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Autore: ArrowVI    16/04/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 5-8: Quiete prima della Tempesta

 


Non appena Michael cadde al suolo privo di sensi, i suoi compagni rimasero in silenzio a fissare il suo corpo immobile con espressioni disorientate e preoccupate.

"Cosa è appena successo?!"
Si domandò Vermilion, non riuscendo ancora a capacitarsi del fatto che qualcosa fosse andato storto: dopotutto, aveva seguito per filo e per segno le parole che quell'uomo le disse anni prima.
In quell'istante posò il suo sguardo su quel ragazzo, realizzando quanto effettivamente fosse grande il cratere che si trovava sotto di lui.

Non riuscì a credere a quella scena: fu la prima volta che vide così tanta energia esplodere tutta insieme, causando danni così massicci.
Incredula ripensò a come, semplicemente colpendo il terreno, quel ragazzo fosse riuscito a fare dei danni così pesanti in un terreno che era stato creato appositamente per resistere agli allenamenti delle Quattro Galassie.


Seryu, nel mentre, cadde nel terreno come un sacco di patate, in ginocchio, fissando il corpo immobile di Michael con uno sguardo terrorizzato e rabbrividendo.
Aveva già sentito quell'energia, ma stavolta fu completamente diversa da quella che Michael emanò durante lo scontro con Asteroth.

Seryu cominciò a respirare affannosamente, mentre l'espressione sorridente di Azael riaffiorò nella sua mente.
Era sicuro di essere riuscito a lasciarselo alle spalle, ma capì ben presto che stesse semplicemente mentendo a se stesso.


<< Seryu, che ti prende? >>
Domandò Vermilion al ragazzo, notando la sua reazione.
Il ragazzo sollevò lentamente lo sguardo verso di lei, pallido in volto, tremando, senza smettere di respirare affannosamente.
Non le rispose.

Prima che la ragazza potesse chiedergli qualunque cosa, notò con la coda dell'occhio che la porta di quella stanza fosse spalancata e che due figure li stessero osservando in silenzio, dalla distanza.
Li conosceva entrambi, perfettamente.

Una di quelle due figure portò una mano alla sua cinta, sguainando una lunga katana e muovendosi verso di loro con un passo pesante e minaccioso.
Il suo sguardo era cupo e digrignava i denti.

<< Andromeda, cosa vorresti fare?! >>
Esclamò la ragazza, rivolgendosi a lui.

<< Metto fine a questa farsa in questo istante! >>
Ringhiò l'uomo dai lunghi capelli azzurri, muovendosi minacciosamente verso il corpo immobile di Michael, attirando anche l'attenzione degli altri due ragazzi.

Andromeda si bloccò di scatto non appena Vermilion si mise tra lui e il suo bersaglio, fissandola con uno sguardo misto tra confusione e rabbia.
Alle spalle della ragazza apparve di nuovo quel suo spirito, mentre quelle fiamme rosso sangue ripresero a danzare freneticamente intorno a lei.

<< Mi è stato chiesto di aiutare quel ragazzo e se credi ti permetterò di mettere anche solo un dito su di lui, ti sbagli di grosso. >>
Disse la ragazza, con un tono minaccioso.

Ad Andromeda quelle parole non piacquero: ringhiò dalla rabbia, puntando la sua spada verso la sua compagna.

<< Non hai la minima idea di cosa stai proteggendo! >>
Esclamò.

<< Hai sentito cosa ha detto anche quel ragazzino, vero?! >>
Aggiunse subito dopo.
Vermilion posò il suo sguardo su Seryu, il quale era ancora visibilmente scosso da ciò che era accaduto pochi istanti prima.

<< E anche se l'avessi fatto? >>
Gli rispose subito dopo, voltandosi di nuovo verso Andromeda.

<< Quel ragazzino è un pericolo, è il figlio di Azael! E preferisco morire piuttosto che permettere a qualcuno come lui di tornare! >>
Ringhiò Andromeda, mentre abbassò la sua lama verso il terreno, preparandosi a scattare in direzione della sua compagna.

Il suo sguardo era furioso, e Vermilion sapeva non fosse in grado di calmarlo con le semplici parole.
Tra lui e Azael, dopotutto, scorreva brutto sangue: Andromeda non avrebbe accettato così facilmente il suo figlio.


Fortunatamente fu quella seconda figura a intromettersi prima che le cose potessero sfociare in uno scontro.

<< Basta così, Andromeda. >>
Disse una voce femminile.

Sorpreso da quelle parole, l'uomo si voltò rapidamente verso la sua collega, fissandola con uno sguardo confuso.

<< Ma, Sarah- ... >>
Le disse, venendo interrotto prima che potesse finire quella frase.

<< Andromeda. Ho detto basta. >>
Ripeté la donna, mostrandogli uno sguardo innervosito.

Il soldato abbassò lo sguardo, digrignando i denti, per poi rinfoderare lentamente la sua arma.
Vermilion seguì a ruota, facendo un sospiro di sollievo, mentre il suo spirito scomparve nel nulla alle sue spalle.



Sarah Ravier. Primogenita della casata dei Ravier, trentasei anni, seconda in comando a suo padre, al quale subentrerà quando quest'ultimo non sarà più in grado di svolgere il suo compito. 
Spesso e volentieri fredda e diretta, Sarah non si fa problemi a usare le maniere forti quando i suoi sottoposti non seguono gli ordini e detesta ripetersi.

Conosciuta con il soprannome di "Regina di Ghiaccio", Sarah è una dei maghi più abili in tutta Avalon, specializzata nella manipolazione del ghiaccio.
Nonostante sia Ehra a possedere il titolo di "maga più abile", secondo alcune voci in uno scontro uno contro uno tra le due sarebbe lei a uscirne vincitrice, poiché Ehra necessita di tempo per caricare i suoi incantesimi, mentre Sarah non solo non necessita di preparazioni ma è anche più abile nel corpo a corpo e con la spada.
Secondo altre voci, invece, sarebbe perfino riuscita a sconfiggere Andromeda in un duello.

Capelli medio-lunghi, bianchi come la neve e occhi celesti, freddi come il ghiaccio. E' raro vederla con una espressione che non sia seria, ma le poche persone che hanno avuto il privilegio di vederla sorridere hanno detto di esserne rimasti ammaliati.
Sarah Ravier è solita rimanere a fianco di suo padre, assistendolo in quasi tutte le faccende militari. 

Indossa spesso una divisa militare nera con rifiniture argentate sopra una camicia bianca e una cravatta azzurra.
Legata alla sua cinta vi era uno stocco argentato, molto lungo e fine, dal quale non si separava mai, decorato con una rosa bianca sull'elsa.
Sarah è conosciuta, infatti, anche come "La Magnifica Duellante", famosa specialmente per la sua astuzia e abilità nella scherma, alla quale si dedicò fin da tenera età.

Sarah decise di seguire le orme del padre per riuscire a guadagnarsi il suo affetto, ma fallì ben presto nel suo tentativo.
Suo padre, infatti, non mostrò mai alcun genere d'interesse verso di lei, ripetendo più volte quanto fosse "deluso dal fatto che il suo primogenito non fosse un maschio".

Nel disperato tentativo di recuperare la fiducia del padre, Sarah decise quindi di intrapendere la carriera militare per dimostrargli che non fosse debole e inutile come lui pensava, riuscendo in parte nel suo intento.
Vedendo non solo le sue grandi doti magiche, ma anche le sue magnifiche abilità da leader e nella spada, Xernes Ravier decise di portarla insieme a se nella capitale, indicandola addirittura come suo successore.

Nonostante Sarah fosse riuscita ad avvicinarsi al padre, lui continuò a mostrarle un comportamento freddo e distaccato, indifferentemente da quanti successi e vittorie conquistasse.
Ben presto capì fosse impossibile per lei riuscire a raggiungere il rapporto padre-figlia a cui ambiva fin da piccola, ma nonostante tutto rimase al suo fianco: in fin dei conti, se lui avesse riconosciuto i suoi successi e le sue abilità, a lei sarebbe bastato.



<< Grazie, Sarah. >>
Ringraziò Vermilion, sorridendole.

La donna dai capelli bianchi si mosse lentamente nella sua direzione, portando entrambe le mani dietro la sua schiena.

<< Non ringraziarmi, Vermilion: non era assolutamente mia intenzione farti alcun favore. >>
Le rispose, mostrandole quel suo classico sguardo freddo.

<< Semplicemente non credo sia necessario eliminarlo, al momento. >>
La donna fissò per un istante il corpo immobile nel terreno di Michael, senza proferire parola.

<< Porta il ragazzo all'infermeria, Andromeda. >>
Ordinò al soldato, subito dopo.

Andromeda si voltò verso di lei con una espressione confusa e infastidita stampata in volto, ringhiando.
Prima che potesse dire nulla, Sarah posò in una frazione di secondo quel suo sguardo freddo su di lui.

Andromeda evitò quel suo sguardo, impallidendo di colpo.

<< Non mi piace ripetermi, Andromeda. >>
Sussurrò la donna.
In quel preciso istante la temperatura all'interno di quella stanza calò a picco: diventò talmente bassa che fu possibile vedere il respiro dei presenti, che cominciarono improvvisamente tutti a tremare dal freddo.

<< Esegui gli ordini. Sono stata chiara? >>
Aggiunse subito dopo.

<< Cristallina. >>
Rispose il soldato, evitando il suo sguardo.
Tremando dal freddo, Andromeda si mosse verso Michael, sollevando il suo corpo dal terreno e trasportandolo rapidamente all'esterno della stanza, uscendo ben presto dal campo visivo dei presenti.

In quell'istante, la temperatura all'interno della stanza tornò improvvisamente alla normalità.


Sarah si voltò verso i nuovi arrivati, i quali la fissarono in silenzio e con sguardi terrorizzati.

<< Credo sappiate già chi io sia. >>
Disse loro.

<< Quindi non ci sarà alcuna necessità di fare introduzioni. >>
Aggiunse.


< Quella... >
Pensò Seryu, incredulo, fissando intensamente la donna davanti a se.

< ...E' davvero la sorella di Xane? Sono completamente differenti... Emana un Ki incredibile... >
Era la prima volta che la incontrò. Gli unici membri della famiglia Ravier che incrociò in passato furono Xane, anni prima, di sfuggita, e suo padre Xernes.
Per Jessica, invece, quello non fu per niente un nuovo incontro.

<< Se non vi dispiace... >>
Disse Sarah dopo qualche secondo di silenzio.

<< ... Ci piacerebbe farvi qualche domanda. >>
Aggiunse subito dopo.

<< Riguardo a cosa? >>
Le domandò Seryu.

<< Riguardo tutto. >>
Fu la risposta della donna.
Non appena disse quelle parole diede rapidamente le spalle al gruppo, facendo loro cenno con una mano di seguirla.


Quando raggiunsero l'ufficio di Xernes, lo trovarono in compagnia di Andromeda, il quale sembrò ancora infastidito da ciò che era accaduto poc'anzi.
Era una grossa stanza decorata da svariati stendardi militari su cui era incisa l'immagine della casata dei Ravier, una Rosa bianca con un gambo argentato su uno sfondo a forma di scudo nero.
Vi erano due grosse librerie colme di libri, e una scrivania davanti a una porta finestra che dava su un balcone, da cui entrava la luce del sole.
Il pavimento era in legno rossastro, le mura in mattoni in pietra mentre il soffitto era in marmo liscio, simile a una scacchiera.

Vi erano, inoltre, parecchi quadri e dipinti appesi sui muri, raffiguranti vecchi membri della famiglia dei Ravier.
Vermilion, in uno di essi, riconobbe il suo vecchio maestro.


Xernes notò ben presto il trio, quindi fece loro cenno con una mano di entrare all'interno della stanza.
Non appena i tre varcarono la porta, chiudendola poi alle loro spalle, l'uomo, senza proferire parola, fece loro cenno di sedersi sulle sedie che aveva fatto preparare in precedenza davanti alla sua scrivania.

Sarah rimase in silenzio a guardare il trio sedersi davanti a suo padre da un angolo della stanza, con uno sguardo serio ed entrambe le mani dietro la schiena.


Xernes rimase a fissare i tre ragazzi in silenzio con uno sguardo incuriosito, reggendosi il mento con una mano e picchiettando sulla scrivania con una penna.
Al bordo della scrivania in legno vi era un bastone con il quale Xernes era solito spostarsi.

<< Ci conosciamo già, non serve essere così tesi. >>
Disse ai due ragazzi davanti a se, notando che non si sentissero a loro agio.

<< Ho un paio di domande che vorrei farvi: non vi ruberò molto tempo, ve lo assicuro. >>
Aggiunse subito dopo, posando il suo sguardo su Vermilion.

<< Cosa è accaduto poco fa, esattamente? >>
Le domandò.

<< Sono stata contattata da Ehra, la quale mi ha chiesto di aiutare quel ragazzo, e così ho fatto. >>
Rispose la ragazza, senza esitare neanche per un istante.

<< Non è quello ciò che ho chiesto. >>
Quelle parole colsero Vermilion alla sprovvista.

<< Voglio sapere cosa è successo poco fa, Vermilion. >>
Ripeté.

<< Quel... Ragazzo ha apparentemente perso il controllo per qualche secondo. Ma non è stato a causa del rituale, quello è andato a buon fine. >>
La risposta di Vermilion non andò a genio a Xernes, il quale continuò a fissarla in silenzio senza muovere neanche un muscolo con una espressione infastidita in volto.

<< Parleremo di questo in un secondo momento, Vermilion, quando quel ragazzo si sarà ripreso. >>
Le disse, mostrandole uno sguardo cupo.

<< Per ora ti basterà sapere questo. >>
Aggiunse subito dopo, posando poi il suo sguardo su Seryu.



<< Sono stato informato da Andromeda del fatto che tu abbia detto qualcosa d'interessante riguardo quel mezzo-demone, Seryu Alcher. Ti dispiacerebbe ripetermi quelle parole? >>
Domandò subito dopo al ragazzo.

<< Ho... >>
Borbottò Seryu, evitando lo sguardo dell'uomo, stringendo i pugni con forza intorno alle sue ginocchia.

<< ... Ho sentito l'energia di Azael, provenire da Michael. >>
Disse, dopo qualche secondo di silenzio.

Non appena Seryu disse quelle parole, Xernes smise di picchiettare sulla sua scrivania con la penna.
Fissò il ragazzo con occhi spalancati, sorpreso dalle sue parole.

<< Per accertarmi di non aver capito male, intendi dire che quel mezzo-demone emanava un'energia simile a quella di Azael, corretto? >>
Gli domandò.

Seryu rispose con un cenno negativo del capo, sollevando poi lo sguardo verso l'uomo.
Xernes non disse nulla: rimase a fissarlo in silenzio, immobile, con uno sguardo cupo.



<< Ti dispiacerebbe spiegarmi come hai fatto a riconoscere la sua energia? >>
Chiese subito dopo.

<< Anni fa... E' accaduto molti anni fa, prima che mio padre morisse. Mia sorella, Marianne, venne rapita per motivi a me ignoti da una figura che poi ho scoperto rispecchiasse perfettamente la descrizione del demone conosciuto come "Azael". Aveva due grosse corna ricurve come quelle di un caprone, occhi neri come la pece con iridi rosse, svariati strani segni tribali incisi nel suo corpo. Indossava anche una strana armatura argentata e un mantello rosso. >>
Rispose il ragazzo.
Non appena disse quelle parole, Seryu cominciò a tremare.
Jessica toccò delicatamente la sua mano, per poi sorridergli, nel tentativo di riuscire a calmare il suo compagno.
Seryu la fissò per un istante con una espressione mista tra confusione e tristezza, per poi abbassare lo sguardo, evitando quello della ragazza.

<< Quella è la descrizione di Azael, non ci sono dubbi a riguardo. >>
Confermò Sarah.

<< E' assurdo! >>
Esclamò Andromeda, improvvisamente, attirando l'attenzione dei presenti.

<< Ho fatto fuori Azael, diciassette anni fa, personalmente! Non è possibile tu abbia potuto incontrarlo: se così fosse, dovresti essere molto più grande! >>
Continuò, ringhiando con un tono frustrato.

<< So cosa ho visto, e ricordo perfettamente quel Ki mostruoso: non potrei confonderlo per nient'altro al mondo! >>
Controbatté Seryu.

<< Ci sono solamente due possibilità, allora... >>
Disse Sarah, portandosi una mano al mento.

<< O la figura che Seryu Alcher incontrò anni fa era un falso... O Azael non è morto durante la Notte Cremisi. >>
Aggiunse subito dopo.

<< Stronzate! >>
Ringhiò Andromeda.

In quell'istante Xernes posò il suo sguardo infastidito sul soldato.

<< Andromeda: se continuerai a parlare in questo modo in mia presenza, te ne pentirai amaramente. >>
Non appena sentì le parole del suo superiore, Andromeda evitò rapidamente il suo sguardo, digrignando i denti.


Xernes si alzò rapidamente dalla sua sedia, dirigendosi poi verso la porta finestra e fissando il giardino in fiore che si poteva ammirare da li.

<< Per ora è tutto. Se dovessi necessitare di farvi altre domande, vi farò sicuramente chiamare. Potete andare. >>
Disse ai presenti.


<< Ne è sicuro, padre? Ci sono ancora delle cose che potremo chieder- >>
Gli domandò Sarah, venendo rapidamente interrotta dall'uomo, non appena il trio, accompagnato da Andromeda, lasciò la stanza.

<< Non andranno da nessuna parte, Sarah. Per ora ho semplicemente bisogno di un po' di tempo per pensare alla situazione... >>
Le rispose l'uomo, senza voltarsi verso la figlia, fissando i giardini del palazzo dalla sua stanza.

<< Una tempesta è in arrivo, Sarah... >>
Le disse, fissando l'orizzonte in distanza.
Il cielo era sereno, e il sole ancora alto si rifletteva sullo stagno limpido davanti al suo davanzale... 
Eppure, quella vista non bastò a calmarlo.

Quelle sue parole colsero la figlia alla sprovvista.

<< Posso sentirla nelle mie ossa. >>
Aggiunse subito dopo, voltandosi verso di lei.

<< Contatta Merlin e il gruppo di Lancelot, dando loro l'ordine di tornare il prima possibile ad Avalon. >>
Non appena disse quelle parole, Sarah lasciò rapidamente la stanza, non dopo averlo salutato con un saluto militare.

Xernes si sedette di nuovo davanti alla sua scrivania, aprendo poi un cassetto e posando il suo sguardo su un foglio.
Era un rapporto che aveva scritto personalmente mesi prima.

< Lucifer sta tramando qualcosa... >
Pensò, afferrando quel pezzo di carta e posandolo poi sulla sua scrivania.
Lo scrisse circa tre mesi prima di quel giorno, subito dopo quell'assurdo incontro con il demone durante quell'importante riunione.

< Ciò che ci disse quel giorno... Pensai fossero tutte bugie. >
Continuò, rileggendo il suo stesso rapporto.

<< L'attacco all'istituto Star, la comparsa di Abraxas, il figlio di Azael... Non credetti alle sue parole, eppure... >>
Non appena disse quelle parole, Xernes cominciò a digrignare i denti.

<< Cosa stai architettando, maledetto?! Cosa potresti mai ottenere dal tradire i tuoi compagni, nel fare il doppio gioco?! >>
Chiese subito dopo a nessuno.

< Il rimanere all'oscuro di tutto questo mi manda in bestia...! >
Pensò subito dopo, riponendo di nuovo quel foglio all'interno del suo cassetto.


In quell'istante, Xernes sentì come un brivido passargli nella schiena.
Sollevò lentamente lo sguardo solamente per vedere quella figura seduta su una delle poltrone che usava solitamente quando voleva leggere qualcosa.

Lucifer era seduto davanti a lui, con le gambe incrociate, e uno dei suoi libri in mano.

* Devo ammetterlo, hai davvero un buon gusto in fatto di lettura, Xernes. Invidio la tua collezione di libri. *
Disse il demone, intento a sfogliare le pagine del libro che aveva preso da una delle sue librerie, senza che l'uomo riuscisse anche solo a sentire la sua presenza.

<< Non ricordo di averti invitato nel mio ufficio, maledetto. >>
Gli disse Xernes, con un tono infastidito.

Lucifer chiuse rapidamente il libro con una mano, appoggiandolo poi su un tavolino in vetro che si trovava ai suoi piedi.
Fissò l'uomo con un grosso sorriso stampato in volto.

* Questo benvenuto non è molto cordiale, da parte tua, amico mio. *
Gli disse, con tono divertito, reggendosi il volto con una mano.

<< "Amico"? Stai facendo parecchie supposizioni, al momento, demone. >>
Ringhiò Xernes, alzandosi dalla sua sedia.

<< Cosa vuoi? >>
Gli domandò subito dopo.

In quell'istante Lucifer si alzò dalla poltrona rossa in pelle, senza smettere di sorridere.

* Ero venuto qui con l'intenzione di dirti qualcosa, ma a quanto pare non sono il benvenuto... Che disdetta... *
Gli rispose il demone, fingendo tono ed espressione dispiaciuti.

Xernes gli rispose con una smorfia infastidita.
Lucifer, d'altro canto, gli mostrò quel sorriso divertito.

<< Come hai fatto a intrufolarti, di nuovo, all'interno del mio palazzo a mia insaputa, dopo che ho fatto aumentare i sistemi di sicurezza? >>
Domandò al demone.

Lucifer ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca.

* Se pensi davvero che io sia così debole da farmi localizzare da incantesimi così patetici, sei veramente un folle... *
Gli rispose, divertito.
Xernes digrignò i denti.

Sai, Xernes... *
Disse il demone subito dopo, sedendosi di nuovo su quella poltrona.

* Potrei dirti i motivi che si nascondono dietro alle mie azioni... Ma tu... Mi crederesti, se lo facessi? *
Domandò subito dopo all'uomo.
Xernes non gli rispose: ricambiò il suo sguardo divertito con uno rabbioso.

* Io penso di no. *
Aggiunse subito dopo, rispondendo alla sua stessa domanda.

* Quindi perché dirtelo, se non mi crederesti comunque? Ti basta sapere che io ho i miei motivi per fare ciò che sto facendo.*
Continuò, reggendosi il capo con una mano.
Continuò a fissare in silenzio l'uomo senza smettere di sorridergli: Lucifer sapeva perfettamente che quel suo comportamento lo mandava su tutte le furie.

Xernes ricambiò lo sguardo divertito del demone con uno infastidito.

<< Sto ascoltando. >>
Gli rispose, facendo capire al demone che fosse disposto ad ascoltare il motivo che si nascondeva dietro alla sua visita.

* Tra qualche giorno Belzebub attaccherà la capitale. Quindi, se non volete lasciarci la pelle, vi consiglio di non farvi cogliere impreparati. *
Xernes non riuscì a credere a quelle parole: fissò il demone davanti a se in silenzio, con uno sguardo incredulo, occhi spalancati, per qualche secondo.

<< Cosa vorresti dire con questo?! Quando attaccherà, con chi?! >>
Esclamò l'uomo, riprendendosi finalmente da quello stato di shock, colpendo la sua scrivania con un pugno.

Lucifer gli sorrise.

* Non sei stato molto cordiale con me, oggi, mio caro Xernes. Quindi perdonami se dovessi rivelarmi un po' criptico... *
Gli rispose il demone, alzandosi dalla poltrona.

* Non puoi aspettarti che io ti dia le risposte che cerchi, se tu in primis mi hai trattato in un modo così poco cordiale. *
Disse subito dopo, alzandosi per l'ennesima volta da quella poltrona.

* Quindi, perdonami, ma questa volta dovrai trovare il "chi" e il "quando" per conto tuo. *
Aggiunse subito dopo, mostrando all'uomo quel suo sorrido soddisfatto, senza aspettare nemmeno che Xernes gli rispondesse.

* Ti auguro buona fortuna. Magari, la prossima volta, se dovessi tornare a farti visita, potresti essere un po' più cordiale... Sai, dopotutto c'è una piccola differenza tra noi: voi umani necessitate della mia assistenza se volete sopravvivere... A me, d'altro canto, non importa poi così tanto se ci morite tutti quanti. *
Quelle parole fecero congelare il sangue a Xernes, il quale posò il suo sguardo terrorizzato sul demone.

*Senza di me, rimarreste all'oscuro di tutto e potreste facilmente venir sterminati da un attacco a sorpresa... Insomma, come vi sareste comportati se io non vi avessi avvertiti dell'attacco di Belzebub? A me non interessa se ci lasciate tutti la pelle, sarei comunque in grado di raggiungere il mio obbiettivo... Quindi tieni questa cosa in considerazione, la prossima volta, e offrimi un caffè. Potrei essere incline a dirti di più: è per il vostro stesso bene, dopotutto. *
Non appena Lucifer disse quelle parole scomparve nel nulla nello stesso modo in cui era apparso, lasciando Xernes da solo nella sua stanza a bruciare nella sua stessa rabbia.


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Fine del capitolo 5-8, grazie di avermi seguito e alla prossima con l'inizio del volume 6!




 

   
 
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