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Autore: Holly Snowflakes    11/04/2019    0 recensioni
Christoph è un uomo come tanti, con una vita semplice e tranquilla che vorrebbe a tutti i costi cambiare. A qualunque costo. Ma bisogna stare attenti a ciò che si desidera. Soprattutto quando nel mondo ordinario che tutti conosciamo si nasconde la magia. Sarà davvero disposto Christoph a rinunciare al vecchio se stesso per ottenere ciò che vuole? Viaggiando tra i suoi ricordi e il suo presente lo scopriremo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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|RICORDI|...
A partire dal quel momento, era cominciata la vita dei suoi sogni, quella perfetta in cui non occorre il sudore della fronte per ottenere risultati, piena di viaggi, casinò e notti brave. Non gli occorrevano più i suoi vecchi e insulsi amici, né corteggiare una donna, quando poteva averne di meravigliose per qualche misero spicciolo. Si sentiva l’uomo più potente del mondo, otteneva tutto ciò che voleva solo ordinando, che si trattasse di un flûte di champagne, una villa al mare, un favore politico per elevarsi ancora di più. Non gli interessava nulla che non riguardasse se stesso. Qualcuno aveva persino osato chiedergli un prestito, ora che era ricco, ma lui gli aveva riso in faccia e non perché non potesse permettersi un piccolo prestito, ma perché gli piaceva la sensazione di essere un gradino più in alto di tutti e non gli importava se parte di quei soldi glieli aveva chiesti Jordan, colui che un tempo era il suo migliore amico; a quanto pareva aveva adottato la scusa che servissero per le  cure della sua bimba, ma lui non si era fatto fregare, sapeva benissimo che la piccola Marisòl era sempre stata sana come un pesce, per questo gli aveva detto di vergognarsi e di andarsene via. Questo senza non provare una certa soddisfazione. Prima di venire in possesso del pacco, era stato male proprio perché Jordan, con cui era cresciuto e che sentiva come un fratello, si era allontanato da lui senza un vero motivo, prendendo le distanze e tirandolo improvvisamente fuori dalla sua famiglia, famiglia che per Christoph era sempre stata un po’ come fosse anche sua. Ora finalmente aveva pareggiato i conti.

Per quanto riguardava la carta con l’asso di spade, aveva provato più volte a disfarsene, anche dandogli fuoco, ma quella gli ricompariva sempre in tasca, perfetta e intatta, così aveva smesso di preoccuparsene; in fondo doveva ammettere che era merito di quel pezzetto di cartoncino plastificato se adesso aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato.
 
*
 
|PRESENTE|
La valle dei Narcisi era molto più ampia e sconfinata di quanto non sembrasse dal cocuzzolo del bosco. Dappertutto erano disseminati i fiori diafani da cui prendeva il nome, i quali emanavano un profumo dolciastro e stordente. Christoph vagava senza meta. Doveva assolutamente ritrovare la sua anima, ma non sapeva dove cercare né come riconoscerla tra tante. Hisaèl gli aveva solo detto di recarsi nel luogo dove si rifugiano le anime, di ritrovare a qualsiasi costo la sua e di portare la carta con sé. Ricordava ancora il giorno in cui, disperato, si era precipitato da lei.
 
*
 
|Ricordi|
Era passato diverso tempo dall’incontro con l’uomo in nero e Christoph si trovava in una cittadina sperduta del Marocco. Era nervoso e seccato, ormai anche viaggiare lo annoiava mortalmente. Poter avere e fare qualunque cosa, significava anche non trovare più entusiasmo in nulla e lui iniziava a rendersene conto. Vagando per le stradine più anguste notò un’insegna in lingua straniera e l’immagine sbiadita delle carte, quel genere che si usa per la chiromanzia. Affascinato, entrò.

Il luogo era afoso e la penombra che vi regnava lo costrinse a strizzare gli occhi dopo la luminosità del giorno.
«Prego, siedi qui davanti a me.»
Christoph si era voltato in direzione della voce, che proveniva da un angolo della stanza.
Seduta dietro una vecchia scrivania c’era una donna stupenda, sicuramente di origine berbere, a giudicare dalla sua pelle diafana, le guance rosa, i grandi occhi neri e i lunghi e folti capelli. «Il mio nome è Damer» gli aveva detto in un sussurro.
Lui aveva scostato i vari veli d’organza che scendevano dal soffitto fino a raggiungere la sedia di fronte alla bella chiromante.
«So che viaggi molto, straniero, ma nei tuoi occhi vedo che questo non ti rende felice.»
«Sono molte le cose che non mi rendono più felice, ormai» aveva risposto lui in uno slancio di sincerità.
La donna aveva cominciato a girare lentamente le carte di un mazzo posato sulla scrivania. «La torre. Questo significa che hai alle spalle un passato di sacrifici. È così?»
L’uomo aveva annuito. Non aveva chiesto di farsi fare le carte, ma immaginava che essendo entrato la donna lo avesse dato per scontato, perciò tanto valeva lasciarla fare.
Damer aveva continuato, sollevando una seconda carta. «Il seme. Hai forse avuto un profondo cambiamento?» aveva chiesto gentile.
«Radicale, direi» aveva risposto lui.
La donna lo aveva guardato interessata, poi aveva sollevato una terza carta. «La pioggia gialla.»
Per un po’ era rimasto in silenzio, prima di chiedere: «Cosa significa?»
Lei non aveva risposto e aveva sollevato un’altra carta dal mazzo. «Il fiore bianco.»
Di nuovo non sembrava intenzionata a proferire spiegazione, e allora Christopher aveva iniziato a innervosirsi. «Vuoi i tuoi soldi? Allora dimmi chiaramente cosa significano le carte che sta scoprendo!» aveva detto duramente. La donna aveva sospirato. «La pioggia gialla indica povertà d’animo, il fiore bianco il pentimento. Insieme non sono mai un buon segno. Quando una persona è povera d’animo, difficilmente riesce a pentirsi degli errori che commette, e quando questo succede, la persona in questione deve affrontare un lungo cammino di redenzione, nient’affatto semplice.»
Christoph era rimasto interdetto, concentrato ad assimilare quelle strane spie-gazioni anche se nella sua testa alcuni pezzi, incoscientemente, avevano iniziato ad andare al proprio posto.
La donna aveva sollevato la carta seguente ed era impallidita. Prima di svelarla aveva sentenziato: «Se la persona da redimere sei tu, allora temo che il tuo futuro sarà segnato da sacrifici molto più consistenti e fondamentali di quelli fatti in passato» e così dicendo aveva voltato l’ultima carta. Impresso nel rettangolino diafano spiccava la figura di una spada con la lama scintillante e l’elsa abbellita da filamenti azzurri e blu: l’asso di spade.
   
 
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