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Autore: Freelion7    15/02/2019    0 recensioni
Come al solito, quella mattina il cielo londinese era totalmente plumbeo. L’aria era umida e qualunque cosa era avvolta in un sottile strato di brina. Era inverno e, logicamente, faceva freddo. Quel tipo di freddo che faceva solo desiderare una coperta calda, ma soprattutto asciutta, del the e poco altro. Tutto ciò che serviva a rendere la giornata straordinariamente ordinaria, monotona ed irritantemente noiosa. Era terribile. Non c’era un’altra parola per descriverlo. Non un caso, non una distrazione. Odiava il natale, si… col fatto che a Natale siamo tutti più buoni nessuno uccideva nessun altro. Noia. Noia. Noia.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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20 febbraio 2028, Londra

 

Matilde stava correndo da una parte all'altra della casa aggiungendo palloncini e festoni. Era il compleanno di Brunella e sia lei che John stavano dando il meglio di loro per regalarle la migliore festa possibile. Anche Sherlock stava aiutando: aveva il compito di tenerla lontana da casa fino alla sera.

 

John stava cercando di aiutare Matilde al meglio. Fondamentalmente le passava il necessario di volta in volta e le faceva da base. Lei aveva sicuramente un migliore senso estetico e conosceva meglio le preferenze della coinquilina. Stavano addobbando tutto in blu e verde e nella stanza si distinguevano chiaramente aromi di the, cioccolato in ogni forma, burro e biscotti. Si stiracchiò appena “Quanto tempo abbiamo ancora?”

 

“Non molto e abbiamo tante cose da fare” Era super agitata, voleva solo che fosse tutto perfetto. Le aveva preparato i suoi piatti preferiti. Si era premurata di trovare una selezione di the che potesse andare incontro ai suoi gusti. Ad un certo punto un brivido le percorse la schiena “John, hai messo la torta in forno, vero?”

 

“Si colonnello” rise l’ex soldato, scattando sull’attenti “il timer suonerà fra venti minuti” asserì controllando l’orologio. Non aveva mai sentito parlare del dolce a due colori, ma se piaceva alla festeggiata, andava bene, qualunque cosa fosse. “Inizio a mettere i bicchieri, siamo solo noi quattro, vero?” temeva di doversi inventare un modo creativo per disporli, ma meno erano, meno sarebbe stato un problema, giusto?

 

“Solo noi quattro. Conta che Sherlock vuole assolutamente il bicchiere blu, se no non mangia.”. Controllava esattamente da dieci minuti i biscotti che si trovano in frigo. Li aveva decorati con la glassa disegnandoci sopra tutto ciò che più piaceva all'amica. Temeva che si sarebbero rovinati o, peggio, sciolti. Erano più molli di prima? “John, ti sembrano più molli i biscotti?”

 

Il giovane prese fra le dita uno dei due biscotti di prova e lo addentò con assoluta nonchalance “Sono squisiti e la consistenza è perfetta. Non sono troppo dolci, il che è un bene, conoscendo Bru” sorrise sperando di non essere mangiato vivo. Per precauzione, tornò -scappò, effettivamente- in sala al proprio dovere.

 

“Dimmi, John, quanto la conosci?” avrebbe indagato fino in fondo. La sua anima da piccola stalker le permetteva di essere molesta per molto, molto tempo. John sapeva che se mai l'avesse fatta soffrire avrebbe pagato. Con la vita. E no, non era uno scherzo. Sapeva essere diabolica.

 

John si fece cauto. Conosceva abbastanza bene la propria interlocutrice da sapere che sotto quelle parole indagatorie stava una minaccia di morte. Una minaccia di morte che si sarebbe realizzata, se non fosse stato attento “Meno di quanto vorrei, più della maggior parte, ma non quanto te” si decise infine a rispondere.

 

Era soddisfatta della risposta. Per il momento, solo per il momento, non lo avrebbe picchiato. I venti minuti allo scadere del timer volarono  fra festoni e piccoli ritocchi qua e là. Matilde estrasse la torta dal forno velocemente, non aveva tempo da perdere. “John, portami i miei attrezzi per decorare la torta”. Dato che il medico non sapeva fare pressoché nulla in cucina aveva deciso di usarlo come aiutante.

 

“Sì colonnello!” esclamò convinto il giovane, andando a prendere gli attrezzi. Gli pareva quando, qualche anno prima, aveva fatto la gavetta ed aveva passato migliaia di bisturi, provette, etichette e strumentazione di ogni genere.

 

Matilde si mise celere al lavoro. Il tempo volava e, sotto le sue mani, prendevano forma le decorazioni più strane che uno si potesse aspettare di trovare su una torta. C'erano pagine di libro, rose blu, penne, matite, pennini, boccette d'inchiostro, un computer che troneggiava la sommità della torta e una tazza di the di fianco. Sapeva che quella torta sarebbe piaciuta alla sua amica.

 

Il giovane medico, appurato che non avrebbe potuto aiutare in alcun modo l’amica, si decise a ritoccare gli ultimi dettagli della sala. Drizzare i vassoi, allineare in figure geometriche le bottiglie e i bicchieri. Sapeva che erano minuzie insignificanti e che anche la stessa festeggiata lo sapeva perfettamente, ma perché negarle quella fisima, in quel freddo giorno di febbraio?

 

Una volta che Matilde ebbe assemblato tutta la torta chiamò il medico per un parere.

 

“Un colonnello pasticcere eccezionale, non c’è che dire” sorrise positivo, dispiaciuto solo di non poterne mangiare un pezzetto. “Non ci resta che aspettare, dovrebbero arrivare a minuti, oramai”

 

La ragazza annuì. Aveva giusto il tempo per togliersi il grembiule e andarsi a preparare. Sarebbe stata impeccabile.

   
 
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