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Autore: DumbledoreFan    20/07/2009    7 recensioni
"Volete un consiglio? Mai sottovalutare le cose, qualunque esse siano" perchè anche una festa, un paio di drink in più, e uno stupido gioco vincolato dalla magia possono cambiarti la vita. Nessuno mai dovrebbe uscire dalla propria normalità, perchè quando questo succede, può capitare che Hermione Granger si ritrovi non in piena facoltà delle sue azioni, a perdere ad un gioco che le farà intersecare l'esistenza con quella del Principe delle Serpi, Draco Malfoy, in una storia fatta d'intrighi, di sotterfugi, di sesso e d'amore, di verità e bugie, di cose impossibili che diventano possibili.
“Vediamo, te per penitenza devi…” cominciò mettendosi una mano sul mento e riflettendo, qualcosa di dannatamente diabolico sicuramente. Mi massaggiai la pancia, e poi mi tenni la gola. Non resistevo più. “Ci sono!!” esclamò giuliva.
“Come prova di penitenza dovrai..."
"Portarti a letto Malfoy”
Vomitai lì sul pavimento, e subito dopo, mi addormentai per terra.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Obligation, Judgment or Truth?'
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Quando aprii gli occhi la luce mi provocò un’altra, incredibile fitta alla testa, e mi fece mugugnare dal dolore. Non riuscivo a tenere le palpebre spalancate, avevo un fastidioso ronzio nelle orecchie. Lo stomaco era completamente rivoltato, e qualunque movimento, luce o rumore mi dava noia. Improvvisamente la nausea mi salì in gola, e dovetti per forza di cose aprire gli occhi per filare in bagno e vomitare quel poco che mi era rimasto in corpo, poi mi accasciai sfinita sulle piastrelle fredde, e mi scoprii a cercare di ricordare cosa avesse provocato in me questo stato comatoso. Eppure la mia mente era buia e vuota, ricordavo solo il disagio e il dolore, le meningi che pulsavano furiosamente. Qualcuno bussò, e il rumore mi rimbombò nelle orecchie amplificato.
“Hermione!!” esclamò la voce allarmata di Harry, che vedendomi stesa per terra si era allarmato.
“Harry…fai piano” bofonchiai supplicante. Lui in un baleno si avvicinò a me e mi tirò su, portandomi sul letto e facendomi sdraiare di nuovo. Mi accoccolai sul suo petto e chiusi gli occhi.
“Che cosa è successo?” chiesi confusa. Harry sospirò e cominciò ad accarezzarmi la testa.
“Ti hanno fatto ubriacare…” mi disse cercando di tenere un tono di voce molto basso, sapendo che i suoni mi potevano urtare.
“Fino a lì avevo intuito” risposi a mezza bocca lasciandomi sfuggire un sospiro divertito. Harry fece altrettanto.
“Penso sia stata Lavanda…” confesso poi insicuro.
“Ah quella dannata oca, lo sapevo che doveva combinarmene una delle sue!! Prima o poi la ucciderò!!” esclamai adirata. Il moro mi sfiorò il viso come per farmi calmare.
“Non ti ricordi proprio niente?”
Io scossi il capo e me ne pentii subito dato il male che mi provocò. Restammo qualche minuto in silenzio mentre i miei occhi si abituavano alla luce e le corde vocali non bruciavano più come prima. Nonostante il mal di testa più doloroso che potessi immaginare, riuscii a ragionare.
“Harry, ma che ore sono?” chiesi incerta. Lui sollevò appena il braccio che mi stringeva.
“Sono le undici passate” rispose ributtandolo giù e riprendendo ad accarezzarmi i capelli.
“Le undici passate? Ho dormito così tanto? Che cosa mi è successo ieri sera Harry?”
Il moro fece un sospiro e parlò.
“Ti ho lasciata sola un attimo e ti ho ritrovato a vomitare in un angolo mentre giocavi ad uno stupido gioco con Lavanda e altri…”
Passarono altri minuti in completo silenzio, poi la mente cominciò a schiarirsi. Come quando cerchi di ricordare un sogno e i ricordi ti sfuggono, io cercavo di ricostruire quella serata. Ricordavo di essere stata sul divano con Ron, Ginny e Harry. Ricordavo di aver ballato con quest’ultimo. Ricordavo Lavanda. La birra, l’alcohol. Piano piano rivedevo le immagini sfocate di quando ballavo e poi, di quando eravamo tutti in cerchio. In cerchio a fare cosa? Trascorsero altri minuti. C’era una bottiglia, Harry aveva detto che giocavamo. Che gioco? Mi sforzai. “Chi gioca ad obbligo, giudizio o verità?!?!?”
Le parole di Lavanda risuonarono nella mia testa come un’eco lontana. Certo, ricordavo. Ricordavo il vincolo magico che avevamo stretto.
“Io…ricordo…” bofonchiai mentre continuavo a sforzarmi, corrugando la fronte. Quando ormai stavo per riaddormentarmi nel vano tentativo di sfuggire al dolore, mi venne in mente. “Come prova di penitenza dovrai portarti a letto Malfoy”
Scattai in piedi come un fulmine, spaventando anche Harry che aveva chiuso gli occhi.
“I-O L-A U-C-C-I-D-O!!” urlai quasi marciando verso la porta della mia stanza. Ma il mio passo era incerto e la testa pulsava più di prima. Il moro per fermarmi inpiegò circa due secondi.
“Hermione, ferma e calma…rimettiti sdraita, aspetta che il mal di testa ti passi…”
“Mi passi un corno!! Quella…quella squaldrina!! Lei…” mi fermai. Non potevo di certo dire ad Harry che…che…sarei dovuta andare a letto con Malfoy. Mi buttai sul letto pensando solo all’idea. Non era possibile, non era possibile, non si potevano fare queste cose, ci doveva essere per forza una soluzione. Harry si sdraiò con me e io mi strinsi a lui. In che guaio mi ero cacciata. E tutto per colpa SUA!! Di quel viscido essere che, se possibile, in quel momento odiavo ancor di più!
“Devo assolutamente parlare con Lavanda!” esclamai cercando di alzarmi. Harry mi trattenne.
“Hermione, davvero…aspetta…io…devo parlarti”
Il tono del moro era combattuto, ansioso, timoroso, si sentiva chiaramente. Io mi misi meglio e lo guardai negli occhi. Con lui c’era sempre da preoccuparsi.
“Cosa è successo, Harry?” chiesi scandendo bene le parole, specie il suo nome. Lui sospirò, e con sguardo tormentato mi guardò.
“’Mione…non so come dirtelo. Promettimi che non impazzirai, ok? Io ho fatto il possibile…”
“Caspita Harry sì te lo prometto ora smettila di farmi preoccupare e parla!!” sbottai non tenendo più la tensione, e anche la rabbia che, minuto dopo minuto, stavo accumulando. Ci fu qualche attimo di silenzio, poi finalmente il Prescelto parlò.
“Forse non ti ricordi, ma avevamo comprato tutti gli addobbi no? Anche i coriandoli…le ragazze avevano insistito tanto. Non ho idea di come sia potuto succedere, ma dopo un po’ che li avevamo lanciati…beh hanno cominciato a…moltiplicarsi…sempre di più. E se si toccavano aumentavano. Erano stregati, eppure erano comuni coriandoli babbani. Abbiamo provato di tutto, ti giuro Herm. Ma la sala era quasi sommersa ormai e…” Harry si fermò guardandomi affranto e quasi colpevole.
“Abbiamo dovuto chiamare la McGrannit” finì il moro abbassando lo sguardo. Rimasi impietrita. Fu come se un masso mi fosse precipitato sullo stomaco. Cominciai a respirare affondo, incredula. Quanti, quanti danni avevo combinato! Era tutta colpa mia! Sì, non era colpa di Malfoy, lui era solo sé stesso, quello che avrei douto fare anche io, rimanere semplicemente io, con i miei difetti, le mie sconfitte, il mio orgoglio. Cosa avevo combinato! Una tregedia, una catastrofe, un cataclisma! Come avevo potuto permettere che avvenisse questo scempio?!
“Cosa…cosa ci ha fatto?” ebbi il coraggio di chiedere dopo qualche minuto. Harry esitò.
“Azzerati i punti…anzi peggio…resi negativi…praticamente siamo 200 punti sotto…la corsa alla coppa delle case è praticamente finita…e ci sono stati revocati i permessi per andare ad Hogsmeade, fino a primavera” spiegò il Prescelto. Io sospirai forte.
“E…a me?”
Finalmente il moro sorrise, con il suo solito sorriso fanciullesco e bellissimo che irradiava spensieratezza e gioia.
“Assolutamente niente…”
Io sgranai gli occhi incredula. Era tutta colpa mia e non ero stata nemmeno punita? Come minimo mi meritavo di riconsegnare la spilla di Caposcuola!
“Credevi che ti avrei lasciato così, in balia delle acque? Io sono il tuo eroe Hermione, ti ho salvato” disse Harry sorridendo ancora di più e dandomi un bacio sulla fronte.
“Ma come??” domandai velocissima.
“Ho detto alla McGrannit che nel pomeriggio ti era venuta la febbre e l’influenza, che stavi malissimo, e che ti eri addormentata subito dopo cena sfinita…e che ovviamente, non sapevi nulla ed era tutta colpa nostra…”
“Ma non è vero Harry, non è vero!! E’ tutta colpa mia!! Io non avrei mai dovuto permettervi di fare una cosa del genere, guardate cosa è successo!”
“’Mione non è affatto colpa tua, anzi!! Cosa vai dicendo, la colpa è solo nostra! Non è questione della festa…i Serpeverde fanno una festa ogni settimana e non li hanno mai scoperti…noi abbiamo avuto quel problema che ancora non riesco a capire! Forse avevano mischiato coriandoli normali con quelli degli scherzi, non so…comunque, tu hai fatto semplicemente quello che era umano…” disse lui con tono comprensivo.
“Non è giusto però che vi abbia punito così…forse se ci parlassi…”
“E’ tutto inutile ormai, ci ha scoperto, e come ci ripetevi tu, stavamo infrangendo decine di regole…è troppo tardi…”
Mi alzai di nuovo in piedi. Forse per quello era troppo tardi, ma dovevo provare a rimediare l’ALTRO guaio.
“Harry devo assolutamente andare a parlare con Lavanda…sai dov’è?”
“Penso sia in camera sua…” rispose pensieroso. Io annuii.
“Ok, torno subito…rimani qui per favore?” chiesi con tono quasi supplicevole.
“Certo Mione, non vado da nessuna parte…”
Un ultimo sorriso e mi avviai verso la camera della Brown, ancora un po’ barcollante, ma con le idee ben chiare in testa e soprattutto la rabbia e l’indignazione che non aveva l’intensione di sbollire, ma anzi di aumentare mano a mano che mi avvicinavo all’odiosa ragazza. Spalancai la porta di camera sua e la guardai con sguardo fulminante.
“TU!” le puntai il dito contro sprizzando scintille dagli occhi. Lei mi sorrise falsamente.
“Oh Hermione stai bene allora! Eravamo in pensiero!”
“Finiscila di dire stronzate, si vede lontano chilometri che sei solo una falsa! Piuttosto, sciogli immediatamente il contratto magico che vincola quello stupido gioco!”
“Eh beh Herm…non posso scioglierlo” rispose con un ghigno. Io sbarrai gli occhi.
“Cosaaa?! Cosa non puoi!! Tu brutta oca!! Tu ora lo sciogli immediatamente!!”
“Ehi ehi piano con gli insulti!! Ti ho detto che non posso!! Non si possono scigliore i vincoli magici di questi giochi, sennò dove sarebbe il divertimento? Li fanno apposta!”
“Li fanno apposta presupponendo che chi ci giochi abbia un po’ di cervello!! Invece no, tu mi hai fatto ubriacare e mi hai dato quell’assurda penitenza!! Cioè ma ti rendi conto?! Non si possono dare!”
“Oh invece è quello il bello, dare cose difficili!”
“Oddio ma quando hanno spartito l’intelligenza te eri in bagno?! Queste sono cose impossibiliii!! Mi spieghi dannazione come faccio ad ANDARE A LETTO CON MALFOY?!?! Eh me lo spieghi?! Hai fatto tutto apposta, perché sei gelosa, vuoi Ron? Tienitelo! Ma sciogli questo stupido incantesimo!”
“Sei tu quella che non capisce Hermione…non posso. Sei sorda?! NON POSSO!”
Ripresi fiato guardando fissa la ragazza. Riacquistai quasi in un solo colpo la calma, quando le parole mi suonaro più vere che solo scuse. Davanti al fatto compiuto e l’impossibilità di rimedio, tirai un sospiro.
“Che succede se non porto a termine la penitenza?” domandai implorando un’ultima parola di speranza. La Brown sorrise in un modo per niente rassicurante.
“Non penso che tu voglia saperlo davvero”
Sospirai. Era tempo perso, tutto tempo perso. E mi pentii amaramente di essere andata a quella festa. Guardai per l’ultima volta la mora con sguardo irato e me ne andai senza una parola in più. Quella lurida viscida ochetta me l’avrebbe pagata certo. Ma non ora. Ora avevo qualcosa di più importante a cui pensare. Me ne tornai di corsa in camera mia e mi buttai letteralmente sul letto, fra le braccia di Harry.
“L’hai uccisa?” chiese ironicamente.
“No…ucciderla sarebbe troppo poco” risposi con sarcasmo, anche se le mie parole non erano proprio così false. Il mio migliore amico si mise a ridere, e fortunatamente non mi chiese altri dettegli sull’incontro scontro fra me e Lavanda. Ancora non potevo credere a quello che avrei dovuto fare. Forse avrei dovuto semplicemente rassegnarmi ad una dolorosa punizione, ma sapevo benissimo che ero troppo orgogliosa per darla vinta alla Brown. Dovevo mettere in atto un piano più che ingegnoso ed efficace. Ero già stata con qualche altro ragazzo, ma Malfoy mi odiava, mi odiava più di qualsiasi altra ragazza al mondo, come potevo…sedurlo?! Forse se gli dicevo la verità…no no non potevo!! Non avrebbe mai accettato così. Dopo qualche minuto capii che dovevo almeno provare a…parlarci.

                                                                              *
In Sala Grande io e i miei degni compari ci stavamo gustando il delizioso sapore del successo, dopo che eravamo riusciti a sentire i racconti disperati dei Grifondoro che erano stati scoperti. Era gratificante vederli piagnucolare in giro e sentirli dire che erano andati dalla McGrannit pregandola di non togliergli proprio tutti i punti. Dopo pranzo decidemmo di andare in Sala Comune tutti insieme a festeggiare. Le ragazze tirarono fuori le loro scorte di vino elfico, passarono i bicchieri, e tutti riuniti intorno al fuoco li alzammo brindammo a noi e alla Coppa delle Case praticamente assicurata.
“Questo è più di quanto potevamo immaginare!!” esclamò euforico Theodore.
“Puoi dirlo forte!! Il nostro miglior successo! Cioè vi rendete conto? Non solo gli hanno tolto il permesso di andare a Hogsmeade, ma gli hanno detratto tutti i punti!!” insistette Blaise che quasi saltellava.
“Meglio Bla meglio! Sono andati sotto zero!!”
Io bevvi un lungo sorso di vino, poi mi venne in mente.
“Markus!” chiamai un ragazzo del quinto anno. Lui arrivò al mio fianco.
“Sì Draco?” mi domandò interrogativo.
“Trovami Anthony Goldestein e portalo qui…senza di lui non saremo riusciti ad attuare il nostro piano, deve festeggiare con noi…” gli spiegai. Lui annuì con il capo e si avviò fuori dalla sala.
“Draco pensa che tu non lo volevi nemmeno fare!” mi schernì il mio migliore amico.
“Beh l’iniziale scetticismo è lecito ad ogni umano dotato di cervello! Ma poi ho accettato e, grazie alla mia idea geniale…sì, è stato il nostro miglior successo!!” risposi alzando il pugno e tutti mi applaudirono. Io feci un inchino e poi tornai a sedere finendo il vino che avevo nel bicchiere.
“Ehi Rosaline, portamene un altro po’!” feci alla ragazza bionda un anno più piccola di me che aveva in mano la bottiglia. Lei si alzò e mi versò dell’altro vino per poi tornare dai suoi amici.
“Allora ci sarà un posto libero da Caposcuola ora?” chiese Daphne che era seduta in collo a Theo. Io corrugai la fronte.
“Non so se la Granger sarà cacciata…ma non penso sia successo, insomma, sennò a quest’ora si sarebbe già buttata dalla Torre di Astronomia, non pensi?” risposi ridacchiando insieme agli altri.
“Comunque non mi conviene che la Frigida se ne vada…dovrei cominciare a fare qualcosa tipo…lavorare!!” commentai con una smorfia. Qualche minuto, chiacchiera e bicchiere dopo la porta della Sala Comune si aprì, e Markus fece il suo ingresso accompagnato dall’alto e moro Corvonero.
“Ehiii Anthony!! Forza forza non siate timidi, un bell’applauso al nostro complice preferito!!” esclamai cominciando a battere le mani, e tutti mi imitarono. Gli andai incontro e gli diedi una bella pacca sulla spalla.
“Vieni Gold, ti offriamo da bere, te lo sei proprio meritato…è anche grazie a te se il nostro modesto piano si è trasformato nel nostro più grande successo!” gli dissi invitandolo verso il tavolino davanti al camino centrale.
“Grazie Draco, ma non è un po’ presto per bere? E se devo dirla tutta…non è che vada proprio così fiero da festeggiare il fatto che sono il vostro miglior complice…” rispose il Corvo. Io lo guardai stranito, come tutti gli altri.
“Aaah già…tu sei quello che ha…” mi fermai lanciando un sguardo insicuro ai miei compagni di casa, per poi terminare a bassissima voce.
“Degli scrupoli…e dei sentimenti!”
I pochi vicino a me sussultarono come se avessero sentito qualcosa di sconvolgente. Anthony aveva un’espressione in viso che era un misto fra indignazione e rassagnazione.
“Sì Draco io ho dei sentimenti, e una coscienza!!” esclamò a gran voce.
“Shhhh!!!” cercai di azzittirlo.
“Sei matto!! Non dire queste cose ad alta voce, blocchi la crescita ai ragazzi dei primi anni…” lo ammonii. Poi lo invitai a sedere sul divano accanto a me.
“E poi andiamo potrai avere quello che ti pare, ma mentiresti se dicessi che non sei contento di esserti tolto i Grifondoro dalle scatole per la Coppa delle Case!!” gli feci con un sorrisino furbo. Lui mi guardò inizialmente incerto, poi sorrise. Io mi lasciai andare ad una risata compiaciuta, passandogli poi un bicchiere di vino, e alzando il mio.
“Un brindisi!! A Goldestein!”
Rimanemmo un altro po’ a grogiolarci nella soddisfazione generale, fantasticando di come le nostre “eroiche gesta” si sarebbero tramandate di generazioni in generazione, tanti nonni Serpeverde che raccontavano ai nipotini Serpeverde della genialità, del coraggio e dell’astuzia che ebbero i famosi Malfoy, Zabini e Nott, nell’aver provocato più danni di chiunque altro ai Grifondoro.
“Uh beh sarò il caso che io vada…” fece Anthony alzandosi, mentre posava il bicchiere ormai vuoto sul tavolo.
“Ti accompagno…sennò ti perdi nei sotterranei…” dissi alzandomi a mia volta. Lui mi guardò scettico.
“Come se ti importasse” esclamò a mezzavoce. Io ricambiai uno sguardo ironicamente indignato.
“Ehi sei il nostro miglior complice…te lo devo!”  
E così salutai i miei compagni che continuavano a brindare e mi avviai con il Corvonero fuori dalla Sala Comune. Cominciammo a parlare di quello che era successo, delle voci che giravano e di quanto i polli ci avrebbero rimesso.
“Ma lo sai che ho sentito da delle ragazze di Grifondoro che la Granger era completamente ubriaca, da vomitare e non ricordarsi più niente? Incredibile” mi raccontò scuotendo il capo dall’incredulità. Sulle mie labbra si disegnò un ghigno maleficamente compiaciuto.
“Già…incredibile” sussurrai senza smettere di sorridere. Presi dalla conversazione lo accompagnai fino al piano della Torre dei Corvi.
“Via ci si becca in giro Gold…” lo salutai. Lui annuì e sorrise.
“Non vi ubriacate…di successo e di vino!!” si raccomandò ironicamente. Un cenno con la mano e mi avviai verso le scale, cominciando a scendere per tornare nei sotterranei, senza smettere di pensare alle parole di Anthony, che mi avevano reso ancora più fiero. Il mio piano aveva funzionato anche con la Mezzosangue, tutto era andato per il meglio. Voltai in un corridoio per arrivare agli scalini che portavano direttamente all’entrata dei sotterranei, quando notai che i miei passi non erano gli unici. Mi girai e rimasi piacevolmente compiaciuto.
“Ehi Granger!!” esclamai dopo averla riconosciuta. Alzò lo sguardo da terra e quando mi vide, non mi lanciò il solito sguardo astioso, infastidito o disgustato. Sembrò anche lei…piacevolmente sorpresa.
“Malfoy!” fece fermandosi di fronte a me. Ci guardammo negli occhi per qualche istante, poi io ghignai e decisi che era venuto il momento di divertirmi un po’.
“Ti devo ringraziare Mezzosangue…non opponendoti a quella festa ci hai consegnato personalmente la Coppa delle Case!” cominciai con grandi aspettative, ma ancora una volta non ottenni quello che mi aspettavo, e quello che in un certo senso speravo.
“Oh sì, ma non devi proprio ringraziare me, ma quello che c’ha venduto quei coriandoli manomessi” rispose tranquillamente, con un sorriso. Io rimasi un attimo confuso, visto che la Frigida non aveva avuto la solita reazione, ma anzi era rimasta gentile e sorridente quando avrebbe dovuto saltarmi al collo con la bacchetta puntata minacciandomi di morte. Non mi diedi per vinto però.
“Già penso che dovrei! Oh, ho anche saputo che alla tua prima festa hai fatto pazzie eh! Ma forse non ricordi…comunque, se ti sei divertita, sperando che tu ti ricordi almeno qualcosa, mi prendo personalmente il merito!!” insistetti a stuzzicarla per cercare di scatenare in lei le normali risposte aggressive di sempre.
“Sì, anche se non è stata proprio colpa mia, sono finita comunque a vomitare e prima di qualche ora fa non mi ricordavo assolutamente niente. Comunque, ora che mi è venuto in mente, posso confermare che mi sono proprio diverita!” esclamò senza cambiare tono o espressione.
“Beh Granger, questo però non cambia quello che sei, o l’opinione che gli altri hanno di te…ricordi, te ne ho…”parlato” una settimana fa” dissi provandomi a giocare la carta della spregevole, crudele e terribilmente appagante discussione che aveva scatenato il tutto. Lei fece spallucce noncurante.
“Lo so, ma in effetti un po’ in me cambia, anche se penso che prima di tornare ad una festa passerà del tempo…” fu la sua diplomatica ed educata risposta, con tanto di sorriso. Io mi stavo facendo davvero confuso, il comportamento della Granger era del tutto inconcepibile, specialmente dopo quello che era avvenuto. Non nascosi il mio sguardo stranito che le rivolsi insistentemente. Dopo qualche minuto che ci guardavamo, finalmente lei sospirò e sembrò arrendersi.
“Malfoy…ti devo parlare”

Spazio dell'Autrice:

Lo sapete che il programma di HTML mi ha riso nel viso quando l'ho riaperto dopo tutto questo tempo? xD Ho avuto un vero e proprio momento di blocco, e poi, poco fa, ho ricominciato a scrivere tutte le FF che avevo iniziato, e altre nuove...CONTEMPORANEAMENTE!!! Cioè una cosa davvero da schizzofrenici, cinque righi di una, dieci di un'altra, una pagina di un'altra ancora...questa è il primo capitolo che sono riusciuta a portare a termine...che dire spero che vi ricordiate di questa storia, che il capitolo nuovo vi piaccia, e che magari nuovi lettori arrivano!!
Sinceramente una cosa che mi ha spinto a riscrivere sono i ricordi...sono ricapitata su EFP e mi è venuto in mente quando ogni tre secondi aggiornavo la pagina per vedere se c'erano recensioni. Sì, ricevere recensioni, fidatevi, è una delle più belle sensazioni del mondo!! L'attesa, la sorpresa, la soddisfazione...il sentirsi apprezzati e capiti è il massimo del massimo! Quindi inutile dirvi quanto le RECENSIONI SIANO GRADITE!!


Un grande bacio dalla vostra DumbledoreFan
   
 
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