebook Harley Sparrow - EFP e sull'account  Instagram della storia.

Ho notato con piacere che la storia è seguita da un discreto numero di persone.
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite/ricordate/preferite e spero che continuino a seguirci in questa nuova avventura! 
   
 
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