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Autore: titania76    18/04/2019    1 recensioni
Questa è una raccolta eterogenea di mini-racconti scritti per le gare settimanali #fantastiche10 e #scrivilotu indette dal gruppo fb Letture Sale&Pepe. Racconti nei quali devono comparire dieci parole assegnate ogni settimana o usare una frase specifica come prompt fisso. Poche ore a disposizione per consegnarli.
Pubblicati prima su facebook, ora approdano anche qui su EFP.
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Occasione mancata



(parole: 518)
Janette, come ogni mattina, dopo aver appeso il soprabito, prese la posta dalla sua scrivania ed entrò nell'ufficio del suo capo con un sorriso radioso e un “Buongiorno, Mr Donaldson” sulle labbra. Tacchettò fino alla grande scrivania in cristallo senza neanche guardare e intanto riordinava la corrispondenza per importanza e urgenza, proprio come piaceva a lui. Quando si fermò di fronte alla scrivania, ci mise un po' a fare mente locale e a ricordarsi che da quel giorno in avanti sarebbe rimasto vuoto.
Appoggiò con delicatezza la pila di corrispondenza appena oltre la targhetta con il nome dell'uomo stampato in caratteri dorati e in rilievo e fece un sospiro.
Sapere di non poterlo più vedere in ufficio era per lei una realtà insopportabile.
L'azzurro dei suoi occhi, il suo viso, ancora come quello di un ragazzino che il tempo non aveva sfiorato; i suoi capelli, una massa morbida color cioccolato al latte, che non avevano un filo bianco, che gli solleticavano il collo...

Pensare a quando gli stava vicino, durante la pausa caffé, lui appollaiato sulla scala anti incendio che si fumava una meritata sigaretta e lei a trattenere i colpi di tosse perché non sopportava il fumo e quell'odore acre di tabacco, le faceva male al cuore.
Era così bello guardarlo condurre un meeting con i capi reparto, attraverso le pareti di vetro della sala riunioni, voluta così da suo padre affinché gli altri impiegati non fossero in qualche modo esclusi, le faceva scivolare una lacrima sul fard perfettamente steso.
Erano tutte cose che ora non poteva più fare.
Fece il giro della scrivania e si sedette sulla poltrona di pelle, dallo schienale ergonomico e dall'imbottitura così soffice che sembrava di essere abbracciati da un amante.
Chiuse gli occhi: poteva ancora avvertire il profumo della sua acqua di colonia preferita, che a lei invece faceva pizzicare il naso e starnutire in continuazione, mentre lui rideva come un bambino, senza malizia.
Certo, oramai si sentiva poco, eppure un lieve pizzicore le fece muovere il naso in una smorfia. Forse, era solo suggestione.
Appoggiò le mani sul bordo della scrivania per alzarsi e, con le dita, sfiorò una piccola scheggiatura nel cristallo, ricordo di quando Mr Donaldson vi sbatte sopra la mano e il massiccio orologio da polso intaccò quella superficie perfetta. Era stata l'unica volta che lei lo aveva visto arrabbiato. Erano passati anni da quell'episodio e ora, a guardare bene, poteva intravedere una sottile crepa correre verso l'interno del piano.
Quante volte si era offerta di chiamare il vetraio per sistemare il danno, ma lui ci rideva su e le diceva di lasciar stare, spostando il sottomano un poco più a sinistra per coprire il segno. E poi, quando pensava di non essere visto, con la lucina dello smartphone si divertiva a giocare con i riflessi, creando sulla parete piccoli arcobaleni.
Tutto di quell'ufficio le faceva pensare al suo capo. Tutto di quell'ufficio le faceva rimpiangere di non avergli mai detto che lo amava.
Ora era troppo tardi.
Ora, lui era in viaggio di nozze e, una volta tornato, avrebbe preso possesso dell'ufficio dell'A.D., su, all'ultimo piano.




Le parole assegnate:
PENSARE - UFFICIO - REALTA' - INSOPPORTABILE - AZZURRO - SCALA - TEMPO - VUOTO - VETRO - CREPA


   
 
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