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Autore: BrunaS    06/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Cosa diavolo era?” esclamò Charlie.
Pete la guardava tradendo una certa preoccupazione: “Rifammi il punto della questione: con un gesto della mano ha praticamente bloccato almeno dieci vampiri e poi gli ha strappato il cuore ad uno ad uno?”
Charlie annuì.
“Lo sai cos’era…” sussurrò l’uomo.
Lei non credeva alle sue orecchie. Aveva sempre saputo della loro esistenza ma era la prima volta che si trovava faccia a faccia con una cosa del genere.
Pete la guidò: “Vampiri più forti degli altri, vampiri che praticano la magia, vampiri trasformati direttamente da uno dei Nove Progenitori Maledetti…”
“Maestri della notte” concluse lei. Un brivido freddo le corse lungo la schiena. Aveva incontrato un Maestro della notte, l’aveva visto all’opera ed era ancora viva per raccontarlo!
Frank si intromise: “Perché mai un Maestro della notte avrebbe dovuto fare fuori quei vampiri?”
Pete rispose con calma: “I Maestri della notte sono creature molto indipendenti e spesso lavorano per uno scopo preciso, senza alcun tipo di solidarietà verso i vampiri metropolitani”
Charlie precisò: “Non credo fossero metropolitani, erano molti e organizzati”
“Allora erano una Congregazione” ipotizzò Pete. “Non mi stupirebbe se una Congregazione di vampiri si mettesse a seguire un piano che i Maestri della notte non possono condividere. È già successo in passato”
Charlie lo guardò interrogativa: “E quindi?”
Pete l’aveva detto con sufficiente sicurezza: “Potrebbe essere una specie di guerra fra i vampiri. Spiegherebbe perché lui non ha avuto alcun interesse ad uccidere te.”
“Molto bene” commentò Charlie sarcastica. “Come ci poniamo noi di fronte ad una guerra fra vampiri?”
Pete e Frank, i più anziani del gruppo, si guardarono per un attimo, poi Pete spiego: “Ne rimaniamo fuori, Charlie. Se si uccidono tra loro ci fanno solo un piacere”
Charlie non era affatto convinta: “E il motivo per cui si è scatenata? Non ci interessa neanche quello? Dovrà pur essere importante, no? Se fosse pericoloso per gli esseri umani?”
“Se lo è lo scopriremo presto” tagliò corto Pete.
 
Charlie non era d’accordo. Non lo era affatto. Si mise in testa di scoprirne di più e quella sera si recò di nuovo alla casa abbandonata. Stavolta sembrava deserta ma, dopo qualche minuto, si accorse che non lo era. Tre vampiri plausibilmente forti la attaccarono di sorpresa. Riuscì ad ucciderne uno ma fu immobilizzata. Il più alto dei due la teneva ferma mentre l’altro si avvicinava al suo collo. La sua resistenza fu inutile: sentì un dolore lancinante e il sangue sgorgare caldo dalla ferita. Proprio mentre pensava di essere giunta alla fine si sentì cadere a terra. Svenne.
Quando riaprì gli occhi non riusciva a capire dove fosse. Era una camera da letto, molto fredda, con le pareti in pietra. C’erano molte candele accese e un odore forte, di umidità. Charlie era distesa sul letto e il collo le faceva molto male. Si portò una mano sulla ferita, c’era sangue. Ad un tratto si accorse di non essere sola: il vampiro dagli occhi verdi, incontrato la sera precedente, le sorrideva seduto su una poltrona: “Ben svegliata. Sta diventando un vizio quello di farti salvare la vita…”
“Ma dove sono?” aveva balbettato lei.
“Pessima domanda… sei una cacciatrice, non puoi saperlo…” Poi continuò: “Hai perso molto sangue, non sei in grado di alzarti. Dovrai rimanere in mia compagnia ancora qualche ora…”
Lei si era messa sulla difensiva: “Perché dovrei fidarmi di te?”
Il vampiro si era alzato in piedi, tra l’irritato e il divertito: ”Non c’è cosa più irritante in voi umani di questa totale diffidenza… “Le si era avvicinato pericolosamente: “Ti ho salvato la vita, ragazza. Non pensi che sarebbe stupido da parte mia vanificare le mie fatiche e farti fuori personalmente?”
Charlie non si era lasciata spaventare: “Beh, non so… potresti non voler uccidermi ma soggiogarmi o trasformarmi… sei un Maestro della notte, giusto?”
Lui aveva fatto una faccia compiaciuta poi aveva tagliato corto: “Beh, ora devo andare… Cosa c’è? Credevi sarei rimasto a farti da balia? Ho delle cose da sbrigare… Ti lascio in buone mani, però!”
In quel preciso istante un altro affascinante ragazzo aveva varcato la soglia e, alla vista di Charlie, aveva sussultato: “Chi diavolo è?”
“Chi?” aveva chiesto l’altro con fare innocente.
“Lei!”
“Io non vedo nessuno…”
“Blake, c’è un’umana ferita nel tuo letto…” aveva esclamato il nuovo arrivato.
Blake si era giustificato: “Non sono stato io, lei può confermare… Anzi, a dire il vero le ho salvato la vita… Potresti tenerle compagnia fino al mio ritorno? Non ci metterò molto…” L’altro non sembrava per niente convinto ma Blake era un fiume in piena: “E non sai la parte più divertente… è una cacciatrice! Ma Jack è un bravo vampiro, sai?” aveva aggiunto rivolto a Charlie. “Non hai alcun bisogno di ucciderlo… Lui è il vampiro più melenso che io abbia mai conosciuto… e a dire il vero era così anche prima di trasformarsi… Già che hai tempo fatti spiegare il suo decalogo del buon vampiro, è così divertente! Ciao ciao…” Così dicendo era sparito.
Jack e Charlie erano rimasti a fissarsi stupiti e lui aveva detto: “Ehm… Tutto questo è imbarazzante…”
“Direi piuttosto assurdo…” aveva detto lei imbronciata.
Lui le si era avvicinato cordialmente e le aveva teso la mano: “Io sono Jack…”
“Charlie…” aveva risposto lei di malavoglia stringendo a malapena la mano che lui le porgeva. “Anche tu sei un Maestro della notte?”
“No, tecnicamente potrei essere un Sacerdote, per anzianità e linea di discendenza… Ma in realtà non lo sono…”
“Perché?”
Lui l’aveva guardata in modo buffo: “Non credo dovrei dirtelo, sai? Sei una cacciatrice…” “Inerme…” aveva precisato Charlie sprofondando nel letto.
Jack aveva cominciato a spiegare: “Ok, beh… io sono un vampiro dagli strani principi… Non ho poteri molto forti perché ho scelto di nutrirmi il meno possibile. Sono una specie di… asceta tra i vampiri…” In effetti quel ragazzo non aveva l’aria di essere un vampiro, era completamente diverso da tutti i suoi simili che Charlie aveva conosciuto.
“Posso chiederti perché?”
Lui si era seduto: “Sai, i vampiri non sono necessariamente cattivi. Di solito, con la trasformazione, si acuiscono i tratti salienti della personalità che c’erano anche da vivi. Beh, da vivo io ero terribilmente buono, paranoico e altruista. Con la trasformazione questi tratti si sono amplificati e hanno preso il sopravvento sull’istinto, quello che porterebbe un vampiro ad abbandonarsi… al male”. Tutto ciò che Jack le raccontava era davvero nuovo per Charlie e il discorso prendeva una piega interessante: “Dunque mi stai dicendo che tu sei vampiro che non ha mai fatto il vampiro?”
“Non esattamente.  Ma odio l’idea di causare dolore al prossimo, quindi mi nutro solo una o due volte a settimana, con poche gocce di sangue dall’indice di qualche malcapitato, ma niente di più” aveva ammesso lui con un sorriso.
“Non hai mai ucciso nessuno?” chiese lei incredula.
Lui spiegò che gli era capitato di uccidere altri vampiri: “Avrai notato che non c’è grande armonia nel nostro mondo…”
Charlie annuì poi si rabbuiò: “E Blake? Immagino che lui sia un Maestro della notte a tutti gli effetti…”
“Oh lui… è uno dei migliori…” ammise Jack.
“Questo vuol dire che è un vampiro cattivo?”
Lui ci pensò un attimo: “No… lui… è difficile da spiegare…”
“Non lo vedo tipo da farsi remore…” aveva avanzato Charlie.
“No, certo, si nutre come e quando vuole, ma di certo difficilmente uccide le sue vittime. Morde qualcuno, gli cancella la memoria e lo lascia andare. Non uccide innocenti, è un vampiro molto corretto…”
Lei era scettica: “Vorresti dirmi che è buono anche lui?”
“Non esistono solo il bianco e il nero, Charlie…”
Lo sguardo di Jack sembrò perdersi tra i ricordi: “Lui in vita era una persona speciale, io lo conoscevo… Bello, fiero, quasi eroico… Il suo unico problema era che aveva molte difficoltà ad accettare le proprie debolezze… Questi tratti si sono acutizzati con la trasformazione: Blake è un vampiro che non vuole provare niente. Per questo può essere pericoloso”. Aveva aggiunto l’ultima frase col tono con cui si dà un avvertimento. Charlie ci aveva riflettuto. Blake era affascinante, indubbiamente. Ma anche spaventoso.
Volle chiederlo perché non riusciva a capire: “Perché mi ha salvato la vita?”
Jack rispose con sincerità: “Perché in quel momento ne aveva voglia…”
“La prossima volta potrebbe uccidermi?”
“Non credo, ma potrebbe lasciare che altri ti uccidano…”
 
Quando, ore dopo, Blake era tornato, aveva trovato Charlie e Jack addormentati.
Il vampiro guardò attentamente la ragazza che dormiva nel suo letto. Le si avvicinò piano ma poi disse bruscamente: “Ok, bella addormentata… è ora di andare…”
Charlie aprì gli occhi, confusa: “Dove?”
“Non vuoi andare a casa?”
Blake aveva gridato nell’orecchio di Jack, ancora addormentato in poltrona: “Porto a casa la bambina…” 
Charlie si era alzata. Si sentiva meglio. Si ritrovò faccia a faccia con Jack e, suo malgrado, capì di avere simpatia per lui. Lui le sorrise rassicurante: “Ciao, spero non mi ucciderai la prossima volta che ci incontriamo.”
Charlie si ritrovò a sorridergli a sua volta: “Credo proprio di no…” Blake l’aveva afferrata per un braccio, senza violenza, e l’aveva accompagnata alla porta. Mentre uscivano di lì aveva sentito Jack richiamarla. “Se hai a che fare con Sacerdoti o Maestri della notte devi procurarti un amuleto!” le aveva detto serio. “Jack!” Aveva esclamato Blake con disapprovazione. Gli altri due l’avevano ignorato. “Funzionano davvero?” aveva chiesto Charlie. “Non ti proteggono molto fisicamente ma… mentalmente sì! Ti rendono immune dall’essere soggiogata…” Blake scuoteva la testa: “Non si svelano certi trucchetti al nemico, Jack! E sai benissimo che ora avrò bisogno di farlo”.
“Dovrai soggiogarmi?” aveva chiesto la ragazza contrariata.
Il vampiro l’aveva guardata intensamente: “Mi dispiace ma non posso permetterti di ricordare la strada che faremo… questo è un covo di vampiri, signorina cacciatrice! Andiamo…”
Quasi come per magia, Charlie e Blake si erano ritrovati esattamente di fronte la porta di casa della ragazza. “Come sapevi dove abito?” aveva chiesto inviperita lei, capendo di essere arrivata lì come in trance per via del controllo mentale. Lui le aveva sventolato davanti il suo tesserino della biblioteca con su scritto nome e indirizzo poi le si era avvicinato con fare sensuale: “Non mi inviti ad entrare?”Mi credi così stupida?” aveva risposto lei indietreggiando.
Lui aveva l’aria divertita. Aveva percorso pochi passi e si era voltato di nuovo verso di lei: “Buonanotte cacciatrice… al prossimo salvataggio!
“Spero proprio di no!” gli aveva urlato dietro lei. Ma lui era già sparito.
  
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