Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RoseScorpius    10/03/2019    15 recensioni
Scorpius Malfoy, nonostante fosse il mio ex ragazzo storico, nonché fratellastro, nonché migliore amico del mio cugino/migliore amico e tante altre cose che avevano reso estremamente imbarazzante la fine del nostro rapporto, non aveva mai davvero fatto parte della lista di quelle persone che avrei volentieri preso a Schiantesimi alla prima occasione. A meno che non si volessero considerare i nostri primi anni a Hogwarts, ma quella era storia del paleolitico. (E comunque non ero più così infantile... O, beh...)
In ogni caso, tra la marea di difetti con cui ero nata, ero sicura di possedere almeno un pregio. E questo, se vi interessa saperlo, era proprio il pregio di non essere una ex ragazza asfissiante. Al contrario, da quando avevamo chiuso mi ero letteralmente eclissata, sparendo per sempre dalla vita di Scorpius. Quindi si poteva ragionevolmente presumere che non fossi una di quelle ex ragazze patetiche che finivano per odiare il proprio ex ed insultarlo davanti a chiunque fosse disposto ad ascoltarle.
Ma, d'altro canto, quell'intero assunto partiva dal postulato di base che Scorpius non fosse un cafone.
Postulato che, come ebbi modo di scoprire, non era poi tanto vero.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sette anni dopo 'Perché sul campanello di casa mia c'è scritto Malfoy e basta?' e sei anni dopo i MAGO di Rose e Scorpius, nonché svariati secoli dopo la mia sparizione da questo sito, ho pensato di condividere ancora qualche pezzettino di me con voi. La saga doveva avere tre capitoli originariamente, tutti e tre incentrati su tematiche e trame molto diverse: questo terzo (e ultimo) capitolo della 'Saga del Campanello' è slegato dai precedenti (cosa molto conveniente visto che il secondo capitolo è incompleto ed ha una trama alquanto complicata da riprendere in mano mentre uno è in tesi nera a qualche mese dalla laurea). Non troverete spoiler sulle storie precedenti, a parte quello che potete leggere sui capitoli già pubblicati fin qui. 

Ho scritto questa storia tempo fa per me stessa: si tratta di una decina di capitoli, una trama lineare e senza grosse pretese. Solo una Rose un po' più grande, che affronta problemi diversi e molto meno 'magici'. Visti i numerosi messaggi che ho ricevuto durante la mia assenza da EFP, mi sono decisa a condividere questa storia anche con voi, sperando che qualcuno ancora se ne ricordi e abbia piacere di dedicare 20 minuti della sua vita a condividere queste pagine con me. 

PS. Sì, il titolo del capitolo è riferito sia a Rose che a me ;)

 

Buona lettura

RS




Capitolo 1

Chi non muore si rivede

 

Scorpius Malfoy, nonostante fosse il mio ex ragazzo storico, nonché fratellastro, nonché migliore amico del mio cugino/migliore amico e tante altre cose che avevano reso estremamente imbarazzante la fine del nostro rapporto, non aveva mai davvero fatto parte della lista di quelle persone che avrei volentieri preso a Schiantesimi alla prima occasione. A meno che non si volessero considerare i nostri primi anni a Hogwarts, ma quella era storia del paleolitico. (E comunque non ero più così infantile... O, beh...)

In ogni caso, tra la marea di difetti con cui ero nata, ero sicura di possedere almeno un pregio. E questo, se vi interessa saperlo, era proprio il pregio di non essere una ex ragazza asfissiante. Al contrario, da quando avevamo chiuso mi ero letteralmente eclissata, sparendo per sempre dalla vita di Scorpius. Quindi si poteva ragionevolmente presumere che non fossi una di quelle ex ragazze patetiche che finivano per odiare il proprio ex ed insultarlo davanti a chiunque fosse disposto ad ascoltarle.

Decisamente, io non ero mai caduta così in basso da considerare il mio ex un cafone solo perché ci eravamo lasciati e presumibilmente lui aveva continuato con la propria vita, né lo avrei mai fatto. Ma, d'altro canto, quell'intero assunto partiva dal postulato di base che Scorpius non fosse un cafone.

Postulato che, come ebbi modo di scoprire, non era poi tanto vero. 

 

***

 

Ero un po' nervosa, a dire la verità. D'accordo, ero molto nervosa.

Avevo ventiquattro maledettissimi anni, un lavoro, una casa e un conto in banca… e me la stavo letteralmente facendo addosso dalla paura, sì. Forse avrei dovuto rinunciare in partenza ad ogni pretesa di essere una persona adulta e matura, e darmela a gambe prima che fosse troppo tardi. In fondo nessuno avrebbe sentito la mia mancanza al funerale di Lucius Malfoy: le uniche due occasioni in cui gli avevo rivolto la parola erano state l'addio al celibato di Draco – ed eravamo entrambi ubriachi in quella circostanza – e la cerimonia di consegna dei MAGO – quando, dopo essermi praticamente inciampato addosso, mi aveva chiesto dove fosse Scorpius. L'invito mi era stato spedito per una pura questione di formalità Purosangue, dal momento che mia madre aveva avuto la brillante idea di sposare il figlio del compianto signor Malfoy (il quale, tra l'altro, aveva sempre fatto mostra di ritenere tale idea tutto fuorché brillante). 

Sì… ora che ci pensavo, non mi veniva in mente un solo buon motivo per cui avrei dovuto prendere una settimana di ferie e tornarmene in Inghilterra, dopo quasi sei anni di assenza e visite procrastinate. Peccato che ormai l'avessi fatto, già.

Presi un profondo respiro e avvicinai l'indice al pulsante del campanello, su cui un'etichetta mezza staccata recitava "Weasley-Malfoy". La seconda parola, Malfoy, era scritta in grande, con una calligrafia obliqua ed elegante, mentre Weasley era stato scarabocchiato a penna rossa sopra un angolo dell'etichetta. Ricordavo distintamente di essere stata io a fare quell'aggiunta, otto anni prima, e ora avrei anche potuto trovarlo divertente se non fossi stata così impegnata ad inventare una scusa plausibile per aver disertato il Natale Weasley per il sesto anno consecutivo. L'anno precedente avevo raccontato di essere stata quasi stritolata da un'anaconda, e quello prima ancora mi sembrava di aver inventato qualcosa di molto poco credibile a proposito di una Chimera, quindi avrei fatto meglio a evitare la scusa "una delle bestie feroci con cui lavoro ha tentato di farmi fuori e non sono potuta venire". Magari avrei potuto provare a dire la verità, ovvero che in Australia a dicembre si andava in spiaggia con trenta gradi all'ombra e che nessuna persona sana di mente avrebbe avuto voglia di fare la fila all'ufficio del Ministero dei Trasporti, sotto Natale, sperando di sopravvivere agli orrori della burocrazia internazionale e di ottenere una Passaporta per l'Inghilterra. Soprattutto non se in Inghilterra ti aspettavano meno cinque gradi e una bufera di neve in arrivo, oltre a una quantità industriale di parenti pronti a chiederti quando ti saresti decisa a portare a casa un surfista australiano. Oh, e al tuo ex storico, ovviamente. Il tuo ex storico con cui ti eri lasciata per lettera e che non vedevi più dai tempi in cui vi chiamavate "amore" e "cucciola".

In effetti, dovendo dire la verità, avrei anche potuto confessare quella proprio vera, e cioè che – no, grazie tante – non avevo la minima intenzione di interrompere la latitanza e farmi vedere da una famiglia che si trovava nella malaugurata condizione di essere anche la famiglia del mio ex. Il tipo di dettagli a cui non si fa molto caso quando si è due sedicenni innamorati persi, ma erano esattamente quei dettagli che poi ti fottevano nel peggiore dei modi. Nella fattispecie, io ero dovuta fuggire in Australia per salvarmi la faccia, e non mi sarei certo accontentata dei canguri se avessi potuto darmi alla macchia in un posto più lontano e più sperduto. 

Tipo, che ne so, Marte.

Se fossi fuggita su Marte, per esempio, in quel momento avrei potuto inventare che la navicella spaziale aveva avuto un guasto irreparabile e non sarei mai stata costretta a pigiare quel dannato campanello.

Ritirai il dito e mi ficcai le mani in tasca, maledicendomi a bassa voce. Certo che avrei almeno potuto scrivere qualcosa di meno scontato sull'ultima cartolina che avevo inviato ai miei. O, almeno, avrei potuto evitare di inviare la stessa cartolina con la barriera corallina e la dedica duplicata a tutta la famiglia. 

Al diavolo, fa' almeno che Scorpius non sia in casa!

Mi spostai dal vialetto, realizzando in quel momento che se qualcuno avesse sbirciato dalla finestra della cucina mi avrebbe vista di sicuro. Insomma, ma a ventiquattro anni suonati Scorpius non poteva vivere ancora a casa di suo padre, no? No, sicuramente era andato a vivere da qualche parte a Londra e si era portato via il pianoforte e tutti i libri.

Anche perché, nel caso contrario, cosa accidenti avrei dovuto dire se fosse stato lui ad aprirmi la porta?

Io e Scorpius Malfoy eravamo stati assieme per quasi tre anni, ma ci eravamo ronzati attorno per almeno altri cinque, tra insulti e Schiantesimi. Facevano più o meno otto anni di frequentazione ininterrotta. 

Niente di che, insomma.

Avrei sempre potuto sorridergli come se niente fosse e salutarlo con qualche frase da idiota australiana, ammesso che non mi Schiantasse prima. In effetti, ora che ci pensavo, non ricordavo chi aveva mollato chi, o come: per quanto ne sapevo potevo avergli sbattuto in faccia un tradimento con il mio tipico tatto e lui poteva star tramando il mio omicidio da allora. Ma no, ero moderatamente convinta di non averlo tradito. O forse sì, ma il sesso con Daniel era sicuramente venuto dopo. Quasi sicuramente. 

Beh, ma se anche fosse non posso essere stata così idiota da averglielo detto?

Ora che ci facevo caso, non avevo nemmeno idea del perché ci fossimo lasciati: dopo il nostro primo, turbolento anno assieme era filato tutto liscio come l'olio, tra di noi. Avevamo affrontato i MAGO, le urla e i pannolini sporchi della nostra sorellastra, la famiglia Weasley al completo e persino undici mesi di rapporto a distanza. E poi niente, era finita senza un motivo preciso, un mese prima che il mio stage in Australia terminasse e che tornassi in Inghilterra. Per quanto mi sforzassi di ricordare, non mi veniva davvero in mente perché avessimo chiuso: forse avevo preso una sbandata per Daniel o per qualche altro australiano con gli occhi color del carbone e l'abbronzatura da surfista, o forse Scorpius non vedeva l'ora di passare al dunque con una compagna di corso a Magisprudenza. Magari, semplicemente, non ricordavamo più che faccia avesse l'altro. Sapevo solo che ci eravamo lasciati per lettera e che da quel momento in poi avevamo smesso di scriverci.

Forse, in effetti, era stato lui a mollare me. La cotta per Daniel mi aveva fatta sentire così meschina che ricordavo di aver chiesto un prestito in banca per potermi permettere il suo ultimo regalo di compleanno: non avrei avuto il coraggio di piantarlo, non dopo aver speso 170 Galeoni per un manoscritto medievale. Tutto ciò non significava necessariamente che nel frattempo fossi stata abbastanza virtuosa da non concedermi a Daniel (miseria ladra, era mai possibile che non riuscissi a ricordare se ci ero andata a letto prima o dopo?), ma se non altro pareva provare con un livello di sicurezza accettabile che era stato lui a troncare il rapporto. Quindi in ogni caso non avrebbe avuto il diritto di Schiantarmi.

Prima di poterci ripensare (perché ero convinta che con un po' di concentrazione avrei potuto trovare almeno dieci buoni motivi per cui uno qualsiasi dei miei parenti avrebbe potuto volermi Schiantare), premetti il dito sul campanello. Sperai fino all'ultimo che fosse guasto, poi che nessuno lo avesse sentito, infine mi ridussi addirittura a pregare che venisse ad aprirmi una vecchietta e mi informasse che la mia famiglia aveva traslocato in Groenlandia l'anno prima. Tuttavia, sarei stata in grado di capire che erano vane speranze anche senza che Albus Potter si Materializzasse a due centimetri dal mio naso. 

Miseriaccia!

Evitai di urlare solo perché non volevo infrangere la patetica illusione che qualcuno, all'interno della casa, fosse ancora all'oscuro della mia presenza.

« C-ciao, Albus… » balbettai, studiando la sua espressione omicida con circospezione. « Che piacere rivederti ».

Il sorriso d'etichetta che mi rivolse dopo quelle parole evaporò nel giro di pochi secondi.

« Potrei dire altrettanto » rispose. « Se non ci vedessimo dal mese scorso, o dall'ultimo raduno di famiglia alla Tana. Ma dopo cinque anni e mezzo di latitanza credo che in effetti sia più appropriato dire: Rose, che sorpresa rivederti ».

Decisamente, me l'avrebbe fatta pagare cara come la pelle di drago per essere sparita dall'Emisfero Boreale in quel modo. Tossicchiai, squadrando mio cugino da capo a piedi: non era cambiato molto dall'ultima volta che ci eravamo visti, se non che forse si era alzato di un paio di centimetri e ora aveva una leggera ombra di barba sul mento. Per il resto, gli occhi verde smeraldo e i capelli corvini e ribelli erano sempre lì, così come anche la sua espressione da "morirai di una morte lenta e dolorosa, sappilo". Solo che generalmente quella la riservava a James.

« Sì, ehm… » tentai di spiegarmi, prima che fosse troppo tardi. « Sarei voluta tornare per Natale, ma un mio collega ha avuto un incidente sul lavoro e non c'era nessuno che gli tenesse compagnia in ospedale durante le vacanze, così ho pensato di… »

« Risparmiatele per tua madre queste scuse » tagliò corto Al. « Ne avrai bisogno » aggiunse con una smorfia eloquente.

Evitai di piagnucolare solo perché mi sentivo già abbastanza patetica così.

« Credi che voglia appendere la mia testa in soggiorno o qualcosa del genere? » chiesi.

Al valutò la possibilità per alcuni secondi, poi fece un cenno affermativo con la testa.

« Sì, è probabile. Una volta ghigliottinata non dovrebbe essere difficile convincerti a restare in Gran Bretagna ».

« Ho preso solo una settimana di ferie » precisai, prima che potesse farsi strane idee sull'eventualità che io decidessi di restare nello stesso continente del mio ex. « Tornerò in Australia subito dopo il funerale ».

« Naturalmente » rispose lui, aprendomi il cancello con sufficienza. « E credi davvero che ti lasceranno ripartire senza tentare di incarcerarti? »

Non mi sfuggì lo sguardo di profonda commiserazione che mi rivolse mentre mettevo piede nel giardino della mia vecchia casa, firmando la mia condanna a morte. Dannazione, Lucius Malfoy aveva scelto davvero un ottimo momento per andarsene al creatore. Non avrebbe potuto tirare le cuoia in un altro periodo dell'anno, possibilmente quando la riserva era in pieno fermento e non avevo alcuna possibilità di staccare dal lavoro?

« Comunque » dissi, sperando di sviare il discorso verso qualche argomento che non comprendesse la mia prossima decapitazione. « Cosa ci fai tu qua? »

« Io e Calvin facciamo da baby sitter a Electra mentre Hermione e Draco sono al Ministero » rispose Albus, scoccandomi un'occhiataccia. « Prove generali per l'adozione, sai. Oh, a proposito, » aggiunse, mentre l'occhiataccia si trasformava lentamente nello sguardo iniettato di sangue di un Basilisco. « È stato così carino da parte tua ignorare le mie lettere e non scrivermi nessun messaggio di congratulazioni per il grande passo che io e Calvin stiamo per compiere ».

« Quali lettere? » chiesi. E poi, rendendomi conto con un mezzo infarto di cosa aveva appena detto: « Aspetta, adozione? Che..? Mi sono persa qualcosa? »

« Qualcosa come gli ultimi due anni, sì » sbuffò Albus. « L'ultima lettera che ho ricevuto da te risale a marzo del 2028 ».

« Oh, ehm… »

Dirgli che avevo traslocato dal cottage della riserva ad un appartamento nella vicina cittadina era nella lista delle cose da fare, davvero. Lo avrei fatto di sicuro, se non fossi stata così impegnata a… uhm, a dimenticarmi perennemente di farlo, supponevo. Il punto è che fingere di non avere una famiglia e un ex fidanzato piuttosto ingombranti, dall'altra parte del mondo, era diventato molto più facile da quando l'Ufficio Postale Internazionale aveva smesso di recapitarmi le lettere minatorie di mio cugino. Ora che ci pensavo, in effetti, era estremamente probabile che per un certo periodo, sulla mia lista delle cose da fare, avesse anche figurato la voce "ottenere dei documenti falsi e far perdere le mie tracce, in modo che Al non possa sequestrarmi e costringermi a tornare con Scorpius". Non gli era mai andato giù che avessimo mandato a monte così miseramente i suoi progetti di farci sposare nella villa in Toscana dei Malfoy, supponevo. Dal poco che ero riuscita a capire, doveva aver preparato la lista degli invitati ed il menù del buffet prima ancora della cerimonia di consegna dei MAGO.

« Quindi tu e Calvin avete deciso di adottare? » dissi alla fine, sperando di riuscire a cavarmela con quel patetico diversivo.

Al non mi lasciò dubbi sul fatto che gli era perfettamente chiaro quello che stavo tentando maldestramente di fare, ma se non altro sembrava abbastanza entusiasta per l'adozione da accogliere quel diversivo più che volentieri.

« Sì, beh, ultimamente le cose stanno andando bene con il lavoro » spiegò. « In realtà abbiamo messo da parte un bel po' di soldi nell'ultimo anno e stiamo pensando di metterci in proprio. Vorremmo aprire un emporio di pozioni farmaceutiche, appena riusciamo a trovare un buon locale in affitto a Diagon Alley. Per ora stiamo lavorando solo per ordinazione via gufo, ma il San Mungo è molto interessato alle nostre pozioni e ci sta pagando bene, quindi... Insomma, sembrava un buon momento per metter su famiglia ».

Mi affrettai ad annuire, stampandomi in faccia un gran sorriso.

« Ma è stupendo, Albus. Sono davvero tanto felice per voi ».

« Tu sei davvero tanto patetica » sbuffò lui, guidandomi verso la porta. « Spero di essere presente quando Hermione ti scuoierà ».

« Grazie tante per il sostegno morale » borbottai, sarcastica. « Lo apprezzo molto, sul serio ».

« Non c'è di che » rispose Albus, aprendomi la porta con aria ostile.

Mi infilai in casa, scuotendo la testa. Dentro, seduti uno accanto all'altra davanti ai cartoni animati, c'erano Calvin e una bambina con una selva di ricci castano chiaro quasi più ingombranti di lei. Era incredibile quanto Electra fosse cresciuta, in quei cinque anni e mezzo: i pochi ricordi che avevo di lei riguardavano una poppante che era a stento in grado di camminare. Calvin, invece, non era cambiato quasi per niente: aveva messo su qualche muscolo in più e sembrava essersi dedicato alla coltura del pizzetto, ma per il resto era il solito essere altamente conturbante e patologicamente felice.

« Rose! » esclamò, balzando in piedi con un enorme sorriso.

Fece per venire ad abbracciarmi, ma all'ultimo, cogliendo lo sguardo assassino di Albus, s'infilò le mani in tasca e tossicchiò, a disagio.

« Uhm... giusto. Rose, sono molto arrabbiato con te. Coma hai osato sparire in Australia per cinque anni e mezzo? » recitò, senza infondere il minimo sentimento nelle parole che Albus doveva avergli fatto imparare a memoria.

Appena Albus abbassò un po' la guardia, si sporse verso di me e sussurrò: « Mi dispiace, ma ha minacciato di mandarmi in bianco... » Poi, ad alta voce, aggiunse: « Davvero, sono profondamente offeso, Rose. In effetti, credo di odiarti ».

Dette quelle parole si voltò verso Albus, probabilmente in attesa di ricevere un applauso e un biscottino. Albus sembrava anche propenso a darglieli, ma in quel momento Electra si alzò dal divano e mi venne incontro squadrandomi con sospetto.

« E lei chi è? » chiese, tirando la manica di Albus.

Per qualche motivo che mi sfuggì, Calvin parve molto preoccupato da quella domanda. Albus, invece, la prese per mano e le rivolse un sorriso di approvazione.

« Questa è tua sorella Rose » spiegò.

Electra mi lanciò uno sguardo schifato, poi, storcendo il naso, precisò: « Sorellastra ».

Albus sembrava in procinto di scoppiare d'orgoglio. 

« Sì, ehm… ciao, Electra » balbettai. « Non so se ti ricordi di me... »

La bambina continuò imperterrita a rivolgersi ad Albus.

« È la ex di Scorpius? »

« Sì, ehm… è stato tanto tempo fa… » borbottai.

« Cynthia è molto più bella » concluse Electra, impietosa.

E detto ciò mi voltò le spalle e tornò a guardare i cartoni animati come se non esistessi. 

Oh, fantastico – pensai, cominciando ad essere piuttosto irritata. Il quoziente intellettivo Granger unito alla stronzaggine Malfoy. Qual combinazione più nefasta…

Tra l'altro, pareva anche che Scorpius si fosse fatto un'altra donna. E se l'aveva pure presentata a casa doveva fare sul serio… molto sul serio, per gli standard di una che aveva avuto cura di nascondere gli ultimi tre fidanzati in Australia. Sospirai, rassegnata: in fondo era destino che prima o poi qualcuno tirasse in ballo l'argomento "Scorpius", e tutto sommato era anche piuttosto prevedibile che dopo la storia con me non si fosse rinchiuso in un monastero. Doveva aver completato i propri studi in Magisprudenza, nel frattempo, e probabilmente aveva ottenuto un posto di lavoro abbastanza desiderabile da aumentare considerevolmente la sua attrattiva sull'altro sesso.

« Beh, pare che tu non stia tanto simpatica ad Electra » osservò Al, stringendosi nelle spalle con un sorrisino che mi fece venire una voglia tremenda di Schiantarlo seduta stante.

Calvin non avrebbe avuto nulla in contrario, comunque.

« Se solo penso a tutti i pannolini che le ho cambiato... » sibilai, lanciando un'occhiata assassina alla bambina. 

« Un peccato, eh? E a proposito di Cynthia... » disse Al con l'aria di voler cominciare a parlare di affari.

Per fortuna, o per sfortuna, fu interrotto dalla porta d'ingresso che si apriva. Per un attimo i miei occhi si soffermarono sulla divisa da Auror del nuovo arrivato e sentii un'ondata di panico travolgermi. 

« Oddio! » esclamai, nascondendomi dietro Calvin, che mi scansò lanciando un sorrisino di scuse in direzione di Albus. « Oh... » balbettai poi, quando riconobbi il mago che era appena entrato. « Sei tu... »

Per un attimo avevo temuto che si trattasse di mia madre e avevo seriamente considerato l'ipotesi di Smaterializzarmi e non tornare mai più.

« È un po' che non ci si vede, eh, Draco? » lo salutai, tirando un sospiro di sollievo.

Draco non sembrava dispiaciuto di dover respirare la mia stessa aria, o ansioso di uccidermi, o smanioso di mettermi un guinzaglio al collo e non farmi uscire di casa mai più. In realtà, sembrava piuttosto felice di vedermi.

« Guarda un po' chi si è fatta viva » disse. « Non che tu mi sia mancata, ovviamente. Confido che tornerai in Australia presto, non è vero? » aggiunse, facendomi l'occhiolino.

Poi mi rivolse un sorriso caloroso e venne ad abbracciarmi. Gli battei una pacca sulla spalla, sentendo di amarlo profondamente. 

« Stai bene? » gli chiesi.

Draco annuì. Sembrava sincero; d'altronde per quanto ne sapevo lui e suo padre non si erano parlati per molti anni. Fui sollevata di vederlo così sereno, principalmente perché facevo schifo con le condoglianze e tutto quel genere di cose. 

Giusto per onorare la tradizione, mi districai dal suo abbraccio e chiesi: « Quella è una ruga? »

L'espressione gioviale di Draco si trasformò rapidamente in una smorfia omicida. Mi attirò nuovamente verso di sé e, accostando le labbra al mio orecchio, sussurrò: « Sono l'unico in questa famiglia che non ti vuole uccidere, al momento. Ti conviene avermi come amico ».

Poi, fingendo di avermi appena comunicato le previsioni del tempo per quel pomeriggio, mi lasciò andare. Soffocai un sorrisetto e lo seguii in cucina, chiudendo la porta per evitare che Albus mi lanciasse qualche maledizione alle spalle. 

Dovevo ammetterlo: ero contenta di rivedere Draco. Certo, non avevo esattamente passato le mie giornate a piangere la sua assenza, ma era bello tornare alle vecchie tradizioni della nostra strampalata famiglia allargata. In più, immaginavo gli andasse riconosciuto qualche punto bonus per non avermi trattata come la ex fidanzata indegna del suo meraviglioso figlio. Non che Draco avesse mai preso le parti di Scorpius, durante i nostri litigi di coppia. In effetti, come padre biologico Draco doveva essere un individuo piuttosto meschino, ma, ehi, cosa me ne importava? 

Restammo in silenzio per un po', finché la cosa non cominciò a diventare imbarazzante.

« Volevi dirmi qualcosa? » chiesi allora. 

« Oh, beh, non ti vedo da quasi sei anni. Immagino ti sorprenderà scoprire che in effetti c'è una gamma piuttosto ampia di argomenti di cui potremmo discorrere » replicò Draco, inarcando le sopracciglia con aria eloquente. 

D'accordo, era arrivato il momento dell'interrogatorio. Mi rendevo conto che concordare la versione dei fatti con un ambasciatore neutrale prima di affrontare mia madre era una mossa molto vantaggiosa per me, ma non ero sicura di voler passare così gli ultimi istanti della mia vita, nell'attesa che Hermione Granger mi uccidesse. Forse quello era il momento giusto per gettarmi sulle ginocchia ed implorare Draco di intercedere per me presso mia madre. 

« Credo che Electra mi odi » buttai lì alla fine, tanto per dire qualcosa. 

« Oh, non ti preoccupare » rispose Draco, facendo un gesto vago con la mano. « Electra odia tutti ».

Mi rivolse un sorrisetto divertito ed appellò due tazze di tè con un movimento annoiato della bacchetta. 

« Quindi? » incalzò.

« Quindi cosa? » chiesi, sperando di riuscire ad evitare la parte della conversazione in cui lui mi chiedeva come mai non mi ero fatta viva per gli ultimi cinque anni e mezzo ed io ero costretta ad inventare una serie di patetiche scuse.

Con mia grande sorpresa, però, Draco ignorò totalmente l'argomento ed invece mi chiese: « Come va in Australia? Ti piace il lavoro? »

« Oh... » balbettai, colta alla sprovvista. « Non vuoi chiedermi perché sono fuggita nell'Emisfero Australe? »

« Stai parlando con quello che è stato diseredato da suo padre, ricordi? » disse Draco, picchiettandosi un dito sull'avambraccio sinistro, là dove entrambi sapevamo che era tatuato il Marchio Nero. « Credo di poter capire perché un giovane mago o una giovane strega ad un certo punto senta il bisogno di fuggire dalla propria famiglia. Soprattutto trattandosi della tua famiglia » aggiunse, esibendosi in una delle sue migliori smorfie disgustate. « Nonostante tutto, non sono mai riuscito a farmi una ragione di essere imparentato con i Weasley. Anch'io ho chiesto a Hermione di fuggire in Amazzonia e vivere tra gli indigeni, un paio di volte, ma temo che sia un po' troppo attaccata alla carriera per farlo ». 

Cominciavo a capire perché mia madre lo aveva sposato. Sorrisi e dissi: « Sì, mi piace molto l'Australia. A volte è più massacrante delle lezioni di Hagrid, ma Cura delle Creature Magiche è sempre stata la mia materia preferita e sono contenta di aver trovato questo lavoro. La paga è discreta, anche se, certo, non è prestigioso come avere una laurea in Magisprudenza... »

« Ti prego, non ricordarmi che ho un figlio » mi interruppe Draco, roteando gli occhi.

Fui così sorpresa da quell'uscita che per poco non mi rovesciai addosso il tè. D'accordo, ero felice che Draco non volesse uccidermi e tutto il resto, ma che mi trascinasse in cucina per sparlare del mio ex, nonché suo figlio, era davvero troppo surreale per essere vero. Non che mi desse fastidio, intendiamoci, visto che anche io avevo fatto del mio meglio per dimenticarmi dell'esistenza di Scorpius, ma...

« Draco? » chiesi, dubbiosa.

Draco fece un gesto esasperato con la mano, versando sul pavimento buona parte del contenuto della propria tazza.

« Dimenticavo che tu non hai avuto la fortuna di assistere al processo di maturazione interiore » accompagnò quelle parole con una smorfia davvero orribile « che Scorpius ha attraversato dopo che voi due avete rotto » sibilò. Poi, per amor di chiarezza, ci tenne a precisare: « Nel senso che è diventato un coglione ».

« Uhm... » balbettai, senza sapere bene cosa dire.

Quello non era esattamente il tipo di conversazione che mi ero preparata ad affrontare. Stavo ancora tentando di decidere se sparlare del mio ex con il padre del suddetto fosse meglio o peggio che dover spiegare a mia madre perché non ero tornata a casa per Natale, quando Draco riattaccò a parlare.

« Dico davvero, io ho passato i miei sette anni a Hogwarts comportandomi da spaccone ricco sfondato e ho dovuto aspettare di avere vent'anni per diventare una persona ragionevole. Quando speravo che mio figlio avrebbe fatto il contrario di quello che ho fatto io, non mi aspettavo che mi avrebbe preso così alla lettera. E invece Scorpius ha aspettato di avere vent'anni per smettere di comportarsi da persona intelligente e cominciare a fare il cafone. Sto davvero cominciando a sospettare che non sia figlio mio... »

Tossicchiai, a disagio. Sinceramente mi riusciva piuttosto difficile immaginare Scorpius in versione cafone. Poteva avere tanti difetti, e potevamo anche esserci lasciati, ma non ero ancora caduta tanto in basso da definire il mio ex un cafone solo perché avevamo rotto e lui si era rifatto una vita.

« Beh, insomma... » cominciai, senza sapere bene come affrontare l'argomento.

Ero ancora piuttosto convinta che metà dei miei parenti volessero farmi tornare con Scorpius, quindi prendere le sue difese finché mi trovavo in territorio britannico era una mossa alquanto rischiosa. In più, che diavolo, non provavo il minimo desiderio di prendere le difese del mio ex. Era un avvocato, no? Poteva cavarsela da solo. Ma d'altro canto non sentivo nemmeno il bisogno di dare ragione a Draco ed infierire. In realtà avevo solo sperato che Scorpius avesse il buon gusto di farsi vedere in giro per casa il meno possibile, visto che supponevo ora abitasse per conto suo, e che il resto della famiglia avesse il buon gusto di non scegliere proprio quell'argomento di conversazione. Buon gusto di cui Draco evidentemente era sprovvisto.

« Dico sul serio, Rose » disse lui con aria teatrale. « Aspetta e vedrai. E poi » aggiunse, come se avesse appena calpestato un'enorme cacca di drago. « C'è quella Cynthia. Hanno studiato Magisprudenza assieme e si ronzavano attorno già da prima che voi vi lasciaste... Lei non aspettava altro che saltargli addosso, era ovvio. Ha anche cominciato a Materializzarsi a casa nostra e tentare di fare amicizia con me ed Hermione. Davvero disgustoso, credimi. Spero solo che Scorpius abbia avuto la decenza di non tradirti, finché stavate assieme ».

« Oh... oh... ok. Questo non volevo davvero saperlo » dissi, storcendo il naso.

Che poi, probabilmente gliele avevo messe pure io le corna, ma quello era un altro conto. E il sesso con Daniel era venuto decisamente dopo. Forse. Beh, non aveva importanza, comunque. Le lettere che ci scrivevamo io e Scorpius erano diventate sempre più distanti e Daniel aveva quella pessima abitudine di svolgere le sue attività quotidiane a torso nudo...

Però un po' mi seccava che Scorpius mi avesse tradita, in effetti. D'accordo, mi seccava parecchio. Insomma, non ero nemmeno del tutto sicura che fosse stato lui a mollarmi: e se invece lo avevo mollato io? Quando pensava di dirmelo, che intanto se la stava spassando con un'altra? O contava di restare assieme e tenermi all'oscuro del maestoso palco di corna che mi portavo dietro?

« Lo so, è una cosa schifosa » concordò Draco. « Cynthia è una persona davvero orribile, credimi. Da quando si sono fidanzati, poi... » 

Fermi tutti, un secondo. Ha davvero detto fidanzati?

« Fidanzati... per sposarsi, intendi? » chiesi, cercando di capire se la cosa mi schifava perché il mio ex si stava per sposare mentre io non avevo ancora imparato a farmi un caffè o solo perché suo padre me ne stava parlando come se fossi la sua psicologa. 

« Oh... ok » balbettai, davanti allo sguardo eloquente di Draco. 

Quello era... strano. Non che me ne importasse qualcosa, ma sapere che Scorpius si stava per sposare era decisamente strano. D'altronde, meglio così: significava che Albus non avrebbe potuto rapirci e rinchiuderci in una cantina finché non avessimo deciso di rimetterci assieme.

Dopo un po', mi accorsi che Draco mi stava fissando con gli occhi spalancati, in attesa di qualcosa. Cosa stesse aspettando, di preciso, restava un mistero.

« Uhm, Draco? Tutto bene? » chiesi.

Dopo quella domanda, l'espressione di Draco passò dallo stupito all'oltraggiato.

« Beh » sbottò. « Non ti dà fastidio che Scorpius si sposi con un'arpia? Insomma, non te ne importa niente? »

Scrollai le spalle. Non avevo la più pallida idea di chi fosse quella Cynthia, e comunque, se dovevo essere sincera, mi faceva molto più piacere che Scorpius sposasse un'arpia, piuttosto che una ragazza stupenda in confronto alla quale sarei stata solo la ex sfigata ed imbranata. In più, se Scorpius stava davvero per sposarsi, dovevo supporre che fosse troppo assorbito dai preparativi del matrimonio per preoccuparsi di me, il che non poteva che essere una cosa positiva. 

« Bhe... uhm... no, in realtà non me ne importa un granché » risposi sinceramente.

Draco aprì e richiuse la bocca un paio di volte. Sembrava emotivamente devastato, come un bambino a cui i genitori hanno appena spiegato che Babbo Natale non esiste. 

« Cynthia è una persona davvero orrenda » tentò ancora. 

« E allora? » chiesi, cominciando a vagliare la possibilità di portare Draco al San Mungo per fargli dare una controllata nel reparto psichiatrico. « Cosa ci posso fare io se Scorpius vuole sposare una stronza? »

« Beh... » disse Draco, lanciandomi uno sguardo eloquente. 

Oh. Oh, no.

Diamine, sapevo che qualcuno dei miei parenti ci avrebbe provato, ma... Draco? Seriamente, Draco?!

« Non ci pensare nemmeno! » sbottai.

Draco alzò le mani in segno di resa.

« D'accordo, d'accordo, non te la prendere. Pensavo solo che, visto che sei qua... Insomma, tu e Scorpius sembravate così innamorati, e tu sei l'unica che può fargli cambiare idea su Cynthia... »

« Draco, sto per Schiantarti » ringhiai.

Che diavolo, invocavo il diritto ad essere fatta a pezzi da mia madre lì ed in quel preciso istante. Com'era possibile che un'innocua conversazione con il mio patrigno fosse andata così storta? Era quasi peggio di quella volta in cui mi aveva fatto il discorso sul sesso a King's Cross...

« Scusa, hai ragione... » borbottò Draco. « Pensavo solo che... Ma quindi tuo cugino non sta tentando di farti rimettere con Scorpius? » chiese alla fine, visibilmente deluso.

« Credo che ormai si sia rassegnato » mentii senza alcun ritegno. 

Draco emise un gemito disperato.

« Oh, diavolo. È peggio di quanto pensassi ». Poi, agguantandomi per la camicia e piantandomi addosso due occhi spiritati, sussurrò: « Sei la mia ultima speranza, Rose ».

Mi liberai dalla sua presa, reprimendo a fatica un sussulto di puro terrore.

« Draco, io non voglio rimettermi con Scorpius » chiarii una volta per tutte. « E ho un ragazzo in Australia ».

« Dannazione! » esclamò Draco battendo un pugno sul tavolo. 

Questa cosa sta diventando davvero demenziale...

Le spiegazioni erano due: o quella Cynthia era un mostro a tre teste e sputava fuoco, o a Draco aveva completamente dato di volta il cervello. Io propendevo per la seconda. Insomma, suo padre era appena morto, era più che comprensibile che Draco avesse riportato qualche danno psichico.

Cominciai ad indietreggiare lentamente verso la porta, ma prima che potessi raggiungerla Draco mi afferrò una mano.

« Ma potresti aiutarmi a sbarazzarmi del cadavere di Cynthia? » propose, speranzoso. 

Alzai gli occhi al cielo.

« Draco, sei un Auror » gli feci notare. Avevo la netta impressione che ragionare con un bambino di tre anni, in quel momento, sarebbe stato molto più facile. « Non puoi assassinare le persone ».

Draco strinse più forte la presa sulla mia mano e sussurrò: « Tu non capisci, Cynthia è l'incarnazione di Satana... »

« Draco... »

« Ti prego, aiutami » mi supplicò. « Non potrei sopportarlo se mio figlio sposasse quella donna ».

« No, Draco. Non se ne parla » risposi. 

Finalmente, con uno strattone particolarmente violento, riuscii a staccarmelo di dosso e mi fiondai fuori dalla cucina.  

Per le mutande di Merlino, e io che pensavo che almeno lui fosse contento di vedermi solo perché gli mancavo!

Ovviamente, se avevo creduto anche solo per un istante che Draco Malfoy non avesse un secondo fine losco, ero stata un'ingenua illusa e meritavo tutte le disgrazie che mi erano accadute. 

Emisi un sospiro sconfortato e andai a buttarmi sul divano, che nel frattempo Electra aveva sgomberato, lasciando Calvin stravaccato davanti alla tv. Lo salutai con un grugnito.

« Ehi. Che gran giornata di merda, eh? »

Calvin non rispose, perciò mi sentii autorizzata a continuare a parlare.

« Comunque sono felice di rivederti. Mi sei mancato. Allora, come va la vita? »

Questa volta Calvin rispose con un colpetto di tosse imbarazzato.

« Oh, per favore, non starai ancora fingendo di odiarm... » sbottai, ma mi interruppi bruscamente, non appena realizzai che, no, quello non era Calvin. 

Spalancai la bocca, incredula. Davanti a me, vestito con un paio di eleganti pantaloni neri ed una camicia immacolata aperta sui primi bottoni, c'era Scorpius Malfoy. O, per meglio dire, una bizzarra versione ventiquattrenne di Scorpius Malfoy, provvista di bicipiti pompati, capelli ossigenati e un accenno di barba a contornare il volto dai tratti molto più adulti e decisi.

Oh, merda...

Prima ancora di capire cosa stava succedendo, mi ritrovai ad arrossire furiosamente.

Scorpius arricciò il naso e lanciò un'occhiata vagamente schifata ai miei jeans strappati sulle ginocchia e alla maglietta sgualcita con un canguro stampato sopra.

« Rose Weasley » commentò poi, inarcando le sopracciglia. « Ti avevamo data per dispersa ».

« I-io... » balbettai, ma fui interrotta da una sconosciuta donna bionda che uscì in quel momento da bagno degli ospiti.

« Amore, pensi che Hermione ci metterà tanto per quelle carte? » chiese, ignorando totalmente l'esistenza della sottoscritta. « Non possiamo arrivare in ritardo alla cena con i miei ».

Era alta come minimo il doppio di me. Anche figa, il doppio di me.

Beh, che dire, la mia autostima ringrazia...

« Forse faremmo meglio a tornare un'altra volta » disse Scorpius freddamente. « Vedo che in questo momento ci sono... ah... ospiti» aggiunse, guardandomi come avrebbe potuto guardare un Vermicolo troppo cresciuto.

Quindi, senza aggiungere altro e senza più degnarmi di un solo sguardo, si alzò dal divano ed aiutò Cynthia ad indossare un mantello di pelliccia dall'aria disgustosamente costosa. Non ritenne nemmeno di dover salutare prima di Smaterializzarsi. 

Ok, ora ero caduta abbastanza in basso da definire il mio ex ragazzo un cafone. Decisamente.

Cafone.

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RoseScorpius