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Autore: queenjane    19/04/2019    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Era il 1909,  sempre di novembre, in Crimea, la confidenza era tornata. Quel giorno, correvi intrepido sulla linea della battigia, schizzandoti di stille salate, sopra lo stridere dei gabbiani, le grandi ali fisse sopra il volo dell’orizzonte. “CAT!!”  il blu del cielo, senza nuvole, si fondeva con il mare e i tuoi occhi, una perfetta giornata per stare bene.
“ECCOTI! Dai, vieni da me!” spalancai le braccia, ti presi al volo, un solo movimento armonioso.
 “Come stai?” cercando di salvare un orecchio che andavi stropicciando, la fronte posata sopra l’incavo del cuore, ti sfiorai i capelli, I am bleeding out for You Alexei, I love You.
“Safe” Sicuro in inglese. Sbattei le ciglia, perplessa, io intendevo se fossi stanco, se volevi giocare o altro di simile.
With You, I’m safe” Con te, io sono sicuro. Scandisti,  il fiato asciutto, freddo, scrutandomi  come se fosse una ovvietà estrema di cui ti degnavi di rendermi partecipe.
“Molto bene, zarevic” un attimo sospeso, eri così bello da spezzare il cuore, Alexei, i capelli castano ramati accesi dalle scintille, le iridi color acquamarina, la pelle di viso, mani e polsi dorata dal sole, il ritratto della salute e della vivacità, il viso fiducioso, aperto, non soffrivi sul momenti per l’emofilia.

Quel pomeriggio, tiepido mentre la brezza portava il profumo glorioso delle rose, acconsentii a farci fare una foto, senza bizze da parte mia, che in genere lo detestavo. Appariamo concentrati, sorridenti, felici, il mio viso di profilo, perle alle orecchie, ho quattordici anni, vado per i quindici, tu ne hai cinque, in eterno ascolto di cosa mi stai raccontando, Alessio.
A warrior and his princess.
A warrior and her prince.
Alexei fought like a Knight, to win his freedom, his life.
Always and Forever.
 
E tanto non era un mistero, Cat, che preferissi, da piccolo,  stare appollaiato contro la tua anca, per scrutare il mondo, ogni tanto nascondevo il viso contro il tuo collo, salvo riprendere le mie osservazioni, le forme delle foglie, il sussurro delle fontane, costruire un aquilone o barchette di carte (ne abbiamo fabbricate a decine), da gettare nei canali.. O nelle fontane, mentre il vento faceva danzare sopra di noi colorati coriandoli, ovvero i petali dei fiori che cadevano dai tigli. Li chiamavi così, “confetti”, in inglese e francese, credo e aggiungevi in spagnolo, parlavi tante lingue, ti inventavi le parole e mi facevi sempre ridere.. mi volevi bene, lo sapevo. Anche se a parole molto poco lo affermavi, la soddisfazione me la desti  dopo. 

Quando soffiavi le bolle di sapone, che creavano arcobaleni di luce era per distarmi, che stavo male, sdraiato su un divano, dopo l’ennesimo attacco di emofilia, sulla sponda dell’abisso mi tenevi ancorato, non mollare, resta con me, non mi lasciare.

I giochi.

Le risate.

Le sere passate a guardare le lucciole ed esprimere desideri quando ne vedevamo una, come le stelle cadenti,  una parte di me, durante la prigionia nel 1917-1918, ha continuato a crederci anche se le lucciole parevano sparite e gli astri spenti, senza colpe o illusioni.

Quei tuoi grandi occhi color onice, color miele come le foglie in autunno, innocenti e curiosi. Avevi appreso, me lo hai poi insegnato, che si può restare liberi dentro la proprio anima, nonostante tutto, che in quel modo nessuno può toccarti, avremmo sempre vinto, a prescindere, the biggest challenge.

Tue le mani che mi spingevano sull’altalena, tua la voce che mi raccontava una storia, eri sempre calma, tranquilla. 

Non era ancora il 1914, quando sarebbe iniziata la guerra, saresti diventata il lupo, la spia, Cassiopeia delle mille battaglie, la principessa soldato, la punta di diamante della polizia segreta, Catherine Fuentes.  

Ed allora avrei appreso, davvero e sul serio, il potere del male e dell’amore, quello che avresti fatto, per me e per te.
Per noi tutti.

E le mie risorse, l’istinto di sopravvivere, contro ogni previsione e regola.

A warrior and my princess.
A warrior and her prince.
You fought like a Knight, Alexei, to win Your freedom, Your life.
Always and forever.
   
 
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