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Autore: queenjane    07/04/2019    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Come era doveroso, da bambina, assistevo alle lunghe liturgie obbligatorie, mi confessavo  e prendevo la comunione. In verità, per me, era solo apparenza. Dio poteva essere sorridente, lontano e remoto nelle icone, mai si era palesato nelle lunghe notti in cui pregavo che facesse terminare il tormento, il dolore,  i movimenti sofferti di mia madre Ella, che fosse l’ultima volta che prendevo uno schiaffo o una spinta o che mi trattasse male. Sobrio od ubriaco, il principe Raulov era un tormento, una penitenza. Infine ero diventata una iattura con piena convinzione e coscienza. Se chi deve amarti sostiene che sei una nullità o ti armi di arroganza o soccombi, io ero diventata  egocentrica come pochi, decisa a sfuggire alla mia capricciosa infelicità.
Da un lato avevo tutto, dall’altro nulla. Materialmente parlando ero una privilegiata, chi lo sapeva più di me, moralmente .. chi non era picchiato, angariato  e schernito era un re al mio confronto.
Quando sono diventata grande? Forse avevo dieci anni, portavo le gonne corte, per difendere mia madre da quelle mani.. e vi erano lunghi intervalli, di quiete,  le apparenze erano mantenute, ah.. Che situazione.  Il passare tanto, molto tempo  (troppo per i gusti della zarina Alessandra), con la famiglia imperiale mi salvò l’anima e l’umore. E tanto, anche quando sorridevo, avevo un fondo di malinconia che non mi abbandonava mai.
Una ragazzina, che cresceva con le figlie dello zar. A volte, percepivo che Alix non sopportava mia madre (diciamo che ben pochi erano quelli che accettava), e cercava di mettermi da parte, tranne che lo zar si imponeva, voleva che quella frequentazione continuasse. E, dato inopinato, non recedeva da quella posizione, lui che di solito accontentava la zarina in tutto, anche troppo dicevano i più nei minimi come nei massimi sistemi.
In un dato senso, chi meglio di me poteva capire Alexei? Pur variando le vicende, eravamo due lottatori, due testoni, lui combatteva la malattia, io l’oscurità.
The best thing.  A more chance to live, to stay.
L’ostinazione di divider le figlie a coppie, Big Pair & Little Pair, era una caratteristica della zarina Alessandra, voleva che condividessero la frugalità, la modestia, abiti, giocattoli e piccolo abitudini. E tanto la preferenza di Olga, ricambiata con zelo, andava a Catherine, si intendevano con una sola occhiata.
Cat, figlia di Ella Rostov-Railov, prediletta dama  della zarina Marie, lo zar Nicola ne era stato  il  padrino di battesimo, tutti se  la portavano in palmo di mano.
Catherine dagli occhi e i capelli scuri, riflessi di onice nelle iridi, di rame nelle ciocche raccolte,  perfetta, innocente, con un dolce sorriso “Sono bambine, non le trascinare nelle cose degli adulti” l’aveva ammonita una volta sua sorella Elisabetta, la vedova di Sergio, zio dello zar, non le trasportare nelle in perse battaglie, sei solo destinata alla sconfitta, in questo caso.
Alix non sopportava sua suocera e chi la circondava, gli screzi fin dai primi mesi di nozze  diventati leggendari, nessuna delle due cedeva e, nella sostanza, era Alix la perdente.
Alix più di ogni altra cosa al mondo  adorava Nicola, lo avrebbe voluto rinchiudere nel suo piccolo mondo, nelle stanze private, ma non erano una comune coppia borghese, quanto i sovrani di Russia, gli unti del Signore, con precisi doveri, non si potevano sempre nascondere dietro i cancelli del palazzo di Alessandro.
La collera come un veleno..
Cosa dobbiamo fare? Chi cerchiamo?
È solo una bambina, pensava Alessandra, quando Alessio era tra le braccia di Catherine sorrideva, smettendo all’istante di piangere, se capitava, era felice di stare con lei e .. l’emofilia, la condanna, gliela aveva passata lei sua madre, lo aveva atteso per anni ed era .. fragile. Solo per colpa sua. Come poteva negargli quella gioia?
Puro e  semplice amore..
Negli anni sostanza e forma sarebbero proseguite, l’amore di Catherine sarebbe stato un balsamo per lo zarevic.
Anche se lei era giovane, viziata, lo amava e lo trattava come un bambino normale, nonostante i limiti, quello che Alexei voleva, in fondo..
Allora si sentiva un vero RE.
Come poteva separarli?
 

E le voleva bene, ad Olga, come venne appurato in quel mese di marzo 1906, pensò Tanik, accendendo una candela, pregando per Catherine e per il suo fratellino, che .
Era stato un grande caos, a stento ci aveva capito qualcosa, tranne che vi era stato un incidente, il suo cavallo l’aveva disarcionata, per degli spari, nelle vicinanze e lei non aveva mantenuto il controllo.
A cavalcare era un portento, una piccola amazzone e tanto..
“Ha sbattuto la testa su un tronco.. trauma cranico .. delirava..”
“ E voleva la granduchessa…Olga Nicolaevna..”
Signore, non ce la portare via, come la nostra cuginetta Ella d’Assia, la figlia dello zio Ernie, il fratello di Mamma, morta di febbre tifoide nel 1903.. Si muore di febbre, per una caduta, allora io e Olga pensavamo che te la saresti tenuta, Ella, per un poco, e ce la avresti ridata a Natale e così non era..  Quando si muore, non si torna indietro. Per quanto le tue cugine siano le figlie dello zar di Russia, signore di un sesto delle terre emerse, un autocrate, un dolcissimo Papà. Non sono stati tanto bravi a spiegarci cosa sia la morte.
E se la caverà, quella testa di legno, Tata, anche se faceva impressione, era immobile, con le bende sul viso.. Quando sono passata per salutarla, una pausa, tra l’assistenza delle infermiere, sua madre, il medico, ha sbarrato gli occhi..ha detto, TU?, come se fossi un fantasma.. E sai, la sua stanza è piena di libri, e foto, ve ne sono di lei, Cat, con me e te, e Marie e Anastasia.. E con Alessio, di quando aveva quattro mesi, che lo tiene in braccio.. E quadri, di fiori, quaderni e penne, sai scrive le sue storie e . .Se la caverà, e ho avuto tanta paura.. che mi lasciasse. Ti voglio bene, Tata, come ne voglio a lei, le parole sono importanti, siamo amiche, io e Cat, io e te sorelle, e lo dico tanto poco.. 
   
 
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