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Autore: Carme93    19/02/2019    2 recensioni
Philia, eros e agapé.
I Greci non si accontentarono di un unico termine, ma tentarono di rendere a livello lessicale le varie sfaccettature dell'amore.
Noi, oggi, parliamo semplicemente e genericamente di amore.
Non ci sono, però, parole sufficienti per descrivere ciò che una madre prova per un figlio.
E Molly Weasley non fa eccezione.
Questa storia partecipa al contest “Poesie e amore” indetto da amicadeilibri sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Weasley, Percy Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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L’amore di una madre
 

Percy era distrutto. Non aveva la forza di stare ancora da solo. Erano trascorsi ormai giorni dai funerali. Era rimasto tutto il tempo al fianco della sua famiglia. Come avrebbe potuto comportarsi diversamente? Ma se non se ne fosse mai andato? Sarebbe cambiato qualcosa? Fred sarebbe ancora con loro? Non poteva non sentirsi in colpa. Sapeva che una sola persona avrebbe potuto aiutarlo a sciogliere quel nodo.
Si smaterializzò ai piedi della familiare collina e si avviò a piedi. Non voleva apparire direttamente nel giardino della Tana. Era casa sua, sì, ma l’aveva tradita. E non c’era onta peggiore per un Grifondoro. Fred e George l’avevano perdonato prima della battaglia. Era accanto a Fred e a Ron quando era successo, ma non aveva protetto suo fratello. Non c’era stato per anni.
Il cancelletto sverniciato e in più punti arrugginito non tardò a palesarsi ai suoi occhi. Con il cuore in gola, si fermò per un attimo chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta. Il giardino era incolto come non lo era mai stato. Le poche galline rimaste chiocciavano in mezzo all’erba alta e ne sentiva solo il verso. Gli gnomi, al contrario, erano ben padroni della situazione e non mancavano di dimostrarlo: uno tentò addirittura di addentargli la gamba, ma Percy lo scalciò via e lo fece volare nell’erba.
L’occhio del giovane si abbassò sul sentiero, laddove l’erba era stata schiacciata iteratamente dal passaggio di molte persone. La paura lo riprese. Era stato perdonato, ma si sentiva comunque di troppo. Aveva abbondonato la sua famiglia accecato dall’orgoglio e dall’ambizione proprio in un periodo cupo e incerto e, in quei giorni, aveva tentennato a lungo prima di tornare sfuggendone codardamente il dolore.
Fu sul punto di uscire dal giardino e smaterializzarsi, quando scorse la figura ritta sulla soglia. La conosceva da sempre. Il volto una volta paffuto, ora era smagrito e scavato; i capelli rossi - anche da quella distanza era in grado di vederlo - presentavano delle birichine ciocche bianche. E ne fu sicuro: lo stava aspettando. Forse non aveva mai smesso di farlo.
 
 
   
 
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