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Autore: Jasmine_dreamer    05/02/2019    1 recensioni
Elisa ha 25 anni e si è trasferita a Londra, per trovare lavoro e mandare i soldi ai suoi genitori che sono in forti difficoltà economiche a causa dei problemi di salute della madre.
Non ha amici, non sopporta neppure la sua coinquilina e, il suo carattere introverso, sicuramente non l'aiuta.
Ma una persona sembra interessata a scavalcare il muro che lei ha costruito nel corso del tempo.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questo vestitino blu mi fa sentire strana, non sono abituata a mettere qualcosa di diverso da felpa, jeans e superga, ma Juliette ha detto di mettersi qualcosa di carino.
Così ho indossato il mio unico vestito, saranno secoli oramai che non ne compro uno, preferisco la comodità all'apparenza.
Entro nel bar con la voglia di star seduta a un tavolo a parlare con persone che non conosco, che è pari a zero, effettivamente non sono mai stata molto brava a socializzare, ma non perché mi ritengo superiore, ma semplicemente perché la maggior parte delle persone ha la capacità di annoiarmi.
Vedo Juliette venirmi incontro ancora in uniforme, mi saluta e mi porta al tavolo dove i miei colleghi sono seduti.
"Ragazzi, lei è Elisa!" esclama Juliette.
Capisco subito chi è "Marty82"  del gruppo, poiché è l'unica a salutarmi con un "Ciao!"
Io ricambio il saluto a tutti con un sorriso imbarazzato, e anche forzato se proprio devo dirla tutta, e un cenno con la mano destra.
Gesù, credo di non essere mai stata così imbarazzata come in questo momento, in tutta la mia intera esistenza.
Prendo posto vicino a David e una ragazza che si chiama Eve, sto evitando in ogni modo possibile Marty82, ha una voce squillante e fastidiosa.
Quando anche Juliette ed Henry si siedono al tavolo, capisco che sono rimasti dentro al bar solo clienti di fiducia, che stanno finendo di mangiare la cena.
Henry continua a fissarmi, mi sta sinceramente mettendo in imbarazzo, eppure nessuno dei miei colleghi sembra accorgersene.
Io cerco di evitare di incrociare il suo sguardo, tra l'imbarazzo sento anche una sensazione piacevole, ma che devo a tutti i costi tenere a bada, è il mio capo.
Sono le 11 quando il sonno inizia a prendere il sopravvento su di me, ormai incapace di resistere sveglia a tarda notte, quindi decido di salutare tutti e andare a casa.
"Ma come, di già?" mi domanda la trombetta di Marty82.
"Eh sì... di già".
Esco dal bar e decido di prendere un taxi che mi lasci proprio davanti a casa, non prendo la metro di notte, ho un po' di paura, soprattutto con un vestitino.
Non si sa mai chi si può trovare in giro.
Arrivo a casa, felice che Emily non sia rientrata dalla sua uscita serale.
Credo sia andata a ballare, di solito ci va il venerdì e il sabato, studia ma viene comunque mantenuta dai suoi genitori.
Mi tolgo il vestito, mi infilo la camicia da notte e mi butto a letto, contenta che questa giornata sia finalmente giunta al termine.
Sul telefono, controllo per l'ennesima volta la foto dei miei turni: domani inizierò alle 14, e finirò alla chiusura, per fortuna lavorerò con John e Eve, e non con Marty82.
Guardo l'orario: 11.40 pm, mio Dio è tardissimo.
Metto il cellulare sul comodino, e quando riapro gli occhi sono gia le 10.
Mi giro su un lato, Emily è nel letto con due uomini, niente di strano in questo.
Una volta, ne ha portati a casa 3, uno mi ha svegliata chiedendomi se mi andava di unirmi a loro, Emily era troppo ubriaca per dire qualcosa, io avevo bofonchiato qualcosa in italiano e poi mi ero rimessa a dormire come se non fosse successo niente.
Mi alzo dal letto, vado in cucina e prendo le creepes che ho preparato due giorni fa, dal mio frigorifero.
Ne riempio una di Nutella, metto via le altre, la scaldo nel microonde, e mi siedo sul divano a mangiarla, con il televisore acceso.
Ed è in questi momenti che mi manca l'italia, mi manca alzarmi, andare nella mia cucina, il profumo del caffè e i miei genitori che hanno preparato la colazione per me e mia sorella e ci aspettano seduti al tavolo.
Era così, fino a quando Giulia non è andata a convivere con Mirko, anche se poi lei ha continuato a venire a casa per la colazione, ma la mamma si è ammalata poco dopo, e le colazioni felici sono diventate tristi e silenziose.
Così, ho cercato lavoro, ma nulla mi faceva guadagnare abbastanza per aiutare mamma con le spese, quindi ho deciso poi di traferirmi qui a Londra.
Finito di mangiare, vado a farmi una doccia, dopodiché, lavo i miei piatti nel lavello.
Il week-end è il mio periodo preferito della settimana, perché Emily dorme fino a tardi e quindi, è quasi come se non ci fosse.
Alle 12.30 pm, uno dei ragazzi esce ancora mezzonudo dalla nostra camera, salutandomi e chiedendomi se può avere un po' della pasta che mi sono preparata per pranzo.
"Certo" rispondo io servendogli un piatto.
"Cazzo, è davvero buona!" esclama.
Rido: "Beh, sono italiana!"
Lui mi sorride annuendo, ricambio.
"Non sapevo che ci fosse qualcun altro qui, oltre alla ragazza di stanotte" dice lui.
"Quando siete arrivati, io stavo già dormendo. Probabilmente non mi hai notata" rispondo io.
"Beh, difficile non notarti" risponde lui, ammiccando.
Io rido sarcastica: "Okay, io non sono come Emily, sai? Non vado a letto con persone che non conosco".
"Beh, magari a me quelle come Emily interessano fino a quando non trovo quelle come te" risponde lui continuando a sorridere.
A questo punto, non so cosa rispondere e cerco di soffocare, vanamente, un sorriso.
"Jaden" mi dice allungandomi una mano.
Dopo qualche secondo di esitazione, decido di stringergli la mano a mia volta: "Elisa".
"Allora, 'Elisa'... mi lasci il numero?"
Annuisco, e gli detto il mio numero.
Dopo pochi minuti lui va via, guardo l'orologio: 1.15 pm, devo proprio andare ora.
Prendo la mia borsa ed esco a prendere la metropolitana, alla 1.40 sono di fronte al bar.
Anche oggi fa freddo, però non è pungente come ieri.
Entro nel bar, Eve è già arrivata e mi spiega che John comincerà alle 3.30 e mi informa che Henry è sul retro a fumare.
Vado nello spogliatoio, mi cambio ed esco.
Henry rientra nel bar, l'odore delle sigarette gli si è appiccicato addosso.
"Ciao Eli" dice poi sorridendo.
Accenno un sorriso imbarazzato e rispondo: "Ciao".
La sua presenza mi rende nervosa e imbarazzata, non ho idea del perché.
Un cliente si avvicina al bancone, palesemente fatto ordina un toast con bacon, io entro in cucina.
Poco dopo, mi rendo conto che Henry mi ha seguita.
"Come stai?" mi domanda.
"Bene, capo. Tu?" chiedo, cercando di nascondere l'imbarazzo e rimamendo girata di spalle.
"Sto bene, non chiamarmi capo però" fa per uscire, ma quando sull'uscio della porta si volta e mi aggiunge: "Elisa?"
Io lo guardo.
"Ieri sera eri bellissima" mi sorride e va via.
Non appena se n'è andato, io sorrido, ma mi ravvedo immediatamente.
"No, è il mio capo!" mi impongo.
Esco col toast e lo porgo al ragazzo.
Henry prende il suo cappotto e dice: "Devo andare, ragazze. Problemi di forza maggiore" e poi esce dal bar.
"Problemi di forza maggiore?" chiedo guardando Eve.
Lei scrolla le spalle. 


Una volta rientrata in casa, mi rendo conto che io ed Eve abbiamo a malapena parlato oggi, forse non le sto molto simpatica.
Invece John è un tipo affabile e gentile, e l'unica persona in carne a lavorare lì.
David aveva lavorato la mattina, mentre il giorno dopo lui ed Henry sarebbero stati di riposo.
Mi avevano spiegato che la domenica libera andava a rotazione, quindi ne avrei avuta una anche io presto.
I turni si decidevano di lunedì, all'orario di chiusura ci si incontrava tutti e si decidevano insieme.
Il mio telefono squilla, lo prendo e leggo il nome sul display: Giulia.
"Puoi parlare?" mi domanda.
"Sì, la stronza è fuori" rispondo io.
Giulia ride, avevo passato il primo periodo, a parlar male di Emily, elencandole tutti i motivi per cui mi era insopportabile.
"Come stai?" chiede.
"Sto bene, ma credo che oggi il mio capo ci abbia provato con me" rispondo.
"Cosa? Come?!" chiede lei, incredula.
"Ieri sera ci siamo visti tutti perché è quello che fanno quando c'è una persona nuova, io avevo il mio unico vestito, quello blu. Oggi pomeriggio vado a lavoro e lui mi dice che ieri sera ero bellissima".
"Oddio, ma è il tuo capo!" esclama lei.
"Giulia non gridare, mi hai perforato un timpano".
"Ops, scusami. Va beh, i tuoi colleghi come sono?" chiede poi abbassando la voce.
"Credo di stare sulle palle a una. Poi c'è una ragazza italiana, ma ha una voce irritante, però tutto sommato per ora non mi trovo male, certo è che dovrei conoscere ancora gli altri".
"E tu sei un'asociale".
"Esatto" rispondo.
Dopo un'altra mezzora di chiacchiere, mi saluta dicendomi che ha sonno.
Ricambio il saluto e decido di andare su qualche sito pirata, ho voglia di vedere un film, e voglio vederlo doppiato in italiano.
   
 
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