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Autore: Vanya Imyarek    12/02/2019    2 recensioni
Italia, 2016 d.C: in una piccola cittadina di provincia, la sedicenne Corinna Saltieri scompare senza lasciare alcuna traccia di sé. Nello stesso giorno, si ritrova uno strano campo energetico nella città, che causa guasti e disguidi di lieve entità prima di sparire del tutto.
Tahuantinsuyu, 1594 f.A: dopo millenni di accordo e devozione, gli dei negano all'umanità la capacità di usare la loro magia, rifiutando di far sentire di nuovo la propria voce ai loro fedeli e sacerdoti. L'Impero deve riorganizzarsi da capo, imparando a usare il proprio ingegno sulla natura invece di richiedere la facoltà di esserne assecondati. Gli unici a saperne davvero il motivo sono la giovanissima coppia imperiale, un sacerdote straniero, e un albero.
Tahuantinsuyu, 1896 f.A: una giovane nobildonna, dopo aver infranto un'importante tabù in un'impeto di rabbia, scopre casualmente un manoscritto di cui tutti ignoravano l'esistenza, e si troverà alla ricerca di una storia un tempo fatta dimenticare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Tahuantinsuyu'
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                                  CAPITOLO 29

     DOVE  VENGONO  TRASMESSE  INFORMAZIONI

 

 

 

 

 

 

 

Ormai Choqo ne era sicura: Itzèn interrompeva ad arte le sue narrazioni sulla vicenda di Malitzin. Era arrivato a quel punto, che gli sarebbe costato raccontare quel che aveva in mente l’Incendiario per salvare la vita a Manco?

 Che poi, quel piano … Llyra era stata spodestata dagli Imperatori della Vita proprio con la motivazione che avesse fatto uccidere il marito. Ma allora non erano riusciti a salvarlo? Oppure ce l’avevano fatta, e l’Imperatrice aveva avuto successo in un’occasione successiva?

 Quel che era chiaro, era che a Sayre non fossero sfuggiti i movimenti di quest’ultima per attirare l’attenzione della Dama Azzurra. Adesso tutto quel che poteva fare per capire cosa fosse successo era: leggere il diario di Chica per capire come fossero state trasmesse quelle false informazioni, e poi riprendere in mano il manoscritto di Simay per scoprire come avesse gestito l’inchiesta e come avesse preso la notizia che avrebbe dovuto salvare suo padre.

 Dannazione, la faccenda iniziava davvero a farsi nebulosa …

 

 

 

                                                        Dal Diario di Chica Guchanii

 

 

                             11 NECHISUDI 1593

 

 

Ho deciso che la data di oggi, a tre giorni di distanza dalla celebrazione della nascita dei principi, dovesse essere il momento migliore per andare a parlare con i familiari di Nuala.

 In quel palazzo devono aver avuto il tempo di rimuginare sull’affronto del mancato invito, e negli ultimi giorni perfino le donne sposate in altre famiglie sono naturalmente state escluse dal nostro circolo, portando a disagi a non finire presso i loro sposi. Mi sento sinceramente dispiaciuta per loro, ma si tratta di un male necessario: e sono certa che la mia signora saprà ben ricompensare almeno loro delle sofferenze passate e quelle che arriveranno. Perché la famiglia principale, ormai l’ho capito, è destinata a farci da capro espiatorio quando il delitto sarà scoperto.

 In questo clima di isolamento, quando ho cercato di parlare con Korila sono stata accolta da un misto di sollievo e diffidenza. La sorella minore di Nuala è evidentemente una delle persone che più ha sofferto della situazione: cercava di essere riservata, ma glielo si leggeva negli occhi. E non appena ho menzionato quella possibile teoria su cosa possa essere successo alla concubina fuggiasca, mi ha immediatamente invitata a pranzo presso la sua famiglia.

 Voglio solo sperare che suo padre, sua madre e i suoi fratelli siano altrettanto ben disposti, ma anche se così non fosse … forse posso convincere la giovane Korila a cercare da sola l’aiuto della Dama Azzurra? Spero che ne abbia l’intraprendenza.

 Domani dovrò mettere alla prova le mie doti di oratrice: quant’è strano, pensare che ciò che ho sempre usato per intrattenere gli ospiti e dar lustro alla mia famiglia possa essere usato per scopi tanto gravi!

 

                                12 NECHISUDI 1593

 

Un passo avanti, un vero passo avanti! Che gli dei mi aiutino, mi sento così eccitata … non dovrei, pur obbedendo alla mia signora sto causando un danno a degli innocenti … oh, spero che scriverne mi aiuti a inquadrare gli eventi nella giusta prospettiva.

 Per poco non mi è stato impedito, peraltro: tra le persone che hanno notato l’ostracismo della famiglia di Nuala c’è purtroppo anche mio marito, e ho dovuto penare non poco per convincerlo a lasciarmi fare una visita di cortesia per il pranzo presso di loro. Ho dovuto assicurargli che era una visita di convenienza, richiesta dalla mia signora per verificare, con il pretesto di pettegolezzi femminili, che quella famiglia non stesse nascondendo la fuggiasca; e giurare che Thumbei non avrebbe avuto nulla a che fare i bambini dei fratelli di Nuala. Sarebbe stato ridicolo se un compito così importante per le sorti dell’Impero mi fosse stato impedito dal desiderio di rispettabilità di mio marito!

 Di per sé, l’incontro è iniziato in una terribile atmosfera di disagio. La famiglia di Nuala discende dal figlio di un governatore di Alaya che ha avuto un grande successo come legislatore e consigliere di un Imperatore, mantiene un notevole status sociale, e Nuala stessa ha due sorelle e quattro fratelli: i suoi genitori erano considerati benedetti dagli dei per la loro fertilità.

 Adesso … i simboli della loro prosperità ci sono ancora, nel bel palazzo e nelle vesti eleganti con cui mi hanno accolta, ma i loro volti mostrano i segni dei tempi bui. Tutti mi sembravano stanchi, la madre di Nuala ha chiaramente fatto un tentativo malriuscito di nascondere pesanti occhiaie col trucco, uno dei fratelli ha chiaramente bevuto di recente, la giovane Korila e uno dei suoi fratelli maggiori hanno dato chiari segni di impazienza per tutto il pranzo.

 Le vivande offerte erano senz’altro deliziose, la conversazione iniziale sarebbe stata educata e cortese in qualunque altra circostanza, ma in questa suonava terribilmente forzata. Avevo davvero voglia di affrontare subito l’argomento Nuala, ma mi rendevo conto di quanto sarebbe suonato indelicato e fuori luogo: avrei dovuto avvicinarvisi gradualmente, lasciandolo scivolare con più naturalezza nella conversazione, anche se sarebbe stato ugualmente difficile da affrontare. Certo, non sto dicendo che fosse un compito facile: ho rischiato più volte di fare scivoloni imbarazzanti, altro che tutta l’eloquenza che mi sarebbe servita per un compito simile!

 La mia grazia salvifica è stata Korila: perfino più impaziente di me, ha pensato bene di affrontare di petto l’argomento, con un sonoro “E allora, mia sorella? Qualcuno si decide a parlare di lei? Si tratta di sapere dove sia finita, per il buon Achemay!”

 I genitori e i fratelli maggiori si sono subito alternati tra rimproveri a lei e scuse al mio indirizzo, ma io ho immediatamente colto l’occasione. Ho sorriso con indulgenza, e ho detto che quella piccola esplosione emotiva non mi ha per nulla offesa: mi ha anzi confortata, perché dimostra che la ragazza è leale alla sua famiglia anche nelle avversità. E certo non si può negare che sua sorella maggiore, per quanto poi si sia rivelata una traditrice, sia sicuramente stata una figura amorevole e affettuosa nell’infanzia di Korila.

 “Erano molto unite, sì” ha borbottato il padre. “Nuala sembrava … così posata e sofisticata, da giovane. Speravamo che avrebbe influenzato Korila, all’epoca era una piccola canaglia … quando Nuala è stata scelta per l’harem dell’Imperatore, la nostra piccola è stata inconsolabile, allora aveva solo sette anni, non poteva capire l’onore destinato alla sorella …”

 “E temo non l’abbia capito ancora adesso” è intervenuta la madre in tono tagliente. “Nostra figlia ha ricevuto un così grande onore, e ha tradito la fiducia e la stima di tutti! Di Sua Altezza, certo, ma anche la nostra: confidavamo tanto che sarebbe stata di buon servizio. La sua folle manipolazione di quello sciagurato Sacerdote di Achesay e la sua fuga ci hanno gettati nel disonore, ma ciò non significa che condanniamo le sue azioni meno di chiunque altro! Noi siamo sempre stati leali alla corona, noi , noi …!”

 Il suo discorso è degenerato in singulti incoerenti, e la sua figlia più anziana è corsa ad aiutarla. Ha spiegato che quello di Nuala restava un argomento molto delicato per sua madre e la scomparsa l’aveva scossa molto, quindi forse sarebbe stato preferibile passare ad argomenti più conviviali – nel frattempo squadrandomi come la peggiore delle bifolche.

 A quel punto è intervenuta Korila, dall’alto della sua impulsività ed egoismo giovanili, e ha protestato che no, non si poteva far finta che Nuala fosse solo una disgrazia che per fortuna era sparita, era la loro sorella, bisognava sapere dove fosse andata a finire! A farle eco è accorso il fratello a lei più vicino per età, meno autorizzato ad impulsività ed egoismo ma che se ne infischia bellamente di tutto ciò, a protestare che è un’indecenza che sua sorella non sia ancora stata ritrovata, che loro non abbiano avuto la possibilità di rivederla un’ultima volta, e di accertarsi che la donna vista dalla Consacrata nel Giudizio di Luce fosse davvero lei: del resto, quella fanciulla non ha mai visto anima viva a parte i suoi attendenti e gli imputati che ha il compito di giudicare!

 Il padre è intervenuto a zittirlo, intimando loro a voce molto alta di non urlare così davanti all’ospite, e dichiarando che Nuala è scappata prima che venisse fatta l’accusa formale verso di lei, e già questo basta a dichiararla come colpevole. E per quanto riguarda il fatto che nessuno l’abbia trovata, non bisogna addossare alle guardie colpe che appartengono solo alla loro familiare.

 Mi sono affrettata ad approvare: bisogna riconoscere le colpe a chi le ha commesse, ed è molto coraggioso, da parte loro, riconoscere quelle operate dalla loro figlia e sorella. Bisogna affrontare la realtà, ho dichiarato, non buttarsi su tenui speranze o pigri pettegolezzi su una finta fuga!

 A giudicare da come tutti mi hanno guardata, nessuno aveva ancora sentito di quella voce che ho sparso. Ecco un lato negativo del loro isolamento, almeno per noi …

 Quisque, il fratello di mezzo, mi ha subito interrogata su che cosa intendessi; io ho dichiarato che era una voce talmente improbabile e insensibile verso tutti che mi rifiutavo perfino di riferirla. Naturalmente questa frase ha fatto sì che alla richiesta di parlare si associasse, più o meno esplicitamente, tutta la famiglia. Ho insistito ancora un poco nella mia ritrosia, finché uno sconfortato capofamiglia ha rinunciato a calmare i suoi figli e si è unito alle richieste, anche se in tono più cortese.

 E allora ho raccontato la versione concordata con la mia signora.

 Le reazioni sono state varie: il padre ha inveito indignato contro chiunque avesse messo in giro una voce così orrenda e offensiva, ora capiva perché non avessi voluto parlarne, la madre ha abbassato lo sguardo, immersa nei suoi pensieri, e così è rimasta per diversi minuti; la sorella maggiore ha dichiarato che se anche qualcosa del genere fosse successo, non avrebbe cambiato nulla, perché era diritto del sovrano disporre di vita e morte di chi l’aveva tradito; il fratello più anziano e quello più piccolo hanno ribadito, in toni diversi, che ciò è troppo al di sotto della nobiltà di Sua Altezza; e Quisque e Korila sono stati, di nuovo, quelli più propensi a darmi ascolto e pronunciarsi a difesa della sorella.

 Il padre li ha nuovamente zittiti in tono brusco, si è scusato con me per il loro comportamento, e io mi sono affrettata a ribadire che semmai sarei dovuta essere io a scusarmi, non avrei dovuto riferire qualcosa che chiaramente avrebbe rigirato il coltello nella piaga di quei due ragazzi. Sono stata prontamente rassicurata dalla sorella maggiore che la colpa era loro, erano stati loro a insistere perché lo raccontassi.

 Io li ho rassicurati che era normale voler sapere una cosa del genere, si trattava della sorte di una persona a loro molto cara, ed era naturale che qualcuno rimanesse turbato. Del resto, anche se così fosse stato, non si potrebbe fare nulla: già una donna deve stare sempre alla mercé del suo uomo e accettare le sue parole e azioni come leggi, quali che esse siano, se poi si tratta anche dell’Imperatore … chi mai potrebbe andare contro di lui?

 A questo punto la madre si è finalmente riscossa, e ha commentato che questi sono argomenti davvero inadatti da discutere a cena: avevamo offerto davvero un pessimo spettacolo alla loro ospite. Mi promise che la prossima volta che sarei stata invitata avremmo pranzato in circostanze più liete, e si dispiaceva davvero che quello fosse andato a finire su quei discorsi.

Ho preso il non troppo velato invito ad andarmene al volo, ho ringraziato sentitamente e augurato una buona giornata a tutti, richiamato le mie due schiave e me ne sono tornata a casa.

 Ora, Korila e Quisque mi sembrano quelli che più probabilmente faranno quello che speriamo che facciano: sono giovani, impulsivi, critici dell’autorità, e amano con tutto il cuore quella loro sorella indegna. Il fratello più piccolo potrebbe aiutarli: è abbastanza giovane da essere facilmente manipolabile dalle argomentazioni più sentimentali, anche per una sorella che ricorda a malapena.

 Il padre e la sorella maggiore, al contrario, mi sembrano quelli più ligi al dovere e pronti ad accettare il volere del sovrano, quale che esso sia; in qualunque altra occasione li avrei lodati, ma adesso la loro lealtà ci torna alquanto a svantaggio.

 Non riesco a capire cosa pensino invece la madre e il fratello maggiore: il secondo mi ha dato l’impressione di star leggendo da un copione di cortesia, la seconda non ha proprio detto nulla in proposito davanti a me, anzi mi ha proprio cacciata via. Chiaramente voleva esprimere la sua opinione al riguardo lontana da orecchie indiscrete, ma in quale senso? Avrebbe potuto riconfermare la sua lealtà all’Imperatore anche davanti a me, le avrebbe anzi fatto più onore … vuole forse esprimere un piano per accertarsi della verità più concreto rispetto a quello dei suoi figli? O è riuscita a subodorare le mie intenzioni, e mi ha allontanata per parlarne in libertà con il resto della famiglia?

 Non posso esserne sicura. Oggi ho portato a termine questa impresa, ma era un incarico tanto delicato, e non ho idea, al momento, del suo successo. Nei prossimi giorni, dovrò stare molto attenta a ogni singola voce che viene fatta passare, e obbedire prontamente a ogni tentativo di contatto da parte di quella famiglia. Che tutti gli dei mi assistano!

 

                                  13 NECHISUDI 1592

 

Oggi ho riferito alla mia signora gli esiti del colloquio di ieri. Ne è stata compiaciuta e mi ha lodata, ma mi è parsa singolarmente distratta: ha dato la colpa al dover gestire le balie e le schiave che accudiscano i nuovi principi, e affrontare con Quisquis la questione dei suoi fratelli e di quel che la loro nascita comporterà per loro.

 E’ un poco preoccupata per come il piccolo sia più geloso del suo affetto che della possibilità che il fratello minore possa diventare Imperatore al posto suo, ma spera di poter reindirizzare queste preoccupazioni, o quantomeno di far leva su esse per far sì che il piccolo si impegni maggiormente negli studi.

 Ho osservato che è naturale per un bambino così piccolo preoccuparsi di non perdere l’attenzione della madre piuttosto che un trono che appare lontano e nebuloso, e che comunque è già il bambino più capace e dotato con cui il suo precettore abbia mai avuto a che fare, a detta di quest’ultimo; ma Llyra ha giustamente osservato che con la situazione in corso non può permettersi che suo figlio si disinteressi al trono.

 Naturalmente, ha ragione lei. Mi sento davvero dispiaciuta per il povero Quisquis, quel bastardo doveva proprio venire qui a minacciargli il diritto al trono!

 Per il resto, con le giornate che si fanno sempre più calde il numero delle donne che viene a rinfrescarsi nei giardini della corte sta aumentando, e in tutto questo io spero davvero di poter sentire qualcosa di più sulle attività della famiglia di Nuala. Per oggi purtroppo nulla, solo discussioni sulla voce che io stessa ho messo in giro.

 Spero almeno che continui ad assillare quella gente!

 

                              14 NECHISUDI 1592

 

Finalmente, qualche buona nuova.

 Anzitutto, ho avuto modo di parlare nuovamente con la moglie di Surne: ormai devo apparirle come un tormento, e mi imbarazzo davvero ad assillare una popolana a questo modo, ma almeno è bastata la speranza di liberarsi di me a farle scucire qualcosa a proposito dell’inchiesta sul ragazzo che si è spostata a cercare di rintracciare il mittente della Datrice di Morte – noi siamo al sicuro, Qillalla non può certo parlare – e il fatto che le indagini sulla Dama Azzurra siano a un punto morto. Una notizia che mi conforta più di quanto dovrebbe, temo.

 Durante i nostri svaghi, la giovane Qilla ha rivelato di avere qualche grado di confidenza con Korila, e l’altra ragazza le ha rivelato di avere avuto per diversi anni una corrispondenza segreta con la sorella tramite una sarta, che però era stata interrotta bruscamente con la scomparsa della concubina. E certo, ha commentato Uyella, se avesse continuato a scrivere, la sua posizione sarebbe stata certamente denunciata dalla sarta, o dai membri della famiglia ancora leali all’Imperatore … oppure, come ha suggerito qualcun'altra, Nuala non può fisicamente scrivere nulla, perché è tenuta prigioniera, o magari è morta lontano dagli occhi di tutti … la conversazione si è interrotta su un generale rassicurarsi vicendevolmente del proprio rispetto per l’Imperatore, ma sono certa che se Qilla è in buoni rapporti con Korila, l’altra ragazza ne verrà a sapere, e i suoi timori saranno rinfocolati.

 

                          15 NECHISUDI 1592

 

Oggi anche la sorella maggiore di Nuala (Ralya, ho scoperto chiamarsi) ha partecipato alle nostre conversazioni.

 Non è stata inclusa nell’esilio non ufficiale di Llyra, essendo sposata in un’altra famiglia, ma di sicuro è stata una giornata difficile, per lei: quasi nessuna ha voluto rivolgerle la parola, e quando si azzardava a intervenire lei, era al massimo fissata per un istante e poi ignorata come se non avesse proferito verbo. Le sue poche parole, peraltro, non hanno fatto altro che portare il discorso su come la sua famiglia avesse sofferto per la perdita della sorella maggiore, pur rammaricandosi profondamente per le sue azioni.

 Dal canto mio, ho cercato di darle qualche sorriso di incoraggiamento e di farle sentire la mia vicinanza con poche parole, pur non mettendomi troppo in mostra per non essere coinvolta perché le altre donne non discriminassero anche me come simpatizzante.

 Qualcuno che, con mia grande sorpresa, ha ignorato tutte le minacce sociali e si è presa la briga di parlare davvero con lei, anche distaccandosi dalla conversazione principale per discutere di Nuala, è stata Parinya: ho sempre considerato quella ragazza sciocca e vanitosa, incapace di vedere oltre l’aspetto fisico, ma questa sua presa di posizione me l’ha fatta davvero ammirare. Certo, le sue azioni potrebbero ridurre il senso di isolamento della famiglia della traditrice e renderli meno propensi a cercare giustizia altrove … ma del resto, hanno parlato soprattutto di Nuala, e hanno anche accennato a quella diceria sulla sua sorte: chissà che non abbia accidentalmente incoraggiato la loro sete di vendetta?

 Voglio proprio sperare che così sia …

 

 

Choqo scorse rapidamente le pagine a venire del diario di Chica: nei giorni successivi, c’erano annotazioni solo su eventi domestici e pettegolezzi che non sembravano andare concretamente da nessuna parte.

 Se anche la famiglia di Nuala aveva deciso di rivolgersi alla Dama Azzurra, evidentemente avevano deciso che la tipa affamata di pettegolezzi e per nulla intenzionata a supportarli in pubblico non era la persona ideale a fare loro da confidente. La faccenda andava avanti ancora per dei mesi, finché non si trovava un riferimento a una particolare partenza: a quel punto Choqo decise che, per seguire adeguatamente la linea temporale, era il momento di passare al manoscritto di Simay.

 


                                                                Dal Manoscritto di Simay

                                                                                                                              

Nei giorni seguenti, dovetti gestire allo stesso tempo diverse novità.

 Innanzitutto, la mia inchiesta era finalmente stata affrontata sul serio, ora che l’indagine su Waray e i suoi possibili complici si era conclusa. Nuala non si era ancora trovata e le ricerche su di lei fervevano (inutilmente, ne ero sicuro), ma Surne era stato abbastanza diligente da mettere qualcuno a badare a me.

 Il consiglio di Corinna si era rivelato provvidenziale: l’avevo seguito, pregando Achesay che non ci fosse una trappola sotto, e in effetti le ricerche delle guardie si erano concentrate sul rintracciare Qillalla per interrogarla di nuovo. Intanto, avevano discusso con i Sacerdoti più anziani perché io e gli altri novizi fossimo tenuti sotto stretto controllo: probabilmente il mio misterioso nemico avrebbe riprovato a colpire ora che il Tempio era così malvisto e privo di un Sommo Sacerdote dalla famiglia importante, e questo era un pericolo sia per me che per altre possibili vittime accidentali.

 Naturalmente queste notizie raggiunsero anche mio padre, e mi arrivò una lunga lettera da Dumaya per interrogarmi a fondo sull’accaduto, chiedere perché non avessi detto niente, intimarmi di non farmi problemi a parlare se avevo qualche idea del colpevole, e chiedermi se per il momento preferissi brevemente tornare a casa, al sicuro da chiunque volesse attentare a me qui ad Alcanta. Io obbedii al primo punto, ammisi di non aver voluto farli preoccupare al secondo, mentii spudoratamente sul terzo dichiarando di non conoscere nessuno qui ad Alcanta che avesse potuto odiare me e loro al punto da tentare di uccidermi, e al quarto … per qualche istante ci pensai, tornare a Dumaya sarebbe stato un modo semplice e veloce di rimuovermi dai giochetti di potere di Llyra e Sayre.

 Ma rinunciai: non solo quei problemi si sarebbero riaffacciati quando inevitabilmente sarebbe giunto il momento di tornare al Tempio, ma avrei rischiato di perdermi l’opportunità di sorvegliarli da vicino, capire cosa stesse succedendo. E poi, se Corinna era stata presa di mira da Llyra … chi avrebbe potuto dire che la sovrana offesa si sarebbe fermata lì? Che non ci sarebbero stati altri tentativi di ostacolarla? Che non sarebbe stata uccisa, magari per attirarmi di nuovo a Dumaya?

 Non potevo essere completamente sicuro che quella ragazza fosse dalla mia parte, ma se lo fosse stata, non potevo lasciarla al suo destino. Sarei rimasto, e avrei cercato di sopravvivere e restare fedele alla Grande Madre, come avevo fatto fino a quel momento.

 Intanto che io mi dibattevo tra questi problemi e incertezze, i Sacerdoti Anziani cercavano di eleggere il prossimo Sommo Sacerdote. Mai come in quel momento la scelta si rivelò difficile: anzitutto era necessario scegliere con estrema cautela, qualcuno di provata moralità per evitare scandali come quello di Waray, famiglia illustre per riguadagnare appoggio e finanziamenti, e grande carisma, intelligenza e diplomazia per guidare il Tempio in un momento così difficile. Tutto questo da risolversi nel minor tempo possibile, perché al momento eravamo subissati dalle richieste di risarcimento degli altri Templi, le donazioni che ricevevamo erano pochissime e non era accertato che avremmo ricevuto appoggi dal palazzo imperiale dato il coinvolgimento di una concubina, e ci ritrovavamo senza nessuno a guidarci in un momento così delicato.

 Il giovane maestro dei novizi, che era stato assegnato a quella posizione in vista di una lunga tenuta di Waray che gli avrebbe dato il tempo di maturare e fare esperienza, fu scartato, e dopo deliberazioni che impiegarono giorni interi, fu scelto un nobile minore, tale Achedy, erede di una famiglia di legislatori: la sua famiglia non rispondeva pienamente alla nostra richiesta di ricchezza, ma era illustre e rispettata, e soprattutto, il tizio era incredibilmente abile nelle trattative diplomatiche. Fece un vero e proprio piccolo miracolo quando, tramite una combinazione di richieste di perdono e ritratto di Waray come di un vero e proprio despota a cui non si potesse neppure obiettare, e la richiesta spontanea di essere sottoposto al Giudizio di Luce prima di ascendere alla carica, riuscì a far recuperare al nostro Tempio un po’ di sostegno popolare e a far ridurre di una cifra non indifferente le richieste di risarcimento, almeno quelle provenienti dal Tempio di Achemay.

 Questo ero abbastanza sicuro non fosse affiliato in alcun modo con Sayre, ma la cosa mi tranquillizzava solo relativamente: se con Waray la sua influenza all’interno del nostro Tempio era finita, ciò poteva voler dire solo che aveva altre brutte sorprese in serbo per gli altri, e che noi ne saremmo stati coinvolti comunque. Tra l’altro, intravidi sia lui che Corinna alla consacrazione di Achedy, ma non riuscii ad avere conversazioni significative con nessuno dei due, solo a dire alla ragazza che avevo seguito il suo consiglio.

 In compenso, dalla mia posizione feci del mio meglio per osservare bene le erbe che venivano gettate in sacrificio: sì, a guardarle attentamente se ne poteva distinguere la secchezza, e la bella fiammata allegra che produssero fu ulteriore conferma. Bene, a quanto pareva Sayre diceva il vero almeno su quello (avevo tenuto bene d’occhio la folla: lui e tutti gli artigiani erano rimasti fuori, e il loro unico tramite con quel che succedeva all’interno del Tempio era il Sacerdote che riferiva loro gli avvenimenti).

 Certo, era solo naturale che in particolare in quella circostanza nessuno voleva che la divinità respingesse il nuovo Sommo Sacerdote scelto con tanta pena … ma il volere della dea dove andava a finire così? Sayre aveva ragione anche su quello, e davvero le importava solo di ricevere venerazione, senza preoccuparsi delle gerarchie? La posizione degli uomini, che venisse scelto come suo tramite qualcuno davvero vicino ai primi Soqar, era per lei indifferente? Andava contro tutto quello che mi avevano sempre insegnato, ma che altro potevo pensare?

 L’assenza di proteste a questa elezione, e soprattutto a quella di Waray, ne erano la conferma. Tra le leggi interpretate dagli umani e il volere manifesto della divinità, avrei sempre obbedito a quest’ultima: avrei conservato quella lezione.

 Nei giorni successivi all’elezione, regnò una strana calma: certo, la situazione difficile si leggeva ancora sui volti dei Sacerdoti e nelle loro conversazioni a mezza voce, ma le lezioni progredivano regolarmente per noi novizi. Io continuai a progredire nella mia magia: imparai a usare il potere della Terra non solo per ripari improvvisati come quello che avevo creato per Corinna, ma anche come crearne di più elaborati e funzionali, imparando le proporzioni giuste per non farli crollare su sé stessi.

 Il maestro dichiarò che erano i primi passi verso l’apprendimento dell’uso della magia a scopo edilizio o minerario, e se avessi perfezionato quel potere, avrei potuto contribuire allo sforzo di costruzione e architettura di tutto l’Impero, compiendo fatiche impossibili per un costruttore normale. In quell’ambito, ero il migliore del gruppo di novizi, ma non certo il più bravo in assoluto: Capac, per esempio, stava perfezionando le sue capacità di alterare la composizione del terreno per renderla più favorevole all’agricoltura, qualcosa che per me risultava invece in sonori fiaschi. Forse aveva a che fare con ciò che ritenevo più importante imparare in fretta? Realizzare difese non sembrava affatto una cattiva idea, in quei frangenti … e se magari avessi trovato una composizione di terreno che rendesse gli edifici immuni al fuoco?

 Certo, nessuno aveva mai sentito parlare di qualcosa di simile, c’era un motivo per cui gli incendi erano abbastanza frequenti perché ci fosse voluto del tempo a riconoscere un pattern nelle azioni dell’Incendiario, ma se c’erano composizioni del terreno che potevano rendere la Terra più fertile, non era ragionevole pensare che ve ne fossero altre in grado di creare mattoni ignifughi?

 Certo, mettermi a sperimentare sulla Grande Madre … non ero sicuro che fosse esattamente la più grande manifestazione di rispetto verso la dea. Per certo, nessuno ci aveva mai provato. Ma sarebbe stato estremamente utile per rendere ogni tipo di edificio, inclusi quelli a Lei dedicati, immuni ad eventuali attacchi di Sayre. Avrei potuto? Come avrei dovuto fare, pregare per alterazioni del tipo di terreno su diversi piccoli campioni e poi provare a metterli in un fuoco, per vedere come ne uscivano?

 Un processo piuttosto lungo, specie perché in ambito di alterazioni, come ho già detto, ero molto meno bravo di altri come Capac. Se anche avessi chiesto a un Sacerdote consiglio in materia, e fossi stato tranquillizzato che no, non erano azioni blasfeme, probabilmente mi sarebbe stato giustamente intimato di applicarmi maggiormente allo studio prima di provare. E fu esattamente quello che, anche senza incitazioni esterne, provai a fare; non fosse che appena agli esordi di questo processo tornarono le guardie di Surne, di ritorno dal piccolo villaggio di Qillalla.

 Erano riusciti a rintracciare e interrogare la ragazza, e finalmente, con la minaccia di torturarla pubblicamente, erano riusciti a strapparle qualche informazione: la ragazza aveva dichiarato di non avere lei stessa idea di chi fosse il suo committente, in quanto aveva agito tramite un intermediario, senza rivelare il proprio nome. Avevo mai visto questo intermediario, un uomo magro e dal viso lungo, naso diritto, occhi curiosamente all’ingiù, non troppo alto, tagli di capelli nella media?

 No, mai. Chissà chi era, forse un qualche nobile in cerca di favori presso la corte o magari uno schiavo particolarmente fedele?

 A sentire le guardie, questo poteva significare due cose: o la ragazza diceva la verità, e allora sarebbe iniziata una caccia aperta a un qualunque uomo corrispondesse a questa descrizione, oppure mentiva, e quello era il caso peggiore: significava che il mio nemico era qualcuno di così potente che la Datrice di Morte preferiva rischiare la tortura piuttosto che rivelarne l’identità.

 Naturalmente quest’ultimo doveva essere il caso, era estremamente probabile che con tutto quello che Qillalla aveva scoperto, Llyra avesse interagito direttamente con lei, per meglio convincerla a tenere la bocca chiusa. A pensarci bene, quell’uomo probabilmente nemmeno esisteva.

 La guardia fece un commento analogo subito dopo: “Se ci ha mentito, avrebbe dovuto avere almeno un po’ più di fantasia: la descrizione sembra quella di suo zio”

 “Suo zio?” mi sfuggì.

 “Sì, dev’esserci rimasta fissata su questo uomo. Non ne hai saputo niente?”

 “Non credo che abbia voluto farlo sapere ai suoi bersagli, non l’avrebbe esattamente dipinta come una pura e delicata fanciulla” commentò l’altra guardia. “Pare che la tua bella amica abbia sedotto suo zio, quando era ancora una bambinetta. Vammi a parlare dell’iniziare presto, eh? Lui alla fine si è pentito, è riuscito a rifarsi una vita, lei è stata prima chiusa in casa dai genitori e poi è scappata, per dedicarsi a Qisna. I poveri genitori ne sono rimasti distrutti, naturalmente: la cosa stava iniziando ad essere dimenticata, quando voi avete attaccato quel Tempio e gli avete rispedito la figliola, disonorata, carica di germi di Kisnar e completamente inutile per un matrimonio. Mi sa che non avete fatto loro un grande servizio”

 Io ci rimasi di sasso.

 Certo, Qillalla mi aveva già sconvolto con il suo tradimento, ma … era come se avessi cercato di pensarci il meno possibile, concentrandomi su quello che avrei potuto concretamente fare per salvarmi. Sapere quelle … cose che aveva fatto … come avevo potuto essere amico di una persona del genere? Qualcuno capace già a una giovanissima età di sedurre suo zio, di fargli fare qualcosa di così disgustoso … era veramente una fortuna che non si fosse concentrata troppo sul sedurre anche me, preferendo il ruolo di spia, o non ne sarei uscito vivo.

 Chissà poi perché la cosa mi urtava tanto? Non avevo davvero pensato alle vicende passate di Qillalla, era come se avessi dato per buona una versione ‘onorevole’: magari la figlia di qualche nobile che si era votata a una vita di quello che a modo suo era pur sempre sacerdozio. In qualche modo, ciò l’avrebbe resa una persona a suo modo decente, che agiva contro di me esclusivamente per obbedire a un comando superiore: qualcuno che si sporcava le mani solo perché era il suo dovere, e che qualora ne fosse stata rimossa, magari sarebbe stata anche un’ottima persona, che non avrebbe fatto nulla contro di me o altri … ma che pensiero assurdo era? Come mai non avevo riflettuto con più attenzione su che razza di donna avrebbe potuto voler diventare Datrice di Morte? Perché avevo avuto bisogno di pensare qualcosa del genere, e perché, al sentirmi dire quello, era come se il suo tradimento fosse improvvisamente peggiorato?

 “Brutta storia, eh?” commentò la guardia con un sorriso – i miei pensieri dovevano essersi palesati sul mio volto in modo a dir poco imbarazzante. “Mi sa che questo alla tentazione non ci si avvicina più neanche per sbaglio. Tornando a noi. Hai contattato la tua famiglia? Qualcuno di voi ha la minima idea di qualche dettaglio che potrebbe far progredire minimamente le indagini?”

 Dovetti, nuovamente, negare. Le guardie non si trattennero oltre, e io rimasi lì, a rimuginare su quel che avevo appena imparato e sforzarmi inutilmente di non pensarci concentrandomi sullo studio.

 Quello stesso pomeriggio, mi fu recapitata una lettera di Corinna, che richiedeva un incontro di persona al più presto. Era scritto in una sorta di codice di eufemismi e vaghe allusioni che potevamo capire solo noi, e quando fui riuscito a decifrarne il senso, rimasi di sasso per la seconda volta nella giornata: Llyra stava per fare la sua prossima mossa, e questa volta, il bersaglio sarebbe stato l’Imperatore in persona.

 

 

 

 

GLOSSARIO (e qualche trivia):

Mekilo: essere simile a uno scoiattolo, solo molto più grande, con zampe molto più lunghe e la coda in fiamme. Essendo un animale legato al fuoco, non è considerato sacro a nessun dio, ma sfruttabile da tutto il genere umano. Viene usato soprattutto per trasportare merci e persone.

Occlo: bovino ricoperto di squame e con protuberanze lunghe e sottili, simili a serpenti che stanno al posto delle corna e da cui esce fuoco. Anch’esso animale legato al fuoco, ma per la sua pericolosità e la capacità di controllare i loro getti di fuoco sono quasi esclusivamente cavalcature da battaglia.

Kutluqun: capre anfibie con alghe al posto della pelliccia. Sono considerate sacre al dio Tumbe, e per questo, per allevarle o catturarne di selvatiche, è necessaria l’autorizzazione di un sacerdote di quel dio.

Lymplis: pesci volanti, con le pinne coperte di piume. Sono sacri alla dea Chicosi, dunque è necessaria l’autorizzazione di un suo sacerdote per possederne uno. Malgrado ciò, sono popolari come animali da compagnia presso la nobiltà.

Kyllu: uccelli simili a cigni, fluorescenti. Sono sacri al dio Achemay, e allevati solo all’interno del palazzo imperiale. Il loro piumaggio è usato per decorare le corone dei sovrani.

Lilque: creature con corpi simili a quelli degli esseri umani, ma con code di serpente al posto delle gambe. Servitori del dio Thumbe, vivono presso il mare, i laghi e in qualche caso i fiumi, quasi mai in corsi d’acqua più piccoli.

Duheviq: piante dalla capacità di mutare il proprio aspetto, assumendo qualsiasi forma desiderino. Originariamente questo veniva usato per catturare prede dei cui fluidi nutrirsi, ma con l’avanzare della società umana, ne hanno approfittato per integrarvisi. Un tempo servitori della dea Achesay, organizzati in tribù-foreste rigidamente isolate dagli esseri umani; solo i sacerdoti della dea potevano avvicinarli senza essere bollati come cibo. Al tempo di Choqo, mentre i più anziani vivono ancora tradizionalmente, i più giovani hanno preso a mescolarsi con le popolazioni umane, finendo spesso vittime di discriminazioni e relegati ai lavori meno nobili o remunerativi. Mantengono comunque un rigido codice di valori, di cui la fedeltà è il più alto.

Shillqui: piante in cui scorre un liquido per aspetto e consistenza simile al miele, che causa a tutto l’albero di agitarsi violentemente. Se bevuto, questo liquido dà gli stessi effetti agi esseri umani, ma è difficilissimo metterci le mani sopra. Pianta sacra a Pachtu, i suoi sacerdoti ne devono bere la linfa durante le cerimonie.

Likri: fiori simili a gigli rossi, dalle temperature bollenti, che esalano un fumo sottile. Se tuffati in acqua gelida e canditi, sono considerati ottimi per la pasticceria, ed essendo legati al fuoco, l’unico limite al coglierli è potersi permettere buoni guanti protettivi.

Sangue della Terra: erba che influenza la circolazione sanguigna, usato per diversi effetti nelle gravidanze.

Zullma: pianta le cui varie componenti hanno diversi usi; le radici sono considerate un potente lassativo.

Kiquicos: erba di colore blu, parassitaria dei Duheviq. Pericolosa per le sue capacità di depistare animali e viandanti, ma molto ricercata per le sue molteplici virtù.

Guyla: praticamente un Moment.

Tably: erba che secondo le credenze popolari risolve l’insonnia e i problemi di incubi frequenti.

Ago di Luce: essere a metà tra lo stato animale e quello vegetale, si nutre di sangue, ma può essere utilizzato per aspirare anche altri fluidi corporei.

AQI: esseri simili a tassi dal pelo violaceo, che emanano ormoni che fanno marcire le sostanze inorganiche attorno a loro. Soggetti a disinfestazioni a tappeto e contenuti in gabbie speciali, sono frequentemente offerti in sacrificio, con la testa dedicata a Chicosi, il cuore ad Achemay, e il resto del corpo, a seconda che l’animale sia maschio o femmina, a Tumbe o Achesay.

Fylles: insetti con ali a forma di fiore e polline al centro del corpo. Poiché si nutrono di altri insetti, sono molto usati dagli agricoltori, anche se prima necessitano di un permesso di un Sacerdote di Chicosi.

 

Qillori: cristalli di colore azzurro chiaro, molto usati in oreficeria.

Achemairi: cristalli di colore dorato, anch’essi comuni per l’oreficeria.

Tablyk: pietra di colore rosato, usata nell’oreficeria.

Kislyk: pietra dall’aspetto simile alla tablyk, ma molto più dannosa.

 

Notte: entità primordiale da cui tutto il mondo ha avuto origine.

Achemay: dio del sole, entità più importante del pantheon Soqar.

Achesay: dea della terra.

Chicosi: dea dell’aria.

Tumbe: dio del mare, dei fiumi e dei laghi.

Sulema: dea del fuoco.

Pachtu: dio dei fulmini e della vita.

Qisna: dea della morte e delle paludi.

Supay: esseri più collegati al folklore che alla religione vera e propria, sono creature della Notte,

incaricati di torturare le anime dei peccatori che lì vengono gettate.

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

prima che partano i linciaggi per quello che è scritto nella parte di Simay: tenete conto che questo ragazzo è un figlio del suo tempo. A Tahuantinsuyu vige la mentalità del ‘se l’è cercata’, e non come mentalità criticata come dalle nostre parti: è proprio la base di partenza, suggerire che la colpa sia dello stupratore e non della vittima sarebbe il concetto strano e ridicolo, da quelle parti. E nemmeno nel caso di pedofilia si fa eccezione. Simay, pur essendo una persona gentile e pronta a impegnarsi per gli altri, è stato cresciuto fin da bambino in questo contesto. Da qui, la reazione che disgusterebbe chiunque abbia una mentalità come la nostra (aspettate solo che lo senta Corinna). La faccenda, e le sue implicazioni, saranno discusse meglio nei prossimi capitoli.

E dopo questo – e un inizio capitolo che dia gioia e gaudio ai fan di Chica – posso solo ringraziare tutti quelli che hanno recensito, o messo tra preferite o seguite!

 


  
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