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Autore: BrunaS    13/03/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel giardino della scuola, seduta sotto un albero, con un panino in una mano e nell’altra una lattina di Coca Cola, Lily non riusciva a nascondere la sua eccitazione: “Mi stai dicendo che l’avete fatto… quattro volte?!”
Charlie cercava, inutilmente, di farle abbassare la voce ma l’amica continuava a strarnazzare, fino a che, dopo un paio di respiri profondi, cercò di recuperare un briciolo di serietà affermando:
“Lo sapevo che sarebbe finita così. Ti senti in colpa?”
Charlie si rabbuiò: “Sì, per Ryan, certo…”
“E per te stessa?” incalzò Lily riempendosi la bocca con un morso al panino.
Anche.” Sospirò l’altra, rubando all’amica la lattina e facendo un grosso sorso.
Beh, non devi.” sentenziò Lily. “È così sexy!”
Lily!”
“Ma lo è davvero! Ok, scusa… ora ti parlerò seriamente: lo ami?”
A Charlie andò di traverso la Coca Cola e cominciò a tossire mentre Lily continuava: “Non sto scherzando! Sono preoccupata per te… il sesso è una cosa, possiamo sorvolare sul fatto che lui…” si guardò intorno con aria circospetta e aggiunse a voce bassa “sia morto…”
A Charlie venne da ridere e Lily proseguì: “ma l’amore…”
No, no, niente amore, ok? Niente amore…” dichiarò l’amica molto decisa. Ma forse lo ripeteva più a se stessa che altro.
 
Nel frattempo, Blake varcava la soglia dello studio di Pete, dove lui e Jack ormai alloggiavano stabilmente.
L’amico l’aveva guardato distrattamente e, mentre continuava a prendere appunti sulla missione su varie scartoffie che teneva personalmente in ordine, gli chiese: “Da dove arrivi?”
Dal pub” mentì Blake.
“Non puoi averci passato tutta la notte”.
Da casa di Charlie.” Confessò allora il vampiro.
Jack non si scompose: “Ah, avete parlato un bel po’…” poi si bloccò, alzò la testa dal foglio e comprese: “Blake!”
“Mi dispiace…” disse l’altro lasciandosi andare su una poltrona.
No, no, dimmi che non è successo!” lo implorò l’amico.
Non succederà più!”
Jack si lasciò cadere sulla poltrona di fianco e chiese “Lei come sta?”
“Che razza di domanda è?” protestò Blake.
Ma Jack era davvero preoccupato: “Sarà a pezzi!”
Blake tentò di minimizzare: “Sta bene. Siamo d’accordo sul fatto che è stato uno sbaglio, un piacevolissimo sbaglio!”
“Blake, hai perso il controllo…”
“Lo so, lo so!” ammise l’altro contrariato. “Lei mi fa andare fuori di testa, ok? Non mi succedeva da… da…”
“Da Isabel.” Concluse l’amico amaramente. “Da quando eri vivo. È così che ti senti? Vivo?”
Blake ci pensò su e si rattristò. Poi scosse la testa.
“Blake, io lo capisco. Anche a me piace Lily. Mi piace tanto. Proprio per questo preferisco starle lontano. Non voglio rovinarle la vita.”
“Non l’ho già fatto, vero?” si assicurò Blake, guardando fisso davanti a sé.
“Non lo so… ma il fatto che te ne preoccupi è significativo.”
 
I giorni passarono e, stranamente, tutto il gran movimento che fino a quel momento c’era stato intorno alla ricerca Codice sembrava essersi preso una pausa. Questo, che da una parte era un bene, dall’altra diede a tutti loro la possibilità di concentrasi sulle proprie questioni personali. Blake e Charlie reagirono in modo molto diverso alla loro notte insieme: se il vampiro cercò subito di prendere le distanze, Charlie non ruscì a reggere il confronto con Ryan, decidendo di lasciarlo quasi subito, a prescindere da Blake. Rimase comunque alquanto sconvolta nel vedere il vampiro filare d’amore e d’accordo con Isabel. In un sabato sera al pub, li vide chiaramente baciarsi e andar via insieme. Si sentì uno schifo. Avrebbe voluto con tutta se stessa non dover avere niente a che fare con Blake per i prossimi mille anni ma, purtroppo, i turni di ronda facevano sì che, almeno una volta a settimana, dovesse perlustrare una zona assieme ad ognuno degli altri della squadra, compreso il vampiro.
La sera in cui dovettero assicurarsi che nessuno si fosse avvicinato alla casa abbandonata di Regents Street, i due passarono diverse ore insieme, visibilmente a disagio. Non parlarono per molto tempo fino a che Blake chiese col solito fare strafottente: “Tu e Ryan vi siete lasciati quindi?” “Così sembra…” rispose lei senza nemmeno guardarlo in faccia.
“A causa mia?”
“No…” rispose sicura. Poi si affrettò ad aggiungere: “Tu e Isabel vi siete riappacificati invece. Ce ne hai messo di tempo per perdonarla…”
Non posso perdonarla.”
“Ah no? E allora cos’è? Irrefrenabile desiderio sessuale?”
Anche. Ma soprattutto complicità. Io e lei siamo uguali.” E dicendolo sembrò alludere al fatto che loro due, invece, non lo erano affatto.
Charlie ci pensò su poi ammise amaramente: “Anche io e Ryan lo eravamo.”
Mi stai colpevolizzando?”
“No. L’abbiamo fatto in due. Ma doveva succedere, no? Adesso sto molto meglio. Mi sento più libera.”
Bene.” Sentenziò lui.
Bene.” Fece eco lei.
E ricominciarono ad ignorarsi.
 
Il weekend successivo erano tutti invitati al compleanno di Lily che, per l’occasione, aveva organizzato una festa in grande stile a casa sua, con tanto di dj, superalcolici e almeno cento invitati.
Charlie decise che doveva reagire e, soprattutto, doveva recuperare una dimensione più umana. Si truccò, si infilò un vestito abbastanza sexy e suonò il campanello di Lily con largo anticipo, sfoggiando un sorriso smaliante e una bottiglia di champagne tra le mani.
“Wow!” esclamò Lily, strabuzzando gli occhi. “Li stenderai tutti così conciata!”
Charlie ammise che l’unica cosa che le andava di fare era distrarsi da tutto: “Niente vampiri, niente Ryan e soprattutto niente Blake! Io sono una normale ragazza di 17 anni, punto.”
“Ben detto!” rise l’amica mentre cominciavano ad allestire il tavolo degli snack… “Tanto più che Ryan è fuori città con la squadra di football quindi, primo problema risolto… Per quanto riguarda Blake…” Lily non fece in tempo a finire la frase che fu interrotta dal diretto interessato che, parlando di sé in terza persona, concluse: “Blake è qui”. Le rubò una manciata di patatine dalla busta e, sgranocchiando, aggiunse: “Blake non si perde mai una festa piena di superalcolici e di ragazze vestite… così” aggiunse indicando Charlie. Lei arrossì e lasciò correre, ricominciando a sistemare il tavolo. Nel frattempo era arrivato anche Jack che, dopo aver baciato la festeggiata, spiegò: “Abbiamo pensato che potevate avere bisogno di aiuto per gli allestimenti” “Ma che carini…” borbottò Charlie sarcastica. “Non solo” aggiunse Blake. “Volevamo anche giocare di anticipo sul resto degli invitati e stappare con voi la prima bottiglia della serata” Il vampiro fece saltare il tappo di uno champagne e la alzò verso Lily: “Buon compleanno” disse prima di cominciare a versare quattro calici. Charlie scolò il suo tutto di un fiato e lui rispose con una smorfia tra lo stupito e il divertito: “Attenta, se cominci così non arriverai a mezzanotte sulle tue gambe” Lei lo fulminò con lo sguardo: “Reggo benissimo, non ti preoccupare”.
Invece, come volevasi dimostrare, alle 23.30 era completamente ubriaca nel giardino di Lily e si era fatta abbordare da un perfetto sconosciuto, più ubriaco di lei, che cercava di convincerla che sarebbe riuscito ad infilarsi otto cannucce nel naso, quattro per narice; forse anche cinque.
Lei rideva a crepapelle e, quando il tipo si avvicinò per baciarla, lo lasciò fare. Immaginò solo che al suo posto ci fosse Blake e, quando il ragazzo si staccò da lei e vide effettivamente il vampire fermo al suo fianco, non seppe più comprendere se era reale o se la sbronza le stava giocando un brutto scherzo. Eppure quello, imbronciato e a braccia conserte, sembrava proprio Blake. Lei gli scoppiò a ridere in facia e lui sentenziò: “Sei ubriaca.” Charlie allargò le braccia: “Mi sto solo divertendo! Me l’hai insegnato tu…” “Tu non sei così” disse lui, poi cercò di trascinarla per un braccio: “Vieni via.”
Il ragazzo che l’aveva appena baciata protestò vivamente: “Ehi amico, sta’ calmo. La signorina sta con me”
Blake non se lo fece ripetere due volte, si voltò e ribatté seccamente: “Sei sicuro?”
Charlie si appese al braccio del ragazzo e lo ammonì: “Attento, attento! Questo tale qua è mooolto cattivo!”
Ah sì?” ridacchiò l’ubriaco. “Non te lo puoi neanche immaginare…” bofonchiò lei. Blake la riprese per il braccio: “Già e se non vuoi che il tuo amico ne faccia le spese sarà meglio che tu venga con me. Ora!” Charlie provò a divincolarsi: “Mi stai minacciando?” Lui la attirò a sé e le sussurrò, con aria seria: “Ti sto solo dicendo che la vita di questo stronzetto dipende solo da te.” L’altro si alterò ma anche Charlie si fece seria e lo allontanò dicendogli che effettivamente sarebbe stato meglio salutarsi lì.
Ma no, aspetta, Chelsea!” gli gridò dietro il tizio mentre lei si allontanava con Blake. Il vampiro rispose ad alta voce “Si chiama Charlie!” e continuò a tirarla via fino a che non furono in un punto più tranquillo ed isolato del giardino, sul retro della casa. La adagiò contro il muro e chiese, sarcastico: “Allora, ti sei divertita?”
“Ci stavo provando poi sei arrivato tu a mettere in pericolo la vita delle persone. Che bello! Sono proprio fortunata…”
“Mi ci hai costretto tu.”
“E ora ogni volta che tenterò di divertirmi avrò alle calcagna il terribile vampiro da guardia?
 “Smettila Charlie, quello non significa divertirsi…”
 “Tu l’hai fatto per secoli. Per te va bene, no? Andare a letto con chi ti pare, minacciare, decidere per la vita di tutti… Sai che ti dico? Va’ a farti fottere, non sei neanche un essere umano, non sei neanche vivo!  il tuo cazzo di cuore non batte, non invecchi e… oh cazzo… sei così bello! Perché? Voglio andare a casa!” disse lei passando dalla rabbia ad un buffo moto di esaperazione. Blake non riuscì a trattenere un sorriso e le si avvicinò, mentre lei blaterava: “Non ci provare… non provare a baciarmi…” Alla fine scoppiò a ridere anche Charlie.
Lui le scostò i capelli dal viso e disse dolcemente: “è difficile resistere, sai? Ti porto a casa.”
La caricò a peso morto sulle spalle mentre lei continuava a ridere a crepapelle e, altrettanto dovette fare davanti casa perché la ragazza, nel tragitto, si era praticamente addormentata.
L’aveva sistemata semi-vestita nel letto della sua camera e l’aveva osservata dormire per qualche secondo, poi aveva sussurrato: “Mi dispiace Charlie… non sai quanto vorrei essere come te…”
Lei aprì gli occhi a fatica: “Come me come?”
“Normale” sorrise Blake.
“Ah sì? E cosa faresti?”
Starei con te” rispose semplicemente lui.
Anche lei sorrise: “Lo pensi veramente? Allora un po’ ti piaccio!”
“Troppo. Mi piaci troppo.” Precisò il vampiro. Poi aggiunse dolcemente: “Dormi ora…”
 “Ok, ma tu non te ne andare… non baciarmi, ma non te ne andare… “
Lui annuì e si accomodò vicino a lei, senza riuscire a smettere di sorridere.
Lei, invece, cadde finalmente in un sonno profondo.
  
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