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Autore: cussolettapink    01/03/2019    1 recensioni
"Non pensare alla signora Maria adesso! E' oggi, vero? Abigail devi assolutamente riuscire a procurarmi un contratto con loro! In questo momento chiunque stia facendo importanti lavori viene dalla loro agenzia!"
Abigail sorrise, recuperando la cartella contenente l'ultimo book fotografico del riccio.
"Non temere Harry, la Malik Corporation non ha scampo. Avrai un contratto con loro, dovessi parlare con Zayn Malik in persona per convincerli!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 9 – Dinner and Robbery

“Dunque, come mai questo cambio di programma?” le domandò Zayn, sedendosi al suo fianco.

“Guarda, non sono proprio dell’umore. Io e Harry siamo sempre stati un team unico ma ultimamente non riesco a capire cosa gli passi per la testa”

“Spero niente di preoccupante, purtroppo la mia parte da capo addrizza le antenne quando sente certe cose da una manager valida”.

“Niente che non riesca a risolvere, vedrai. Ti ringrazio per il valida Zayn”

“Non dirlo neanche per scherzo, sono davvero convinto di aver fatto un ottimo acquisto, sia con te che con il tuo modello”.

“Ti ringrazio. Dunque, cosa ti porta in una rosticceria? Non pensavo ti ci avrei mai visto”.

“Neanche io, se è per questo. Anche se ammetto che il gelato che hai preso ieri mi ha molto sorpreso”.

“Avevo intuito che comunque ti piacesse mangiare nonostante, permettimi di dirtelo, hai un fisico perfetto alla stregua delle modelle che lavorano per noi”.

“Grazie, così rischi di imbarazzarmi però boss” scherzò lei, forse per sviare l’argomento e non concentrarsi sullo sguardo del moro che in quel momento stava fissando le sue gambe.

Tossendo leggermente per deviare l’attenzione e scambiandosi un sorrisino imbarazzato, entrambi ripresero lentamente a mangiare.
 

“Mamma mia, sono davvero pienissima!” esclamò la ragazza, una volta finito il suo panino.

“Non avrei mai detto che saresti riuscita a finire sia il panino che le patatine, mi hai quasi battuto!” scherzò lui, andando verso la cassa e insistendo per pagare il conto di entrambi.

“Zayn, questa era un’uscita NON di lavoro, non vedo perché tu abbia dovuto pagare”.

“Perché sono un gentiluomo, inoltre è stato un piacere condividere la cena con te”.

La schiettezza che il moro utilizzava imbarazzava tremendamente Abigail, non abituata a quel modo di parlare tra lei e il suo capo.

“Abigail, posso invitarti a fare un giro? Non ho proprio voglia di tornare subito in Hotel, ci meritiamo un minimo di svago no?”

“Sono d’accordo, godiamoci un po’ questa meravigliosa città” annuì la mora, prendendo a braccetto il moro e dirigendosi verso l’esterno, realizzando solo dopo pochi secondi cosa realmente avesse fatto.

Fece per togliere il braccio da sopra il suo ma la presa del moro la interruppe.

“Mi piace questo tuo essere spigliata, ricordati che siamo solo due ragazzi che stanno camminando. Non sono il tuo capo e tu non sei una mia manager in questo momento”.

La ragazza si domandò se fosse il caso di far presente la famosa regola che lui stesso amava tirar fuori in qualsiasi momento e che era costata a Harry un richiamo, però decise di far finta di nulla e continuò a camminare al fianco del bel moro.

Zayn indossava una felpa e un pantalone stretto, un look completamente diverso dal solito a cui era abituata.

“Che ne dici di visitare i Navigli?” propose il moro, con in mano una mappa che aveva comprato all’edicola vicina.

“Andata, sono curiosa di vederli!” sorrise la donna.

Quando presero la metro, si resero conto che doveva essere davvero una serata viva nella capitale della Moda, visto il tanto afflusso di gente che c’era.

“Ehi, attenzione!” urlò il moro a un ragazzo che per entrare di forza all’interno della metro aveva sbattuto contro Abigail facendole quasi perdere l’equilibrio.

La ragazza si ritrovò tra le braccia del moro, che prontamente l’aveva sorretta – e sollevò lo sguardo, trovandosi a davvero pochi centimetri dal viso del suo capo.

All’improvviso, come se all’interno di quella carrozza ci fossero solo loro, i rumori cominciarono a diminuire e le persone a sparire, agli occhi dei due ragazzi esisteva solo l’altro.

La vicinanza tra i due era così poca che visti da fuori sicuramente sembravano una coppia di fidanzatini.

Il moro e la ragazza fecero per avvicinare il viso nel medesimo momento, le labbra ormai erano così vicine che quasi si poteva dire che ci fosse già stato il bacio.

All’improvviso, forse grazie a una frenata della metropolitana, i due ragazzi realizzarono quello che stava per accadere e si allontanarono di scatto, causando non poche lamentele da parte degli altri passeggeri del treno.

Scesero dal treno imbarazzati e continuarono a camminare fianco a fianco, stando bene attenti a non far toccare nessuna parte del corpo con l’altro.
 


Arrivati ai Navigli i due ragazzi rimasero sorpresi dalla movida che sembrava riempire a pieno quel posto.

“Zayn, ci sono delle bancarelle! Andiamoci!” Esordì Abigail, prendendo il braccio del moro e trascinandoselo dietro, dimenticando quella tensione che c’era fino a pochi minuti prima.

Il ragazzo insistette per comprarle un braccialetto che la mora continuava a fissare con fare sognante, cosa che la fece anche imbarazzare nel momento in cui lui le chiuse il gancetto al polso.

Continuarono a camminare e a parlare, senza accorgersi che intorno a loro la gente diventata sempre di meno.

“Ma guarda guarda, i turisti sono i miei preferiti” esordì una voce, facendo bloccare immediatamente i due.

Un ragazzo, seguito subito dopo da altri quattro, li avvicinò e facendogli quasi da muro li costrinsero a indietreggiare fino a entrare in un vicoletto che si trovava proprio alle loro spalle.

“Ma che bella signorina che abbiamo” commentò il ragazzo di prima, alto forse cinque centimetri più di Zayn e che in quel momento li fissava con un ghigno davvero poco promettente in volto.

“Cosa volete? Non siamo in cerca di guai” prese parola Zayn, mettendosi davanti ad Abigail, un po’ per proteggerla e un po’ perché lo stava indisponendo molto il modo in cui quei ragazzi la stessero fissando, un po’ come un disperso nel deserto guarderebbe un bicchier d’acqua.

“Fuori i portafogli, cellulari, orologi e borsetta, voglio tutto. Puzzate di soldi entrambi, soprattutto tu bel damerino” parlò, avvicinandosi spavaldo ai due.

“Bene, basta che non fate nulla”. Parlò Zayn, sfilandosi velocemente il Rolex che aveva al polso e dandolo il malo modo al ragazzo, che già era pronto con la mano protesa verso di lui.

Abigail prese tremante il portafoglio e il cellulare dalla borsetta e fece per dare anche lei il tutto a quei ragazzi.

“Ehi moretta, pensi che non abbia notato che la borsa è griffata? Lasciami tutto quello che hai lì dentro”.

Annuendo leggermente, la mora si sfilò la tracolla della borsa e la consegnò al ragazzo.

“Vediamo… sembrerebbe che mi abbiate dato tutto… per sicurezza però voglio controllare la bella mora”. Il ghigno malizioso che l’uomo aveva in volto fece stringere Abigail contro la schiena di Zayn, troppo spaventata per quello che sarebbe potuto accadere.

“Azzardati a toccarla e non risponderò delle mie azioni. Avete preso oggetti dal valore di migliaia di euro, tenendo conto solo dei cellulari e dell’orologio, penso che possiate accontentarvi” parlò Zayn con una voce così gelida che quasi fece tremare anche Abigail, non aspettandosi di certo che si mettesse così in gioco per evitare che qualcuno la toccasse.

“Abbiamo un principe in tutto e per tutto, che tenero. Levati, coglione” parlò il ragazzo, facendo per spostare Zayn con una spinta.

Il ragazzo rispose buttandosi contro il ragazzo e colpendolo al viso con un potente cazzotto, che destabilizzò il malvivente facendolo cadere a terra.

“Io ti ammazzo!” urlò quello alzandosi e rispondendo al colpo nello stesso modo.

Zayn, forse più preparato a una risposta, si riuscì a parare l’occhio e venne colpito solo sulla guancia, cosa che lo fece solo barcollare un pochino.

“Michele, la polizia! Diamocela a gambe o ci rimettiamo tutto quello che abbiamo racimolato stasera!” parlò un altro dei ragazzi di quel gruppo, afferrando l’uomo che aveva parlato per tutto il tempo e trascinandoselo via.

 

“Ragazzi, tutto bene?” un poliziotto, un uomo sulla cinquantina con una faccia bonaria, accorse verso i due ragazzi e fissò preoccupato la ragazza, trovandola parecchio scossa.

“Si agente, siamo stati derubati e vorrei venire in centrale a fare la denuncia”. Prese prontamente parola Zayn.

“So già contro chi la farete, quel gruppetto sono una piaga da ormai un mese a questa parte, stanno facendo furti ai turisti a non finire ma purtroppo riescono sempre a scappare prima di poterli acciuffare. Vi scorterò personalmente in centrale, salite in macchina prego” il poliziotto guardò nuovamente la ragazza

“cara, tutto bene? Vuoi che chiami un’ambulanza? Ti è stato fatto qualcosa?”

Abigail, forse per la prima volta lucida da quando quei tremendi cinque minuti appena vissuti erano iniziati, negò con la testa e si diresse verso l’auto dell’uomo.

Alla centrale compilarono tutti i documenti e chiesero di poter chiamare l’hotel in cui alloggiavano per potersi far mandare un taxi.

Sbrigarono tutte le pratiche per avere almeno una copia dei documenti che erano stati derubati e chiesero di avvisare gli ospiti che alloggiavano all’hotel insieme a loro.

 
Le procedure per le varie scartoffie portarono via quasi quaranta minuti ai due giovani.

“ABBIE!” un urlò squarciò il silenzio che c’era in quel momento nella centrale, mentre un Harry tutto trafelato si buttava quasi ai piedi della ragazza che in quel momento stava aspettando nella sala d’attesa della centrale “Dio mio, appena Isabelle mi ha chiamato mi sono scapicollato qui, stai bene?”

“Sì Harry per fortuna sto bene, non è successo nulla… non oso pensare a quanto male poteva finire questa serata…”.

“Non serve pensarci, ora ci sono io”. Parlò il riccio, abbracciando la ragazza e accarezzandole i capelli “Diamine Abbie, non farmi mai più prendere spaventi del genere”.

“Non sarebbe successo se invece che trattarla male tu fossi rimasto con lei stasera. Lei è uscita perché tu l’hai lasciata sola”. La voce gelida e severa di Zayn ruppe quel momento che, visto da fuori, sembrava terribilmente dolce.

Il moro però sapeva quanto la castana ultimamente soffrisse per i comportamenti del modello e quanto quell’uscita fosse stata l’ennesima scelta dettata dal fatto che lui l’aveva ignorata e trattata male. Non riusciva a sopportare oltre quella preoccupazione e tenerezza.

“Malik, siamo in una stazione di polizia e ben oltre l’orario di lavoro quindi mi scuserai se ti dico di farti i cazzi tuoi e di lasciarci in pace, vero?”

“Harry! Non rispondere in questo modo a Zayn!” intervenne subito Abigail, che voleva difendere il riccio dal moro anche se in una minima parte era d’accordo con lui.

Il titolare dei due ragazzi alzò le mani.

“Devo cercare di recuperare quanti più documenti, altrimenti sarà un vero problema ripartire. Styles, accompagna pure Abigail in hotel, spero di fare quanto prima”.

“Va bene” annuì il riccio, sfilandosi la felpa che aveva e poggiandola sulle spalle della ragazza “tieni, fuori sono scese di molto le temperature e fa parecchio freddo”.

“Grazie Hazza” sorrise leggermente, uscendo insieme a lui dalla centrale.

 

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Angolo autrice:
Lo so, sono sul serio imperdonabile! Tanti e tanti mesi di ritardo, prometto però che porterò a compimento questa storia!!!
A tal proposito, ne ho appena iniziata un'altra su cui vi vorrei invitare a passare! Aggiornerò ogni giovedì ed è quasi conclusa quindi prometto di non rimanere in bilico con entrambe le storie! 

CAMPUS

   
 
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