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Autore: Carme93    22/02/2019    1 recensioni
Avete presente Conan, il piccolo e geniale detective?
Avete presente il film Seventeen again con Zac Efron?
Avete mai immaginato che cosa potrebbe accadere se anche il grande Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico, si ritrovasse un giorno a ritornare un ragazzino di dodici anni e calcare nuovamente i corridoi di Hogwarts in compagnia dei figli? E se questo li permettesse di conoscerli ancora meglio?
James e Albus sono pronti ad aiutare il padre a risolvere il nuovo caso e a farlo tornare adulto. Voi siete pronti a seguire le loro avventure?
(Storia ispirata proprio dal cartone e dal film sopracitati).
Genere: Fluff, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, James Sirius Potter, Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo quindicesimo
Epilogo
 
 «Voglio la scopa per il compleanno!».
«Non se ne parla neanche, Lily» sbuffò Ginny.
«Ma perché? Papà!».
Harry sospirò per nulla sorpreso di essere stato chiamato in causa. Parcheggiò in una via secondaria vicino alla stazione e rispose alla figlia: «A James l’abbiamo presa solo l’anno scorso».
«Giusto» concordò Ginny. «Quest’anno è toccato ad Albus».
«Quando compirai dodici anni, te la regaleremo» concluse Harry.
Lily sbuffò e sbatté i piedi. «Non è giusto!» strillò.
«Dammi la mano, Lily» ribatté Harry con fermezza. «Ci sarà molta confusione».
«Voglio la scopa».
Ginny sbuffò. Harry le diede un bacio veloce sulla guancia, mentre si avviavano verso la banchina tra i binari nove e dieci. Era tornato sé stesso alla fine di febbraio ed era infinitamente grato ad Anthony Goldstain per il tempo e la dedizione dedicata al suo caso.
I coniugi Potter erano ritornati brevemente a Hogwarts per il compleanno di James. Harry sapeva che non era una prassi consueta – la McGranitt stessa non era stata molto contenta, sebbene poi gli avesse concesso il permesso, perché se i genitori di tutti gli allievi si fossero recati a Scuola per i compleanni dei figli ci sarebbe stato il caos ogni giorno, ecc. ecc. -, ma, specialmente dopo l’ultimo litigio, ci teneva particolarmente. Naturalmente era contento di aver fatto pace con il suo primogenito prima di tornare adulto, ma comunque James era stato felice di vederli anche se per poco.
«Dai, lasciami la mano adesso!» si lamentò Lily appena giunsero al binario 9 e 3/4, riscuotendo Harry dai suoi pensieri.
«No, non vedi quanta gente c’è?» ribatté quest’ultimo.
«Non mi allontano, promesso!».
«Va bene» assentì Harry. «Ma rimani vicino a noi e non ti avvicinare ai binari!».
Il treno non era ancora arrivato, l’uomo diede un’occhiata all’orologio. «Saranno qui a momenti» disse allora alla moglie.
Ginny gli si strinse al braccio e poggiò la testa sulla sua spalla – nessuno dei due perdeva di vista Lily che saltellava da una parte all’altra, in mezzo alla folla – e gli sussurrò: «Sembra ieri che eravamo qui per salutare Albus per la prima volta! A marzo l’ho visto tanto cresciuto!».
Harry sorrise. «E aveva paura di essere smistato a Serpeverde!».
«Dillo che sei contento che è un Grifondoro» lo stuzzicò la moglie.
«Certo» ridacchiò Harry dandole un bacio leggero tra i capelli. «Ma se fosse stato smistato a Serpeverde, non sarebbe cambiato nulla».
«Scommetto che saresti diventato ancora più apprensivo invece!» lo provocò Ginny. «Non ho mai sentito di un padre più protettivo nei confronti di un figlio maschio piuttosto che verso l’unica femmina!».
«Bah» borbottò Harry. «Lily!» scattò un secondo dopo. «Lascia stare il cane della signora!». Andò a recuperare la figlia. «Ti avevo detto di stare vicino a noi».
«Ero vicina!» replicò la bambina. «Quel cane mi guardava male! Oh, guarda c’è Hugo!».
Harry non riuscì a trattenerla, ma la seguì con lo sguardo finché la bimba non raggiunse gli zii e il cugino, poi tornò ad abbracciare la moglie.
«Lily non ne ha bisogno» le disse. «Albus è più ingenuo e mite, non sarebbe stato bene tra i Serpeverde. È naturale che mi sarei preoccupato se fosse stato smistato in quella Casa! Certo, c’è Scorpius…».
«Sei sicuro che sia un bravo ragazzo?» gli chiese Ginny. Gliel’aveva chiesto più volte in quei mesi.
«Sì, non assomiglia per nulla al padre» replicò Harry. Nonostante ciò, però, non si era sognato di dire nulla in merito ai suoi migliori amici: Ron non l’avrebbe presa per nulla bene e Hermione, sapendolo, non gliel’avrebbe tenuto nascosto.
«Il treno!» gridò Lily correndo da loro.
L’espresso di Hogwarts, dopo aver rallentato, stava entrando nella stazione e la folla si avvicinò alla linea gialla. Harry salutò distrattamente i suoi amici e accarezzò il piccolo Hugo, ma era davvero emozionato quando il treno si fermò. Nonostante avesse trascorso con loro diversi mesi, Jamie e Al gli erano mancati terribilmente.
«Anch’io papà!» strillò Lily tirandolo per la manica.
«Cosa?» chiese perplesso Harry. Lily indicò Ron che aveva messo Hugo sulle spalle e il bambino stava già cercando la sorella in mezzo alla folla di ragazzi che scendevano dal treno. Harry si chinò e l’aiutò a prendere la stessa posizione del cugino. «Allora li vedi?» le chiese divertito.
«Ancora no» rispose seria Lily. «Ma li vedrò prima di Hugo».
«Scordatelo» sbottò il bambino che l’aveva sentita.
Ron pestò un piede a Harry, che si voltò verso di lui. Con un dito l’uomo indicò una ragazzina dai folti capelli rossi a qualche metro da loro. Harry ridacchiò, contento che l’amico non avesse rovinato la piccola gara tra i due bambini, ma il suo cuore fece un saltello appena individuò Albus.
«Eccolo! Quello è James!» urlò Lily sporgendosi in avanti.
«Lily, ferma che cadiamo addosso alle persone!» la trattenne Harry.
«Non è giusto, ci sono troppe persone!» si lamentò Hugo.
«Vinco sempre io» gongolò Lily, mentre il padre la metteva giù.
«Non è vero!».
«Dai, ragazzi, ci sono i vostri fratelli» intervenne Hermione mettendo fine alla discussione.
Harry e Ginny attesero che Lily saltasse al collo dei fratelli, che, a loro volta, la abbracciarono.
«Bentornati» esclamò Harry stringendo a sé Albus, mentre James, che era molto legato alla madre, checché ne dicesse lui, la stava stritolando gridando qualcosa sulla Coppa del Quidditch.
Quella sera cenarono tutti insieme a casa Potter e i ragazzi raccontarono gli eventi più salienti dell’anno scolastico; James e Rose fecero a gara a ricordare gli eventi più imbarazzanti riguardanti Barney Weasley.
Quando Ron e Hermione se ne andarono, Harry con un sorriso malandrino si rivolse ai figli: «Le avventure di Barney sono senz’altro divertenti, ma perché non vediamo i risultati dei vostri esami?».
«Adesso?» ribatté James imbronciandosi. «Ma siamo tutti stanchi!».
Lily rise e si sedette sulle ginocchia del padre in attesa di conoscere gli sviluppi della situazione.
«Sei stanco? Ma come a Hogwarts ti piaceva fare le ore piccole!».
Ginny si sedette sul bracciolo della poltrona di Harry e sorrise a sua volta, divertita dalla situazione tanto quanto la figlia. Persino ad Albus sfuggì un piccolo sorriso.
Alla fine, dopo essersi lamentato per qualche minuto, James si arrese e andò a recuperare la famigerata pergamena che aveva ben nascosto sul fondo del baule.
Harry prese la sua e quella di Albus e le rimirò a lungo, coinvolgendo nella sua piccola vendetta anche Ginny e Lily. Con la coda dell’occhio vedeva James innervosirsi sempre di più, mentre Albus sembrava si stesse per appisolare sul divano. Rendendosene conto Harry decise di smetterla e sorrise ai due, restituendo loro le pergamene.
«Certo che ti sei sforzato tanto, eh Jamie» commentò Harry.
«Ho preso nove con Vitious» replicò il ragazzino ignorando l’ironia nella voce del padre.
«Sì e nelle altre materie hai preso a malapena la sufficienza» ribatté Ginny fissandolo ora seriamente.
«Non è proprio così, ho preso due sette» esclamò James a sua difesa.
La madre gli lanciò un’occhiataccia.
«Va bene, va bene» concesse Harry sorridendo. «Anche perché ormai abbiamo già chiesto le ferie e abbiamo organizzato una bellissima vacanza».
«Sul serio?» chiesero in coro i tre fratelli.
«Sì, ma James non pensare di passarla liscia» intervenne Ginny. «Quando ritorneremo, farai i compiti insieme a Teddy».
James gemette.
«Dove andiamo?» domandò invece Lily.
«È una sorpresa» replicò Ginny. «Ora andiamo a letto».
«Sei stato bravissimo, Al» soggiunse Harry dandogli un abbraccio, mentre si avviavano al piano di sopra.
Il ragazzino sorrise orgoglioso.
«Troverete un regalo sul vostro letto» annunciò Ginny. «James, l’anno prossimo però dovrai impegnarti o nel letto ti farò trovare un serpente».
«Non è divertente» sbuffò il ragazzino. «Lo sai che sono ofidiofobico».
«Appunto» replicò Ginny sorridendo malandrina.
Harry le mise le braccia intorno alla vita ai piedi delle scala, mentre i ragazzi correvano di sopra.
Ginny lo baciò e poi gli disse: «Ma siamo sicuri che Al è figlio nostro? Ha preso il massimo dei voti in quasi tutte le materie!».
Harry ridacchiò e annuì. «Oh, sì. Tu l’hai partorito ed è la mia fotocopia, per cui direi che non ci sono dubbi. Avrà preso dai nonni o da qualche zio». Ginny fece una faccia scioccata. «Che ho detto?».
«Faremo in modo che non diventi come Percy!» sbottò ella visibilmente preoccupata.
«Oh, no, no, tranquilla. Magari lo lasciamo con George dopo la vacanza, gli farà bene senz’altro» propose allora Harry.
«Mi sembra un’ottima idea. Mio fratello avrà la giusta cattiva influenza su di lui» rise Ginny.
 
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Porthcurno era stata un’idea di Hermione, che ne aveva sentito parlare dai genitori babbani. Era ugualmente un luogo magico secondo Harry che in quelle settimane, trascorse con la famiglia, si divertì e rilassò come non faceva da mesi. Lui e Ron avevano affittato delle vecchie casette dei pescatori e i ragazzi ne erano stati entusiasti.
La bellezza delle ampie spiagge racchiuse tra scogliere aveva colpito tutti loro. Albus, il cui elemento era l’acqua, adorò ogni momento di quella vacanza e tutto sommato, e per essere completamente sinceri, Harry e Ginny avevano scelto quella meta proprio per lui, che, dopo il padre, era stato il più stressato nei mesi passati. James e Lily avrebbero sicuramente preferito attività legate al Quidditch.
I primi giorni Hermione era riuscita a convincerli a visitare il museo del piccolo villaggio, ma in seguito tutti preferirono godersi il sole e la sabbia bianca e fine della spiaggia.
«Pronti?» domandò Albus palesemente eccitato.
Harry annuì, prima di fare le ultime raccomandazioni ai figli e ai nipoti. Quel giorno avevano deciso di fare una gita e raggiungere la spiaggia di Green Bay che poteva essere raggiunta soltanto con la bassa marea.
«Papà» chiamò Albus, mentre si avviavano insieme a una comitiva di babbani. «Grazie, è una vacanza fantastica».
Harry sorrise e lo abbracciò. «Tu e James siete stati fantastici ad aiutarmi nell’indagine, ve la siete meritata».
   
 
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