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Autore: DumbledoreFan    21/07/2009    4 recensioni
“Un momento…se non ho cugini, questo vuol dire che io…” mi fermai un attimo, e fissai intensamente gli occhi smeraldini di Potter. “Che io sono l’ultima discendente diretta della famiglia Black…” continuai in un soffio. Il ragazzo annuì con il capo. Tornai a osservare il cerchiatto bruciacchiato dove doveva esserci la figura di mio padre. Sotto il suo nome c’era una targhetta vuota, e subito dopo una linea con un cerchietto e un’altra targhetta vuota, con l’eventuale posto per altre. Ci passai le dita sopra. Lì avrei dovuto esserci io. “Non credi che sia venuto il momento di aggiungere un nome lì?” mi fece inaspettatamente il moro.
La dinastia Black è conclusa perchè i due fratelli sono entrambi morti. Ma ne siamo proprio così sicuri?? Leggete e scoprirete che qualcuno aveva un segreto di cui nemmeno lui era a conoscenza...
Genere: Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Oh mio Dio! E' passato un anno e quattro mesi dal mio ultimo aggiornamento, eppure eccomi qui, di nuovo, perchè tipo in questi giorni sto riprendendo a scrivere tutte le FF che avevo in sospeso, e non solo. Visto che ci sono avverto subito i miei vecchi fan, (se sempre ci sono xD) che ho ricominciato a scrivere anche "Il Piccolo Principe". Insomma, in questi giorni ne vedrete davvero delle belle!! Intanto godetevi questo capitoletto dell'Ultima Discendente dei Black! Enjoy the chapter!

Decidemmo di incamminarci prima che scattasse il coprifuoco, così che fosse più facile aggirarci per i corridoi. Blaise, durante la cena, mi aveva spiegato di alcuni passaggi segreti che c’erano nella scuola, che li erano utili per sgattaiolare fino ad Hogsmeade senza fare troppa strada e senza essere scoperti. Mi spiegò anche come agivano.
“Di solito ci dividiamo e lasciamo un palo a controllare, prima a Hogsmeade e poi a Hogwarts…” illustrò Blaise.
“E se viene beccato?” chiesi confusa. Lui fece un sorrisino e sfilò dalla tasca un orologio tondo, da taschino. Me lo mostrò, io lo presi e lo squadrai senza capire.
“Questo è un orologio un po’ speciale…serve per metterci in contatto tra di noi. Ne abbiamo uno per ognuno. Guarda, il vedi questi bottoncini sul lato?” mi disse girando l’orlogio su un fianco. Io notai i quattro piccoli pulasantini circolari con sopra una lettera.
“Li abbiamo fatti mettere noi. Di solito questi funziano solo fra due, a noi ci serviva che si collegassero fra di loro. Così abbiamo fatto mettere questi bottoncini, ognuno corrisponde all’orologio di tutti gli altri. A seconda di con chi voglio parlare, schiaccio il pulsante corrispondente, il quadrante sparisce, ci appare colui che ha l’orologio et voilà il palo che viene beccato avverte gli altri, o comunque possiamo tenerci in contatto se succede qualcosa” concluse compiaciuto. Io lo ero quanto lui.
“E’ geniale…” commentai.
“Modestamente è stata una mia idea…” sorrise Bla.
“C’avrei scommesso” ribattei con sarcasmo. Lui si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò.
“Mi sa che dovremmo recuperarne uno anche per te” il suo respiro mi s’infranse sulla pelle e sentii il suo dolce odore, simile alla vaniglia, stuzzicarmi le narici. Io lo guardai con aria dubbiosa.
“Dici? Non è una cosa…tra di voi?”
Lui si allontanò un po’ da me e mi osservò inclinando la testa.
“Beh sì, ma se cominci a scorrazzare con noi ne avrei bisogno…” rispose con ovvietà. Io distolsi lo sguardo e arricciai la bocca, pensando. C’era qualcosa che non tornava. Qualcosa di molto più profondo di una semplice “amicizia” fra quei cinque. E forse in tutto questo stava la chiave del “tenere d’occhio Draco Malfoy”. Quest’ultimo, arrivò proprio in quel momento e si sedette accanto a Blaise.
“Che confabulate voi due soli soletti?” chiese sarcastico. Io roteai gli occhi.
“Organiziamo una fuga d’amore…vuoi unirti?” ribattei con altrettanto sarcasmo. Blaise m’ignorò e rispose al biondo.
“Gli stavo spiegando come agiamo di solito…”
Draco annuì e guardò il suo orologio da polso.
“Tra un po’ cominciamo a muoverci…” sancì distrattamente, buttando indietro la schiena.
“Siria, tu rimarrai sempre con noi, così ti facciamo vedere un po’…” mi disse Blaise con tono tranquillo.
“Pensavo che mi avreste lasciato a fare il palo…sono una pivella…” feci notare io. Il moro annuì con il capo.
“Proprio per quello vieni con noi…il palo è uno dei ruoli più importanti che c’è, da cui dipende la salvezza di tutti…di solito ci alterniamo…questa volta lo farà Theo” mi spiegò.
“Io odio fare il palo” commentò Draco.
“Ti perdi tutto il divertimento, e non puoi sbagliare…non sono così affidabile…”
“Meno male che te lo dici da solo, Dra…” replicò Blaise.
“Sì va beh tanto se non me lo dico io me lo dite voi, Serpi che non siete altro…” ribattè il biondino.
“Senti da che pulpito vien la predica, dal Principe delle Serpi…” continuò Bla ridacchiando.
“In effetti…” m’intromisi io alzando gli occhi al cielo.
“Ehi non vale due contro uno!” brontolò Draco contrariato.
“Siccome noi Serpeverde siamo l’onestà fatta persona…” feci io beffarda. Rannicchiai le gambe e appoggiai la testa allo schienale del divano, socchiudendo gli occhi. Blaise si appoggiò a me, facendo scivolare il braccio sotto la mia schiena e cincendomi i fianchi. Stavo per scansarlo quando incrociai lo sguardo tagliente di Draco. Così lo lasciai fare, in fondo non mi dava più molto fastidio. Dopo un po’ di silenzio, arrivarono gli altri tre e io mi staccai dal moro.
“Penso che possiamo andare…sennò facciamo troppo tardi e scatta il coprifuoco” fece Daphne. Ci alzammo in piedi ma non andammo.
“Avete preso tutto?” chiese la bionda con aria dubbiosa. Tutti annuirono all’unisono, meno che me, che me ne stavo in disparte con le braccia conserte ad osservare.
“Il palo lo faccio io” disse Theodore.
“Vi coprirò a Hogsmeade per un po’, poi me ne torno qui a Hogwarts a controllare. Tenete gli orologi a portata di mano, come sempre”
“Ci divideremo in due, io e Draco andremo a recuperare l’alcohol, Daphne e Pansy tutto il resto. Siria viene con noi” continuò Blaise.
“Ci ritroviamo davanti a Mielandia, chi arriva per primo avverte gli altri, e il palo” fece Pansy lasciando trasparire una certa ovvietà.
“Muoviamoci…” dichiarò Draco con fermezza, e tutti ci avviammo fuori dalla Sala Comune. Salimmo i piani della scuola tranquillamente, c’erano ancora un po’ di studenti in giro, che ci osservavano con una certa soggezione, forse perché ci muovevamo tutti insieme. Arrivammo al passaggio della Strega Orba, quello di cui mi aveva parlato Blaise prima. Mi aveva spiegato che portava direttamente alle cantine del negozio di dolci più grande di Hogsmeade, e che l’aveva costruito Tosca Tassorosso per andare a prendersi i dolciumi. Si usciva dal negozio ed eravamo in centro alla cittadina. Lo imboccammo velocemente. Il passaggio ero piccolo e buio, così ognuno dovette accendere la bacchetta e procedemmo in fila. Io rimasi in fondo e Draco mi si affiancò.
“Che ha in più di me?” mi domandò piano, seriamente dubbioso. Io lo guardai male.
“Chi?” chiesi interrogativa.
“Blaise…con me fai tante storie e a lui invece lo lasci fare tranquillamente…” spiegò irritato. Io ghignai.
“Mi sta simpatico…” risposi divertita. Lui mi guardò in cagnesco.
“Ah se è per quello…” commentò non curante.
“Che c’è, sei geloso?” lo stuzzicai. Lui mi lanciò uno sguardo fulminante.
“Ovviamente no…era solo un fatto di orgoglio”
“Certo certo…” lo schernii io. Draco continuò a squadrarmi male.
“E’ solo che con lui fai tutta la carina, e con me non cedi…e non riesco a capire come tu possa preferire lui a me. E’ ridicolo”
Il biondino aveva un tono indignato. Forse era vero, non era geloso. Io scossi le spalle e sogghignai.
“E’ solo un fatto di orgoglio” ripetei le sue parole con sarcasmo. Lui tramutò il suo sguardo da omicida a interrogativo. Non disse nulla.
“E poi scusa, ora che ci ripenso, ti credi tanto irresistibile?? Credi di essere l’unico? Potrei tranquillamente preferire Blaise per un milione e mezzo di ragioni!” ribattei indispettita. Lui mi lanciò uno sguardo di sufficienza.
“Certo che mi credo irresistibile…”
“Io ti resisto”
“Per ora…”
Ci guardammo fissi negli occhi, in silenzio, poi Draco continuò.
“Sentiamo, perché preferiresti lui a me?”
“Perché è più gentile, più affabile, più amabile, meno isterico, meno insopportabile, meno insistente, meno irritante, meno assillante, meno egocentrico, meno scontroso e potrei continuare fino a domani mattina…”
Non ebbi la reazione che mi aspettavo. Non ribattè con sarcasmo pungente o con qualche battuta sgradevole. Si mise a ridere. Leggero, aveva una risata cristallina. Era la prima volta che lo sentivo ridere, ridere davvero.
“Siria, hai esattamente elencato le ragioni per le quali, alla fine, tu preferisci me a lui…”
Il mio sguardo si assottigliò, diventando affilato e tagliente. Mi voltai senza rispondere, e indispettita mi allontanai appena. Lui continuò a ridere.
Arrivammo alla fine del passaggio poco dopo, e c’intrufolammo di soppiatto nelle cantine del negozio. Theodore salì piano le scale e controllò che non ci fosse nessuno, poi ci fece salire. Non ero mai stata in quella bottega. Era stracolma di ogni tipo di dolciume esistente, alcuni dei quali non avevo mai visto. Cioccolata, zucchero, caramelle di ogni specie e di ogni forma. Tutti gli scaffali e i mobili erano dipinti di colori pastello incredibilmente…dolci! Il pavimento azzurro, gli scaffali rosa, il soffitto giallino. Era da diabete.
Blaise si avvicinò alla porta del negozio sfoderando la bacchetta e pronunciò con sicurezza l’alhomora. La serratura non si mosse.
“Ah Bla sei un incapace…” sbottò Draco spostando il moro che era rimasto interdetto dinnanzi al suo fallimento. Il biondino ripetè l’incantesimo ma nuovamente non accadde niente.
“Ah ah!!” lo schernì Blaise con tono cansonatorio. Lo sguardo assassino di Draco non tardò ad arrivare.
“Siete sicuri di aver fatto bene l’incantesimo?” fece Pansy diffidente.
“Certo che siamo sicuri, è un incantesimo che s’impara al primo anno, santo Salazar!” proruppe il Principe delle Serpi, indignato ed irritato. Riprovò ma la porta non si aprì. E improvvisamente, proprio in quel momento, mi venne in mente. Lì, sul mobile della vecchia casa dei Black, il volantino sulle nuove norme di sicurezza da mettere in atto per proteggersi dai Mangiamorte.
“Ma certo!” esclamai a quel punto facendomi avanti. Scansai Draco e tirai fuori la bacchetta.
“Voi evidentemente non avete letto il volantino sulle nuove norme di sicurezza…” commentai mentre mi posizionavo davanti alla maniglia. Ovvio che non l’avevano letto. Da chi dovevano proteggersi? Dai loro genitori?? Ci vivevano con i Mangiamorte...
Mossi la bacchetta con un movimento deciso, sussurrando l’incantesimo, e la serratura si spezzò, mentre la porta cigolava verso l’esterno.
“Potevi sfondare la porta, tanto che c’eri…” disse acido Draco, palesemente infastidito dal fatto che io fossi riuscita dove lui aveva sbagliato. Io gli feci una smorfia.
“Preferivi tornare al castello e fartela tutta a piedi?? T’avrebbe fatto bene…” ribattei a tono.
“Va beh, Theo mentre noi andiamo tu rimetti a posto qui, ok??” cercò di calmare la situazione Blaise. Theodore annuì. Nel mentre io e il biondino ci scambiammo uno sguardo astioso. Era incredibile come lo si potesse guardare un secondo prima adorante e un secondo dopo omicida. Bla, con una mano sulla mia spalla, m’incitò ad uscire silenziosamente. L’aria era fredda, c’era una leggere foschia per le strade del villaggio magico, scuro e misterioso. Mi feci guidare dal moro mentre la combriccola si divideva. Noi prendemmo una stradina sulla destra con cautela, stringendoci nei mantelli neri, con circospezione. Ad un certo punto i due si fermarono davanti ad una porticina di legno. Entrammo lentamente senza fare il minimo rumore. Sembrava il retro di uno squallido negozio. I due spostarono qualche cassa e qualche tappetto, scoprendo una botola. Blaise si chinò a terra e l’aprì, posando il coperchio lì accanto, per poi pulirsi le mani. Infine, con un gesto cortese della mano m’invitò ad entrare dentro. Guardai appena quello che c’era sotto, ma non riuscii a scorgere molto, così mi sedetti per terra e con le gambe entrai nella botola, spingendomi giù con le braccia. Un piccolo salto e atterrai. Mi spostai per permettere a Draco di scendere a sua volta. Tirò fuori la bacchetta e fece luce, cominciando a cercare in giro. La stanza a quanto vedevo era piena di bottiglie, casse, botti e roba del genere. Mi porse la bacchetta per tenergliela mentre lui cominciava a prendere bottiglie su bottiglie e a passarle a Blaise che era rimasto sopra. Quando evidentemente erano abbastanza, si strusciò le mani al mantello e riprese la sua bacchetta, spengendo la luce.
“Siria, vieni qui sotto la botola. Ti faccio risalire” fece il biondo. Io mi avvicinai a lui, lanciando uno sguardo in altro verso la mora Serpe. Draco allora si abbassò un po’, mi cinse le gambe ai ginocchi, e mi tirò su senza il minimo sforzo. Blaise mi afferrò e mi fece sedere sul bordo della botola. Mi alzai e mi rassettai i vestiti. Intanto Draco era saltato, si era aggrappato e con le braccia e l’aiuto di Blaise si era tirato su. Quest’ultimo prese dal mantello una specie di sacco scuro e lo aprì, cominciando ad infilarci dentro tutte le bottiglie che avevano preso. Doveva essere un sacco con il fondo magico, perché sembrava non riempirsi mai. Lo aiutai a sistemare il tutto, poi quando finimmo, chiuse il laccio e fece cenno di andare. Ci avviammo dunque fuori, richiudendo la porta senza farci notare. Arrivati davanti Mielandia avvertimmo immediatamente Theo e gli altri. Cercando di passare inosservati aspettammo le ragazze che arrivarono una decina di minuti più tardi, anche loro avevano in mano un sacco identico al nostro.
“Ce l’abbiamo fatta…abbiamo dovuto aspettare che due maghi mezzi ubriachi ci lasciassero via libera…” disse Daphne a bassa voce mentre rientravamo nel negozio, assicurandoci che nessuno ci stesse guardando. Chiusi la porta e aggiustai la serratura con qualche colpo di bacchetta, poi rimisi l’incantesimo com’era. Nel cubicolo per tornare a scuola, Blaise mi si affiancò e mi chiese.
“Allora, com’è stata la tua prima missione?”
Io ghignai.
“Intrigante, devo ammettere…” risposi compiaciuta, ed effettivamente era vero: la circospezione, la segretezza, l’intrufolarsi nei negozi, tutti gli oggetti magici che servivano…era fantastico! Sentii Draco alle mie spalle sporgersi leggermente verso di me e sussurrare:
“E pensa che questo è solo l’inizio…”

Che posso dire, grazie a tutti quelli che recensiscono, hanno recensito e seguano la mia storia, spero che alcuni di quelli appassionati non si siano dimenticati di me e di Siria. Non ci sono scuse, ma io chiedo il vostro perdono. E spero di riacquistare la vostra passione per questa storia!! Voi forse non vi ricordate di noi...ma io e Siria ci ricordiamo bennissimo di voi e non abbiamo mai smesso di volervi bene per le bellissime recensioni che ci avete lasciato! Fatemi sapere quello che ne pensate di questo capitolo, e rendereste una ragazza che ha appena riscoperto il piacere della scrittura, la più felice del mondo!
Perciò RECENSITE!

Grazie infinite!!

That's all folks!

Ps: Se vi piacciono le Draco/Hermione vi consiglio di andare a leggere la mia storia "Obligation, Judgment or Truth?". Non ve ne pentirete!
   
 
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