Il gatto Tama-chan si presentò alla padrona, facendo le fusa e arricciando la coda alla caviglia nuda di Clarissa. "Buongiorno piccola peste." Salutò la ragazza all'animale domestico. Così versò del latte fresco nella sua ciotola, sperando di non ritrovarsela in mezzo ai piedi mentre trafficava con il caffè.
L'odore del caffè le riempì le narici e si sentì non solo meglio, ma anche più sveglia. Il che le portò a riflettere su alcuni pensieri avuti la notte. No, non erano pensieri, era un sogno. Pian piano tutte le immagini, prima sbiadite, si misero a fuoco.
"Grazie per avermi offerto il caffè" Disse lei. Lui si mise la mano al petto. Era davvero un bel ragazzo con la fronte ampia, i capelli ricciolini, i bellissimi occhi verdi. Alto e magro, ma dall'aria tanto forte e le mani vigorose.
Lui disse qualcosa ma Clarissa ricordava bene che non aveva capito. Poi dopo le si era avvicinato e gli aveva dato un braccialetto, con un sacco di ciondoli rossi, tra le cui forme Clarissa aveva riconosciuto dei cuoricini.
Clarissa si sedette ad un piccolo tavolo, portando la tazza del caffè alle labbra e si guardò il polso.
"Oh mio Dio."
Il braccialetto era lì, i ciondoli rossi con i cuori di varie dimensioni, che tintinnavano con un suono allegro. La bocca di Clarissa si aprì, senza che emettesse alcun suono. Tama-chan si avvicinò, miagolando.
Quella era la domenica più strana che le fosse mai capitata.