Trovarla
non era semplice, poiché fra gli Olimpi aveva dimora, in un
luogo a lui
precluso.
Ade
desiderava vederla. Aveva il sentore che se ne avesse incontrato anche
solo lo sguardo,
il suo animo avrebbe trovato la pace agognata. Lo aveva compreso il
giorno in
cui aveva scorto quella rotondità perfetta, quella curva
armoniosa.
Camminava
sconsolato fra l’erba rorida, lasciando impronte scure sul
terreno ormai sterile,
finché non li udì: piccoli, leggeri passi lo
seguivano.
Ade
si arrestò e così fece la creatura alle sue
spalle. Ne percepiva il calore
sulla pelle e l’alito di vita.
Si
volse e la sua anima si specchiò nell’innocenza di
due occhi di fanciulla.