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Autore: queenjane    12/04/2019    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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1908
Tra le cose a cui più ero affezionata, vi era un piumino color ciliegia, sotto cui leggevo, in inverno, davanti a me correva la vista sui tetti della capitale. Mi rilassavo, sognando il futuro, una incerta trama che mi apriva davanti. Ero cresciuta, stavo crescendo e la bambina che ero stata stava andando via, scivolando come un’ombra sui vetri.
Il vuoto, lucido e preciso come uno specchio.
Una parte riempita dal fratellino che era nato nel settembre 1907.
Mia madre Ella lo  aveva chiamato Alexander, come mio zio, come il defunto zar,  pareva ringiovanita di dieci anni, era felice e appagata di quel nuovo figlio.
Si era ripresa rapidamente dalla gravidanza, tornando snella come un giunco in poche settimane, la sua attenzione e cura costante erano per Sasha.
Il figlio dei suoi trentasei anni, dagli occhi scurissimi, le  ciocche castano chiaro, quando aveva avuto me era giovane e forse più  immatura, ora si godeva quella maternità in modo consapevole, esatto, lo adorava, era il compimento delle sue speranze, dei suoi sogni.
E lui era talmente precoce e irrequieto che nessuna carezza, tata o bon bon lo calmava, finché non era con nostra madre non la finiva di strillare, in braccio a lei, presto iniziò a riconoscerla con sorrisi di estasi, robusto e instancabile camminava già a undici mesi e a quindici erompeva in un “MAMMA” trionfale.
Era un  grande amore a due,così totale e possessivo da escludere ogni altra persona.
Mia nonna materna, enfin, ne era stata contenta, ci aveva messo sedici anni ma ci era riuscita, senza mettere al mondo una caterva di femmine come la giovane zarina, impresa più che ragguardevole
Olga era una femmina, secondo la gentile definizione di cui sopra, tranne che aveva la grinta di un giovane cavaliere ed il temperamento riflessivo di un eremita.
Quando mi veniva a trovare alla tenuta dei Raulov in Crimea, gli onnipotenti cosacchi allentavano la sorveglianza e la scorta e proponevo una cavalcata.
Sfuggivamo ridendo alle raccomandazioni, poi ci scambiavamo di cavalcatura.
Montava allora su uno strepitoso purosangue, chiamato Tintagel, come il leggendario castello di re Artù, che dava l’idea di cavalcare il vento.
Lo incitava e spariva, una freccia tesa e precisa. “..non hai idea di come riesca a sentirmi libera.. almeno per un poco”, io che arrancavo sul placido castrato e ben glielo concedevo, lo scambio, in fondo io avevo Tintagel a perenne disposizione.
Era la figlia dello zar, suo padre possedeva immense ricchezze e titoli, pareva destinata a un grande avvenire tranne che, alle volte, mi veniva da pensare che fossi più libera io, la nostra amicizia era una oasi eccezionale, che le granduchesse non frequentavano quasi nessuno e si divertivano tra loro, Alessandra riteneva corrotta e lasciva la corte e isolava la sua famiglia.

Era un dato di fatto che la salute precaria dello zarevic avesse calamitato su di lui l’attenzione dei genitori, che trascuravano le figlie. Tatiana diventava silenziosa, Marie preferiva stare con la cugina Irina, Anastasia moltiplicava i dispetti e studiava sempre meno .
Olga invece si chiudeva nei libri e cavalcava il vento.
Trovando sempre il sistema di battermi a carte, dama e scacchi, le veniva naturale, a prescindere dal mio impegno.
Era fumo e ombra, luce e perfezione, la mia amata sorella.
Olga era una femmina, secondo la gentile definizione di cui sopra, tranne che aveva la grinta di un giovane cavaliere ed il temperamento riflessivo di un eremita.


Comunque, lei, Olga,  mi riteneva superlativa a cavallo ed era vero, e si fidava di me, anche nelle più trovate più estemporanee. “Prova” era dubbiosa, reticente, voleva tentarla.
“A te viene facile.. “usavo una sella da uomo, in genere, dopo che una portentosa caduta nel 1906 mi aveva mandato quasi al Creatore, in quella guisa riuscivo a gestire la cavalcatura. “Prova, Olga, se lo gestisco io.. mi inizio a preoccupare per questo povero cavallo, manco sa cosa lo aspetta”
“Cretina” e salì in arcione in un lampo, come se non avesse mai fatto altro al mondo.
Ah.. e lo aveva già spinto al piccolo trotto, e poi diceva di me. Ce la fai, non avere timore e togliamoci questa soddisfazione.. 
Tintagel si mosse, leggiadro, dall’erba schiacciata saliva il dolce, intenso profumo dei ranuncoli color oro, due perfetti campioni. Aspettai sotto l’albero, se ci avessero beccato povere noi, io ero un maschio mancato, Olga una ribelle .. eravamo io e lei nella tenuta dei miei genitori in Crimea, lontane da fratelli, sorelle e fratelli, guardie, oppressioni..
“Non ne dubitavo affatto” le braccia incrociate, sorrisi, pochi minuti ed era di ritorno, le guance accese da una sfumatura di rosa, il completo da amazzone color verde cedro avvolto intorno alla sua figura sottile.. almeno a quei tempi, il pericolo di attentati era meno latente e .. una granduchessa poco contava, in termini di successione, quando era lontana dall’età fertile.. eventuali bersagli erano lo zar o suo figlio, non una “inutile femmina” e la sorveglianza si allentava.. e se lei batteva una testata erano c..i miei ..
 
“…and teach me wrong from right, and I'll show you what I can be."
 
Una luminosa parentesi che coglievano.
Dorata come l'estate, vicino a noi il rombo del mare, fumavamo una sigaretta di nascosto, ridendo, monelle, come bambine. 
   
 
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