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Autore: Shade Owl    18/02/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Orlaith sbadigliò, senza curarsi di coprirsi la bocca, mentre davanti a lei il programma scaricava i file delle dispense dal sito della facoltà. La lentezza del download le disse che non doveva essere un file piccolo, né particolarmente divertente.
Beh, è per lo studio… non deve essere divertente.
Guardò l’orologio nell’angolo dello schermo, scoprendo che erano ancora le otto meno cinque: appena sei minuti dall’ultimo controllo. Se non avesse avuto caldo probabilmente avrebbe dormito anche di più.
Era seduta in cucina, al piccolo tavolo al centro della stanza, proprio davanti al frigorifero grigio e dimesso che ronzava pigramente nell’aria silenziosa della mattina. Annie dormiva ancora, probabilmente, ma conoscendola si sarebbe alzata presto: era una persona piuttosto mattiniera, le piaceva cominciare la giornata di buon’ora.
Mentre attendeva che il computer terminasse il proprio lavoro, ripensò per un attimo all’appartamento che aveva a New York: ampio, luminoso, bene arredato, col pavimento di parquet chiaro e dotato di elettrodomestici che, in quattro anni, non avevano mai ronzato senza motivo. Ora invece conviveva con la sua amica d’infanzia in un appartamentino con due camere da letto, un bagno e una cucina, dotato di mobili ed elettrodomestici in buono stato ma vecchi. Quella era una delle pochissime cose che rimpiangeva della sua vecchia vita: un appartamento comodo e perfettamente arredato. Ma non poteva avere tutto, in fondo.
Il suono improvviso dello sciacquone in fondo al corridoio le disse che Annie si era svegliata, e difatti dopo alcuni minuti la vide entrare in cucina stiracchiandosi, con addosso una vecchia camicia a quadri troppo grande per lei. La riconobbe subito, un tempo apparteneva a un ragazzo con cui si era vista per un periodo, prima che andassero ad abitare insieme. La portava solo in casa, quando non le andava di vestirsi.
- ‘giorno.- mugugnò, strascicando i piedi fino alla credenza per prendere il caffè - Io ho lezione tra un’ora, tu?-
- Problemi di sonno.- ammise lei - Ne approfitto per portarmi avanti.-
- Mi spieghi cosa c’è di interessante nell’architettura?-
- E nelle spighe di grano?-
- Beh, con quelle ci fai il pane.-
- E con l’architettura ci si fa questa casa.-
Lei grugnì, accendendo il fornello.
- Non posso discutere senza caffè.- decretò, chiudendo il discorso.
Prese due tazze pulite e si sedette con lei, versando il caffè a entrambe. Mentre bevevano in silenzio, un suono lontano disse loro che il telefono di Orlaith, in quel momento sul comodino, stava squillando.
- Lo guardo dopo.- sbuffò lei - Sono appena le otto e sette minuti, che cavolo…-
- Magari è importante.- osservò Annie.
- Niente è importante se succede prima del caffè.-
Mentre finiva di parlare, la suoneria s’interruppe.
- Visto?- la redarguì Orlaith - Se era importante avrebbero aspettato che…-
La suoneria del telefono di Annie, che la ragazza aveva scordato vicino al frigo la sera prima, si mangiò le sue parole.
- David.- disse lei, leggendo il numero sullo schermo, la fronte aggrottata - Hola, chico. Che vuoi a quest’ora? Sì, è qui con me. Okay, un attimo.-
Allontanò il cellulare e attivò il vivavoce.
- Orlaith, ci sei?- chiese David, dall’altro lato della linea.
- Sì, ti sento, Dave.- rispose - Come mai chiami così presto?-
- È una cosa urgente, bimba. Mi servi, e di corsa.-
Orlaith sbuffò.
- No, Dave, non è vero.- rispose - Non ci vengo a New York, lo sai!-
- Non è questo! Cioè, sì, devi venire qui, ma… cazzo, apri le mail… le puoi aprire, vero?-
- Sono a casa, certo che posso. Perché, cosa c’è?-
- Ti ho mandato un video, devi guardarlo subito.-
Scambiò uno sguardo con Annie, che si strinse nelle spalle, e fece come richiesto, girando lo schermo del pc perché anche lei potesse vedere. La mail, senza testo né oggetto, conteneva un unico link a Youtube che, una volta aperto, si rivelò essere una ripresa fatta tramite cellulare a Central Park.
Il filmato mostrò loro un uomo che sembrava un giornalista mentre si avvicinava con un cameraman a un tizio infilato in un orribile costume bianco al centro di una zolla erbosa carbonizzata, circondata da curiosi. All’improvviso, il tizio mascherato allungò una mano verso il giornalista e lo afferrò per la gola, sollevandolo da terra.
Mentre tutti cominciavano a gridare, l’altra mano dell’uomo mascherato si tramutò in una sorta di lama e aprì il giornalista come un’ostrica. All’istante la persona che reggeva il cellulare cominciò a correre, e dopo pochi secondi il video si interruppe.
- Carino.- commentò disgustata Annie - Quindi è questo che fai senza di lei, cerchi video splatter su Youtube?-
- Non è un video splatter!- rispose David, serio - Ragazze, ieri sono tornato a casa per pranzo… un miracolo… e ho acceso la televisione. Il giornalista che avete visto lavorava per canale sei. Ho visto il servizio in diretta.-
Le due amiche esitarono, guardandosi per un istante.
- David… stai dicendo che questo è un vero filmato?- chiese Orlaith, tanto per chiarire.
- Già. Sono sceso subito, lo sai che abito sopra il parco… quando sono arrivato c’erano già sbirri ovunque e non si poteva passare. La versione ufficiale è che si trattava della pubblicità di un film in lavorazione, ma ho parlato con un amico, ed è tutta una trovata del dipartimento per non far scatenare il panico. La verità è che non sanno assolutamente che cosa fosse quell’affare.-
Annie fece ripartire il video, bloccandolo nell’istante in cui la mano del mostro si trasformava.
- Cos’è? Lo sai?- chiese.
- Non ne ho la più pallida idea.- rispose il produttore - A quello che ho capito ieri, durante un evento da poco, quell’affare è comparso dal nulla, incenerendo l’erba nei dintorni e terrorizzando a morte chiunque fosse vicino a lui. Quel poveraccio si è avvicinato credendo di avere tra le mani un megascoop e… beh, avete visto anche voi.-
- E poi cos’è successo?-
- Casino.- rispose lui con semplicità - Le riprese dei momenti successivi sono confuse, questo è uno dei video migliori che ho trovato. Secondo il mio amico quel coso è scappato subito, ma lungo la strada ha ammazzato almeno altre tre persone. Potrebbe essere ancora nei pressi del parco, forse si nasconde da qualche parte, ora lo stanno cercando, e quella zona è interdetta al pubblico.-
- Va bene, ma cosa vuoi da noi?- chiese Orlaith.
- Non da voi, da te. E quello che voglio è ovvio: aiuto, bimba. Sei l’unica persona che conosco con esperienza in… cose assurde.-
Orlaith esitò, fissando il mostro sullo schermo con tanto d’occhi.
- Stai scherzando, spero!- esclamò - Dave, non ho idea di cosa sia quell’affare! Non ho mai visto niente del genere! Di certo non è un Homunculus, e nemmeno uno stregone!-
- E i libri di quello stronzo? Li hai presi tutti tu, no? Non c’è qualche indizio?-
- Beh… non ho letto tutto quanto, la maggior parte era scritta in lingue che non conosco.- rispose lei, ripensando ai tomi che aveva portato via dalla casa di Jayden Allwood dopo la morte di quest’ultimo - E poi cercavo solo notizie sulle mie capacità, non su… strane creature che trasformano le mani in spade!-
- Sei comunque l’unica che possa affrontare quell’essere.- insisté David - Quante persone hanno capacità come le tue? Tieni conto che, se davvero è ancora qui, potrebbe uccidere ancora. Non mi sembra molto amichevole. Te l’ho detto, ho visto il servizio, e non è stato provocato. Cioè, a volte anche io vorrei prendere a schiaffi qualche reporter, ma quello è proprio schizzato!-
- David, lo sai cosa ne penso delle mie… capacità, come le chiami tu!-
- Orlaith…-
- Dave, ti richiamiamo.- intervenne Annie, riattaccando.
Guardò Orlaith, che riconobbe la luce nei suoi occhi e sospirò.
- Stai per dirmi che devo andare, vero?-
- Certo che sto per dirtelo.- confermò l’amica - Se davvero è a Central Park, David potrebbe essere in pericolo. Abita lì accanto, potrebbe aggredirlo in qualsiasi momento.-
- Non possiamo dirlo con sicurezza. Potrebbe essersene andato.-
- Ma potrebbe essere ancora lì. E comunque, potrebbe aggredire anche qualcun altro. Central Park è molto frequentato, lo sai meglio di me.- ribatté Annie - E poi… io credo che ti farebbe bene.-
Orlaith aggrottò la fronte.
- Cosa?-
- Beh, lo sai… dovresti suonare per forza per affrontare quel… coso.- spiegò Annie, stringendosi nelle spalle - Magari ti farà tornare la voglia.-
- Annie…-
- Orlaith, questo va oltre la paura dei tuoi poteri!- esclamò Annie - Si tratta di fare qualcosa di giusto: tu puoi intervenire, e stavolta non è un qualcosa di astratto tipo la pace nel mondo… parliamo di salvare delle vite umane nell’immediato. Se non te ne fregasse niente non faresti tante storie per il fatto che hai paura di tornare a suonare, no?-
Orlaith esitò, incapace di contestare la logica dell’amica: era vero, aveva smesso di usare i suoi poteri per paura di fare del male a qualcuno, ma non usarli in quel frangente avrebbe provocato sicuramente delle morti. Tuttavia, aveva ugualmente delle riserve nell’usarli, anche per una cosa come quella.
- Non lo so, Annie.- ammise - Insomma… hai ragione, sì, però… e se finissi col peggiorare le cose?-
- Se, se…- ripeté scocciata l’amica - Tesoro, e se una tegola si staccasse e cadesse in testa a qualcuno? Il muratore che l’ha messa lì dovrebbe farsi venire i complessi prima di costruire il tetto successivo?-
- Io non sono un muratore.-
- No, sei una lagnosa, adorabile violinista irlandese.- rispose lei, prendendole la testa tra le mani e schioccandole un vigoroso bacio sulla fronte - E ti adoro per questo. Ed è bellissimo che tu ti faccia tanti scrupoli, però devi anche superare le tue paure, a un certo punto.-
Orlaith sospirò, scuotendo la testa.
- Va bene.- cedette - Ma solo per questa volta, e solo per fermare quella cosa. Non ricomincerò a suonare come prima: andiamo a Tresckow, recupero il violino, poi raggiungiamo Dave e risolviamo questo problema. Poi rimettiamo il violino a posto e ce ne torniamo qui e ci laureiamo come fanno tutte le ragazze della nostra età, okay?-
- Okay!- esclamò tutta contenta Annie, battendo le mani - Io faccio i bagagli, tu chiama tuo padre!-
E scomparve in corridoio, eccitata come quando, mesi prima, Orlaith le aveva proposto di andare a vivere insieme.

E quindi niente, Orlaith è costretta a tornare a New York, e a usare ancora il violino...
Ringrazio John Spangler, Old Fashioned e Roiben, che mi seguono. A presto!

 

   
 
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