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Autore: MonicaX1974    11/02/2019    0 recensioni
[Brant Daugherty]
Kate e Brant prima di Kate e Brant
Prequel di Best friend boyfriend
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I giorni si susseguono lenti, uno uguale all'altro. Le settimane sembrano essere l'una la fotocopia dell'altra. I mesi hanno tutti lo stesso ritmo e io continuo a vedere la piatta storia della mia vita continuare a proiettarsi come se tutti i giorni trasmettessero la stessa puntata in una replica continua e io non riuscissi a cambiare canale.

Durante le settimane estive, quelle in cui ero in ferie, io e Jason siamo tornati a Southend per provare a rimettere in scena la nostra relazione, ma devo ammettere che siamo stati degli attori molto scadenti, che non sono riusciti ad interpretare il copione che è stato loro assegnato. Non siamo stati in grado di interpretare un ruolo convincente, e nessuno dei due ha avuto il coraggio di dirlo.

Abbiamo continuato a fingere che tutto fosse come prima e stiamo continuando a farlo. L'estate è finita, ma il nostro spettacolo di infima categoria ha continuato ad andare in scena per tutto l'autunno: sembro diventata realmente un'attrice e ho imparato ad indossare delle maschere, a sdoppiare me stessa e interpretare una Kate diversa a seconda di chi mi trovo davanti.

Il fatto è che continuare a sostenere questi ruoli mi sta distruggendo lentamente e non so quanto tempo ancora riuscirò a mantenere questo stile di vita.

Jason è sempre impeccabile, ho provato qualche volta a parlargli della nostra situazione, ma ogni volta sembrava che lui sapesse cosa volessi dirgli e trovava sempre il modo di troncare il discorso. A volte diceva di amarmi così tanto che non avrebbe potuto vivere senza di me, così i miei sensi di colpa nei suoi confronti mi portavano a rimandare. A volte si rinchiudeva nel suo studio con la scusa di dover finire un lavoro e lasciava che mi addormentassi mentre lo aspettavo. A volte, semplicemente, usciva dicendomi che avremmo parlato al suo ritorno, ma nel lasso di tempo che lui impiegava per la sua corsa, il mio coraggio andava via via scemando, così, quando rientrava, io restavo in silenzio, lasciando che tutto tornasse a scorrere allo stesso modo.

Abbiamo iniziato a vivere con ritmi ben precisi e abitudini consolidate, evitando novità o colpi di testa che potessero sconvolgere il precario equilibrio di cui ci siamo circondati.

Mia madre - come tutte le persone che mi circondano - ha notato la freddezza tra me e Jason, ma non le ho rivelato nulla. Continuo ad accampare scuse come quella di dire che lui è stanco perché sta lavorando tanto e l'ho fatto per così tanto tempo che la mia mente sta iniziando a credere a tutte quelle bugie.

Almeno finché sono fuori dall'ufficio, perché quando arrivo al lavoro entra in scena un'altra Kate, quella più allegra e sorridente, quella a cui piace passare la pausa pranzo sotto la pioggia perché Brant ha voglia di cambiare posto per mangiare, o quella che si illumina perché Brant le ha detto che "ti sta bene questa gonna".

Anche oggi piove, come tutti i giorni dell'ultima settimana. L'inverno è alle porte, il clima Natalizio si respira ovunque per le strade di Londra e, solitamente sono felice in questo periodo perché mi piace l'atmosfera che si respira durante le feste, ma quest'anno il mio umore varia a seconda della Kate che sto interpretando.

Stamattina mi sono svegliata e Jason era già alzato. L'ho trovato in cucina a preparare la colazione: mi sono avvicinata a lui per il solito bacio sulla guancia del buongiorno, poi ci siamo seduti a tavola a fare colazione nel solito silenzio, rotto soltanto dal rumore delle posate. Ognuno ha comunicato all'altro il programma del giornata, poi abbiamo occupato il bagno a turno per prepararci ad andare al lavoro. Quando sono uscita dal bagno ho trovato Jason seduto al tavolo della cucina e davanti a sé aveva un piccolo pacchetto. Mi sono avvicinata a lui e si è alzato, venendo verso di me: il suo sguardo era malinconico e io avrei tanto voluto essere una persona diversa, tornare ad essere la donna che l'ha reso felice in passato, ma per quanto mi sforzi, quella parte di me sembra essere scomparsa, così sono rimasta ferma a guardarlo e ho chiuso gli occhi quando mi ha lasciato un dolcissimo bacio sulle labbra per poi allontanarsi e dirmi "buon compleanno Kate".

Poi si è spostato per indossare la sua giacca: ho trattenuto il fiato e sono rimasta in silenzio fino a che non è uscito dall'appartamento. L'unica cosa che sono riuscita a dire è stato un debole grazie e l'ho lasciato andare via senza aprire quel pacchetto, perché so di non meritarlo. L'ho lasciato sul tavolo, senza nemmeno toccarlo e stasera, quando tornerò a casa, quel pacchetto sarà ancora lì, ad aspettarmi, e spero di avere la forza di aprirlo.

Al momento sono in ascensore per arrivare al piano degli uffici in cui lavoro, impegnata ad immedesimarmi nella Kate felice, quella sorridente, e riesco ad indossare la mia a maschera giusto in tempo per quando le porte si aprono.

Un respiro profondo e cammino lungo il corridoio, arrivata al bancone della reception trovo Megan in piedi, come se mi stesse aspettando, così mi fermo di fronte a lei.

«È successo qualcosa?» le domando quasi preoccupata.

«Ti vogliono nella sala riunioni, quella più piccola». Il suo tono di voce è serio, anche il suo sguardo lo è.

«Ho combinato qualche disastro?» le chiedo togliendomi il cappotto e posando la borsa sulla mia sedia.

«Non ne ho idea, mi hanno solo detto di riferirti il messaggio». Sbuffo e mi dirigo verso la sala riunioni.

Proseguendo lungo il corridoio percepisco uno strano silenzio, ma ignoro quella sensazione perché ora la mia priorità è scoprire il motivo della mia convocazione. Arrivata davanti alla porta inspiro profondamente, poi busso e apro.

Resto letteralmente a bocca aperta quando vengo accolta da un rumoroso "buon compleanno!" Mi guardo intorno e ci sono quasi tutti i miei colleghi intorno al tavolo, al centro del quale c'è una meravigliosa torta con tanto di candelina, e dietro la torta, l'immagine più bella di tutte: Brant con un enorme sorriso soddisfatto, un sorriso che mi riempie il cuore di felicità, perché la gioia che gli leggo negli occhi è per me.

«Dai! Vieni qui!» Brant mi chiama, invitandomi a raggiungerlo con un gesto della mano.

Dopo essermi ripresa dallo shock momentaneo, riesco a muovere la gambe per arrivare al suo fianco, e quando il suo profumo arriva prepotente fino alle mie narici, io mi dimentico di essere in una stanza piena di gente perché ora vedo solo lui, i suoi brillanti occhi azzurri e mi perdo nella stretta del suo abbraccio.

«Buon compleanno, Leen». Lo dice a bassa voce, direttamente al mio orecchio, e potrei restare così per sempre se non fosse per Megan che interrompe il momento - e che mentalmente ringrazio.

«Dai, Kate, mettiti in posa!» Mi allontano dall'abbraccio di Brant e mi sistemo dietro alla torta.

Sono confusa e frastornata - mai avevano organizzato una festa per il mio compleanno -, ma abbastanza lucida da sentire il braccio di Brant posarsi sul mio fianco e tirarmi a sé mentre sento il click della Polaroid che ha appena immortalato questo momento.

Brant si allontana di nuovo e, insieme a Megan, prendono piattini, posate e quant'altro, per distribuire le fette di torta, lasciandomi a guardare mentre tento di riacquistare la lucidità.

*****

«Allora? Ti è piaciuta la sorpresa?» La voce di Megan attira la mia attenzione.

I festeggiamenti, se così vogliamo chiamarli, sono finiti da un po', ed ognuno di noi è tornato al proprio posto. Smetto per un attimo di lavorare e mi volto verso di lei.

«Sei stata tu?» le domando.

Ero talmente presa dal momento che non facevo altro che sorridere ed annuire a chiunque mi parlasse, ma sto realizzando solo ora quello che è successo poco fa in sala riunioni.

«Brant...» confessa con un sorriso ammiccante.

So che pensa che tra me e lui ci sia qualcosa - tutti lo pensano - e ormai mi sono stancata di negare: che pensino ciò che vogliono, non m'importa.

«Dovevo immaginarlo...» Ogni volta che io e Brant abbiamo affrontato l'argomento dei nostri compleanni - che per uno strano caso del destino sono a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro -, lui mi ha sempre detto che avrebbe voluto farmi una sorpresa, ma non immaginavo che avrebbe coinvolto tutti i colleghi.

«So che è da solo nel suo ufficio, adesso...» Ammicca di nuovo, ma stavolta potrei ignorare la sua velata frecciatina e alzarmi per raggiungerlo. Voglio ringraziarlo.

«Torno subito», le dico, alzandomi poi dalla mia sedia e dirigendomi verso il suo ufficio, dopo aver preso la polaroid appoggiata al monitor del mio PC.

Non riesco a smettere di sorridere da quando sono arrivata stamattina e lo faccio ancora di più quando guardo l'immagine impressa su questa piccola foto: il suo sorriso sarà per sempre sotto ai miei occhi e io non so come farò a guardarla senza farmi del male.

Arrivo davanti alla sua porta, busso ed entro dopo aver sentito il suo "avanti". Lo trovo seduto alla sua scrivania, con ancora quel sorriso sulle labbra, la maniche della camicia arrotolate fino all'avambraccio e la cravatta abbandonata sulla scrivania.

«Disturbo?» gli domando, dato che mi sembra molto impegnato.

«Kathleen Cooper, come devo dirtelo che tu non disturbi mai!» Lo dice allontanando la sedia dalla scrivania e incrociando le braccia dietro la testa.

«Volevo solo ringraziarti», dico, allungando la foto verso di lui, facendola strisciare sulla superficie di legno, e lasciandola sotto il suo sguardo sorridente.

«Non hai niente di cui ringraziarmi, anzi, sono io che ringrazio te», dice, alzando gli occhi dalla foto e tornando a guardarmi.

Non voglio sapere il motivo per cui vuole ringraziarmi, voglio solo restare a guardarlo, ad ascoltare la sua voce e godere della sua compagnia. Separare la mia vita lavorativa da quella personale è l'unico modo che ho al momento di andare avanti, e finché sono tra queste mura posso dimenticare ogni problema, perché il sorriso di Brant, è questo che riesce a fare con me.

«L'hai scelta tu la torta?» gli chiedo appoggiando la schiena all'indietro.

«Non solo l'ho scelta, sono anche andato a prenderla sotto ad un diluvio universale». Non si sta realmente lamentando, credo, invece, che stia facendo il gradasso.

«Sei stato carino ad organizzare tutto questo per me». Carino? Davvero ho detto carino?

«Io sono sempre carino, a volte un po' rompipalle, spesso snervante, e sempre insopportabile, ma carino». Mi sta prendendo in giro e va bene così, vederlo sorridere è il regalo più bello.

«Va bene... Ora vado...» Mi alzo in piedi e mi allungo per recuperare la mia foto, ma lui mi ferma posando una mano sopra la mia.

«Non ti ho fatto nessun regalo, proprio come mi hai chiesto, ma non puoi negarmi una birra dopo il lavoro». Dio, Brant! Io non ti negherei proprio un bel niente!

«D'accordo», acconsento con un sorriso, lui lascia andare la mia mano e io torno a respirare regolarmente, «ci vediamo più tardi». Recupero la foto e faccio per allontanarmi.

«Nel senso che ci vediamo anche per pranzo!?» Sorrido ancora, scuotendo leggermente la testa, poi mi volto di nuovo.

«Sì, Brant, ci vediamo anche per pranzo». E anche ogni altra volta che ti va.

Gli sorrido e lascio il suo ufficio con la foto in mano, l'immagine del suo sorriso nei miei occhi e l'amore che provo per lui nascosto nel mio cuore.
 

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Il tempo è trascorso in fretta dopo l'ultimo capitolo, ed è trascorso trascinando sempre più a fondo i nostri protagonisti, ognuno di loro imprigionato nei propri schemi mentali, dei quali sembra non vogliano liberarsi.

Questa volta, però, Kate ammette a sé stessa, in maniera chiara e senza mezzi termini, che quello che prova per Brant è amore, usando proprio quella parola per definirlo.

I due maschietti, invece, non riescono ancora ad uscire dai binari.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

   
 
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