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Autore: Colarose    02/02/2019    4 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Imprevisto previsto

Quel giorno faceva parecchio freddo, gli studenti rabbrividivano, stringendosi nei cappotti e affondando i nasi nelle sciarpe. Alcuni, tanto che erano imbacuccati, sembravano perfino buffi. Alice era una di questi, aveva un cappellino rosa e grigio in testa, con un batuffolo in cima, la sciarpa le lasciava scoperti solo gli occhi, aveva un cappotto grigio pesante (che le faceva sembrare i fianchi un po' paffutelli, ma a lei al momento non importava) e infine, paradossalmente, una gonna rosa, aveva le calze, e sopra le calze aveva messo delle parigine, piuttosto spesse e pesanti. 

Inutile dire che la sua decisione di mettere una gonna era considerato un tentativo suicida da molti, ma lei voleva essere bella alla sua prima uscita con Frank, e che poi fosse buffa, lei non lo sapeva, ma Frank la guardava con occhi innamorati, giudicandola tenerissima. Mary alzò gli occhi al cielo, dandosi della persona intelligente per essersi messa dei pantaloni, mentre Alice iniziava a muoversi in una specie di piccola corsetta sul posto, per riscaldarsi. 

«Ma quanto è lento?!» sbottò Alice, sporgendosi per vedere Gazza passare un oggetto, di cui nome e origine sconosciuta, sulle firme di ogni permesso.

«Alice, fermati!» esclamò Lily, tenendogli un braccio. 

«Fa freddo!» sussurrò Alice. 

Lily estrasse la bacchetta e la puntò sui calzini di Alice, sussurrando una formula. 

L'amica fece una faccia sorpresa, poi di beatitudine, sentendo del calore riscaldargli le gambe, e poi lo sentì anche sul cappotto. 

«Perché non l'hai fatto prima?» domandò e Lily sorrise imbarazzata, per poi farlo su di lei e tutte le altre. 

«Ora mi è venuto in mente» rispose, mentre qualche tre-quattro persone più avanti, Gazza passava il rilevatore di firme false sul permesso di Sirius. 

Il prossimo era Harry, che gli porse lentamente il permesso. 

«Lascia stare, mascalzone» borbottò Gazza burbero, scacciando il permesso che gli veniva dato. 

«Cosa?» esalò Harry, spaesato, già pronto a gettare un Confudus su Gazza prima che questi potesse verificare la firma (ovviamente falsa). 

«Il Preside mi ha parlato di una situazione particolare, chi lo capisce a lui. E ora passa! Non ho tutto il giorno.» disse velocemente Gazza scacciandolo, e Harry si diresse, ancora confuso, verso il viale, aspettando i suoi amici. 

«Una situazione particolare» scimmiottò Sirius, ridendo, quando arrivò «Casomai qualcuno avesse sentito, preparati a essere considerato il cocco del Preside!» esclamò. 

Harry sorrise leggermente. 

Quando furono al completo, si incamminarono, parlando e scherzando, verso Hogsmeade, inconsapevoli di cosa la mente malefica di Alice Prewett avesse pianificato per loro quella giornata. 

Si diressero da Zonko e da Scrivenshaft, e anche da Stratchy & Sons, inutilmente alla ricerca di un travestimento da tricheco, che non trovarono («Un vestito da tricheco, ragazzi miei?! Qui non vendiamo abiti tanto... ridicoli!») 

Peter aveva iniziato a tremare come una foglia e aveva supplicato, convincendo persino Remus che testardamente voleva andare da Mielandia, ad andare ai Tre Manici Scopa, seduti e caldi, a bere una buonissima Burrobirra. 

«Guardate quella» sussurrò Sirius malizioso, indicando una bella signorina dietro al bancone, mentre si sedevano a un tavolo. 

Remus sospirò «Sirius, avrà una ventina d'anni... Non ti prenderà neanche in considerazione»

«Sì! Gli spiriti sono con me!» esclamò Alice, qualche tavolo più in là, insieme a Lily, Mary e Marlene. 

«Gli spiriti?» domandò Lene, confusa «Demoni?» 

«Ma no! Spiriti buoni! Guarda! Ora posso dare inizio al mio piano!» sussurrò concitata l'altra, le altre tre si voltarono il più discretamente possibile, scorgendo i Malandrini. 

Lily si voltò spaventata verso di lei «Quale piano?»

Alice sorrise, mettendosi innocentemente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gli occhi da cerbiatta che osservavano sognanti e pieni di aspettativa uno scenario immaginario che solo lei poteva vedere. 

Lily si chiese a quali romanticherie stesse pensando. 

«Il piano di far uscire Marlene e Harry insieme» rispose poi, come se fosse ovvio.

Marlene arrossì «F-Facevi sul serio?» 

«Ovviamente!» esclamò entusiasta Alice. 

«Scusa, ma per questo non bastava che Marlene chiedesse a Harry di andare con lei a Hogsmeade?» chiese Mary, alzando le sopracciglia.

Alice la guardò incredula, come se avesse chiesto se i pinguini volassero. Poi sospirò «Come si vede che non sai come funziona...» sospirò «Primo, deve essere sempre il maschio a fare il primo passo- »

«Non ti sembra un po' tradizionalista questa cosa?» domandò Mary alzando un sopracciglio, ma venne ignorata. 

«Secondo, i Malandrini hanno rifiutato tutte le prendenti, anche quelle molto carine, una cosa sicuramente non da Potter e Black. Non hanno mostrato nessuno scoraggiamento -tranne Potter, forse, dato che tu, Lily, l'hai rifiutato-, comunque, da qui se ne deduce che non aspettavano nessun invito da nessuna ragazza, anche perché altrimenti già l'avrebbero chiesto loro a lei. Vedendo come non sono affatto giù di morale ad uscire insieme, posso dire che non vogliono nessuna compagnia femminile, e che quindi vogliono fare un'uscita tra amici. Se Marlene avesse chiesto, avrebbe corso il rischio di fare la fine della Hofstadter. »

Le altre la guardarono stupite. 

«Ma chi sei? Sherlock Holmes?» esalò Lily.
Alice la guardò confusa «Chi?»
«Lascia stare.» 

«Comunque, se Harry mi avesse rifiutato per i suoi amici, avrebbe voluto dire che non è per niente interessato a me» si scoraggiò Marlene. 

«Non ho detto questo» sussurrò Alice, quasi con tono materno «Potresti piacergli» disse. La ragazza non voleva mentire, doveva essere franca ed onesta, altrimenti non si andava da nessuna parte, non facendole capire com'era davvero la situazione.
Poi aggrottò le sopracciglia «Harry è più difficile da leggere, forse c'è qualcosa che lo ferma. Ma comunque non sei senza speranza, in amore uno conquista l'altro! A volte con facilità, a volte con un solo sguardo, e a volte con più difficoltà. Harry ha conquistato te, ora tocca a te conquistare lui!» 

Marlene le gettò un'occhiata e sorrise leggermente.

«Ora, il piano!» esclamò, e Mary gemette. 

«Ci coinvolge in qualche modo?» chiese Lily, cercando di pensare al fatto che il piano di Alice avrebbe avvicinato Marlene e Harry, e lei non avrebbe di certo fermato l'avvicinamento della coppia che doveva assolutamente finire insieme. 

«Certo, siete tutte mie complici!» annuì la mora «È semplice, dobbiamo unirci a loro con casualità, poi parliamo e tutto, in modo da entrare abbastanza in confidenza con loro e-»

«Che cosa?!» sbottò Lily, voltandosi di scatto per dare una veloce occhiata a James, che rideva. «Dobbiamo... dobbiamo unirci a loro? Devo parlare con Potter?!» 

Alice la guardò «Basta che non vi scanniate e andrà bene, inoltre c'è anche Harry, e pure noi, non sarai completamente in balia sua»

«E c'è anche Remus!» aggiunse Marlene, frettolosamente, guardando supplicante Lily «è un bravo ragazzo, prova a fare amicizia con lui!» 

Lily la guardò indecisa, poi si diede dell'egoista «Ok ok, tanto sarà solo per una giornata, no?» concesse, Marlene le rivolse uno sguardo contento, e Lily sorrise dolcemente. 

«Bene, qual è questo piano ingegnoso a cui hai dedicato ore di pianificazione?» intervenne Mary rassegnata, rivolgendosi ad Alice, che da parte sua sembrava molto soddisfatta della piega che stavano prendendo gli eventi. 

Dopo aver precisato che ci aveva pensato per soli dieci minuti, si decise a spiegare il piano, parlando basso e velocemente, per paura che i Malandrini se ne andassero prima del previsto: 

«Dicevo, dobbiamo unirci a loro ed entrare in confidenza, abbastanza da far sembrare normale restare con loro anche quando avremmo lasciato i Tre Manici di Scopa. Tutti ci dirigeremo verso Mielandia, con eventuali fermate di pochissimi minuti. Lì, ho dato appuntamento a Frank, e quindi lui sarà lì e mi unirò a lui! Entreremo nel negozio, ci sarà sicuramente molta folla. Con un segnale, questo,» Alice si stropicciò un occhio, facendo la parte della stanca «dovrete trascinare con voi uno o due Malandrini, tutti tranne Harry, che dovrà restare vicino a Marlene -quindi tu vedi di iniziare a parlare con lui quando ci avviciniamo lì, così non lo perdi di vista!- a questo punto, la folla ci farà confondere facilmente tra le persone, preferibilmente dovrete lasciare il negozio il prima possibile insieme al vostro caro Malandrino, o cari Malandrini. E il gioco è fatto! Marlene e Harry resteranno da soli, ed evitateli come la peste! Harry non dovrà vedere nessuno dei suoi amici, perché altrimenti tutto andrà all'aria, capito?» Alice concluse il suo discorso da cospiratrice professionista e da discendente di Cupido, dal quale avrebbe ereditato l'arco e la freccia con il cuoricino, che avrebbe sicuramente adorato. 

Le ragazze erano state per tutto il discorso attente, e Lily fece la domanda che più le premeva: 

«E chi si prende chi?» 

Alice fece spallucce «Quello più vicino a voi» poi si voltò verso Marlene «Se Harry chiede dei suoi amici, distrailo, poi non ci penserà più e avrete un'uscita fantastica! » battè le mani entusiasta. 

«Mm... quando lo attuiamo?» chiese la biondina, torcendosi nervosamente le mani, mentre guardava il tavolo più rumoroso del locale. 

«Ora!» esclamò la mora, alzandosi di scatto, pimpante ed eccitata. 

«C-cosa?» balbettò Mary «E come ci avviciniamo? "Ehi, sapete, vi avevamo visto e abbiamo deciso improvvisamente di approfondire la nostra conoscenza su di voi dopo tre anni di scuola, ci farebbe molto piacere starvi appresso alla vostra prima uscita, quindi, in conclusione, vi va di passare il pomeriggio con noi?" Andiamo! Sembra ridicolo persino a me!» esclamò poi, dopo aver finito di recitare in modo ottimale la frase che si immaginava dire davanti ai Malandrini. 

«Ovviamente no! Ci penseranno Lily e Marlene, dato che sono le persone più vicine a loro in questo gruppo!» ribattè Alice, avviandosi. 

«Vicine?!» quasi strillò Lily, con una faccia nauseata «Io ho buoni rapporti solo con Harry!» 

«Ehi, guarda chi si vede! Evans, ti stai divertendo?» domandò James sorridente, notando le ragazze avvicinarsi. 

«Questo ci facilita il compito» mormorò piano Alice, muovendo appena le labbra. 

Lily, già pronta per una rispostaccia terribile, si ricordò che dovevano sedersi al tavolo con loro, e si trattenne. 

«Certo, più di quanto mi sarei divertita uscendo con te» rispose, piuttosto gelidamente, e Alice, dietro di lei, sorrise impercettibilmente. 

«Non puoi dirlo: non l'hai mai provato» disse James, facendo un occhiolino.

Sirius osservava il tutto con un ghigno divertito, mentre Harry condivise un'occhiata esasperata con Marlene. 

«E mi auguro di non provarlo mai» sibilò Lily, leggermente rossa in viso.

Alice diede una lieve spintarella a Marlene «Su, riappacifica gli animi» mormorò, mentre il botta e risposta tra James e Lily continuava, era abbastanza divertente vedere la rossa che cercava di non fare una scenata.

«Potter, finiscila o-»

«Ok... che ne dici di calmarti, Lily?» domandò Marlene con un sorriso cauto, facendosi avanti, l'amica la guardò un attimo, poi sospirò e la guardò brevemente con uno sguardo di scuse. 

Marlene vide l'occhiata incoraggiante che le rivolgeva Alice, la guardò incerta e poi si voltò verso i Malandrini, sorridendo nel modo più rilassato possibile (non le uscì molto bene, ma era abbastanza convincente). 

«Che ne dite se ci uniamo a voi? I tavoli sono tutti occupati!» 

Lily decise che fare una faccia inorridita era perfettamente ciò che ci si aspettava da lei ad una proposta inaspettata come quella fatta dalla sua cara amica. 

«Ma voi non siete venute da lì?» domandò Sirius, indicando la parte opposta a dove stava la porta «Pensavo aveste finito... »

Remus, seduto accanto a lui, gli pestò il piede per l'apparente scortesia di Sirius. 

«Ahia! Perché questo?» esclamò quest'ultimo, guardandolo male. Remus si seppellì la faccia tra le mani. 

Marlene stava già iniziando a balbettare, quando Mary si avvicinò a loro.
«Infatti, siamo andate a cercare lì, ma non c'è posto neanche laggiù» mentì prontamente, e Lily notò con sollievo che il tavolo da loro occupato pochi minuti fa era già stato preso, altrimenti la loro bugia sarebbe stata subito smascherata. 

«E quando siete entrate?» insistè Sirius. 

Mary gli gettò un'occhiataccia infastidita «Eravate troppo impegnati a ridere per notarci. Comunque Black, se non ci vuoi qui basta dirlo, invece di fare tutto questo interrogatorio.» 

«Beh, effettivam- ahia!» si interruppe gemendo: James gli aveva dato un pugno sul fianco, cercando di farlo stare zitto. 

«Ma che avete tutti contro di me, oggi?» chiese, prima di ricambiare il pugno, con una faccia irritata. 

Lui e James si guardarono un attimo arrabbiati, prima di ghignare all'improvviso e prendere ad azzuffarsi giocosamente. 

Remus sospirò, guardando Sirius che si alzava e quasi strangolava James da dietro, mentre quest'ultimo rideva come un cretino, divincolandosi, tutti e due incuranti degli sguardi che venivano gettati loro. 

James spalancò gli occhi e guardò Sirius terrorizzato, indicando la gola e la bocca, Sirius immediatamente lo lasciò andare, non arrendendosi però a "picchiarlo". Nessuno fece caso alla loro conversazione silenziosa. 

«Sedetevi pure, scusateli» disse gentilmente il licantropo, e Mary andò a prendere due sedie che avevano trovato libere. 

Alice si sedette a fianco a Peter, mentre Lily fu costretta a sedersi vicino a James, tenendosi il più lontano possibile dalla zuffa in corso, guardandoli con una faccia stranita e irritata. Marlene, grazie a Lily, riuscì a mettersi vicino ad Harry, mentre Mary si mise tra Remus e Sirius. 

«Basta!» esclamò Remus autoritario, quando il gomito di James andò a sbattere contro il bordo del tavolo. I due si fermarono, Sirius si rimise al suo posto, mentre scombinava violentemente i capelli di James, facendoli diventare più disordinati di prima. 

«Volete qualcosa?» chiese la signorina che prima Sirius aveva notato al bancone. 

Sirius fece il sorriso più affascinante che aveva in repertorio, sembrando attraente perfino con tutti i capelli sparati da una parte all'altra (che fino a pochi secondi fa si lisciava come una donna disperata dalla rovina della sua acconciatura) 

«Burrobirre?» domandò agli altri, e tutti annuirono «Nove burrobirre, grazie.»

«Ma è buona?» sussurrò Lily, a nessuno in particolare. 

«Ci puoi contare, Evans» rispose James, in tono confidenziale. Lily si chiese anche se fosse alcolica, e dopo aver pensato che non servirebbero mai una cosa alcolica a dei minori, si disse che la parola "Birra", presente nel nome, era una pura casualità. 

«Qualcosa in particolare, qualcuno di voi? Zenzero in più, un po' più calda, più burro...?» 

«Io con una spruzzata di zenzero sopra, grazie» disse Harry. 

«Si può mettere?» chiese Lily incuriosita, guardando la ragazza, ricordando la bontà dello zenzero nei biscotti che faceva sua madre a Natale. 

Rosmerta sorrise «Certo!» 

Lily ci pensò un attimo «Ok! Anche io una spruzzata di zenzero!» decise, la ragazza annuì e si voltò, dirigendosi verso il bancone. 

«Se questa Burrobirra è così buona come dite, con una spruzzata di zenzero sarà una bellezza vera e propria per il palato!» si appoggiò allo schienale, le braccia incrociate e la faccia piena d'aspettativa. 

«Assicuro io!» intervenne Harry, alzando la mano in modo solenne. 

«Io con una spruzzata di zenzero sopra, grazie» Sirius scimmiottò Harry, modificando la voce fino a farla diventare un po' acuta, mentre sbatteva tre volte le palpebre. 

Gli altri risero «Dovresti fare una carriera da attore, Black» disse Mary, divertita, Peter che ancora rideva. 

Sirius ammiccò, la guardò dalla testa ai piedi e poi ritornò a guardarla in faccia «Grazie, MacDonald, tu dovresti fare invece un'altra "carriera"» replicò, un ghignetto perverso stampato in faccia. 

Mary lo guardò offesa e gli diede uno schiaffo sul braccio, piuttosto forte «E io che ti avevo fatto pure un complimento!» 

«Non mi avevi fatto un complimento, mi prendevi in giro» ribattè Sirius, allontanandosi leggermente.

«Ah! Quindi stai ammettendo di non saper recitare! » il Black la guardò un attimo, poi decise di non dare una risposta specifica a questa affermazione.

«Almeno io ti ho fatto un sincero complimento!» 

«Ehm ehm» richiamò Alice, guardando truce Sirius «Dì un'altra volta a Mary che dovrebbe fare la sgualdrina e te ne pentirai»

Sirius alzò le mani, in segno di resa. 

«Potter è inutile che mi dici che la Burrobirra è più buona se fatta senza cose aggiuntive, non è che la tua parola cambierà la mia idea! E comunque può essere anche che non mi piacerà questa Burrobirra, eh! Inoltre, stai alla larga da me, il tuo alito puzza, per Merlino!» si sentì esclamare. Lily guardava spazientita James, poi si aggiustò con movimenti stizziti la sciarpa Grifondoro che aveva al collo, non distogliendo lo sguardo da quello del suo interlocutore. 

«Lo dice pure Peter che è più buona normale, vero, Peter?» insistè James, rompendo per primo il contatto visivo per voltarsi verso il suo amico. 

Peter sobbalzò quando capì di essere stato chiamato in causa quando non c'entrava assolutamente niente, e distolse lo sguardo dalla conversazione tra Marlene e Harry riguardante le vicende di uno stupido cane di nome Dudley, che Harry s'inventava sul momento, aggiungendo dettagli particolarmente comici. Per fortuna, a rovinare le risate di Marlene non c'era l'alito di Harry, che si teneva alla larga da lei, a differenza di James. 

Guardò indeciso i due, che lo osservavano insistentemente (più che altro James, Lily occasionalmente alzava gli occhi al cielo). Se avesse dato ragione a James, la Evans lo avrebbe guardato male, se avesse dato ragione alla Evans, James gli avrebbe tenuto il broncio per un bel po', supponeva. 

«Ehm... non so... non ho mai aggiunto qualcosa in particolare... » disse, decidendo una via di mezzo. 

«Ora che abbiamo avuto il parere decisivo di Minus, puoi lasciarmi in pace? Magari smetti di far flirtare/litigare Black con Mary, in modo da avere il tuo migliore amico tutto per te.» Lily lo guardò con sufficienza, poi si voltò di scatto verso Remus, con tutta l'intenzione di iniziare una conversazione.

Tra alti e bassi tutto andò bene, Peter concluse che avrebbe raccontato le storie del cane Dudley ai suoi figli, Remus e Lily valutarono con attenzione quale libro fosse migliore dell'altro, ottenendo così la classifica "dei libri più belli", James fece diventare rossa di rabbia Lily per cinque volte, ottenendo sempre le solite risposte, con lo stesso tono, finchè non si fu calmato. Alice raccontò di come avesse litigato con la commessa per le scarpe che aveva al piede in quel momento a un disinteressato e esasperato Peter e, infine, Mary salvò Peter e diede un totale di tre schiaffi sul braccio a Sirius. 

«Credo sia arrivato il momento di alzarci» sussurrò Alice, alzandosi e aspettando che gli altri facessero lo stesso, lasciando i bicchieri vuoti al tavolo. 

A Lily era piaciuta molto la Burrobirra, e aveva dato la sua approvazione ai gusti di Harry. 

Ognuno pagò per sè, e con nonchalanche Alice seguì i Malandrini fuori, seguita poi dalle altre. 

«Dove dobbiamo andare?» chiese allegramente. 

«Noi da Mondomago» rispose Sirius, guardandola stranito. 

Marlene già iniziò a sentirsi a disagio, poiché sembrava, o almeno da parte di Sirius, che non fosse affatto normale che loro si unissero a loro per l'uscita.
«Oh, andiamo, Sirius, sai che lì non troveremo nulla!» sussurrò James concitato, cercando di non farsi sentire dagli altri, fallendo. «E inoltre vende oggetti!» 

«Senti, è qualcosa di troppo epico, tanto vale provare tutte le opzioni. Magari ne troviamo uno simile e ce lo facciamo modificare un po'!» ribattè l'altro.

Remus sbuffò «Lo ordiniamo direttamente da Diagon Alley, saranno anche disposti a crearlo lì»

«Di cosa state parlando?» si intromise Lily. 

Sirius la guardò brevemente «Non per offenderti, Evans, ma non essendo una Malandrina, ed essendo soprattutto tu, non possiamo risponderti.»

«State organizzando un'altra pagliacciata, vero?» insinuò la rossa, sospettosa. Sirius la guardò un attimo spazientito e James subito si fece avanti, per evitare che l'irritazione del Black si scatenasse sulla sua bella, e con il suo solito modo irritante, ma decisamente più calmo e gentile (e malizioso, perché tentò di mettere un braccio intorno alle spalle di Lily, come se fosse la sua fidanzatina) del suo migliore amico, disse che dietro a quelle che lei chiamava "pagliacciate" c'era molto lavoro. Tra una risposta e l'altra di Lily, che diceva che il loro tempo, che la loro "astuzia", la loro "intelligenza", la loro "fantasia" e la loro "bravura" (come detto da James) potevano essere impiegate in qualcosa di più utile, si cambiò completamente argomento, date le difese di James quando Lily affermava che questa astuzia e questa intelligenza non li vedeva da nessuna parte. 

Intanto, Sirius si era intestardito ad andare da Mondomago, e a nulla erano valsi i logici ragionamenti di Remus, Peter e Harry, James forse sarebbe riuscito a convincerlo, ma al momento era troppo impegnato a rovinare l'umore di Lily. 

Il soggetto della conversazione non veniva mai specificato, quel che capì Alice era solo che era difficile da trovare e che casomai si dovesse creare, e ciò avrebbe impiegato una lunga sosta da Mondomago, che non sarebbe stata a vantaggio del suo piano. 

«Vabbè» proruppe Alice, intromettendosi nella conversazione dei tre «Nel dubbio, Black ha torto. Quindi, che ne dite di andare da Mielandia?» 

Sirius la guardò offeso. 

Remus e Peter (in particolare Remus), la guardarono come se avesse detto l'idea del secolo, come se avesse espresso perfettamente il loro desiderio. Harry, invece, non aveva la stessa faccia, ma sembrava preferire di gran lunga la proposta di Alice, piuttosto che quella di Sirius. 

«Sì, ho sentito che è uscito un nuovo gusto al cioccolato» disse il licantropo, sorridente. 

«Se ho capito bene, il ripieno è tipo una specie di mix tra i gusti dei Calderotti e dei Cioccoli Giganti!» esclamò Peter, contento come un bambino, battendo le mani infantilmente.
«Oh sì, in realtà sono usciti due gusti, uno invece è al cioccolato fondente con un retrogusto di fragola, ripieno di nocciola.» aggiunse Alice, divertendosi a vedere Peter trotterellare, dimentico completamente del fatto che il grande Sirius Black sembrava tutt'altro che d'accordo. 

«Ehi, frenate! Chi ha detto che dobbiamo andare lì?» Sirius decise di mettere in chiaro le cose. 

«Io voglio andare da Mielandia» si intromise Mary, decisa. 

«Anch'io» disse Lily. 

Il Black si rivolse al suo migliore amico, quasi disperato «James?» 

Quest'ultimo lo guardò un attimo, indeciso, poi guardò la Evans (che da qualche minuto aveva adottato la tecnica dell'ignorarlo, che lo stava leggermente irritando), poi di nuovo Sirius, e infine di nuovo la Evans.
«Ehm... Mielandia?» sussurrò, e Sirius lo guardò come se fosse un vile, schifoso, vermicolo. 

«Mi stai tradendo.» mormorò il Black, spaesato e ferito (nessuno, anche dopo anni, avrebbe saputo dire se facesse sul serio), facendo il melodrammatico. James si passò la mano fra i capelli, come se davvero avesse fatto una cosa terribile, come se decidere Mielandia invece di Mondomago fosse davvero una cosa gravissima. Harry si spostò una ciocca dagli occhi, preparandosi a godersi al meglio la scena in cui James e Sirius si comportavano come una coppietta ipersensibile verso l'altro. 

«Oh no, Sirius, davvero! È che ho davvero voglia di dolci! Suvvia, ti ricordi la bontà delle Api Frizzole, dei BonBon esplosivi...?» cercò di giustificarsi James, Marlene che si tratteneva dallo scoppiare a ridere, mentre Sirius, come se il parere di James avesse cambiato tutto, superava Mondomago senza neanche accorgersene. 

«Per la Evans.» continuò Sirius con voce vuota, ignorando le parole di James.

«No, la Evans non c'entra niente! Oh, insomma, la Evans... non mi sopporta! Perché dovrei stare dalla parte di chi non m- »

«Tu! Tu che dovresti essere il mio migliore amico! Sono stato pugnalato alle spalle da te... Oh! Evans, lascia andare James dalle tue grinfie che lo stanno lentamente imprigionando, facendogli perdere la ragione, la lealtà...» recitò Sirius, come se fosse un poeta d'altri tempi, guardando supplicante Lily. La rossa, calata nella sua parte, lo guardò con la superiorità degna di una regina.

«Oh, andiamo, Sir- no aspetta, tu... tu mi stai prendendo in giro!» James, che aveva iniziato la frase in modo automatico, si fermò di colpo, guardando l'altro offeso. 

Sirius ghignò «Sì, ora sì» disse, beffardamente. 

«Razza di idiota» sbuffò James, dandogli un leggero spintone, che fece divertire ancor di più il Black. 

Mary rise, dando una pacca sulla spalla a Sirius, per poi superarlo, ancora ridacchiante «Comunque, c'è da dire che Potter ha già capito una delle regole fondamentali che c'è alla base dell'universo: si deve sempre dare ragione alla donna!» proclamò, naturalmente non credendo minimamente a ciò che aveva detto James pochi istanti fa. 

Sirius la guardò un attimo , analizzandola «MacDonald, devo ancora decidere se mi stai simpatica o antipatica, sai?» 

Mary sorrise in modo malizioso, non rispondendo, poi si voltò, raggiungendo Alice. 

«Ehm... sono soliti fare così?» domandò Marlene, guardando Sirius e James parlare allegramente, dopo la scena drammatica e struggente di cui avevano fatto un teatrino. 

«Non proprio, ma non è la prima volta che lo fanno» rispose Peter, distrattamente (come se tutto fosse nella norma), guardando un cartello appeso sul muro laterale di Mielandia, dove c'erano scritte delle frasi che Peter non riusciva ancora a leggere da quella distanza ma, fatto sta, che sotto vi era un'immagine piuttosto invitante. 

«Succede nelle rare volte in cui uno non si trova d'accordo con l'idea dell'altro, su cose superficiali. È sempre Sirius a iniziare, e James a volte credendoci, a volte no, gli chiede comunque scusa.» spiegò Harry, volendo chiarire i dubbi di Marlene, dato che Peter non sembrava disposto a farlo.

Ma Marlene non lo stava ascoltando più di tanto, i suoi occhi erano fissi su Mielandia. No, non per lo stesso motivo di Remus e Peter, i dolci all'interno di Mielandia, in quel momento, non potevano importarle più di tanto. Bensì, vedeva Frank, appoggiato sul muro vicino all'ingresso, aspettare, al freddo, e con pazienza, la sua fidanzata. Vederlo lì, vedere Mielandia, gli fece ricordare ciò che stava per succedere.
A breve si sarebbe trovata da sola con Harry, per una specie di primo "appuntamento". Subito, una vocina rinsavita da chissà dove, forse dalla ragione (che Marlene credeva di aver conservato, ma si dovette ricredere), urlò alla pazzia, di come e quando era diventata così disperata che per uscire con Harry c'era voluto un piano. Stava attuando una specie di costrizione a passare la giornata con lei, quando lui avrebbe voluto passarla con i suoi amici! 

Oh, come si sarebbe comportata? È vero che si era trovata numerose volte da sola con Harry, si era comportata da amica e tutto quanto, ma ora che doveva restarci da sola, ad un’uscita, un "appuntamento romantico" (che appuntamento romantico non era, perché, Lene già lo sapeva, da parte di Harry non c'era quel tipo di interesse) diventava tutto più imbarazzante!
Forse era meglio mandare all'aria questa follia partorita dalla contorta mente di Alice, forgiata dai romanzi rosa (gli unici libri che aveva letto, esclusi quelli di scuola). Questa uscita si sarebbe rivelata una costrizione e un qualcosa di fortemente imbarazzante. 

«Ma comunque,» intervenì una vocina, in difesa dell'idea di Alice, screditata fino a quel momento dall'altra vocina (quella rinsavita dalle macerie della ragione) «non è che sia un crimine, eh! E poi Harry è tuo amico, gli stai simpatica, sarà comunque contento di passare la giornata con te!» 

«Sì, ma lui non ha voluto questo!» 

Marlene, si immaginò il diavolo su una spalla, e l'angelo sull'altra, come succedeva con quei cartoni che sua madre aveva insistito a fargli vedere da piccola, dicendole che strega o no, un'infanzia senza certi cartoni non era un'infanzia. 

La battaglia durò per quel che a Lene parvero minuti, ma che in realtà erano dieci secondi scarsi, fatto sta che vinse la vocina tentatrice, e quando vinse, ormai Alice già stava correndo verso Frank, baciandolo, formando l'immagine della perfetta coppietta felice. 

Frank era un ragazzo non proprio alto, ma magro, con una faccia un po’ affilata, a differenza di Alice, che ce l’aveva leggermente più tonda. I capelli erano più scuri di quelli della fidanzata, e tremava leggermente. 

«Ma amore, sei tutto freddo!» esclamò Alice, toccando la faccia di Frank, che iniziava a sentirsi a disagio più del solito, notando la comitiva dietro la sua ragazza «E il naso! Tutto rosso!» ridacchiò Alice, facendo nasino nasino. 

Tutti scostarono lo sguardo, guardando da qualsiasi parte tranne la parte dove stava la coppietta. 

«Uhm» Frank la scostò delicatamente, rosso in faccia «Beh, fuori non fa proprio caldo. Entriamo?» chiese, rapidamente. 

«Certo!» acconsentì Alice, prendendolo per mano. Poi si voltò verso i Malandrini e le sue amiche «Che aspettate? Venite anche voi!» 

James si voltò stupito «Ah, possiamo venire?» domandò d'impulso. 

«Perché no?» gli rispose Alice. 

«Oh, niente, James voleva assicurarsi che non dovessimo fare gli otto incomodi » spiegò Sirius al posto di James, con un ghigno malizioso, scrollando le spalle. 

Frank arrossì ancor di più. 

All'interno del negozio, come previsto da Alice, c'era tanta folla e spintonarono per passare, ciò nonostante Marlene, con la scusa di rischiare di cadere, acchiappò il braccio di Harry, non perdendolo di vista e rimanendo a fianco a lui, a differenza degli altri, che si mischiavano continuamente.

Tutti erano concentrati a guardare davanti a sé, e il gruppo si era sciolto leggermente, solo Mary, Marlene e Lily gettavano occhiate continue ad Alice.

Quest'ultima diede una veloce occhiata intorno, poi si strofinò con disinvoltura l'occhio, con una faccia esaurita. 

Quello fu il via. 

Mary acchiappò Sirius d'improvviso, che a sua volta, confuso e impanicato, acchiappò Peter. 

Lily notò con orrore che era vicino a James, e si allontanò, sperando che qualcuno se lo prendesse, ma, vedendolo rimanere lì dov'era, decise che non c'era altro da fare, e lo tirò verso di sé. Prese la bacchetta, fece un incantesimo di forza (che spintonò le persone ai lati, facendole quasi cadere) e passò velocemente, tirando Potter. 

Marlene calamitò lo sguardo di Harry verso di sé, prendendo a parlare. 

Remus, rimasto solo, capì tutto, raccogliendo in poco tempo tutti i segnali presenti dall'inizio dell'uscita e che fino a quel momento aveva trascurato. Cercò di andarsene goffamente, ma rimase comunque in vista, non riuscendo a passare tra la folla. All'improvviso fu tirato da un braccio esile ma con una forza sorprendente, trovandosi davanti la faccia piena di disappunto di Alice.

Meno di un minuto, meno di quindici secondi, e tutti erano scomparsi dalla vista di Harry e Marlene, rimasero soltanto loro, soli, Marlene che parlava e Harry che sorrideva. 

 
*

«Evans! Oddio, se volevi un appuntamento da sola con me, bastava chiedermelo! Avrei accettato! Non vedo il bisogno di trascinarmi come se fossi un cane da passeggio!» esclamò James, intanto, ansimante per la piccola corsetta che Lily continuava a fare verso la parte opposta da dove stavano andando fino a pochi minuti fa. 

La Evans continuò ad ignorarlo. 

«Aspetta, dove stiamo andando?! Da questa parte è l'uscita! Evans, siamo appena entrati qui dentro!» ma James era già stato buttato fuori, e Lily continuava ad avanzare, finchè non si ritrovarono abbastanza lontani, e fu in quel momento che, finalmente, la rossa lo lasciò andare. Potter strofinò brevemente l'unghia del pollice sui molari, come ad aggiustare qualcosa, poi si massaggiò il braccio «Non per dire che non sono contentissimo di uscire con te, ma non credi che gli altri se la prenderanno?» domandò. 

Lily aveva le labbra semiaperte, mentre cercava di ricomporsi «Non fraintendere, Potter, non ho alcuna intenzione di uscire con te. Infatti ora ce ne andremo ognuno per i fatti propri» rispose, sfilandosi la sciarpa in un momento suicida, infatti appena sentì il freddo sul collo, se la rimise immediatamente. 

«Cosa?! E allora si può sapere perché mi hai trascinato via da Mielandia?» sbottò l'altro, infastidito. 

«Perché fa tutto parte di un piano per far uscire Marlene ed Harry insieme, da soli. Ognuna di noi doveva prendere un Malandrino, quello più vicino a noi, e portarlo fuori da Mielandia. Niente ci obbliga a restare con il suddetto Malandrino, ora me ne vado, e tu te ne vai, basta che eviti alla grande Marlene ed Harry» spiegò Lily, pazientemente. 

«Oh no, Evans! Ora tu resti con me!» protestò James, indignato. 

Lily lo guardò con un sopracciglio alzato «Altrimenti?» 

James la guardò un attimo, poi sorrise beffardo. 

«Altrimenti... » James s'avvicinò, tutto ghignante «verrò comunque con te.» soffiò, guardandola negli occhi, poco distante dal suo viso. 

Lily lo guardò fieramente «E io ti schianterò»

James ridacchiò leggermente, e Lily fu sorpresa che un suono così apparentemente innocente e gentile potesse provenire da un arrogante pomposo quale era James Potter «Ma è contro le regole, lo dirò alla McGranitt» replicò prontamente, confermando così a Lily che la risatina gentile e soffice di prima fosse solo un'apparenza. 

Lily lo guardò «Non oseresti... »

«Oserei, invece»

«Mi stai... ricattando.» 

«E tu mi hai rapito, o sbaglio?» 

«Non ti ho rapito!» esclamò Lily, offesa. Poi si fermò, guardandolo maleficamente «E se non ti schiantassi? Se ti piantassi in asso semplicemente?»

James sembrò preso alla sprovvista, e si allontanò finalmente dal suo volto «Proporrò a Lumacorno di fare ripetizioni di pozioni con te, sai che accetterà»

La Evans spalancò gli occhi, inorridita: sarebbe stata costretta a passare pomeriggi interi con Potter. Se si rifiutava di dare ripetizioni sarebbe parsa maleducata e irrispettosa di fronte al professore, sfaticata, senza alcuna voglia di aiutare gli altri. Meglio un solo pomeriggio con Potter, piuttosto che tre, quattro su base settimanale «Non la passerai liscia, Potter, sappilo.» borbottò rabbiosamente, voltandosi. 

James rise, irritando ancor di più Lily «Allora, Lily, dove vogliamo andare?» non poteva negare di sentirsi leggermente in colpa, ma quando mai gli sarebbe capitata un'altra occasione del genere? 

«A fare i regali di Natale. E non chiamarmi Lily.» 

 
*



«Io ho sempre pensato che le ragazze non fossero proprio sane di mente, ma non pensavo così tanto...» sussurrò Sirius sconcertato, camminando a fianco a Mary, dopo che questa gli aveva spiegato la situazione. 

«Ma non potevate attuare il piano dopo una visitina da Mielandia? Me l'avete tolta da sotto il naso!» si lamentò Peter, sentendo lo stomaco gorgogliare.

«Andiamo a mangiare da qualche altra parte!» cercò di rincuorarlo Mary, dopo aver tentato di dare un ennesimo schiaffo a Sirius sul braccio, che l'altro riuscì a schivare. 

«Non credo che si possa, l’unica opzione è Madama Piediburro, che vende anche qualche dolcetto, oltre che bevande. Ma è per le coppiette da diabete» disse Sirius, ricordando il locale in cui lui e James avevano sbirciato brevemente nelle loro uscite passate. Era tutto grazioso, pieno di oggetti color pastello, in prevalenza un bel rosa dominava il posto. Lì, senza pudore, i fidanzati si limonavano allegramente. 

«Beh, allora andiamo lì!» esclamò Mary. 

«Sei impazzita?!» sbottò Sirius, orripilato. 

«Affatto! Io ho fame e voglio mangiare» replicò Mary, scorgendo brevemente un cartello e dirigendosi verso la freccia su cui stava scritto: "Madama Piediburro"
Probabilmente, Alice le avrebbe dato dell'insensibile a profanare il nido degli innamorati quando era ancora single. 

«Beh... anch'io ho fame, ma lì mi sentirei a disagio...» sussurrò Peter, incerto.

«Fregatene!» replicò Mary, proseguendo a passo di marcia. 

Giunti di fronte all'ingresso, c'era un'insegna scritta con un elegante corsivo: 

Madama Piediburro
Il nido delle coppie di innamorati


Mary storse il naso «Razzisti...» 
 
«In effetti...» replicò Sirius, infastidito «È come se dicesse che i single non sono ammessi»

Mary sbuffò e aprì la porta, e lei e Sirius entrarono, seguiti da Peter, a passi indecisi. 

Subito una signora massiccia, con una stretta coda nera (solo a due ciocche più corte davanti era permesso starne fuori, per permettere loro di contornarle il viso), vestita di un vestito giallo pastello con un grembiulino bianco merlettato, si fece avanti. 

«Buonasera, cari!» li salutò, rivolgendosi esclusivamente a Sirius e Mary «Siete proprio una bella coppia, volete per caso un tavolo più appartato?» domandò, mentre Peter osservava sconvolto due persone, sedute in fondo alla sala, mangiarsi la faccia a vicenda, emettendo sgradevoli suoni umidi. 

«Non sia-» iniziò Mary, prima che Sirius le mettesse un braccio intorno alle spalle, tirandola a sè. 

«Sì, grazie, io e la mia fidanzata vorremmo trascorrere al meglio il nostro primo appuntamento!» esclamò, guadagnandosi un breve sguardo stranito da Mary. 

«Esattamente» confermò la corvina stando al gioco, poggiando la testa sulla spalla di Sirius, comportandosi da perfetta fidanzatina innamorata. 

«Oh, bene, ecco lì il tavolo -ne indicò uno quasi in fondo alla sala, proprio accanto alla coppia mangiafaccia- verrò poi da voi per gli ordini» rispose Madama Piediburro, poi si voltò verso Peter, che aveva incominciato a seguire Sirius e Mary, che si dirigevano verso il tavolino. 

«E tu, caro?» Chiese. 

«Oh, ehm... io sono con loro» balbettò Peter. 
«Come?» 
Peter si ricordò del fatto che i single non sembravano proprio apprezzati. «Uhm... sì, la m-mia fidanzata è-è in ritardo, q-quindi aspetto con loro.» articolò a stento, subito pensando di essere sgamato. Ma per fortuna, Madama Piediburro non interpretò il balbettio come un segnale che stesse spudoratamente mentendo, ma come semplice timidezza, dovuta al parlare del suo primo amore. 

Lei si ricordava benissimo il suo primo amore. Ah, Myron, s'era rivelato un grosso errore, ma era stato bello finchè era durato. Gli fece tenerezza, quel ragazzo, e decise di metterlo a suo agio il più possibile. 

«Oh, scusami, beh, allora vai, se i tuoi amici vogliono. Come si chiama questa ragazza fortunata?» Chiese, sorridente. 

«Katy» disse Peter, sparando il primo nome che gli venne in mente. 
«Uhm, vuoi che ti prepari una scatola con dentro dei cioccolatini con sopra incise le vostre iniziali? Penso che gradirebbe molto! Come ti chiami?» 

«P-Peter» 

«Allora vado a farteli!» Madama Piediburro si voltò e si diresse verso la cucina, mentre Peter si sedeva confuso al tavolo, a fianco a Sirius.
Scambi di saliva avvenivano appassionatamente accanto a loro, intanto. 
Mary si spostò a disagio, mentre Sirius guardava interessato la coppia di quindicenni. 

Quando poi la ragazza si mise sulle ginocchia del ragazzo, Mary non ce la fece più: 

«Scusate» li chiamò, picchiettando un dito sulla spalla della ragazza, che immediatamente si interruppe. 

Aveva le labbra rosse e gli occhi mezzi offuscati.
La guardarono.
«Se volete aprire la serratura con la chiave andate da un'altra parte, nessuno vuole assistere allo spettacolo» disse Mary con un sorrisetto cortese, cercando di dire quel che intendeva nel modo più casto possibile. 

I ragazzi la guardarono a disagio e si sistemarono composti. 

«Grazie» Mary si voltò di nuovo verso Sirius e Peter, come se non fosse successo niente. 

Sirius sghignazzava come una iena. 

«Ecco i dolci per te e la tua ragazza, caro.» Madama Piediburro posò un vassoio pieno di dolcetti invitanti con sopra scritto "K+P" di fronte a Peter, poi si voltò verso Sirius e Mary con un sorriso dolce «E voi invece cosa volete?»

 
*



«Vieni qui, Harry! Ecco la fantomatica cioccolata di cui parlavano Peter e Remus!»
esclamò Marlene, trascinando Harry. 

Aveva l’aspetto piuttosto invitante già dalla foto sulla confezione, ma Harry, non essendo tanto pazzo del cioccolato, non gli venne da prendersene quattro. Ma le prese comunque, tenendosele in braccio. 

«Due per Peter e due per Remus, giusto per esser sicuri che ne abbiano qualcuna» spiegò allo sguardo sorpreso di Marlene, che lo aveva visto prenderle dal reparto con una velocità impressionante. 

I suoi amici erano totalmente scomparsi, tutti erano scomparsi, nello specifico. Se n’era accorto quando, per fare un commento su un Fildimenta volante in aria, non li aveva trovati. In giro per il negozio non li aveva visti, gli era parso strano, poiché Peter e Remus non vedevano l’ora di andare lì. Ma come al solito, prima ancora di riuscire a trovare un perché, pensandoci per bene, venne distratto da Marlene. 

«Dio mio! Guarda!» la biondina lo trascinò di nuovo, sembrando una bambina in un negozio di giocattoli, e indicò dei cioccolatini tondi in una bustina, ognuno ricoperto da una polverina, ogni volta di un colore diverso. Harry lesse il cartellino sopra allo scaffale: "Rotondine Empatichelle" vi era scritto 

 «”Una bella novità per tutti i golosoni curiosi! Le Rotondine Empatichelle sono palline piene di cioccolato, con sopra una polverina che può avere vari gusti. Può essere rosa (fragola), gialla (limone), marrone (cacao) e arancione (cannella). Ma la vera particolarità è il cambio temporaneo del colore della polverina! Il colore indicherà  l’emozione della persona che ha in mano la Rotondina Empatichella in quel momento. I colori sono cinque:  verde (felicità), blu (tristezza), rosso (rabbia), fucsia (imbarazzo) e viola (paura).
Non ci credete? Provateci!”» lesse velocemente Marlene, dal retro di una bustina, mentre gli occhi le si illuminavano  «Queste me le compro!» esclamò, tenendosi la busta, invece che posarla. 

Harry ne prese due dalla ciotola di prova  «Almeno prima provale!» esclamò, guardando la Rotondina Empatichella al gusto di cacao. 

Marlene scrollò le spalle e prese quella al gusto di cannella. 

Entrambe le polverine cambiarono colore, diventando per cinque secondi verdi. 

Entrambi sorrisero, e se le misero in bocca. Harry chiuse gli occhi, sembrando uno chef professionista che assaggia con attenzione un piatto, venendo colpito dal buonissimo gusto del cioccolato di cui erano fatti quei dolcetti. Intenso, probabilmente migliore di quello delle Cioccorane.

A un certo punto sentì una risatina, e aprì gli occhi, voltandosi verso la sua amica. 

«Cosa c’è?» chiese, confuso. 

Marlene continuò a sorridere, poi scrollò di nuovo le spalle  «Niente, sono felice e tu sei buffo» rispose, dandogli d’impulso un bacio sulla guancia.
Era come se ci fosse qualcosa di diverso, non come gli altri baci, di saluto o da amica che lei gli aveva occasionalmente dato. No, c’era qualcosa di diverso, il corvino lo percepì. 

La polverina dell’altra Rotondina Empatichella, nella mano destra di Harry, cambiò colore, diventando di un fucsia acceso. 



 
*


Remus non ce la faceva più.
Alice lo aveva costretto a seguirli, e ora si ritrovava a fare il terzo incomodo. Frank era simpatico, ma capitava anche a lui di cedere alle sdolcinatezze della sua fidanzata. 

Non solo era stato costretto a rinunciare a Mielandia, ma per di più doveva far finta di interessarsi alle vetrine dei negozi mentre Alice faceva piccole scenate di gelosia e scoccava baci a Frank. Per un po’ aveva parlato con il ragazzo di Erbologia, ma Alice in qualche modo era riuscita ad intromettersi, dirottando il tutto verso un discorso da ragazze. 

Passarono davanti a Madama Piediburro, e Alice scoccò occhiate desiderose verso il locale, stringendo il braccio di Frank, non proferendo parola, però.

«Se volete potete andare» disse Remus, facendoli fermare  «Nessuno vi obbliga a passare la giornata con me. È il vostro primo appuntamento, no?»

Frank lo guardò un attimo con suoi occhi verdi  «Sei sicuro, amico?» 

«Certo» annuì Remus «andrò alla ricerca degli altri, e sì, eviterò come la peste Marlene e Harry» aggiunse, notando Alice iniziare ad aprire bocca.

I due ragazzi si guardarono un attimo «Va bene, come vuoi tu» disse Alice, facendo spallucce, poi lei e Frank lo salutarono e si diressero verso il romantico locale. 

Remus si guardò intorno per un po’, finchè Alice e Frank non varcarono la porta. Ciondolò lì intorno, non sapendo che fare, e intanto osservò distrattamente Madama Piediburro. 

Poi spalancò gli occhi e si avvicinò rapidamente a una finestra.
Quelli… quelli erano Sirius, Peter e Mary?! 

Senza pensarci aprì la porta poco distante ed entrò, passando tra i tavoli velocemente, senza dare neanche la possibilità alla proprietaria di fermarlo.

«Ehi, guardate chi si vede!» esclamò Sirius, alzando una mano quando vide Remus. Il licantropo sorrise e si sedette su una sedia libera. 

 «Che ci fate qui?» chiese. 

 «Avevamo fame e siamo venuti a mangiare» rispose Peter, dopo aver ingoiato un altro cioccolatino. 

Madama Piediburro venne a ritirare i piattini di torta di Sirius e Mary ormai vuoti. 

Le spalle di Peter e Remus si sfiorarono casualmente, mentre quest’ultimo prendeva un cioccolatino. 

La proprietaria si fermò, guardandoli sorpresa  «Oh, caro! Non c’era bisogno di mentirmi!» esclamò  «E ora forse mi hai fatto pure sbagliare a fare i cioccolatini! Almeno il tuo nome inizia con la K? Come ti chiami? Kevin, Kaleb, Kian?» domandò a raffica, rivolta a Remus. 

 «Remus… mi chiamo Remus» rispose quest’ultimo confuso, non capendo una ceppa. 

La Madama si schiantò le mani sulle guance  «Oh, santo cielo!» disse, guardando Peter  «R, la R! Oh, non c’era bisogno di nascondermi una cosa del genere! Qui ogni tipo di coppia è ammessa! Io non ti avrei trattato diversamente, non vi avrei trattati diversamente… oh, se solo me lo avessi detto prima! Non sono omofoba! Oh, santo cielo, la R, la R… » Madama Piediburro si voltò, borbottando e continuando a ripetere come una mantra  «R, R, R, era la R»

Remus sbattè le palpebre. «Cosa è app- no aspetta… Cosa?!» 



 
*


«Mi stai dicendo che stai totalmente a zero con i regali, Potter?» domandò Lily, con due buste in una mano, come James, con l’unica differenza che lui ne teneva due su ogni mano. Lily aveva appena finito i regali, quando James si era fermato incuriosito a guardare qualche abito esposto in vetrina, rallentando di ogni qualvolta il passo e facendo lamentare la rossa. Quando aveva chiesto il perché, James aveva risposto che era perché stava pensando cosa regalare a sua madre. 

«Diciamo di sì» tentennò James, facendo una smorfia. Cercò di aggiustarsi gli occhiali facendo un brusco movimento verso l’alto della testa, ma non gli riuscì benissimo. Sbuffò e posò le buste a terra. 

Poi ne prese una, allargò la tasca dei pantaloni che indossava, e la fece entrare dentro, con facilità, mentre Lily lo guardava scioccata. 

«Che tieni là dentro, Potter? Una specie di buco nero?!» sbottò Lily. 

«Oh no, semplice opera degli Elfi Domestici» borbottò James, mentre si infilava la terza busta nell’altra tasca. 

 «Elfi Domestici? Chi sono?»
 «Non sai chi sono gli Elfi Domestici? »
 «Sono Nata Babbana, non so se hai presente»

James rise leggermente «Gli Elfi domestici sono… beh, elfi che svolgono lavori domestici con la magia. Ubbidiscono a qualsiasi ordine gli venga dato dal padrone e sono completamente dediti al loro lavoro. Sono molto comuni fra le famiglie Purosangue. Io ho fatto sì che mi facessero sulle tasche un incantesimo di Estensione Irriconoscibile e un incantesimo per annullare il peso degli oggetti che ci metto dentro» dire che era illegale non era necessario. 

«Oh, e vengono pagati molto?» chiese Lily, incuriosita. James la guardò come se avesse detto la cosa più esilarante del secolo. 

«Non vengono pagati» rispose, mentre infilava l’ultima busta in tasca. 

«Cosa?! Sono tipo in schiavitù?!» sbottò Lily, incredula. 

James storse la bocca  «Così sembra molto più brutto… ma sì, più o meno. »
«Ma è totalmente ingiusto!» 

«Beh, a loro piace, che posso dirti»

La conversazione durò fino a quando non giunsero davanti a un negozio, e James, costretto da Lily, prese a comprare i regali. 

Particolarmente difficile fu, come aveva previsto, il regalo a sua madre, l’ultimo rimasto nella sua lista mentale. 

«Questa… » James toccò una morbida maglia arancione. 

«Questa è orribile» completò Lily, con un sopracciglio alzato. 

«Ma no, dai! È carina!» esclamò il corvino, togliendola dall’appoggio e girandola avanti e indietro. 

«Fattelo dire Potter, hai gusti pessimi.» affermò Lily, strappando la maglia dalle mani di James, come se fosse qualcosa di abominevole che non meritava di rimanere ulteriormente davanti ai suoi occhi.  

«Andiamo, Evans, sembra quasi importarti» sbuffò James. 

Lily lo guardò un attimo «Stimo tua madre, tutto qui. Merita molto, per averti cresciuto e sopportato»

«Ehi! Possibile che io, facendoti i complimenti, venga trattato così?» fece l’offeso James. 

«Certo, non vedo perché dovrei lodarti, non vedo niente per cui complimentarmi» disse piccata Lily  «Andiamo nel reparto oggetti, queste maglie sono di scarsa qualità.» 

«Mio Piccolo Giglio, sei tu che non vuoi vedere i miei pregi. O forse li vedi, ma non li accetti» replicò James, sorridendo arrogantemente, mentre Lily lo trascinava in un altro reparto. 

«No no, non è questo il problema, il problema è che proprio non ci sono.» chiarì Lily «Tua madre si mette i gioielli?» chiese all’improvviso, prima che l’altro potesse aprire bocca. 

«Sì, piuttosto spesso, ne ha un bel po’»

«E allora che ne dici di questo?» domandò Lily, indicando un carillon chiuso, bianco e con vari tulipani di un rosa scuro sopra, molto elegante. La Evans lo aprì e uscì una dolce melodia, mentre una ballerina faceva piccoli passi di danza, cambiando vestito ad ogni colpo della piccola bacchetta nella mano destra. 

«Non è  male, potrebbe piacergli» concesse James. 

Dopo quasi venti minuti di indecisioni uscirono dal negozio, finalmente con quel benedetto carillon. Lily era vicino a un esaurimento nervoso, poiché Potter negli ultimi venti minuti aveva continuato a parlare e a infastidirla come una mantra. 

 «Abbiamo finito?» chiese Lily. 

«Uhm, nonni, zii, cugino, amici, mamma…» un lampo di dolore squarciò gli occhi di James, per un tempo brevissimo. «Sì, abbiamo finito» completò sussurrando, non notando l’occhiata turbata di Lily. 

Questo sarebbe stato il suo primo Natale senza suo padre, e ancora doveva abituarsi all’idea. Non c’era bisogno di farsi alcun complesso, niente del genere, perchè il suo regalo a suo padre comunque non poteva essere dato. Così come, la stella in cima all’albero di Natale, era stata messa sicuramente da un qualunque Elfo Domestico, e non da un uomo allegro che gli dava qualche assurdo significato profondo. Né, probabilmente, a tavola ci sarebbe stata l’esclusiva crostata fatta con marmellata di cachi (mai se n’era vista una, a Natale, nelle altre case). 

Lily non avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto la possibilità di vedere, nel viso di James Potter, qualcosa che non fosse presunzione, allegria e malizia. Certo, sapeva che provava altre emozioni, e sapeva ciò che aveva passato (e passava ancora) a causa della morte di suo padre, ma era così facile dimenticarsene quando Potter continuava a ridere e a fare l’idiota. 
«Evans, capisco che sono uno spettacolo della natura, ma credo che tu mi stia guardando un po’ troppo intensamente» se ne uscì James, passandosi la mano fra i capelli e costringendosi a sorridere in modo affascinante. 

 «Ma è normale? Tre secondi prima se ne stava tutto scoraggiato e ora ghigna?!» pensò Lily, irritata. 

«Tu non sei normale» rispose, sembrando uscirsene con questa affermazione così, dal nulla. 

James rise leggermente, forse non cogliendo per davvero cosa la Evans intendesse «Meno male, essere normali è così… noioso» 

«Mi stai dando della noiosa?» domandò Lily, con un sopracciglio alzato.

«Oh nono» James scosse la testa «Se tu fossi normale mi avresti amato a prima vista» continuò mettendo, con un movimento veloce, il braccio intorno alle spalle di Lily, per poi tirarla a sé. 

La ragazza fu altrettanto veloce, gli diede un pugno nello stomaco, e James la lasciò immediatamente andare, gemendo. 

«Allora preferisco essere anormale, ma intelligente» sbottò lei. 

«Sei troppo manesca…» 

Lily stava per replicare, quando si sentirono tanti POP simultanei.
Un boato.
Maledizioni.
Urla.
E a James sembrò di rivivere tutto quanto daccapo.
 
 
 

 
 
 

Angolo Autrice
Scusate se vi ho fatto aspettare per questo capitolo. E scusate anche per averlo finito così! Non credo di aver mai lasciato un capitolo con una suspense così marcata, pure perché anche a me dà fastidio! Comunque, diciamo che è abbastanza tranquillo, se leviamo l’ultima parte. So che forse è esagerato dedicare un intero capitolo in un’uscita, ma diciamo che serve, più che altro per i rapporti tra personaggi e per quel che succede nel prossimo capitolo. Piaciuto il piano di Alice? Sì, è piuttosto malefica, devo ammettere. Tutti i Malandrini hanno una foglia in bocca, anche se ho fatto più che altro riferimenti con James e Harry XD
James e Sirius si… ehm… “picchiano”, ultimamente ho notato che tra i dodici e i diciassette/diciotto anni (o più), i maschi tendono a… picchiarsi tra amici? Non lo so, sembrano divertirsi (?). COMUNQUE, i Malandrini vengono rapiti, Lily è costretta a passare la giornata con James, Peter e Remus vengono scambiati per una coppia omosessuale (n0n chiedetemi come mi è venuta in mente un’idea del genere),  Harry e Marlene provano le Rotondine Empatichelle (ripeto, non chiedetemi come mi è venuta in mente un’idea del genere. In particolare, non chiedetemi come mi è uscito il nome dei cioccolatini), Mary e Sirius si fingono fidanzati e Alice e Frank hanno un terzo incomodo. E a Lily e a Harry piace la Burrobirra con una spruzzata di zenzero sopra. Non c’è nulla da fare, mi piace mettere piccole cose che Harry ha in comune con Lily, e che quindi ha ereditato da lei, come stropicciarsi la stoffa dei pantaloni quando sono nervosi oppure ora, con lo zenzero nella Burrobirra.
E niente, auguro a tutti voi tanti cani Dudley.
Saluti!
P.S. Mi scuso per eventuali errori di grammatica o/e battitura.
  








Capitolo gentilmente revisionato da lilyy e Nag, grazie!
   
 
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