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Autore: paige95    23/03/2019    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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La strada per il Bene


 

Ron raggiunse velocemente Hermione in Tribunale, dove da pochi minuti il Ministro aveva concluso un’udienza. Una nuova idea sembrava aver fatto largo tra i pensieri dell’Auror e non poteva più aspettare a condividerla anche con la sua consorte. Dal giorno di Natale, quando Lucius aveva fatto quell’infelice visita a Draco nella stanza del San Mungo, nessuno aveva più avuto notizie di quest’ultimo. Stavano cercando il fuggitivo e il suo complice ovunque. Hermione aveva dato chiare disposizioni di trovarli e di arrestare entrambi, senza fare alcuna distinzione nel trattamento. Si era chiaramente sentita tradita da colui che nelle ultime settimane le aveva mostrato un lato diverso di sé, forse migliore di quanto lei avrebbe potuto sperare. Aveva sacrificato parte del suo tempo per aiutare Draco e Astoria, togliendolo alla sua famiglia. Si era immedesimata in loro, aveva provato a capire il loro dolore e alla fine lui non aveva indugiato a tornare dalla parte del nemico, remando contro una famiglia che aveva riservato loro negli ultimi mesi soltanto accoglienza e supporto. Hermione si rifiutava di credere di aver affidato sua figlia ad un uomo così facilmente incline al male, non riusciva a pensare che tutta la sofferenza che stava provando per Astoria non provenisse da un cuore sincero. Ron la capiva più di quanto lei immaginasse, perché anche lui aveva iniziato a credere che fossero diventati parte di una stessa famiglia e, per quanto avesse avuto sempre delle riserve nei confronti di Draco, era pur sempre un parente acquisito e in quanto tale meritevole di fiducia, o perlomeno stava provando ad averne per Rose e i suoi nipotini. Hermione non gliene aveva voluto parlare in quei giorni, ma lui, benché poco abile a comprendere i sentimenti altrui, aveva chiaramente capito che la situazione la stesse tormentando. Sperò quella mattina di ravvivare in lei la speranza, anche se era consapevole del fatto che i metodi fossero alquanto discutibili. Fece irruzione dalla porta principale del Tribunale, ancora spalancata. Immaginò che l’Aula fosse ormai deserta e fosse rimasto solo il Ministro per occuparsi dei documenti di incarcerazione. Aveva visto il prigioniero scortato in manette fuori dal Ministero e poteva solo presupporre quanto non fosse un buon momento per sua moglie. Nonostante ormai da anni quello fosse per Hermione uno dei suoi tanti compiti, non era senza dubbio il più apprezzato da lei. Provò ad attirare discretamente la sua attenzione, salendo sul podio dove si trovava la postazione del Ministro e appoggiandosi con le braccia a quella scrivania, mentre lei in piedi concludeva le ultime faccende riguardanti quell’udienza. Era sicuramente riservato a pochi il privilegio di prendersi tutta quella confidenza con la massima carica del Mondo Magico londinese e lui era molto bravo a ricordarglielo. Gli concesse quell’atteggiamento solo perché erano soli, in caso contrario, se anche solo un membro del Wizengamot fosse stato presente, lo avrebbe sicuramente rimesso al suo posto.
 
“Hermione. Ti disturbo?”
 
Aveva notato, prima ancora che lui parlasse, l’ombra del marito sulle carte e aveva riconosciuto le sue mani. Era nervosa, Ron lo notò dal modo in cui firmava quei documenti, la sua calligrafia era tremolante e non era da lei perdere il controllo dei suoi nervi. Gli venne spontaneo posare una mano su quella della moglie nel tentativo di calmarla.
 
“Ehi, tesoro. Tutto bene?”
 
A quel tocco si bloccò e alzò finalmente lo sguardo su di lui. Gli fu grata per quelle premure, ma non lo mostrò, anzi l’intrusione del marito la infastidì. Non aveva comunque nessuna voglia di discutere con lui, aveva pensieri ben più opprimenti della presenza fuori luogo di Ron. Era concentrata su alcuni fogli e sulla difficoltà a concludere quelle pratiche, ma non abbastanza da non rendersi prontamente conto di ciò che avveniva intorno a lei, quindi lui la stava solo deconcentrando. Scostò freddamente la sua mano da quella del marito.
 
“Ronald, sono impegnata, se non te ne fossi accorto. Avevi bisogno di qualcosa? O forse hai qualche buona notizia? Dimmi di sì, ho appena dovuto condannare ad Azkaban un Mago Oscuro, ma, nonostante le innumerevoli prove a suo sfavore, come puoi ben immaginare, non è stato per nulla piacevole”
 
Quella di Hermione fu più una supplica che un reale rimprovero. Era chiaramente stufa di ricevere pessime notizie e sperava che almeno lui potesse migliorare il suo umore. Ron spese un minuto a cercare le parole, fissandola insistentemente senza fiatare. Non portava alcun lieto annuncio, solo un’idea che si rendeva conto non essere molto felice, ma era l’unica a cui fosse riuscito a pensare. Vide la donna scostarsi i capelli dietro l’orecchio, era stranamente sudata, la sua fronte era imperlata e, ora che ci pensava, anche la mano che aveva appena sfiorato la era. Hermione poté finalmente sbottonarsi quella pesante toga scura, che, nonostante fossero in inverno, le stava facendo venir meno il respiro. Notò la stizza con cui sua moglie lo fece, come se si sentisse soffocare da quella stoffa, che evidentemente sentiva premere sul suo petto e le emanava più calore del necessario. Ron si stava spaventando, possibile che quella sentenza l’avesse messa così tanto alla prova?
 
“Hermione, sei sicura di stare bene?”
 
“No. Per niente”
 
Si perse negli occhi nocciola puntati su di lui e si ritrovò solo a pensare alla triste eventualità che sua moglie potesse ritrovarsi un giorno al posto di Astoria. Probabilmente in quel caso lui sarebbe morto di crepacuore, anzi stava rischiando un principio di infarto alla sola reale possibilità. La vide spostare nuovamente lo sguardo su quei fogli e indugiare su quelle firme. Ron corrugò la fronte per la preoccupazione, gli stava chiaramente dando l’idea di essere prossima ad un mancamento e per un istante non si sentì più di aggravare il suo malessere comunicandole una pessima notizia.
 
“Tesoro, che ti prende?”
 
“Non riesco a mandarlo in carcere. E se avesse una famiglia proprio come te? Proprio come Draco? Se stessi privando una moglie di suo marito o un figlio di suo padre? Infondo stava solo trafficando merce illegale, non stava facendo del male a nessuno. E se lo stesse facendo per sfamare la sua famiglia?”
 
In parte Ron si sentì sollevato, quello di Hermione era chiaramente solo un malessere psicologico. Si era fatto troppo condizionare dalla malattia di Astoria e aveva temuto che ciò potesse succedere anche a lei. Prese un respiro rincuorato e provò a tranquillizzare anche i tormenti della moglie.
 
"Hermione, non è colpa tua se ha preso la strada sbagliata, ciò che trafficava era potenzialmente pericoloso nelle mani sbagliate. Poteva scegliere un lavoro più onesto per mantenere la sua famiglia, non credi? Nessuno lo ha obbligato a diventare un contrabbandiere, aveva una vasta scelta, esattamente come l’ho avuta io e non mi risulta che io sia diventato un criminale"
 
"Mi sento comunque uno schifo, Ron. Come potrei guardare in faccia quella famiglia e non sentirmi responsabile della sua distruzione, nonostante tutti gli errori di quell’uomo. Io non riesco a firmare questi documenti. Fallo tu, se hai il coraggio e sei così convinto che quella famiglia lo meriti. Ho sbagliato anche ad ordinare l’arresto di Draco, visto che conoscevo perfettamente le condizioni di Astoria. Non ho minimamente pensato alla loro famiglia, eppure dovrei saperne qualcosa, io per prima ho un marito, ho dei figli e Draco è il suocero di Rose"
 
Gli passò i fogli e la penna come se fossero un’arma di cui liberarsi il più velocemente possibile. Ron vi gettò solo una fugace occhiata e li ignorò per potersi riconcentrare su di lei.
 
"Ti stai facendo solo condizionare dalla situazione di Draco, in caso contrario non ti faresti tutte queste paranoie a sbattere ad Azkaban un delinquente. Perché sì, Hermione, mi dispiace dirtelo, ma per quanto lo neghi, l'uomo che hai appena fatto arrestare è un criminale che potrebbe fare del male a qualcuno e che Harry ha beccato con le mani nel sacco. Stai facendo solo il tuo dovere. Secondo il tuo ragionamento dovremmo lasciare a piede libero ogni Mago Oscuro e non è questo il nostro lavoro, il nostro compito è mantenere ordine e sicurezza. Se sei preoccupata per Draco, visto che è il nostro consuocero e gli vogliamo concedere ancora il beneficio del dubbio, non ti preoccupare, se mi sollevi dai miei impegni oggi, vado a cercarlo a Notturn Alley, così, a meno che lui non mi dia una nuova ragione per farlo, non lo arresto"
 
“Cosa vuoi fare??”
 
Sperò di aver capito male. La domanda non ammetteva alcuna replica, immaginò che lui cambiasse idea dopo il suo sguardo truce, invece ebbe la malsana idea di provare a convincerla. Non aveva capito nulla di quello che gli aveva detto, cosa gli faceva credere che avrebbe messo a rischio la sua vita pur di salvare Draco da Azkaban? Tra tutte non voleva nemmeno distruggere la propria famiglia.
 
“Aiuto i miei colleghi, che c’è di male? Più siamo nella ricerca di quei due e meglio è. Non credo nemmeno che tu abbia ordinato loro di perlustrare quei bassifondi. Hermione, si sta cacciando nei guai e nemmeno se ne rende conto. Probabilmente lui non sta più pensando che ha una moglie incinta che non sta bene, un figlio e dei nipoti. Draco sta davvero sfruttando male la possibilità di decidere come agire, proprio lui che sa quanto possa essere fondamentale una scelta sbagliata. Non è giusto e sai bene che non è ciò che ho insegnato ai miei figli, lui non sta dando un buon esempio a Scorpius”
 
“Tu non ci vai, te lo puoi anche scordare, le tue argomentazioni non sono sufficienti. Per quanto mi possa dispiacere per il cattivo esempio che Scorpius sta ricevendo, non è tuo compito immolarti per quel ragazzo. Sei suo suocero, non suo padre”
 
Era logico che non avrebbe approvato subito e lui aveva sbagliato a non pensare a quella possibilità. La reazione di Ron fu molto simile a quella di un bambino ed iniziò infastidito a sbuffare, irritato dalla irremovibilità della moglie.
 
“Magari questi delinquenti hanno una famiglia e mi risparmieranno per pietà, lo hai detto tu, di cosa dovremmo mai preoccuparci”
 
“Ron, non sei divertente!”
 
“Vedi il bene dove non c'è, Hermione, non posso non essere ironico. Cerchi di salvare chi si caccia nei guai con le sue stesse mani e con la consapevolezza di farlo. Per quanto riguarda Draco, se lo aiuto è solo per mia figlia e Astoria, quella donna non merita anche un marito ad Azkaban e voglio che Rose sia il più serena possibile, così non può di certo esserlo”
 
La moglie lo fissò perplessa, mentre avvalorava con un certo vigore le sue ragioni.
 
“Astoria? Da quando ti importa di lei?”
 
“Hermione, non fare la noiosa e … la gelosa? Sei davvero gelosa?? Mi stai prendendo in giro, vero?”
 
Il dettaglio non sfuggì affatto a Ron, per un istante la donna davanti a lui si era rattristata, ma stavolta quel malumore non riguardò l’udienza. Le accuse del marito però non le furono affatto gradite, anzi dalla concitazione che impiegò per smentirle alzò persino il tono della voce.
 
“Fammi la cortesia di non sparare cretinate! Certo che non sono gelosa, sarei una stupida ad essere gelosa di Astoria”
 
Si voltò verso la porta per paura di aver attirato inopportunamente l’attenzione di qualcuno. Perdere in quel modo la calma in quel luogo per affari che riguardavano la vita privata non era certo un comportamento che si addiceva al Ministro della Magia. Abbassò nuovamente lo sguardo sui fogli, ma stavolta lo fece per tentare di camuffare le emozioni, maledicendo il giorno in cui suo marito era diventato sufficientemente sensibile da coglierle.
 
“Mi era parso dalla tua espressione che lo fossi. Senza parlare della tua scenata di gelosia”
 
“Come, scusa? Scenata di … cosa??”
 
Lo spaventò lo scatto che Hermione fece, mentre posava nuovamente lo sguardo su di lui. Quando lo fissava così, non prometteva mai nulla di buono. Forse aveva usato le parole sbagliate, se lui non le avesse fatto notare la sua espressione e il suo silenzioso disaccordo, probabilmente non avrebbe detto nulla riguardo al fatto che Ron avesse imparato a voler bene a quella donna, quindi fare scenate non era evidentemente nelle intenzioni di sua moglie.
 
“M-mi accusi sempre di essere insensibile, ma come vedi non sono un mostro, ho un cuore anche io ed è solo affetto quello che provo per Astoria, per me è un’amica e niente di più, e resterà sempre tale con o senza Draco tra i piedi. Non ho alcuna voglia di rimanere al Ministero, mentre Lucius spinge suo figlio a fare qualche pazzia, mi lasci andare? Possibilmente senza Schiantarmi”
 
Si sentì una stupida per aver sentito una vampata di gelosia sul viso a quello stupido pensiero, Astoria si trovava nel letto di una stanza del San Mungo ed era incinta di suo marito, non c’era davvero spazio per pensare a stupide cotte o gelosie adolescenziali. Se Ron per primo non aveva provato gelosia e si era fidato di lei e del loro rapporto le innumerevoli volte che era stata accanto a Draco in quei difficili momenti, non vedeva per quale ragione non avrebbe dovuto farlo lei con Astoria in quello stato. La mente le giocava brutti scherzi in quei giorni, tanto da farle vedere la realtà in modo distorto. Non colse nemmeno il sorriso scherzoso e timoroso del marito, che tentò con qualche innocua battuta di stemperare la tensione che si era creata tra loro, a lei invece non ne sfuggì nemmeno un cenno sulle labbra.
 
“Io non ti accuso di … non ho mai messo in dubbio che avessi un cuore e capisco la tua preoccupazione per Astoria, è assolutamente comprensibile da parte tua. Quello che non capisco è perché abbia deciso tu di fare una pazzia, buttandoti da solo in quel marasma?!”
 
“Ah, ora è un marasma. Fino a pochi secondi fa era popolato da poveri padri di famiglia che imbrogliano solo per sfamare i loro cari. Hai escluso me ed Harry di proposito dalle ricerche, solo perché sei preoccupata per noi e in quel caso non ti viene proprio in mente che Notturn Alley possa essere frequentato da buone anime. Stai chiaramente abusando del tuo Ufficio per salvaguardarci, sei almeno consapevole di questo?”
 
“Fino a prova contraria, qui dentro comando ancora io, signor Weasley”
 
Per tutta risposta Ron si alzò da quella comoda posizione supportata dal lucidissimo legno di noce, intenzionato a trasgredire agli ordini di un suo superiore, il quale non si arrese a quell’insubordinazione. Anche lei aveva un privilegio nei suoi confronti, poteva scomodare minacce che con altri erano totalmente inutili.
 
"Ronald, se esci ora da quella porta, ricordati di non tornare a casa stasera … sempre se sopravvivi a Notturn Alley, ovvio"
 
Gli puntò contro persino il dito nel tentativo di intimidirlo, ma purtroppo per lei erano anni che le sue minacce sortivano poco effetto su di lui, si era giocata con suo marito ben presto la sua autorità, come moglie e Ministro, specie se lui doveva far valere la sua testardaggine e la sua totale spavalderia.
 
“Non mi risulta che a casa nostra comandi solo tu”
 
“Solo quando ragioni, dannazione! Ed ora non lo stai facendo, guai a te se fai un altro passo”
 
La stava totalmente ignorando e proseguiva indisturbato il suo tragitto verso l’esterno del Tribunale.
 
"Mi dispiace, Hermione, ma se approfitti del tuo ruolo per tenere me ed Harry lontani dai guai, ho il diritto di fartelo notare"
 
"Hai almeno capito che stasera non ti apro la porta? Trascorri pure la notte sulla sedia del tuo ufficio, non mi importa un accidente se sei scomodo"
 
"Non fa niente, vorrà dire che andrò dai miei. Lì per me la porta è sempre aperta"
 
"Ronald Weasley! Non osare fare un altro metro. Ti ordino immediatamente di continuare il tuo lavoro qui al Ministero e non accetto più discussioni. Sono il tuo capo e mi devi obbedienza, se vuoi che io ti tratti come gli altri"
 
Il tono autoritario del Ministro bloccò davvero i suoi passi e lo costrinse a voltarsi verso di lei per non continuare a rivolgerle le spalle.
 
"E che cosa hai intenzione di fare, licenziarmi?"
 
"Ti becchi una bella nota disciplinare, così vediamo se faccio ancora favoritismi solo perché sei il padre dei miei figli. Tu da solo non ci vai, il discorso è chiuso e non sarebbe nemmeno dovuto cominciare. Notturn Alley è un postaccio e non ordinerei mai ad un mio Auror di lanciarsi in una missione suicida, men che meno a mio marito. Possibile che tu sia così ottuso da non capirlo?!"
 
"Io ed Harry non siamo bambini da proteggere, sappiamo badare a noi stessi, per quanto ti sia difficile crederlo. Mia figlia è coinvolta e non puoi pretendere che lasci che altri pensino a lei”
 
“Sono già preoccupata per altre mille questioni, non darmi un nuovo pensiero … ho solo paura che ti capiti qualcosa e peggioriamo la situazione”
 
“Se capita qualcosa a Rose, Hermione, con un delinquente a piede libero e un altro che pensavano non lo fosse più, la responsabilità sarà solo tua!”
 
Poteva facilmente intuire che quella fosse rabbia repressa, infondo lei era stata la prima ad incentivare la parentela con i Malfoy.
 
“Ho già un mare di responsabilità su mia figlia, non mi stai dicendo nulla di nuovo. Avanti, Ron, dillo, non tenerti tutto dentro, mi sembra il momento migliore per dire chi sia il colpevole di tanta sofferenza”
 
“Dire che cosa? Che se tu non avessi spinto Rose a stare con Scorpius, a quest’ora non avremmo tutti questi problemi? Pensavo lo sapessi già, Hermione. Credevo sapessi che senza il tuo zampino nella loro relazione avrei già sbattuto Draco ad Azkaban giorni fa senza alcuna pietà e me ne sarebbe importato ben poco di Scorpius ed Astoria, proprio come non mi importa nulla del verme che hai arrestato oggi. Mi dispiace dirtelo, ma è solo colpa tua, a causa delle tue decisioni siamo stati coinvolti. Hai provato a leggere cosa c’era scritto sulla Gazzetta del Profeta stamattina? A me è bastato fermarmi alla prima pagina per farmi venir voglia di bruciare quella copia nel camino. Ci accusano di complicità, credono che abbiamo fatto evadere noi Lucius e che addirittura siamo corrotti, perché il fatto che tu abbia ordinato la loro cattura è solo un modo per depistare e per farli agire indisturbati. Ecco dove ha portato la fede che riponevi nella redenzione di Draco. Credevo che il nostro nome avrebbe macchiato la nobilissima Casata dei Malfoy, invece è l’esatto contrario, sto letteralmente buttando via la nostra buona reputazione per loro. Ma ricordati, lo faccio solo per Rose e per nessun altro. Se ho accettato questa relazione, è stato solo per non vederla piangere”
 
Non immaginava nemmeno il dolore che le stava causando, si dovette appoggiare alla scrivania per riscoprire un po’ della stabilità perduta a causa di quelle parole e della rabbia di suo marito contro di lei. Avere la certezza proprio da parte di Ron di essere la causa della sofferenza della loro famiglia le fece scendere una lacrima lunga la guancia. Troppi pensieri in quei giorni la stavano tormentando e quelle considerazioni dalla persona sbagliata furono la goccia che fece traboccare il vaso. Si asciugò velocemente il viso, non voleva mostrarsi debole nemmeno davanti a lui.
 
“Grazie, infatti lo so già, ma ricordarmelo adesso non mi aiuta. Per quanto riguarda la Gazzetta, oh, sì, Ron, l’ho letta eccome, ma sono liberi di pensare ciò che vogliono, prima o poi si stancheranno di divulgare falsità. E in quanto a te, vai, se ci tieni tanto a farti ammazzare! Mi risulta che sei adulto, se i miei metodi di proteggere nostra figlia non ti piacciono, trovane di migliori. Poi magari prenderai il mio posto anche in tutte le altre questioni che riguardano il Ministero, visto che ti ritieni molto più furbo di me e intanto che ci sei tutte le volte che Rose soffre o è insicura, non mandarla da me, ma vedi di sbrogliartela da solo, visto che sei un genitore modello che non sbaglia mai e sa sempre cosa è giusto per lei!”
 
Tentò di riconcentrarsi freddamente su quei documenti. Non voleva nemmeno vederlo uscire dal Tribunale e dopo il colpo basso che le aveva inferto non aveva più la forza di contrastare suo marito. Ron non se ne andò, anzi il silenzio della donna lo rese consapevole di aver esagerato. Si avvicinò nuovamente a lei e cercò di sfiorarle una mano nel tentativo di farsi perdonare. Non accettò le scuse di suo marito, anzi si scostò bruscamente da lui, senza nemmeno rivolgergli uno sguardo. Era mortificato, si era pentito di essersi rivolto a lei in quel modo e capì la sua reazione. Impiegò un tono pacato, tanto era talmente vicino che lei lo avrebbe comunque sentito, lui non aveva alcuna intenzione di aumentare la distanza tra loro.
 
“Hermione, ti supplico, dammi la possibilità di compiere i miei doveri di Auror per risbattere Lucius ad Azkaban e assicurarmi che stavolta non esca. E fammi fare il padre, il mio consuocero è nei guai e di conseguenza Rose è coinvolta. Desidero solo che la piccola Astoria e il piccolo Severus crescano serenamente, in una famiglia che li ami. Ora però te lo sto chiedendo da marito. Amore, lasciami andare. Mi dispiace per quello che ti ho detto, non avrei dovuto rivangare il passato, tanto non lo possiamo più cambiare. Perdonami, ferirti non è mai stato il mio obiettivo e della tua opinione mi sono sempre fidato”
 
“Almeno porta Harry con te”
 
“È troppo impegnato”
 
“Ron”
 
Gli aveva risposto senza alzare gli occhi su di lui, ma alla fine, quando vide di non riuscire a contrastare nuovamente l'ostinazione del marito, iniziò lei spaventata a supplicarlo di fermarsi. Non volle sentire ragione e imboccò la soglia con risolutezza.
 
“Ron, aspetta un attimo!”
 
Lo raggiunge velocemente sulla porta, posando per fermarlo la mano su quella del marito che ancora giaceva sullo stipite. Era finalmente riuscita ad attirare l'attenzione di Ron e riuscì persino ad incuriosirlo, quando si scostò i capelli dal collo per slacciare una catenina con qualche foto di famiglia che portava gelosamente nascosta sotto i vestiti. Gliela porse, convinta che lui la riconoscesse.
 
“Portala con te”
 
“Te l’ho regalata a Natale affinché la portassi tu, perché vuoi darla a me?”
 
“Perché spero che ti protegga. Non so se l'uomo che ho arrestato oggi abbia o meno una famiglia, non mi sono presa il disturbo di indagare sul suo passato prima di condannarlo, ma so che l'hai tu e che ti aspetta a casa. Non voglio che anche tu venga condannato e non voglio che condanni la tua famiglia a vivere senza di te”
 
Gli prese la mano senza che lui opponesse alcuna resistenza e gli posò la catenina sul palmo.
 
“Ti prego, sono disperata, tienila tu”
 
“Va bene, la porto, ma tu devi stare tranquilla. Sarò prudente. Parola di Auror”
 
“Preferirei che me lo promettesse mio marito, sarebbe meno spericolato”
 
“Amore, te lo prometto”
 
Le porse solo con un sorriso un leggero bacio sulle labbra, ma non prima di aver appurato che nessuno stesse passando e che nessuno li avrebbe visti.
 
“Aspettami, torno presto … e scusami per come mi sono comportato, non hai colpa di nulla, sei per i miei figli la mamma migliore che possa esistere”
 
Le accarezzò il viso con il pollice, dove quella lacrima aveva lasciato una scia salmastra. Si voltò e stavolta se ne andò senza alcun ripensamento. Stette ad osservarlo, mentre si allontanava da lei e riponeva il ciondolo nella tasca della sua divisa, proprio accanto al cuore. Mai in quel momento temette per la vita di Ron in vent’anni che lo vedeva partecipare alle missioni più rischiose.
 
∞∞∞
 
Scorpius vegliava sua madre al San Mungo e lo sconforto lo dominava. In quei giorni, in cui gli era totalmente oscuro cosa potesse mai essere passato per la mente di suo padre, l’unico modo che aveva per placare i tormenti dell’anima era stare accanto ad Astoria. La Villa con due neonati era troppo caotica e a causa del suo umore pessimo non sentiva di essere d’aiuto a sua moglie. Era letteralmente scappato di casa ed era corso tra le braccia della madre. Era talmente insostenibile ciò che stava vivendo la sua famiglia, che desiderava solo conforto da quella donna.
 
“Mamma”
 
Scorpius le accarezzava dolcemente la mano. Avrebbe tanto voluto ricevere un suo rincuorante abbraccio, lasciarsi dire che sarebbe andato tutto per il meglio, che suo padre sarebbe presto tornato e lei sarebbe guarita. Invece Astoria riposava da mesi ormai in quel letto di cui ormai aveva assunto in volto quel colore cereo. Lei era l’unica che sarebbe stata in grado di mostrargli il lato positivo, ma nello stato attuale nemmeno sua madre riusciva a riscoprire quella forza. A quel giovane non rimasero che le lacrime per sfogare tutta la sua frustrazione davanti all’impotenza di non sapere come migliorare le loro prospettive future. Pianse tanto da non riuscire più a tenere le palpebre alzate e percepì appena le improvvise e deboli carezze che Astoria gli lasciava sulla guancia con la mano libera dalla stretta del figlio.
 
“Amore mio, non piangere”
 
Strinse più forte la mano della madre e riaprì gli occhi inondati su di lei. Doveva averla svegliata con i sussulti del pianto e gli dispiacque, non voleva privarla di un po’ di riposo e della pace che soltanto il sonno era in grado di donarle dai pensieri costanti. La madre gli scompigliò il ciuffo biondo che copriva la fronte di Scorpius e lo accarezzò come se fosse ancora un bambino.
 
“M-mamma”
 
“Sono qui, tesoro mio. Non essere triste. Sono nati i gemellini, vero? Me lo ha detto papà, prima di sparire”
 
Sapeva che si sarebbe accorta presto dell’assenza di suo marito, ma se non riusciva a dare una spiegazione alla fuga di suo padre, come avrebbe potuto rispondere ai dubbi di sua madre. Cercò così di sviare l’argomento ed affrontare un tema più lieto.
 
“La bambina si chiama come te. La piccola Astoria ti somiglia tanto, è bionda, ma ha i tuoi stessi occhi e … è una Legilimens, o almeno credo. Mi è parso che, sfiorandole la manina, riuscisse a percepire ciò che provavo. Dici che potrebbe essere in grado di leggere la mente altrui?”
 
“Mi avete onorata, dandole il mio nome. Mi piacerebbe tanto conoscere i miei nipotini, da come ne parli devono essere meravigliosi. Non so se tua figlia sia una Legilimens, ciò che so però è che ha unito due famiglie così diverse e non avrei mai creduto un giorno che l’amore di due ragazzi avrebbe avuto il potere di compiere questo miracolo. No, anzi, mi sono sbagliata, noi e i Weasley non siamo affatto differenti, nel dolore troviamo facilmente un punto in comune. Scorpius …”
 
Tentò di alzarsi, voleva sedersi per poter guardare meglio suo figlio negli occhi, ma da sola non riusciva, le venivano inesorabilmente a mancare le forze. Si commosse per l’amorevole gesto nei suoi confronti. Avrebbe tanto voluto vedere quei bambini, prima di … prima … la sua mente non riusciva nemmeno a pensare all’eventualità della sua morte, ma non per lei, no, solo per il dolore che avrebbe causato ai suoi cari. Scorpius le alzò prontamente il cuscino per aiutarla. Non percepì subito le delicate mani di suo figlio che la sollevavano per le spalle e la facevano riaccomodare sul cuscino. Lo guardava, mentre con dolcezza compiva quelle azioni e si rese conto davvero solo in quel momento di quanto fosse cresciuto, ma soprattutto quanto fosse diventato giudizioso, sicuramente l’esperienza precoce della paternità e del matrimonio avevano velocizzato la sua maturazione.
 
“Grazie, tesoro. Come sta il tuo fratellino? Ogni tanto mi sembra di sentirlo scalciare, ma non ne sono sicura, qui dentro perdo la cognizione del tempo. Tuo padre deve sempre ricordarmi che giorno è. A proposito, lui dov’è? Strano che da giorni non sia qui al mio risveglio, gli dico da settimane ormai che deve riposare, ma non vuole darmi retta. Ricordagli che così rischia di ammalarsi anche lui e non è la decisione migliore”
 
“È-è alla Villa per riposarsi, per una volta ti ha ascoltata”
 
Astoria sorrise a quella notizia. Le mentì, non le parve il caso di dirle la verità e lei non aveva la forza di capire quella menzogna oppure era talmente grande il desiderio di vedere sul volto del marito un po’ di riposo che non badò molto se il figlio fosse sincero.
 
“Se ha ceduto significa che tuo padre sta invecchiando, non può dormire sempre su una sedia accanto al mio letto … ma è giusto così, è appena diventato nonno, è bene che si goda una nuova fase della sua vita. Dopotutto io non me ne vado di certo senza salutarlo. È contento per la nascita dei nipotini? Io non riesco a farlo sorridere, nemmeno quando gli chiedo di loro”
 
“È preoccupato per te, mamma, ma è felice per loro. Il bambino che aspetti sta bene, sei però ancora lontana dal parto”
 
Il ragazzo fece uno sforzo per non scoppiare nuovamente in lacrime. In una manciata di secondi sua madre aveva accennato alla sua morte e a suo padre, che non sapeva nemmeno come stesse a quell’ora. Il pensiero che potesse succedere qualcosa anche lui lo faceva tremare, infondo era chissà dove con un delinquente che solo di sangue poteva per lui definirsi nonno. Tolse le mani dalle lenzuola, non voleva nel modo assoluto che sua madre cogliesse l’agitazione che si era impossessata di lui manifestandosi con il tremore delle sue mani. La notizia non rasserenò Astoria, più il tempo passava e più il suo nascituro rischiava di condividere il suo stesso destino, avrebbe tanto voluto sentirsi dire che presto sarebbe nato, in quel caso avrebbe accettato un po’ più serenamente la sua sorte.
 
“Scorpius, mi devi promettere che lo farete nascere. Qualsiasi cosa capiti, lui non ha alcuna colpa, ma anzi deve essere la forza per affrontare la mia morte. Infondo una parte di me sarà con voi. Desidero tanto che lui nasca, anche se non lo vedrò, ditegli che gli ho voluto molto bene e che la sua presenza mi ha aiutato a superare nel migliore dei modi questi mesi. Ti prego, tesoro, concedetemi quest’ultimo desiderio”
 
Vide il primogenito titubante, dava l’idea di volersene andare, non riusciva a sostenere quelle parole. Forse era lei a chiedere troppo a quel ragazzo. Cercò di rimediare, di certo non voleva infliggergli più dolore di quanto non ne provasse già. Riprese la mano del figlio supplicandolo silenziosamente. Interpretò probabilmente male il tremolio che si era impossessato di Scorpius, lo attribuì a quell’ultima richiesta.
 
“Mi sai dire almeno se è un maschio o una femmina?”
 
“M-mi pare di aver capito che è un maschio, ma devi parlarne con papà, non con me. Per favore, non darmi questa responsabilità, sono sicuro che papà saprà prendere la decisione migliore”
 
Sviava lo sguardo della madre per non farle quella promessa, non riusciva, lo stava domandando alla persona sbagliata. Come poteva un giovane appena sedicenne prendere una decisione simile, senza contare quanto la sparizione di suo padre lo stesse mettendo alla prova. Non era decisamente nelle condizioni migliori per fare una scelta razionale tra la vita di sua madre e quella di un fratello che non aveva nemmeno ancora conosciuto. Forse era egoista, ma lui avrebbe voluto impedirle di sacrificarsi per quel bambino, desiderava solo che lei non lo abbandonasse precocemente.
 
“Ma io lo sto chiedendo a mio figlio. Proteggi il tuo fratellino, Scorpius, ti chiedo solo questo. So che lo farai ugualmente e sarai un ottimo fratello maggiore”
 
“Voglio che tu stia bene, mamma … nient’altro”
 
Astoria venne distratta dalla comparsa di Rose sulla porta e preferì per il momento accantonare l’argomento, non voleva continuare a mettere a dura prova le emozioni di Scorpius. Sorrise alla nuora e la invitò ad avvicinarsi. La ragazza si pentì quasi subito dell’intrusione, quando percepì nell’aria un’atmosfera pesante. Capì subito dall’espressione del suo giovanissimo consorte che la questione che stavano trattando poco prima del suo arrivo non era per nulla facile.
 
“Scusate, non volevo disturbarvi. Posso aspettare fuori”
 
“Entra, Rose”
 
Astoria la incentivò e non appena la ragazza fu in prossimità del letto, posò una mano sulla spalla di Scorpius accarezzandolo. Gradì quella vicinanza e glielo comunicò sfiorandole il dorso, soprattutto per il fatto che lei fosse a conoscenza di tutti i suoi tormenti. Rose si sedette accanto alla suocera, ma Scorpius non riusciva ancora a capire cosa ci facesse sua moglie al San Mungo. La ragazza non impiegò molto tempo prima di capire quale silenziosa domanda le stesse per porre.
 
“Tranquillo, i bambini sono con i miei nonni e sono venuta con la Metropolvere, esattamente come hai fatto tu”
 
“D’accordo, allora se va tutto bene, vi lascio sole”
 
Diede un bacio sulla guancia alla madre. Astoria avrebbe tanto voluto che restasse ancora un po’, ma aveva una famiglia a cui pensare, non era giusto che rimanesse costantemente al suo capezzale.
 
“Ciao, mamma, riposati e non preoccuparti di altro”
 
“Ciao, tesoro mio. Dai un bacio ai piccoli”
 
Rivolse, nel voltarsi verso la porta della stanza, un mezzo sorriso a Rose, prima di uscire. La ragazza seguì con lo sguardo i suoi passi e notò la tristezza del marito. Sperò che non le avesse parlato di Draco, avevano tutti preferito che Astoria non sapesse, nelle sue condizioni una notizia del genere non avrebbe potuto giovarle. Ricercò la forza in un sorriso, sperando di infondere nella suocera un po’ di conforto.
 
“Come si sente?”
 
“Non malissimo, cara, grazie. Come se la sta cavando mio figlio con quei bambini? È molto giovane, devi avere pazienza”
 
“Non ho alcun bisogno di avere pazienza, è già un bravissimo papà”
 
Quella notizia le donò una grande gioia e le diede la sensazione di sentirsi davvero un po’ meglio.
 
“E poi Draco continua a dirmi di non essere un bravo padre, Scorpius può aver imparato solo da lui. Stai accanto a tuo marito, Rose, mi raccomando, è sconfortato”
 
La vedeva chiaramente in quei mesi peggiorare e vide persino l’allegro sorriso di quella donna spegnersi all’improvviso.
 
“Lei deve solo pensare a guarire e a tornare a casa, la stiamo tutti aspettando a braccia aperte. Sa, è riuscita a toccare il cuore persino di mio padre, lui non è molto ferrato con i sentimenti, mamma si arrabbia spesso per questo motivo”
 
Riuscì a strapparle finalmente un grazioso sorriso, che fece emergere l’abituale solarità di Astoria.
 
“Già, tuo padre. Mi farebbe proprio comodo in questo momento farmi due risate con lui, sono sicura che saprebbe come tirarmi su di morale”
 
“Allora gli dico di passare uno di questi giorni, quando non è troppo incasinato al Ministero e non deve cercare insieme allo zio Harry Luc …”
 
Si bloccò appena in tempo, si morse la lingua e si maledisse per non essere riuscita a darsi un freno in tempo, prima di insospettire la suocera.
 
“Chi devono cercare tuo padre e tuo zio?”
 
“N-nessuno”
 
“Rose, cosa mi state nascondendo? Sono malata e incinta, ma non ancora rimbambita, perché Scorpius non mi ha detto tutta la verità su mio marito?”
 
“Non posso rivelare gli affari del Ministero … mi dispiace, caccerei nei guai mio padre e mia madre”
 
“Neanche se riguardano Draco?”
 
Rose indugiò, non sapeva come uscire dal guaio in cui si era cacciata. Le venne ovviamente in mente ogni possibile conseguenza che la notizia potesse avere sulla salute di quella donna.
 
“Astoria … la prego”
 
“Dimmi solo se gli è successo qualcosa di grave. Ho il diritto di sapere come sta mio marito. Rose, se succedesse qualcosa di simile a Scorpius, tu non vorresti saperlo?”
 
“Non sappiamo dove sia, è scomparso insieme …”
 
“Insieme a chi?”
 
Tentò di sollevarsi da quel cuscino. Dava davvero l’idea di voler correre in suo soccorso.
 
“Lucius … Lucius Malfoy. È evaso da Azkaban e da quel momento sono scomparsi entrambi”
 
L’aveva totalmente spiazzata. Fissava la nuora, ma nei suoi occhi passò tutto tranne l’immagine della ragazza.




Continua ...
 
 
Ciao ragazzi!
 
Direi che Ron ed Hermione se ne sono dette a sufficienza ed anche il cuore della povera Astoria ha dovuto subire un duro colpo … ho decisamente preferito non caricare troppo il capitolo e fermarmi qui, per dare anche il giusto spazio ad ogni scena senza rischiare di scrivere un capitolo infinito. Spero di non avervi rattristato troppo <3
 
Vi invito a passare sul profilo di Chiara_05, "Un assortimento strano, ma meraviglioso di colori" è una One-shot che trasmette un messaggio a mio parere molto bello e significativo 😊
 
Stavolta sul ritardo mi sono superata, se mi odiate non vi biasimo … perdonatemi <3 Il prossimo capitolo è già nella mia mente, lo pubblico il prima possibile 😊
 
Baci
-Vale
   
 
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