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Autore: Alucard97    01/02/2019    8 recensioni
Una tremenda apocalisse è scoppiata in quella che sembrava una tranquilla giornata a Gakuen Toshi, coinvolgendo l'intero pianeta Terra. Quarantacinque anni dopo, il Giappone, diventa la terra dei Kihara i quali la tengono stretta nel loro pugno. Tutti gli Esper sembrano essere morti, salvo qualcuno sopravvissuto per miracolo. Tuttavia, sembra che Accelerator sia sparito dalla circolazione per qualche miracolo, nessuno lo ha più visto né sentito finchè un giorno...
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Altri, Kamijō Tōma, Last Order, Mugino Shizuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.

 

Desolazione

 
La jeep su cui viaggiavano i due Esper percorse circa un miglio, il tutto in breve tempo, il sole era ancora alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano quella distesa di terra e sabbia che una volta era la regione di Chūgoku. Davanti a loro si stagliavano centinaia e centinaia di metri quadrati di deserto, alle volte poterono notare diversi scheletri di animali durante il cammino, o peggio di esseri umani, scheletri senza una degna sepoltura la cui anima era costretta a rimanere intrappolata nel piano mortale… o almeno così pensava Accelerator. Il paesaggio desertico sembrava come un triste quadro di morte e desolazione dipinto da qualche pittore depresso morto giovane anni orsono. Non aveva mai visto il mondo all’infuori della sua fattoria, o quanto meno… non lo aveva più visto da quando si era trasferito anni fa, faceva quasi fatica a credere che i Kihara avessero potuto portare una tale catastrofe sul suolo giapponese. L’uomo tenne sotto controllo il navigatore e, per il momento, stavano procedendo nella direzione giusta; per tutto il viaggio si interrogò sulle reali motivazioni di Touma riguardo al volerlo come scorta personale, ma ancora non ne era venuto a capo. Era molto tentato di chiederglielo, giusto per spezzare la monotonia del viaggio, ma decise di restarsene zitto. Il vecchio Level 0 lo guardò per qualche secondo e, togliendo la mano destra dal volante, accese il piccolo stereo incorporato nella vettura facendo fuoriuscire da esso della musica heavy metal che l’albino ricordava molto bene, era una delle sue canzoni preferite da giovane, ma rimase con la sua solita espressione impassibile e malinconica sul volto, fingendo che non gliene importasse nulla. Quegli assoli di chitarra gli riportarono alla mente la sua gioventù perduta da tempo, e la voce profonda del cantante gli permetteva di ricordare bene gli anni in cui si aggirava per le strade di Gakuen Toshi, l’aria fresca che gli solcava sul visto e la sensazione di benessere che gli procurava il dolce sapore del caffè del minimarket vicino al suo appartamento. La frenesia della canzone gli consentiva di rimembrare anche delle sue risse, quando dei gruppi di Esper Level 0 lo attaccavano in massa nel futile tentativo di dimostrare il loro valore, ricordava le loro ossa spezzate, le loro articolazioni snodate e la loro sensazione di terrore nel vederlo ghignare e ridere di fronte a loro. Rammentava fin troppo bene il dolore che causava… e quello lo faceva stare male, non poteva sopportare le immagini di persone ridotte in miseria a causa sua. L’heavy metal che tanto adorava, iniziava ad odiarlo e così chiese al suo compagno di spegnere la radio.
 
 
<< Ma come, amico, non dirmi che adesso non ti piacciono più i Motörhead! Credevo che tu adorassi questa canzone, “Live To Win”. Live to win, amico, vivere per vincere. Dovresti imparare qualcosa da questa canzone, rialzati in piedi e vivi per vincere >>
 
<< Ti prego, risparmiami queste puttanate >> rispose l’ex Level 5 << Mi dà fastidio, va bene? Spegnila >>
 
 
Kamijou obbedì e spense la radio con un sonoro sbuffo. Osservò il suo accompagnatore con uno sguardo indagatorio, meditando su quanto fosse cambiato in tutti questi anni, non era più il terribile Numero Uno di Gakuen Toshi che seminava terrore nelle menti dei poveri Esper che speravano di poter fare carriera; sembrava un completo rammollito, non metteva più paura a nessuno con quell’aria depressa che incorniciava continuamente il suo volto. Cosa gli avevano fatto i Kihara quel giorno? Quale orrore indicibile perpetrato dal più vile dei demoni poteva aver spezzato in quel modo un’anima fiera e orgogliosa come quella di Accelerator? A ogni domanda che si poneva, giungeva ad una sola ed unica risposta: la menzogna. Accelerator, Shiori Akuma, stava solamente recitando la parte del finto vecchio di campagna timorato di Dio, e di questo ne era quasi certo al cento per cento.
Arrivarono fino alla città di Nara, nonostante tutto si conservava abbastanza bene anche se la povertà dilagava, difatti era possibile vedere diverse tende allestite come piccoli mercati lungo la strada. Erano esposti articoli di vario genere di una qualità a dir poco scadente, e di certo l’umore del popolo non era gioioso. La popolazione dell’attuale Nara era famosa per non vedere molto di buon occhio gli stranieri provenienti dalle altre città e regioni, di conseguenza i due esper venivano continuamente osservati… e com’era possibile non notarli? Il loro veicolo era tutto fuorchè mimetizzato con l’ambiente circostante.
Akuma si guardò intorno e notò le occhiate ricolme di disprezzo e malafede che i passanti del posto rivolgevano a lui e al suo guidatore. Lo scrutò per qualche secondo, non sembrava minimamente preoccupato da ciò, anzi, guidava con una completa disinvoltura nel mentre con la mano destra si sistemava gli occhiali da sole.
 
 
<< Hey, non credi che forse stiamo dando troppo nell’occhio con questa auto? >>
 
<< Ah? Non preoccuparti, amico, non abbiamo niente da temere. Questa gente abbaia ma non morde mica >>
 
<< Non sono loro che mi preoccupano, bensì le guardie che potrebbero essere allertate della nostra presenza. Ti ricordo che siamo ancora nel Chūgoku, e questa è zona di Amata >>
 
<< Vedi di rilassarti, tanto ce ne andremo subito da qui, ancora qualche metro e saremo fuori da Nara, e poi… il mio copilota è il grande Accelerator, nessuno ci romperà le palle >> ribatté con un ghigno.
 
<< Te l’ho già detto prima di metterci in viaggio, io non sono più quello di una volta. Mi chiamo Akuma, Shiori Akuma >>
 
<< Certo, certo, e io sono il bianconiglio del cazzo… semplicemente credo che tu stia solo recitando, vecchio mio >>
 
<< Allora credi male. Ho chiuso con la mia vecchia vita >>
 
<< Sei tu che sbagli, l’animale feroce è ancora dentro di te ed io lo so >>
 
 
Uscirono, infine, da Nara per percorrere ancora una volta il territorio completamente desertico e privo di vita. Viaggiarono ancora per diverse ore, ormai il sole era completamente calato.
 
 
<< Direi che sarebbe saggio fare tappa alla prossima città per sostare un po’, tu che dici Accelerator? >>
 
 
Il diretto interessato non rispose affatto. Teneva il gomito destro sulla portiera della vettura e con la testa appoggiata sulla mano. Touma sbuffò per poi riprendere il discorso con un tono decisamente canzonatorio:
 
 
<< Ti va di riposarci alla prossima fermata, egregio signor Shiori? >>
 
<< Direi che è una buona idea, dobbiamo dormire e mangiare qualcosa… ma gradirei che tu pronunciassi il mio nome correttamente, senza disgustosi appellativi. Grazie >>
 
<< Oh buon Signore, sei veramente pesante. Avrei dovuto chiedere a Mugino di accompagnarmi… ah, giusto, a proposito… >> fu come se sulla sua testa si accese una lampadina, guardò l’ex Level 5 con uno sguardo malizioso dipinto sul volto: << Tu e Mugino, eh? L’ho scoperto solamente l’altra sera, amico… quand’è che pensavi di dirmelo? >>
 
<< Prima di tutto, non ci vediamo da quarant’anni, dunque pensavo di non dirti un bel niente. E seconda cosa, appunto perché non ci vediamo da quarant’anni, come hai fatto a trovarmi? Credevo che mi avessero dato per morto… e così doveva essere >>
 
<< Diciamo che ho le mie fonti… ti ricordi di Tsuchimikado? >>
 
 
Akuma ricordava bene quel nome. Tsuchimikado Motoharu, quarant’anni fa loro due lavoravano insieme in un’organizzazione chiamata GROUP, se lo ricordava come un giovane biondo dai capelli sparati in aria come quelli di un punk e indossante sempre degli occhiali da sole. Ripesandoci su, non lo aveva mai visto senza occhiali, non sapeva di che colore fossero i suoi occhi. Dopo la caduta di Gakuen e a la presa di potere della famiglia Kihara, pensava che fosse morto… doveva immaginarlo che fosse ancora vivo, era un tipo troppo sveglio per morire come la maggior parte degli Esper. Fece ancora mente locale dei tempi in cui lavorava per la GROUP, e ripensò anche agli altri suoi colleghi… chissà se erano ancora vivi, e se lo erano… chissà come sarebbero diversi, probabilmente non li avrebbe riconosciuti. Questa pletora di pensieri venne nuovamente interrotta da Touma:
 
 
<< Non cambiamo discorso, però. Stavamo dicendo… tu e Mugino eh? Questa proprio la devo sapere, come ha fatto un lupo solitario e trasandato come te a conquistare il cuore della ragazza più sexy di tutta Gakuen Toshi? >>
 
<< Tch… non sono cazzi tuoi, pensa a guidare. E vedi di non usare questi termini con mia moglie >>
 
<< E’ chiaro, l’hai drogata o fatto il lavaggio del cervello. Nessuna donna potrebbe sopportare questo tuo caratteraccio >>
 
 
Proseguirono fino a quando non si imbatterono in uno spettacolo che ghiacciò le loro vene. Davanti a loro vi era Kyoto, la mitica e sfarzosa metropoli ricca di templi e storia la cui bellezza e poesia era equiparabile a Tokyo, superata unicamente da Gakuen Toshi, solamente… che era desolata. I grattacieli distrutti, le strade sostituite da terra, i templi completamente ridotti a un cumulo di cenere, nessun essere umano viveva più lì. Nemmeno Kamijou sapeva che cosa fosse successo a quella città poiché non l’aveva più visitata da quando era solo un ragazzo e non sapeva che durante la guerra fosse andata distrutta. I due poterono percepire sulla loro pelle, per qualche secondo, un vento gelido che fece venir loro la pelle d’oca dando l’impressione di trovarsi davanti a un cimitero in cui le anime dei defunti non trovavano pace.
 
Il pilota si fece coraggio e spense i fari della vettura, scese e raccolse dal sedile del passeggero degli strumenti con cui accendere un fuoco.
 
 
<< Riposiamoci qui, non abbiamo alternative >>
 
<< Touma, che cazzo è successo qui? Il navigatore dice che siamo arrivati a Kyoto ma… Dio mio, non me la ricordavo così. E’ peggio di quanto mi aspettassi >>
 
<< Non lo so, non sono più venuto qui da quando… beh, lo sai… non credevo che i Kihara fossero capaci di una simile desolazione. Non dobbiamo preoccuparcene, e pensiamo solo a riposare, forza aiutami ad accendere un fuoco >>
 
 
 
Non fecero in tempo a preparare il riparo per la notte che un frastuono riconducibile al rombo di motori si espanse per tutta la zona. Puntarono lo sguardo verso Est e notarono che un gruppo di motociclisti stava puntando contro di loro a grande velocità, si poterono udire anche le loro grida e i loro versi gutturali. Gli Esper non fecero in tempo a reagire che si ritrovarono subito circondati, con le moto giravano in cerchio intorno a loro come se fossero un branco di lupi con le loro prede. Uno di loro colpì Touma alla testa buttandolo a terra e la stessa sorte toccò all'albino che cadde con un sonoro tonfo. Si rialzò a fatica, ma venne subito ributtato a terra da uno dei teppisti. Non ci volle molto per rimanere a steso a pancia in giù.
 
 
<< Vecchio di merda, si può sapere che combini? Possibile che non sei capace a difenderti un minimo? >>
 
<< Fate quello che volete, io non intendo ferire nessuno >>
 
<< Ma lo sentite che vecchio rincoglionito? >> urlò un altro di loro mentre lo riempiva di calci << Questo tipo è da ospizio! Ma adesso ci pensiamo noi a metterti a nanna >> continuarono la loro barbarie finché non vennero folgorati da una scossa elettrica ad alto voltaggio. Il resto della cricca si girò a controllare e videro la figura di questa ragazza con un camice bianco circondata da scosse elettriche. Last Order era scesa in campo e il suo sguardo lasciava trapelare collera e sadismo, il tono della sua voce era alquanto inquietante:
 
<< Tch... aprite le orecchie, vermi, perché sto per farvi quello che io chiamo -il discorso-. Me ne sono preparata uno soltanto ed è quello che di solito rivolgo alla gente come voi: finora la vostra vita è stata solo divertimento e scorrerie, alcolici e puttane. Ma ora siete nella merda fino al collo, perciò vi concedo due scelte:
-Voi mi attaccate e io vi arrostisco pure le palle.
-Vi allontanate da lui e vi ritirate con la coda tra le gambe e ve ne tornate dalle vostre sgualdrine sani e salvi.
Allora... cosa avete deciso? >>
 
La banda criminale deglutì, erano visibilmente spaventati davanti a quella figura femminile. Lei era chiaramente una Esper. Loro non ne avevano mai visto uno, anzi, credevano che fossero tutti estinti. Non sapevano cosa fare, erano come bloccati. Da una parte, avevano paura del suo potere elettrico, dall'altra si sentivano sicuri di poterla eliminare in quanto superiori numericamente. Non fecero in tempo a prendere una decisione che, la testa di uno di loro, venne fatta saltare in aria da un proiettile vagante; occhi, pezzi di pelle e cervello schizzarono dal corpo del malcapitato sporcando di sangue i suoi compagni. Colui che aveva sparato il colpo altri non era che Kamijou Touma, si era ripreso velocemente dalla botta in testa e aveva estratto dal bagagliaio della vettura un fucile a canne mozze.
 
 
<< Ok, figli di puttana, adesso tocca a me. Venite un po' dallo zio Touma, vi faccio saltare quelle vostre teste di merda! >> sparò un altro colpo e via un'altra testa. Il gruppo corse alle moto per poter fuggire, ma il Level 0 fu lesto a estrarre dalla sua giacca una pistola e colpire tutti nei loro punti vitali con estrema rapidità e precisione. Last Order osservò la scena con un'espressione indecifrabile sul volto, ricordava Touma ai tempi e non era affatto così... crudele? Era forse il termine adatto? Certo, infondo quelli erano criminali, ma meritavano per caso la morte? Si stavano ritirando. Lei non poteva sapere cosa passava nella testa del suo amico, stava di fatto che per lui non vi era alcuna differenza tra il bruciare i rifiuti e uccidere quella gentaglia. Per lui erano solo feccia.
 
<< Touma, che diavolo hai fatto?! >> Sbottò Accelerator rialzandosi e tenendosi il braccio ferito. Non credeva ai suoi occhi. Osservava il macabro spettacolo di cadaveri stesi al suolo e ancora grondanti sangue, chiedendosi quanto era cambiato quell'uomo in quarant'anni.
 
<< Sta zitto, per stasera mi hai fatto incazzare a sufficienza! >> gridò portandosi il fucile sulle spalle e lanciando un'occhiataccia al suo compagno. << Da quand'è che hai giurato di non difenderti e diventare un gran bel pacifista, eh?! >>
 
<< È da quando abbiamo lasciato casa mia che te lo sto ripetendo! >>
 
<< Ok, ma non credevo che il tuo cambiamento arrivasse a tanto! Porca puttana, quelli ti avrebbero ucciso e tu glielo avresti permesso! >> non credeva a ciò che aveva davanti. Touma ricordava Accelerator come un fiero e potente Esper che era capace di sgominare interi eserciti se solo lo voleva. Un'autentica macchina da guerra... ridotta a una tigre senza artigli. Ecco cosa aveva davanti. Il suo sguardo si ammorbidì: << Che diavolo ti hanno fatto, amico mio? >>
 
 
 
A quella domanda, l'ex Level 5, chiuse gli occhi e ripensò a quella notte. La notte in cui i soldati dei Kihara attaccarono lui e la sua famiglia. Quella tremenda notte in cui venne soverchiato dalle loro macchine e armamenti. Tremò, riaprì gli occhi e guardò il suo compagno di viaggio dritto negli occhi: << Mi hanno spezzato, bello... ecco perché sono ancora vivo >>
 
Distolse poi lo sguardo per concentrarsi sulla ragazza: << Ma tu... cosa diavolo ci fai qui? Soprattutto come?! >>
 
 
 
La clone si limitò ad alzare le spalle: << Mi ero infilata nel bagagliaio mentre nessuno prestava attenzione, in più non volevo lasciarti andare da solo con lui. Non sei più capace di difenderti da solo, quindi hai bisogno di una guardia del corpo. Dice Misaka spiegandoti il motivo del suo gesto >>
 
<< E non hai pensato a tua madre e ai tuoi fratelli? Saranno in pensiero per te! >>
 
<< Ho lasciato un biglietto >>
 
<< Non è questo il punto! Tu... >> sbuffò portandosi l'indice e il pollice sugli occhi << Tch... fanculo... ormai non è possibile tornare indietro. Sono troppo stanco per farti la predica, è meglio sederci intorno a un fuoco a riposare. Il discorso non finisce qui, comunque >> la rimproverò, dopodiché aiutò Touma a preparare l'accampamento. Si sedettero intorno al fuoco, Last Order fasciò le ferite di suo padre nel mentre il Level 0 intavolò una discussione:
 
<< Dunque… mi sembra un po’ un mortorio stare qui senza parlare. Se non sbaglio ci eravamo interrotti davanti a una domanda importante… Akuma… >> pronunciò il suo nome con una nota di sarcasmo, causato dal patetico scenario che fu costretto ad osservare. << Tu e Shizuri Mugino. Me lo devi veramente spiegare, e non accetto un no come risposta >>
 
<< Effettivamente anche Misaka sa poco sull’argomento. E dire che dopo tutti questi anni, la curiosità mi sale solo adesso. Chiede Misaka esprimendosi con un volto curioso >>
 
<< Tch… ma fatevi i cazzi vostri! Lasciatemi riposare >>
 
<< Ti abbiamo salvato il culo, ce lo devi questo favore, bello >> rispose il vecchio con al seguito Last Order che annuiva.
 
Emise un sonoro sbuffo. Infondo quello sarebbe stato un viaggio abbastanza lungo, valeva la pensa distrarsi un po’. Ripensare a quel momento… lo metteva a suo agio, come se per qualche secondo scordasse gli orrori che aveva subito.
 
<< E va bene, seccatori, volete che ve lo racconti? D’accordo, restate lì e ascoltate… >> prese un bel respiro: << Cominciò tutto trent’anni fa. Io avevo subito da poco l’incidente e avevo bisogno di un riparo per me e Last Order… >>
 
 
Era una sera d’estate, ero uscito dal rifugio che avevo costruito per me e Last quando, sulla mia strada, vidi il corpo ferito della Level 4 di Gakuen strisciare verso di me. Era ferita gravemente, stava delirando su qualcosa che non ricordo di preciso, di certo non era ferita solo nel corpo. Svenne, allora la presi in braccio e la portai nel mio rifugio, le macchine la stavano ancora cercando.
Qualche benda e la mia sapienza medica aiutarono, nonché una buona dose del mio potere di controllo vettoriale.
Si svegliò di colpo e gridò il nome di Hamazura. Fu sorpresa di vedermi, mi ricordo che si alzò di colpo per incamminarsi fuori, ma ovviamente era troppo debole e dovetti reggerla. Mi respinse, il suo orgoglio era incredibile, arrivò anche ad insultarmi, proprio io che le avevo salvato la vita.
 
<< Fatti da parte, Numero Uno, o sarai spostato! >> mi gridò. Io rimasi fermo, non avevo intenzione di lasciarla andare da sola a morire, per di più non avevo alcun intenzione di ferirla. Lo sapete, ho giurato di non usare mai più il mio potere per fare del male. Gridava, mi insultava, e alla fine arrivò a picchiarmi.
 
 
<< Tipico suo… >> commentò Touma interrompendo per un attimo l’esper.
 
 
Mi riempì di calci e pugni, ma io non cedevo. Non potevo e non volevo cedere, dovevo farle capire che la sua era una pazzia, sarebbe andata in contro alla morte.
 
<< Perché fai così?! >> gridava << Tu sei davvero il Numero Uno di Gakuen Toshi?! Te ne stai qui a ricevere botte e a nasconderti come un coniglio, quando dovresti essere là fuori a lottare! Si può sapere che ti prende? Ti sei ridotto a un’ameba, non hai più orgoglio! >>
 
<< Può essere che io abbia perso il mio orgoglio, ciò non toglie che se tu uscissi adesso, ti faresti ammazzare. Hamazura… quel Level 0 si è sacrificato per te, vero? Lo invocavi nella tua convalescenza. Dimmi, se tu ti muovessi e morissi… a cosa sarebbe servito il suo sacrificio? Per di più, rischieresti di far scoprire me e Last Order >> Indicai la ragazza. Si era svegliata da quelle urla, e guardava lo scenario con sguardo attonito e mezzo impaurito.
 
 
<< Sì me lo ricordo, ricordo come ti stava picchiando. Ho sempre pensato che Mugino sia la tua versione femminile. Dice Misaka prendendoti un po’ in giro >>
 
 
Non so cosa le successe, ma era come se vedendola… si fosse calmata. Sputò per terra e si ritirò a dormire. Da allora passammo molto tempo insieme, e lentamente… moooolto lentamente… imparammo a conoscerci. Mi raccontò di come aveva perso tutto, anche Fremea, la bambina che aveva adottato. In quel momento credetti di aver capito perché aveva deciso di seguirmi. Last Order le ricordava Fremea, in qualche modo. Anche io iniziai a parlarle di me, e scoprimmo di avere fin troppo in comune. Non sapevo come, né perché, ma ci sentivamo talmente affini… da sentire il bisogno di confortarci a vicenda.
 
 
<< E così avete fatto tram tram >> disse Touma con un ghigno malevolo sul volto
 
<< Sì, abbiamo fatto tram tram… razza di maniaco. Bene, ora sapete la storia, buona notte >> e detto questo si allontanò per coricarsi nel suo sacco a pelo.
 
<< Hey, non vale! Ti sei bloccato proprio sul più bello! >>
 
<< Dormi, brutto cazzone! >>
 
 
Il Level 0 e la clone si guardarono e scrollarono le spalle, erano parzialmente soddisfatti, almeno avevano alleggerito la tensione causa dall’aggressione di qualche ora fa. Si coricarono a dormire, anche se il vecchio esper tenne un occhio aperto per controllare la situazione. Dopotutto, quello era un mondo pericoloso e all’alba avrebbero dovuto riprendere il viaggio. Il tempo era infinitamente prezioso.
   
 
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