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Autore: GeoFra    04/03/2019    1 recensioni
“Prima di fare colazione penso a sei cose impossibili...”
Se Charlotte dovesse stilare una lista scriverebbe:
1. Arrivare in ritardo il primo giorno;
2. Sbattere contro un tipo rovesciandogli il caffè addosso;
3. Essere invitata fuori da un gnocco pazzesco dopo una figura di merda;
4. Finire in “punizione” per sbaglio;
5. Rivelare un segreto alla persona sbagliata;
6. Trovarsi nella situazione di non saper scegliere;
***
Quando Charlotte si scontra con Aaron Lewis macchiandogli la camicia, come nei più classici film d'amore, non sa ancora che quel ragazzo renderà la sua vita all'Università di Los Angeles molto più movimentata e che lei fra gli oroscopi della sua migliore amica e le battute dei due gemelli dovrà cercare di arrivare a fine anno con i nervi intatti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo 8 - “Bugie in fumo”

 

 

“La gelosia non nasce da ciò che vediamo,

ma da ciò che immaginiamo”

 

[Aaron] 

 

Alexa stava parlando convinta che io la stessi a sentire ma la mia attenzione era attratta da ben altro.

Stavo osservando Kevin e Charlotte oltre la vetrata davanti alla quale si erano fermati.

Lui le si era avvicinato lentamente, sapevo cosa stava per fare e una rabbia profonda mi montava addosso sempre più prepotente ogni millimetro che lui percorreva verso il suo viso.

Ti prego Charlie schiaffeggialo!

Le distanze erano sempre più ridotte, ma lei non faceva cenno di spostarsi né tanto meno di volerlo schiaffeggiare. Non ebbi nemmeno il tempo di chiudere gli occhi per non assistere a quella scena pietosa che le labbra di Kevin si posarono sulle sue…

Lei non lo allontanò, anzi la vidi alzarsi in punta di piedi per ricambiare il bacio con più trasporto.

Stavo per vomitare tutti i tacos che avevo mangiato.

 

«Certo che Kevin ci sa proprio fare eh!» commentò Alexa seguendo il mio sguardo.

A quella frase mi alzai di scatto facendo quasi cadere la sedia, lasciai un paio di banconote sul tavolo e trascinai Alexa fuori dal locale.

 

Avevo bisogno di fumarmi un intero pacchetto di sigarette.

 

Kevin e Charlotte erano ancora lì a pomiciare e non diedero segno di averci sentiti arrivare.

Le mani mi tremavano mentre facevo scattare la fiamma dell’accendino, rivolsi un'altra occhiata torva ai due piccioncini, Kevin le aveva addirittura avvolto la felpa della squadra intorno alle spalle.

Lo stomaco mi si rivoltò all'incontrario.

 

E in quel momento odiai Charlotte per essere piombata nella mia vita e odiai me stesso per l’irrazionale perdita di controllo che la sua presenza sembrava infliggermi.

Ma cosa diavolo aveva lei di così speciale da farmi torcere le budella ogni volta che ci avevo qualcosa a che fare?!?


Alexa mi guardava in silenzio forse aspettando una spiegazione a quel evidente malumore così cominciai a sputare frasi rabbiose cercando un parziale sfogo alla tempesta di emozioni che mi agitava dentro.

«Sai qual è una cosa che mi dà parecchio fastidio? L'incoerenza delle persone… Cercano di costruirsi una facciata che però si distrugge alla prima occasione che hanno di fregarti...»

Alexa mi guardò spaesata, cercando di capire a cosa mi riferissi.

Onestamente non lo sapevo nemmeno io cosa andavo blaterando, però il cercare di dare voce ai miei pensieri incazzati mi stava aiutando a riprendere il controllo del mio respiro.

 

«Come per esempio le persone che cominciano a volere una cosa solo perché la voglio io, ma non capiscono che quella cosa non sarà mai loro nel modo in cui é mia… » dissi, accendendomi un’altra sigaretta.

«Forse ho capito di cosa parli…Riguarda la mia frase di prima su Kevin… » sussurrò Alexa, sfiorandomi la spalla.

«Aaron te lo giuro quando in passato lui ci ha provato con me io l’ho sempre rifiutato… ».

Aggrottai le sopracciglia, confuso dalla piega che aveva assunto quel discorso.

 

«Io sono sempre stata solo tua » sussurrò Alexa, prendendomi il volto fra le mani e baciandomi con passione.

 

Ecco, ovviamente non aveva capito un cazzo.

 

***

 

[Charlotte]

 

Ero al settimo cielo per quel bacio, non mi pareva nemmeno vero che stesse capitando a me.

Quando ci staccammo Kevin ansimò: «Ti accompagno al dormitorio prima che mandi all'aria ogni bel proposito che mi sono messo in testa».

 

Annuii imbarazzata e intrecciai le mie dita alle sue.

«Ah… Felici di avervi dato l'esempio! » esclamò improvvisamente Kevin voltandosi.

Fu in quel momento che vidi Alexa e Aaron vicino all'ingresso baciarsi con passione, nonostante lui non la stesse sfiorando con un dito (aveva una sigaretta nella mano che mi lasciò parecchio stupita perché non sapevo fumasse) le braccia di lei avvolgevano il suo collo e lo imprigionavano in un bacio che non aveva nulla di casto o amichevole.

 

Ma che razza di bugiardo!

Prima della partita mi aveva assicurato che non stavano insieme e che non sarebbe affatto uscito con lei, pensai mentre ricordavo il modo in cui lui aveva affermato quasi infastidito di non essere impegnato con lei.


I due sentendo le parole di Kevin si staccarono rivolgendoci un'occhiata, fortunatamente Kevin mi avvolse un braccio intorno alle spalle e io approfittai di quel gesto per puntare il mio sguardo su di lui. Se avessi incontrato gli occhi di Aaron non sarei stata in grado di nascondere un'espressione risentita, ne ero certa.

 

***

 

[Aaron]

 

Per quanto si sforzasse Alexa ormai non mi provocava più nessuna emozione, quando sentimmo le parole di Kevin la allontanai e guardai appena oltre lei scorgendo la figura esile di Charlotte sovrastata da quella del mio coinquilino.

Aveva un braccio attorno alle sue spalle e zoppicava non appoggiando il piede sinistro a terra, ma non sembrò che lei fosse infastidita dal suo peso.

Un momento, perchè non appoggiava il piede sinistro se in palestra si teneva la caviglia destra?

 

«Ehilà Kev, credo tu abbia confuso le caviglia… Mi pare di averti visto stringere quella destra mentre ti rotolavi sul parquet della palestra» lo provocai facendo un tiro dalla sigaretta e squadrandolo divertito.

 

L’avevo messo nel sacco.

 

Kevin zoppicò più vicino, trascinandosi dietro Charlotte.

«Credo di non aver capito Lewis… Mi stai dando del bugiardo? » domandò lui con una nota di fastidio nella voce.

 

Feci spallucce, ma a parlare subito dopo fu Charlotte.

«Lascia stare, Kev… I bugiardi qui sono altri» mi scoccò un'occhiataccia e si voltò allontanandosi con lui verso il parcheggio.

Rimasi senza parole, gettai il mozzicone a terra e sbuffai passandomi una mano fra i capelli.

 

Alexa si voltò verso di me.

«Ma si può sapere che ti prende? Ti ricordo che lui è il tuo compagno di stanza… »

«Ancora per poco a quanto pare» sussurrai, mentre cercavo di mantenere la calma.

Girai i tacchi e me ne andai, diretto verso la mia stanza e lasciando Alexa lì impalata.

 

***

 

Arrivai in camera e non accesi nemmeno la luce, il mio petto si alzava e si abbassava impetuoso. Non mi ero nemmeno reso conto di aver fatto le scale praticamente correndo.

Durante il tragitto frammenti di quella settimana mi sfilarono davanti agli occhi: il litigio con mia madre, i tormenti di Nucci, la presenza asfissiante di Alexa, Kevin che si infiltrava nel mio spazio vitale e poi Charlie…

Charlie che si divertiva a provocarmi, Charlie che mi rendeva impossibile la vista del mio coinquilino... Charlie che mi dava del bugiardo per difendere quel bastardo che voleva solo usarla!

Mi guardai le mani che tremavano incontrollate, le vene sul braccio erano gonfie e pulsarono quando strinsi spasmodicamente i pugni.

 

Prima di accorgermene avevo già scaraventato per terra tutti i libri sopra lo scaffale che avevo in comune con Kevin, quello sfogo di rabbia mi fece sentire meglio come se avessi scaricato una frazione di rabbia. Mi piazzai davanti all’armadio e scagliai un pugno sopra il mio volto riflesso, scheggiandolo irremediabilmente.

Trattenni un gremito e mi osservai le nocche scheggiate.

 

Dovevo darmi una calmata.

Cercai di respirare profondamente appoggiandomi al muro.

Kevin scelse proprio quel istante per rientrare.

 

Tempismo perfetto.

 

«Ma che diavolo è successo qui? » si guardò intorno, osservando il mucchio disordinato di libri che giaceva per terra.

Non risposi, fissai intensamente lo specchio che avevo scheggiato.

«Lewis ma che ti prende?».

 

[Charlotte]

 

Quando entrai nel dormitorio avevo ancora impresso sulla guancia il bacio che mi aveva lasciato Kevin per salutarmi, aprii la porta della mia stanza e trovai una scena che mi lasciò a bocca aperta: Kim e Natasha erano sedute sul tappeto e si dipingevano le unghie chiacchierando tranquillamente.

 

Al mio ingresso alzarono contemporaneamente la testa.

«Com’è andata con Kevin?» domandò subito Kim.

«Bene… Ehm… Ci siamo baciati» confessai, arrossendo sotto lo sguardo attento di Natasha.

 

«Beh… Bene! Perchè non hai un’aria contenta? Non bacia bene?» Kim mise via lo smalto e si alzò sventolando le mani.

«Non è quello… è che ho incontrato Aaron al locale e gli ho dato del bugiardo...»

Kim strabuzzò gli occhi.

«Perchè mai avresti dovuto?!»

«Lui ha insinuato che Kevin si fosse fatto male per finta… e io sono intervenuta difendendolo… Del resto Aaron era fuori a cena con la sua presunta fidanzata che lui nega di avere!» sbottai, lasciandomi cadere sul letto.

Kim mi rivolse una strana occhiata, e con voce tranquilla obiettò: «Magari sono rimasti semplicemente in buoni rapporti...»

«Si sono baciati davanti a noi… è dall’inizio dell’anno che Aaron trova modi per darmi sui nervi! E’ un bugiardo, menefreghista e maleducato!» borbottai spalmandomi un cuscino sulla faccia.

 

«Magari ti piace!» esclamò Natasha, facendo ridere Kim.

Riemersi da sotto il cuscino.

«Natasha ti preferisco quando non parli se poi intervieni solo per dire cavolate!» ringhiai a denti stretti, fulminandola con lo sguardo.

Le alzò le mani e disse semplicemente: «Se lo dici tu...»


Ma non ne ero sicura… Il fatto che pensassi più al mio litigio con Aaron che al bacio con Kevin mi preoccupava.

Dovevo assolumentamente togliermelo dalla testa e rimuoverlo dalla faccia del pianeta.

A ricordarmi che ciò non era possibile fu un email di Nucci che comparve sul mio laptop acceso:

 

“Mr. Lewis, Mrs Evergreen,

la biblioteca vi attende venerdì per ultimare (si spera) il lavoro.

Ad maiora, Nucci.”

__________________________
Salve ragazzuoli! 
Vi piace come si sta evolvendo la storia? Io e Fra aspettiamo un vostro parere, non importa quanto piccolo o quanto puntiglioso... Vogliamo sapere se la storia vi intriga e se i personaggi fin ora descritti vi garbano.
Baci e abbracci,
-Geo&Fra. 
   
 
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