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Autore: HermioneJeanGranger97    18/04/2019    2 recensioni
"Vi starete chiedendo chi io sia, bene è la stessa domanda che mi pongo io da quando sono qui."
Questa è la storia di come l'amore possa distruggerti e salvarti.
Di come l'amicizia non sia solo un legame di conoscenza.
Di come le persone migliori possono diventare le peggiori e viceversa.
L'importante è non mollare mai, perché nella vita Never Say Never (mai dire mai).
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 34


Io sono davvero innamorato di Rose.

Continuava a frullarmi nella testa come un mantra.
Ero scappata alla velocità della luce da quella porta. Da loro. Da quelle parole schiaccianti.
Ero volata di ritorno nella Stanza delle Necessità.
Ero impreparata, assolutamente e piacevolmente impreparata.
L’aveva urlato forte e chiaro, senza nessuna punta di indecisione. Sicuro e deciso.
Nessuno sarebbe stato pronto a tale dichiarazione così dal nulla,  ma per quanto mi riguarda, non lo sarei stata neanche fra cent’anni.
Perché?
Perché non sarei mai stata pronta a sentire l’effetto di quelle parole su di me.

Scorpius Hyperion Malfoy aveva appena urlato di essere innamorato di me, Rose Minerva Weasley.

Ero seduta sul divano bordeaux, con le mani sulle guance accaldate, incredula e scioccata.
Non riuscivo a pensare a niente che non fossero quelle sei semplici parole, che, messe una di fianco all’altra, componevano una frase di grande effetto.
Avevo il cuore a mille.
Nonostante fossi ritornata da una buona decina di minuti, il mio cuore non aveva fatto altro che battere, battere forte.
All’altezza dello stomaco avevo una forte fitta che mi bloccava quasi il respiro.
Una fitta costante, forte, incisiva.
Quelle fitte che ti fanno male, ma allo stesso tempo bene, perché sai che è qualcosa di profondo, di sentito, di vero.
Qualcosa che hai la fortuna di provare almeno una volta nella tua vita. Qualcosa di cui non scorderai mai la sensazione e che cercherai sempre di ritrovare e riprovare.
Quel qualcosa che ti fa sentire … felice. Tanto felice.
All’improvviso la porta della Stanza delle Necessità si apre, facendo spazio al suo viso un po’ arrossato e intimorito.
I suoi occhi trovano subito i miei e, lasciandosi scappare uno sguardo sorpreso, entra definitivamente nella stanza.
-Non pensavo fossi ancora qui- chiede quasi incerto, mentre si avvicina con un paio di passi a me.
Con il suo abituale andamento così regale ed etereo, sembra apparire ancora più bello del solito ai miei occhi.
Con il cuore ancora a mille, mi fiondo letteralmente su di lui.
Aggancio con forza il suo collo con le mie braccia, mentre le mie gambe si intrecciano con altrettanta grinta sulla sua vita.
Le mie labbra raggiungono le sue con energia e lascio andare tutta l‘adrenalina che mi corre nelle vene.
Sorpreso da questa grinta inaspettata, all’inizio non risponde al bacio, preoccupato a portare le sue mani sul mio sedere per reggermi e non farmi cadere.
Ma questa sua non risposta dura poco, dato che un paio di secondi più tardi, replica con energia famelica.
Le labbra si incastrano alla perfezione una sull’altra.
Le lingue si incontrano subito per iniziare una danza passionale.
Le mani, le braccia, si aggrappano al corpo dell’altro insaziabili.
I corpi si reclamano per non lasciar spazio alcuno.
Me ne frego dei miei polmoni che chiedono aria, mentre con i denti prendo il suo labbro inferiore tanto forte da fargli uscire sangue.
Non sembra neanche accorgersi, mentre si rituffa sulle mie labbra, mentre con una mano tiene la mia nuca e mi spinge sempre più forte verso di sè.
Il mio corpo, sotto le sue mani, trema incontrollabile e desideroso di sensazioni mai provate prima.
Il cuore mi batte forte, tanto da tapparmi le orecchie.
Lui con delicatezza appoggia la mia schiena sul divano, mentre le sue braccia lasciano il mio corpo, solo per reggersi sulla superficie del divano e non gravare su di me, che non ho nessuna intenzione di lasciarlo invece.
Più per esigenze fisiche polmonari che per voglia, le labbra si lasciano andare.
Insaziabile più di me, si tuffa sul mio collo lasciando una serie di baci. Poi sceglie un punto e inizia a mordicchiare lascivamente un lembo di pelle, tirandola e baciandola al tempo stesso.
Io non riesco a fare altro che tenere gli occhi chiusi inebriata e continuare a stringere la sua chioma con le mani per impedirgli di lasciarmi andare.
Con le gambe strette ancora alla sua vita, cerco di portarlo più vicino a me, come se il mio corpo involontariamente ne stesse chiedendo sempre di più.
Come se non ne fosse mai abbastanza.
All’improvviso lascia il mio collo e, sempre con gli occhi chiusi, sento il suo alito dal profumo delicato di cioccolato arrivarmi sul viso.
Incontrollatamente lascio andare una piccola protesa dalle labbra e apro gli occhi.
Il suo sguardo mi arriva dritto allo stomaco.
Mi guarda come se volesse letteralmente mangiarmi, in modo famelico, vorace, bramoso.
Gli occhi lucidi non lasciano i miei neanche per un secondo, arrivandomi fino nel profondo.
Si lascia scappare un piccolo sorriso dalle labbra, mentre porta lentamente una mano ad accarezzare il mio viso.
Non so cosa stia facendo esattamente, ma il mio cervello è talmente fuori uso che non riesce a chiedersi o a domandarsi niente.
Voglio solo che mi baci forte, che mi stringa con energia. Voglio sentirlo mio.
E questa sua attesa, questo suo rimanere lì a guardarmi, non fa che accentuare il mio quasi fastidioso desiderio.
Una fitta costante al basso ventre richiama le sue attenzioni, il suo corpo sul mio.
Voglio che mi schiacci letteralmente, non mi importa nulla, l’importante è sentirlo su di me.
La sua mano lascia la mia guancia per depositarsi nuovamente sulla superficie del divano su cui siamo sdraiati.
Il suo viso inizia lentamente la sua discesa verso il mio, senza sforzo alcuno.
Trepidante aspetto che le nostre labbra si incontrino di nuovo, ma lui non sembra dello stesso avviso, dato che si ferma a pochissimi, ma pur sempre troppi per me, centimetri.
-Prima di continuare- sussurra lasciandosi scappare un sospiro finale - voglio sapere a cosa sia dovuto - continua con un certo sforzo - tutto questo-.
Di certo l’ultima cosa che vorrei fare adesso è parlare, soprattutto con il cervello andato e fuori uso.
Soprattutto con lui qui su di me.
-Perché no- sussurro con fatica in risposta, facendo incontrare lievemente le nostre labbra e facendogli socchiudere gli occhi.
Stringo forte i suoi capelli e le gambe strette nella sua vita, sperando che basti a farlo tacere e a fargli capire che non è il momento di aprire la bocca!
Probabilmente se fossi stata nella sua posizione, non sarei neanche arrivata fino a questo punto, prima di iniziare un interrogatorio degno di mia madre.
Avrei rovinato il momento ancora prima di iniziarlo.
Lui invece no!
Lui mi fa stare sulle spine, mi fa arrivare ad un punto di non ritorno e poi vuole parlare.
MACCHISSENEFREGA!
-Rossa- sussurra volontariamente sulle mie labbra.
-Non che mi dispiaccia,-continua abbassandosi sul mio collo.
-non che non voglia, - dice baciandomi nello stesso punto di prima.
-non è che non ti desideri -si sposta sull’altro lato del collo -e che Salazar mi maledisse se dicessi di non voler toglierti tutto di dosso in questo momento-continua mordicchiandomi il collo come prima, probabilmente ignorando il tremolio che invade il mio corpo.
-Ma- dice spostandosi di nuovo all’altezza del mio viso- ti conosco Rossa e tu non fai niente per nulla- conclude lasciandomi un veloce bacio a stampo sulle labbra, per poi alzarsi alla velocità della luce dal divano.
Sono talmente sorpresa dalla tempesta di freddo che mi colpisce il corpo improvvisamente, che per un paio di secondi buoni rimango nella stessa posizione, come se ce lo avessi ancora addosso.
Ce ne metto altrettanti buoni per riprendermi e sedermi sul divano con la faccia accaldata e visibilmente infastidita per l’interruzione.
Non riesco a non far caso al vivido rigonfiamento proprio all’altezza del cavallo dei pantaloni.
Normalmente mi sarei imbarazzata, ma adesso come adesso, ne sono quasi orgogliosa. Sorprendentemente mi piace sapere che i miei baci, le mie carezze, il mio corpo abbia un certo evidente effetto su di lui.
Tanto quanto lo è lui, che in piedi davanti a me, non ha nessunissima intenzione di coprirsi, non ha traccia di vergogna o imbarazzo sul viso.
Mi guarda impaziente e guardingo.
-Allora Rossa - ribatte infatti davanti al mio mutismo.
-Sinceramente -inizio alzando lo sguardo su di lui - perché non farlo- continuo incerta.
Incerta perché non so cosa dire, non so come esprimere quello che è per  me.
L’emozioni che ho provato avendolo così vicino sono indescrivibili.
Davanti mi passano come in una vecchia pellicola di film, tutte le immagini di noi.
Tutte le litigate di questi anni dovute all’immaturità e, quella che pensavamo, incompatibilità caratteriale.Tutte le volte in cui ho criticato Al e le ragazzette che gli correvano dietro.
Tutti i dispetti, i giochi e le sfide.
Il bacio nel reparto proibito, che ha dato il via a questa cosa tra noi.
Le miriadi di volte in cui mi ha protetto, abbracciato, baciato. In cui mi ha voluta e mi ha fatta sentire come se fossi la persona più fortunata del mondo.
E poco importa se quelle parole le abbia urlate in faccia a quella megera, perché inconsciamente me le ha sempre dimostrate e io le ho sempre accolte.
Sciocca a non esserci arrivata prima.
Sciocca ad aver perso tutto questo tempo a farmi pippe mentali inutili e infondate, dato che bastava, come dice sempre lui, lasciarsi andare e seguire l’istinto.
Sciocca ad essermi basata su un Malfoy che credevo di conoscere, su un Malfoy immaturo e bambino.
Bastava solo aprire gli occhi del mio cuore e tutto sarebbe stato chiaro e limpido, come in questo momento.
E basta continuare a pensare o analizzare il tutto.
Sono qui con lui e non vorrei essere da nessun’altra parte.
-Perché rimanere qui- dico con tono deciso, alzandomi dal divano -aspettando il momento perfetto- continuo arrivando fino a lui, che mi guarda stranito, come se non stesse capendo niente.
E come dargli torto d’altronde.
-Siamo qui - dico con un accenno di sorriso e portando le mie mani sul suo collo che freme al contatto con la mia pelle.
- e non voglio altro - continuo iniziando lentamente ad arretrare, portandomi lui con me.
Non fa alcuna rimostranza, mi segue continuando a tenere gli occhi dentro i miei. E il famoso grigio ghiaccio non sembra più così invalicabile; delle piccole pagliuzze dorate fanno capolinea in quel piccolo mare ghiacciato, riscaldandolo.
E mentre all’altezza dei miei polpacci sento la sagoma del divano, mi alzo sulle punte per sussurrargli in modo quasi liberatorio - che te-
Sospira anche lui di rimando, socchiudendo leggermente gli occhi, mentre le mie mani ancorate ancora al suo collo, percepiscono il battito accelerato del suo cuore.
-Ne sei sicura Rossa?- chiede con evidente sforzo nella voce, mentre le sue mani stringono sempre di più la mia vita.
Richiamo la sua attenzione stringendo lievemente le mie dita sul suo collo e allontanando il mio viso dal suo.
-Assolutamente si- rispondo senza alcuna esitazione.
Ci fissiamo intensamente per un paio di secondi.
Grigio contro verde. Lui riceve un ultima e fondamentale conferma.
Avvicina il suo viso al mio, mentre con le mani sulla mia vita spinge il mio corpo vicino a sè, tanto che percepisco chiara e tonda l’esigenza che lui ha di me.
E ancora una volta non ne sono imbarazzata, bensì ne sono attratta, desiderosa.
Lascio vagare lentamente le mie mani dal collo fino al suo petto, dove sento chiaramente sotto le dite le pulsazioni del suo cuore.
Sempre lentamente inizio a sbottonare un bottone della camicia alla volta, mentre lui lascia vagare le sue mani sotto il mio maglioncino per toccare la pelle della mia schiena, dalla quale partono incontrollabili brividi.
Avvicina il suo viso al mio, facendo toccare fronte contro fronte e richiamare così la mia attenzione.
Sbottonato l’ultimo bottone però, le mie mani e i miei occhi sono incantati dalla sua pelle liscia e bianca.
La pancia piatta si contrare mentre passo le mie dita elettrizzate sulla sua pelle. Una lenta ascesa che gli fa aumentare rapidamente il fiato.
I miei occhi non riescono a non fissare le mie mani che, arrivate sulle sue spalle larghe e imponenti, continuano il loro percorso sulle braccia forti e non troppo muscolose, portando con sé anche la leggera stoffa della camicia.
Arrivate alle mani, che subito stringono le mie, alzo finalmente lo sguardo su di lui, senza riuscire a non dare un ultimo ma bramoso sguardo sul suo petto cocente.
I suoi occhi ardenti colpiscono i miei.
Questa volta è il suo turno, mentre con le mani prende un lembo di maglioncino da entrambi i lati e me lo fa passare velocemente sulla testa.
Ho una leggera e quasi inesistente canottiera sotto, consapevole che non copra nulla, ma anche questa volta non riesco ad essere imbarazzata.
Lo sguardo famelico, quasi affamato, che non lascia alcun dubbio sul suo desideroso intento, mi fa sentire così … donna.
Mi fa sentire attraente e sexy.
Anche la canottiera lascia il mio corpo, raggiungendo sul pavimento il mio maglioncino e la sua camicia.
Non sapevo fosse possibile, ma nel suo sguardo sembra accendersi qualcosa di forte, rendendo quelle pagliuzzette dorate ancora più splendenti.
E, dopo quelle che sembrano ore, mi bacia.
Mi bacia forte, prorompente, avido ed io rispondo con un’energia che non pensavo di avere.
Le sue mani aperte per prendere più pelle possibile della mia schiena, mi spingono ingorde verso di lui, facendo incontrare per la prima volta la superficie ardente dei nostri petti.
Il mio seno esplode a contatto con la sua pelle tonica e liscia, mentre i cuori iniziano a battere fino all‘inverosimile.
Alla fine le sue braccia mi prendono e le mie gambe si allacciano sulla sua vita, mentre, senza smettere di baciarmi, appoggia delicatamente la mia schiena sulla superficie semimorbida del divano.
Come succede sempre, più per ovvie ragioni di natura fisica che per voglia, le nostre labbra gonfie si lasciano andare e lui, senza aspettare, si fionda sul mio collo.
Inizia una serie di piccoli baci intervallati da delicati morsetti, continuando poi a scendere fino all’incavo del mio piccolo seno.
Non ero pronta ad una scarica così forte; le mani, ritornate sui suoi capelli, non riescono a non stringere forte, mentre ad occhi chiusi mi beo di queste piccole ma grandi attenzioni.
Continua la corsa fino ad arrivare all’addome inferiore, cosa che procura in me una forte e piacevole fitta nel più profondo basso ventre.
Sempre lentamente ripercorre la traiettoria, lasciando sempre più spazio alla lingua che alle labbra.
E, che Merlino mi maledica pure, se vi dico che non ho mai provato questo senso di soddisfacente vulnerabilità. In balia di lui e della sua benedetta e maledettissima esperienza!
E quasi quasi maledico la mia di inesperienza, che non mi permette altro che rimanere qui totalmente e irrimediabilmente immobile e inerme.
Cresce in me sempre di più la voglia di averlo vicino, più vicino possibile.
Sono talmente incantata dal suo tocco così travolgente, che non mi accorgo quasi del suo intento di togliermi i pantaloni.
Alzo fin troppo velocemente il sedere, desiderosa e impaziente, tanto che lui si lascia scappare una risatina divertita.
Lo sento raggiungere il mio viso, solo per sussurrarmi lascivamente un - Calma Rossa-.
Apro finalmente gli occhi per lanciargli di rimando uno sguardo come per dire -Muoviti furetto- che lo fa di nuovo ridere.
Se non fosse che non ho la più pallida  idea di dove mettere le mani, giuro che gli avrei fatto passare la voglia di fare lo spiritoso.
Ma allo stesso tempo mi sono rotta di stare lì come una stocca fissa, e, senza smettere di guardarlo, ho lasciato vagare le mie mani sul suo petto fino ad arrivare alla sua cintura.
Mentre gli lascio leggeri baci sul viso cerco di slacciargli la cintura dei pantaloni, senza molto successo in realtà.
Ha portato le sue braccia ai lati del mio viso per sostenere il suo peso e non schiacciarmi. Allo stesso tempo ha portato il suo viso all’altezza del mio e, senza vergogna o imbarazzo, lascia trasparire chiaramente dal suo viso soddisfatto ciò che le mie mani sulla sua pelle gli provoca.
Ha gli occhi semichiusi e la bocca leggermente spalancata, dalla quale esce il fiato con andamento veloce e deciso. Le guance sono ricoperte da un leggero colorito rossastro e la fronte lievemente ricoperta da uno strato di sudore.
Averlo così vicino a me, così lascivo e visibilmente perso dalle mie attenzioni, mi distrae più del dovuto, tanto che ho qualche difficoltà a togliergli i pantaloni.
Non sembra importare, dato che in una frazione di secondo e con un rapido movimento, che dalla mia angolazione non riesco a percepire, lui se li toglie senza esitare.
E la sua erezione prorompente che vedo mi spaventa e mi eccita più del dovuto.
Il tempo di un secondo si risdraia su di me ed ogni contatto con la sua pelle, inizia a farmi tremare di desiderio impaziente.
Senza averlo programmato, porto le mie mani dietro la mia schiena e slaccio il reggiseno, smaniosa di avere sempre più pelle ha contatto con la sua.
Con fare lascivo, prende con i denti il piccolo laccetto in mezzo alle coppe e lentamente me lo sfila di dosso, senza togliere gli occhi dai miei, sicuro di farmi arrivare forte e chiaro il suo desiderio.
Non so se sia dovuto a come mi guardi in questo momento, non so se sia dovuta alla mia irrefrenabile e sempre in aumento frenesia, fatto sta che neanche in questo momento, con solo un piccolo e leggero lembo di stoffa addosso, riesco a sentirmi imbarazzata.
Non riesco a vergognarmi, perché lo sguardo bramoso e sorpreso con cui mi guarda, mi fa sentire così bella.
Neanche il piccolo seno che la natura mi ha dato lo vedo più come un difetto, perché mi guarda come se per lui fosse perfetto e di conseguenza IO mi sento perfetta.
E mentre non riesce a smettere di baciarmi più pelle possibile, porta le sue grandi e delicate mani a sfiorarmi i fianchi, fino a prendere l’elastico delle mie mutandine.
Senza smettere di baciare e mordicchiare, lascia scivolare su di me la morbida stoffa, facendo crescere sempre più l’attesa, che sembra non finire mai.
Ed eccomi qui, vulnerabilmente nuda davanti a lui, pronta a lasciarmi andare, pronta a donargli ciò che di più bello una donna possa offrire ad un uomo.
E sono contenta che sia lui, non potevo desiderare di meglio. Non potevo che desiderare le sue delicate e passionali attenzioni, le sue lievi e sentite carezze, i suoi amorevoli e bramosi baci.
Le sue mani che vagano su di me con discreta prepotenza.
I suoi occhi incisivi che esprimono l’ardente effetto che ho su di lui.
Il suo corpo insaziabilmente attratto dal mio.
I cuori che battono infrenabili insieme.
E non potevo immaginare di meglio, neanche nelle mie più profonde fantasie.
E non importa tutto quello che abbiamo passato, perché adesso siamo qui ed è ciò che conta.
Non importa se io sono la Weasley che non ha mai sopportato e lui quel maledetto furetto che non ho mai saputo altro che rifiutare.
Adesso siamo solo Rose e Scorpius, soltanto noi.
E dopo aver lasciato andare anche l’ultima protezione che lui aveva indosso, è ritornato a puntare tagliente i suoi ormai caldi occhi grigio ghiaccio nei miei accecanti verde smeraldo.
Mentre lascia piccoli baci sulle mie guance, si posiziona tra le mie gambe frenetiche.
Le mie braccia gli cingono il collo, mentre ad occhi chiusi vivo intensamente questo momento.
-Non voglio farti male- mi sussurra dolce e un po’ preoccupato all’orecchio.
-Tranquillo- gli sussurro di rimando, portando il suo viso all’altezza del mio e facendo incontrare le nostre labbra per un bacio dolce, ma che basta a calmarlo un poco.
Con delicata premura, senza staccare le nostre labbra, accompagna il suo membro verso la mia entrata.
Sento subito un dolore lancinante, che mi fa scappare un piccolo lamento dalla bocca.
Lui si blocca all’improvviso, staccandosi dalle mie labbra per lanciarmi uno sguardo tra il preoccupato e l’intimorito.
Questa sua dolce cura che ha nei miei confronti quasi mi scioglie. Gli sorrido sincera, lasciandogli un piccolo bacio a fior di labbra.
Abituatami abbastanza in fretta, lascio che le mie gambe si intreccino alla sua vita.
Reprimo in fretta il forte fastidio dovuto al movimento repentino e con le mani lo riavvicino a me, facendo incontrare le nostre labbra con forza questa volta.
Questo mio gesto lo invoglia a continuare e, nel momento in cui i nostri bacini si incontrano, entrambi ci lasciamo andare ad un sospiro liberatorio.
Mi lascia un paio di secondi per abituarmi immagino.
Ho il corpo letteralmente in fiamme e, non pensavo fosse possibile, il cuore mi batte come mai aveva battuto.
Ma non è una brutta sensazione anzi. È la più bella sensazione che io abbia mai sentito.
Perché non è una questione solo fisica, ma soprattutto emotiva. Mi sento come se fossi in pace, in paradiso, nel posto perfetto al momento perfetto.
Mi sento perfetta io.
Mi sento perfetta con lui.
E quando rinizia la corsa, più andiamo avanti e più il dolore diminuisce, lasciando spazio ad una sensazione di afrodisiaco benessere.
E la sua bocca, che non fa altro che baciarmi prima un lato del collo, poi l’altro, poi le labbra, poi un seno e poi l’altro, intensifica ancora di più questo stato di pura ecstasy.
E io non riesco a fare altro che tirargli i capelli prima, aggrapparmi alle sue spalle poi, seguirlo in tutto e lasciarmi guidare inebriata.
E più le spinte si intensificano, più si intensifica il piacere.
Lo sento sollevarsi e infrangere il suo alito sul mio viso,  senza mai smettere di spingere.
-Guardami- mi sussurra con un tono che mi ha fatto venire i brividi in tutto il corpo e deve essersene accorto anche lui, che  aumenta le spinte all'improvviso.
Apro gli occhi accogliendo la sua richiesta.
Lui appoggia la fronte sulla mia senza staccare gli occhi dai miei, mentre io non smetto di abbracciarlo, stringerlo, graffiarlo.
Insieme, come fatti di una solo anima, le menti e i corpi raggiungono un picco tale di piacere che non sono in grado di descrivere.
E mentre tremiamo insieme, veniamo insieme, mi accorgo di quanto io sia ufficialmente, irrimediabilmente, totalmente innamorata di Scorpius Hyperion Malfoy.

Con un sorriso che gli incornicia magnificamente il viso, si sdraia di fianco a me, stringendomi con un braccio la vita.
Viso contro viso, cuore contro cuore.
Rimaniamo a guardarci negli occhi e, senza dirmelo, vedo quanto amore lui provi per me. Quanto quelle pagliuzzette dorate si siano intensificate, abbiamo riscaldato quegli occhi non più così tanto di ghiaccio.
-Grazie- gli sussurro d’istinto.
Non so esattamente per quale motivo, magari ce ne sono talmente tanti che non so quale scegliere, tutti di eugual importanza, ma ho comunque sentito il bisogno di dirglielo.
-Grazie a te Rossa- mi risponde, lasciandomi un piccolo bacio assonnato.
Come per magia, ci muoviamo insieme: lui si mette con la schiena rivolta verso la superficie del divano, mentre io appoggio la testa sul suo petto, proprio all’altezza del cuore.
Ed è proprio col battito del suo cuore, che raggiungo le braccia di Morfeo.

***

La mattina dopo mi son svegliata a suon di carezze dalle sue mani così grandi, ma così tanto delicate.
Chi l’avrebbe mai detto che uno come Malfoy potesse essere così dolce e premuroso?
E anche quando apro gli occhi, con la testa ancora appoggiata al suo cuore che batte forte, lui continua ad accarezzarmi con un tocco lento e leggero.
Una strana immagine di lui e di me ogni mattina così, stretti a noi, mi passa davanti agli occhi.
Sarebbe così … bello.
-Buongiorno Rossa- sento la sua voce per niente assonnata arrivarmi da sopra la nuca.
Chissà da quanto tempo è sveglio!
Alzo, con non poca difficoltà, la testa dal suo petto e lo guardo sorridermi felice.
-Giorno- rispondo con voce assonnata, mentre un’ infrenabile voglia di baciarlo mi assale.
E lo faccio senza esitare. E mi piace il pensiero che potrò farlo tutte le volte in cui ne avrò voglia, senza problemi, paranoie o drammi.
Senza vergogna, senza imbarazzo, senza nervosismo.
E mi piace l’idea che lui mi accoglie felice e con lo stesso trasporto che ho io. Mi piace sentire una sua mano sulla schiena vagare vibrante, mentre l’altra mi accarezza la guancia delicata.
Mi piace sentire che il mio corpo nudo a contatto con il suo si sente a suo agio. Si sente protetto, sicuro, a casa.
E questa volta però non ci stacchiamo per motivi fisico polmonari. Mi stacco da quelle fantastiche labbra e da quel buonissimo profumo e sapore di cioccolato, perché le mie braccia, a differenza delle sue, non riescono a sopportare il mio peso per troppo tempo.
Come abbia fatto lui ieri sera, rimane un mistero.
Ieri sera!
Sono certa che rimarrà una delle serata più belle e intense della mia vita. Una di quelle serate di cui, anche fra trent’anni, non mi pentirò assolutamente.
-Buongiorno- ripete lui con fare malizioso questa volta e stringendo lievemente la mano posta sulla schiena.
Mi lascio scappare una risata, fin troppo compiaciuta da quel ghigno made-in-Malfoy che fino a non troppo tempo fa mi dava sui nervi.
-Smettila di fare il cretino- cerco comunque di dire cercando di sembrare infastidita, ma lui non ci casca.
-Non ti crede nessuno Rossa- ribatte infatti, ampliando notevolmente sulla sua faccia il ghigno che lo contraddistingue.
Più per dargli fastidio che altro, punto i palmi delle mani sul suo petto e, con uno sguardo di sfida, inizio ad alzarmi da lui e dal divano.
-Che fai Rossa?- mi chiede tranquillo, nonostante lo faccia troppo velocemente per esserlo del tutto.
-Mi sto alzando- dico con fare ovvio, cercando di trattenere la risata pronta ad uscire.
Messi i piedi sul pavimento freddo, gli lancio una veloce occhiata.
Lo sguardo è un misto tra sbalordito, infastidito, accalorato.
Faccio leva su tutto l’autocontrollo che ho per non scoppiare a ridergli in faccia.
Messa in piedi inizio a fissarlo un po’ sfacciatamente, mentre lui fa vagare il suo sguardo sulla mia figura nuda, completamente nuda.
La scintilla di vibrante interesse che si accende subito nei suoi occhi, mi compiace più di quanto avessi mai immaginato.
Porta le braccia dietro la testa, come se volesse mettersi comodo, mentre io non riesco a non trattenere più del dovuto lo sguardo sul suo petto.
Per la mia sanità mentale, ringrazio Morgana che la parte inferiore del suo corpo sia coperta da un leggero lenzuolo di color verde bosco, che avrà deciso di chiedere alla Stanza delle Necessità stanotte, dato che non ne avevo vista l’esistenza ieri sera.
Con un certo sforzo, distolgo il mio sguardo da quel petto che mi chiama a gran voce, per spostarlo sul pavimento alla ricerca del mio intimo.
Sembrando il più disinvolta possibile, afferro le mie mutandine e le infilo con estrema lentezza, conscia e compiaciuta del suo sguardo su di me.
Si, avete capito bene. Amo avere quello sguardo su di me. Amo sentirmi così bella e amo sapere che sia lui a farmi sentire così.
E mi maledico, mentre sempre con esasperante lentezza infilo anche il reggiseno, di aver perso tempo e non aver scoperto prima queste sensazioni.
Di non essermi lasciata andare verso qualcuno che mi fa così bene.
Indossato l’intimo decido di rigirarmi verso di lui. Non ero pronta a ritrovarmelo in piedi, bello nella sua totale splendente naturalezza.
Uno sguardo visibilmente sorpreso si affaccia inevitabilmente sul mio viso e lui si lascia scappare una risatina soddisfatta.
-Ti piace quello che vedi Weasley?- mi domanda divertito, mentre si avvicina a me.
Lentamente percorro tutta la figura. Le gambe sode e muscolose, il membro imponente, l’addome piatto, il petto scolpito, le spalle larghe, il collo lungo, il viso etero.
I miei occhi non riescono a staccarsi da lui.
Sto ben di dio vuole me e desidera me.
-Io lo prendo come un si- continua a deridermi lui con il solito ghigno non più tanto fastidioso, mentre porta una mano dietro la mia nuca e l’altra delicata sulla vita.
Avvicina il mio viso e il suo insieme, facendo incontrare le nostre labbra.
E sembra un po’ come la prima volta che ci baciamo, la prima volta che le nostre lingue si incontrano, la prima volta che i nostri corpi si sfiorano.
Forse perché per la prima volta entrambi siamo consapevolmente innamorati.
Sposta anche l’altra mano sul mio viso, chiuso così a coppa dalle sue mani soffici e morbide, mentre io sposto le mie sulla sua schiena, spingendolo verso di me.
E probabilmente avremmo anche continuato ad esplorarci, nuovamente, se non si fosse di colpo lasciato scappare una lieve protesta e non si fosse allontanato da me.
-Che c’è?- chiedo spaesata.
-Qualcosa mi ha punto- dice con tono lamentoso, mentre si guarda in giro tenendo una mano sulla sua guancia sinistra.
Non fa in tempo a finire la frase che un bigliettino, esattamente uguale a quello di ieri sera, fa capolinea davanti ai nostri visi.
-Stiamo scherzando?- domando velocemente infastidita.
Non ho nessuna intenzione di lasciarlo andare questa volta. Ma questa quando inizia a farsi una cazzo di vita propria?
Di tutt’altro avviso, lui si ferma a guardare il bigliettino, che continua a svolazzargli in faccia.
Lo sguardo cambia, diventa di colpo preoccupato. Tanto repentinamente, si fionda con le mani sul bigliettino, lo apre e inizia a leggere.
-Devo andare- esclama d’improvviso. Dopo una rapida occhiata, si getta sui boxer e se li infila.
-Dove?- domando visibilmente incazzata.
Questa volta non se ne andrà così! Neanche se mi dichiarerà amore eterno davanti a tutto il mondo magico!
Lui, come se non gli avessi chiesto niente, continua a vestirsi di tutta fretta.
Pantaloni.
-Scorpius- cerco di chiamare la sua attenzione.
Camicia.
-Dov è che devi andare?- chiedo ancora con una certa dose di fastidio.
Se esce da quella porta senza dirmi niente, lo schianto seduta stante!
Calze.
-Malfoy- lo chiamo quasi urlando.
Questa volta funziona, dato che si blocca intento a prendere le scarpe.
Io lo guardo in piedi, ancora con solo l’intimo addosso, eppure questa volta non sembra importare.
Ha uno sguardo preoccupato, tanto preoccupato. In me, nel mio stomaco nasce un dolore mai provato prima.
-Che c’è?- domando addolcendo il tono e avvicinandomi a lui, che si era seduto sul divano con le scarpe vicino ai piedi.
-La Mc Granitt mi ha chiesto di presentarmi nel suo studio- dice con un soffio di voce, mentre inizia ad infilarsi la prima scarpa -c’è mio padre-
Per quanto non osi non credere a queste parole, il suo sguardo parla da sè, non capisco tutta questa fretta di andarsene. Il suo essere così agitato e preoccupato.
Non rispondo subito, incerta su quali parole usare, ma, messa anche l’altra scarpa, è lui stesso a guardarmi e a capire la tacita domanda che non ho il coraggio di fargli.
-Se c’è mio padre, vuol dire che Megan sta male- dice trafelato, mentre si fionda verso la porta della Stanza delle Necessità.
Rimango lì impalata a guardarlo, non certa di quello che dovrei fare.
D’istinto lo abbraccerei, ma è già troppo lontano.
-Vengo con te- esclamo improvvisamente, colta da una lampadina accesasi nel mio cervello.
Senza neanche toccare la stoffa dei miei pantaloni buttati ancora sul pavimento, la sua voce mi blocca.
-No, non ti preoccupare- esclama con fare frettoloso.
Ci sono talmente rimasta male, che non ho avuto neanche la minima accortezza di risollevarmi su in piedi. Ho girato la faccia sorpresa verso la direzione che sapevo esserci il suo corpo, ancora piegata nell’intento di prendere i pantaloni.
Probabilmente si è accorto da solo di essere stato troppo brusco senza motivo, tanto che, dopo aver preso un lungo respiro, si è diretto verso di me.
-Non che non voglia- dice addolcendo il tono e continuando a camminare, accennando un piccolo sorriso.
Mi rimetto dritta, aspettando che lui mi raggiunga.
-Voglio vedermela da solo- dice, accarezzandomi dolcemente una guancia - vai a fare colazione, ci vediamo subito dopo- continua, abbassandosi poi per lasciarmi un veloce bacio.
Si riallontana subito dopo e con grandi falcate raggiunge la porta. Senza neanche degnarmi di un ultimo sguardo esce e se ne va.
Per un minuto buono rimango lì impalata, senza muovermi.
Non ho neanche fame, così, dopo essermi rivestita, decido che sarei rimasta lì ad aspettarlo.

Peccato che Scorpius non si sarebbe fatto vivo se non due settimane dopo.


Sinceramente dovreste prendermi a pomodorate (esiste come parola)  in testa e io ovviamente non dovrei rispondere con nessuna obbiezione alcuna.
Perchè avete ragione e io non ho abbastanza validi motivi per ripresentarmi dopo tre mesi pieni!
E' stato tanto difficile scrivere questo capitolo, oltre per le scene in sè, complicate da descrivere (sapete la linea tra romantico e volgare è molto sottile, secondo me, se si tratta di scene erotiche), anche perchè non volevo risultare banale o, peggio ancora, troppo .
Spero ci sia ancora qualcuno qui con me; in tal caso, fatemi sapere che ne pensate, è davvero molto importante per me.
SCUSATEMI ancora per il ritardo madornale!
Un bacio,
Herm :*

P.S. SECONDO VOI, DATO IL CAPITOLO E LE SCENE DESCRITTE, DOVREI TRASFORMARE LA STORIA IN RATING ROSSO? E' UN DUBBIO ATROCE CHE MI ASSALE DA TUTTA LA STESURA DEL CAPITOLO!


   
 
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