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Autore: titania76    16/04/2019    1 recensioni
Questa è una raccolta eterogenea di mini-racconti scritti per le gare settimanali #fantastiche10 e #scrivilotu indette dal gruppo fb Letture Sale&Pepe. Racconti nei quali devono comparire dieci parole assegnate ogni settimana o usare una frase specifica come prompt fisso. Poche ore a disposizione per consegnarli.
Pubblicati prima su facebook, ora approdano anche qui su EFP.
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Working woman or not?




“Laura è una donna di grande successo, esce dal grattacielo che ospita gli uffici della Elcom a testa alta per i risultati raggiunti, ma dentro di lei qualcosa si spezza.”



*****


(parole: 691)

Quando Laura uscì dall'ingresso principale del grattacielo, con il portinaio in livrea che le spalancava la grande porta di vetro temperato al suo passaggio neanche fosse stata una regina, l'aria piena di smog della città le sfiorò il viso come la più premurosa delle carezze. Sentiva ancora la mano indolenzita e le dita – all'altezza degli anelli – le facevano male per quanto gli anziani del consiglio di amministrazione gliel'avessero stretta e si erano profusi in congratulazioni con lei.
Si era sudata ogni stramaledetta promozione che aveva avuto nella sua carriera lavorativa. Per più di dieci anni aveva fatto da vice a un incompetente che si era preso il merito di ogni suo progetto, ma questa volta...
Questa volta se l'era presa lei il centro della scena. Quando si era alzata nella sala riunioni e aveva sbugiardato il suo capo, uomo, si era sentita come Melanie Griffith in “Una donna in carriera”. Del resto, quel film era stato una sorta di guida per lei, un esempio di come si poteva emergere in un mondo di uomini, infiltrandosi nei momenti più importanti della sua vita.
La Elcom era una società importante, una delle poche in Italia che poteva essere associata alle multinazionali d'oltreoceano, con una concreta possibilità di carriera anche per le donne. Quando era stata assunta, aveva iniziato a fantasticare su come sarebbe stata la sua vita, ma la realtà l'aveva riportata presto con i piedi per terra: le lotte, gli intrighi, il cinismo, i colpi bassi che si vedevano nei film, erano all'ordine del giorno anche in quegli stanzoni illuminati a giorno. Persino l'aver trovato marito lì dentro, come la classica segretaria cenerentola, magari un po' goffa e bruttina, che fa innamorare di sé il suo capo... E per un po' era stato così. Diamine se si era sentita dentro un film! E la sua vita aveva viaggiato a gonfie vele.
Poi però, ecco il rovescio della medaglia: il marito si era trovato una nuova segretaria e, come nel peggiore dei cliché, aveva iniziato una relazione. Aveva voluto il divorzio e, non contento, aveva fatto in modo che lei venisse trasferita in un altro reparto e assegnata a un altro capo. E da lì era iniziata la lenta discesa nel suo purgatorio personale, con quell'imbecille che parlava sempre di “strada a due corsie”, di quanto non volesse un rapporto fra capo e subordinato, ma piuttosto un rapporto alla pari. Insomma, la versione mascolina di Sigourney Weaver. Si era chiesta se non fosse stato un segno del destino.
In quei dieci anni passati a parare il culo al suo capo, a correggere i suoi errori, a farsi fregare i progetti, lei aveva lavorato più di sessanta ore settimanali, rinunciando a una famiglia sua, perché nel lavoro aveva cercato riscatto e soddisfazione. E, quando aveva saputo che il suo ex si era risposato e aveva avuto due figli, si era buttata a capofitto ancora di più nel lavoro.
Camminava impettita per la strada principale, con i tacchi a spillo coordinati al tailleur dal taglio maschile e la ventiquattrore stretta nella mano destra, nella quale teneva il promemoria dei suoi nuovi incarichi e i benefit le spettavano.
Camminava con lo sguardo dritto davanti a sé, per raggiungere il parcheggio sotterraneo e la sua nuova auto di lusso.
Camminava con passo sicuro, accompagnata dalla sua figura riflessa sulle vetrine dei negozi; la figura di una donna ancora nel fiore degli anni ma che si sentiva già una vecchia.
Camminava... eppure, più si allontanava dal grattacielo della Elcom e meno si sentiva la manager rampante che aveva sempre sognato di essere. A ogni passo, che andava rallentando gradualmente, riaffiorava la donna sola che era in realtà. La maschera che indossava in ufficio ogni giorno si sgretolava come un trucco disfatto dopo una notte di bagordi.
Cos'era lei al di fuori di quegli uffici? Cosa aveva costruito oltre il lavoro?
Si arrestò all'altezza della fermata dell'autobus, con l'impellente bisogno di sedersi sulla panchina. Sentiva che di lì a poco le sue gambe avrebbero ceduto. Non ci aveva mai pensato. Nella sua vita non aveva considerato altro che il lavoro e ora... ora non aveva che quello.



   
 
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