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Autore: Gaia_0703    10/02/2019    1 recensioni
Leopardi aveva lo Zibaldone, io ho questa storia. Chiamatela come volete, excursus di pensieri o comunque taccuino poetico. questa storia prima si chiamava "everything that drowns me makes me wanna fly" e il suo motto era "la carta è più paziente dell'uomo". Però io ero una persona diversa allora. Questa raccolta è rivolta a tutti coloro che per un periodo della loro vita si sono sentiti inadeguati e soli, non lo siete. E leggendo capirete perchè.
se possibile vi chiedo di arrivare a leggere almeno fino al secondo capitolo prima di chiudere la storia (dopo si fa più leggera alla lettura) e di recensirla in modo che io possa migliorarla!grazie c:
Genere: Poesia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rielaborazione di una riflessione sui ricordi del 28 giugno 2016

Perchè le persone sentono la necessità di scrivere e raccontare storie e/o avvenimenti?
Nel mio caso tutto è iniziato nel lontano 2009, quando a 8 anni ho pensato che fosse carino lasciare traccia di quello che mi succedeva, anche se a un certo punto ho capito che potevo usare la scrittura come "cestino mentale". Mi spiego meglio: spesso le mie amiche mi raccontavano dei segreti e io, come credo tutti, avevo un impulso di raccontarli in giro simile a quello che si ha di fare qualcosa che ci è stato proibito. Però non ero una infame quindi ho deciso di scriverli e poi dimenticarli; tant'è che quando mi veniva raccontato un segreto e intimato di non spargere la voce io rispondevo "tranquillo/a tanto io scrivo e dimentico". La scrittura è sempre stata per me uno strumento per preservare e eliminare nello stesso momento la memoria di fatti e situazioni, raccontando quello che mi succedeva alleggerivo il carico della mia coscienza conservando i bei ricordi e eliminando i brutti. Qualcuno si chiederà come faccio a non preservare i ricordi brutti se comunque li scrivo, beh basta non rileggerli! Ovviamente non li facevo sparire del tutto, ma intanto erano intrappolati nella carta, impossibilitati alla fuga e anche al nuocermi troppo. C'è una cosa che ho notato fin da piccola: i quaderni finiti pesano di più di quelli nuovi: "Nulla si crea nè si distrugge, può solo trasformarsi". Come non puoi distruggere totalmente un oggetto materiale, non puoi eliminare totalmente nemmeno un ricordo e quel peso che senti quando sollevi un quaderno finito è il peso delle parole, delle situazioni e delle storie che ci sono scritte dentro, che cambia a seconda di libro, scrittore e storia. questo vale anche per i quaderni scolastici, perchè se anche tu scrivessi solo una formula ti verrà in mente guardandola quando hai affrontato quell'argomento la prima volta, non è forse questo un ricordo? Le persone vivono di ricordi e nei ricordi, farebbero di tutto pur di non lasciarseli scappare via quando la memoria inizia a vacillare e scrivere è un modo per dare un fermo a queste cose passeggere. 
  
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