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Autore: Tetide    22/07/2009    4 recensioni
Oscar lavora presso una grande compagnia farmaceutica nella Parigi odierna: l'ambientazione è quella dei nostri giorni, ma i personaggi di Versailles no bara ci sono tutti, anche se in una cornice diversa e un pò insolita. E in più c'è una novità: un nuovo personaggio, dal tormentato passato, che entra a far parte della compagnia dei nostri eroi, conoscendoli meglio, e facendo conoscere anche a noi le loro vicende passate personali. Un esperimento se volete, ma ci tengo molto: ditemi se vi piace.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciare - Capitolo 2 CAPITOLO 2


“… E queste sono fette di melone con roselline di bresaola e salsa di asparagi: una mia specialità!”, stava dicendo André,
“Caspita! Qui è tutto buonissimo! Devo davvero farvi i miei complimenti, ragazzi!”.
Oscar rise “Falli ad André: io ho soltanto apparecchiato la tavola!”.
Madeleine sorrideva, cosa rara per lei; all’inizio era stata un po’ rigida, è vero, ma con il passar delle ore, e con la calorosa accoglienza che i signori Grandier le avevano riservata, si era man mano sentita più a suo agio, ed aveva finito con lo sciogliersi del tutto.
Oscar si alzò “O.K.: André ha cucinato, quindi oggi tocca a me fare i piatti! Porto tutto in lavastoviglie!”,
“Ah, neanche per idea!” il marito si era alzato a sua volta “Penso io! Tu hai un’ospite, non puoi essere maleducata!”,
“Ma André…”,
“Niente MA!”, così dicendo prese alcune stoviglie e scomparve in cucina.
Le due donne si guardarono, sorridendosi.
“Hai una bella famiglia, davvero! E tuo marito, poi, è un uomo splendido: sei fortunata, davvero!” disse Madeleine ad Oscar.
“Pierre, siedi più composto! Non si accavallano le gambe a tavola, te l’ho detto centinaia di volte!”, poi volta alla collega “Grazie. Sono contenta che tu sia venuta qui, stasera”,
“Sono stata molto bene. Voi siete i primi veri amici che mi faccio da quando sono a Parigi”,
“Allora, siamo amici?” Oscar le prese le mani e l’altra ricambiò la stretta.
“Certo che sì!”,
“E’ bello sentirtelo dire!” le due donne si abbracciarono. “Vieni, andiamo sul divano in soggiorno. Sta tornando anche André”.


“Così hai viaggiato per lavoro!” André conversava con l’ospite, mentre Oscar stava mettendo a letto il figlio;
“Sì, e parecchio anche. Sono stata anche in Nord Europa, in Svezia”,
“In Svezia! E’ la patria di mio cognato Axel!”,
“Il marito di tua sorella?”,
“No, il marito della sorella di  mia moglie, Marie Antoinette. A dir la verità, il suo secondo marito: è divorziata”,
“E vive in Svezia con lui?”,
“No: vivono entrambi qui a Parigi; sono docenti universitari, lei di storia e lui di diritto”.
In quel mentre ritornò Oscar.
“Parlate di mia sorella Antoinette? E’ un peccato che non sia qui, avrei voluto fartela conoscere!”,
“Potrai farlo quando vorrai, cara: da oggi in poi, Madeleine farà parte della famiglia: potrai tornare qui quando vorrai, sarai sempre la benvenuta!”, disse André con un sorriso;
“Molte grazie ragazzi, davvero”, rispose Madeleine; si voltò verso Oscar, la quale le stava sorridendo con calore anche lei.

                                               **********

Erano passati alcuni giorni; Oscar e Madeleine si trovavano al lavoro, come ogni giorno; Victor entrò, zuppo di pioggia dalla testa ai piedi.
“Che tempo da cani!”, disse scuotendo prima l’ombrello e poi l’impermeabile, entrambi fradici; le due ragazze, vicino alla macchinetta del caffè, lo videro e risero.
“Che succede, Victor?” fece Oscar “Hai fatto la doccia vestito?”,
“Spiritosa! Vorrei veder te a prendere tanta acqua tutta insieme! Certo che per esser primavera, fa un tempo orribile, davvero!”,
“In effetti, è una strana primavera questa” fu il commento distratto di Madeleine “Siamo già in Aprile e piove come a Febbraio”,
“Capita, quando si aspetta un’estate molto calda: sembra che quella che viene sarà da far paura all’Equatore”, così dicendo, Victor si rintanò nel suo ufficio.
Charlotte Polignac, la sua segretaria personale, gli corse dietro “Signor direttore, volevo dirle che oggi ha chiamato…”.
“Povero Victor! E’ innamorata persa di lui, e lui non se ne accorge nemmeno!” fece Oscar,
“Te ne sei accorta pure tu, eh?” le si rivolse la collega,
“Qui lo sanno tutti; tutti tranne lui”, Oscar tracannò l’ultimo sorso di caffè e gettò il bicchiere di carta nel cestino.
“Dì un po’: cosa ti sembra del nostro Victor?” chiese Oscar, a bruciapelo, a Madeleine,
“Beh, è bello, senza dubbio…”,
“E a te piace?”,
“Che razza di domande mi fai?!?”,
“No, scusa, sai… te lo chiedo perché… ti vedo sempre sola… dovrai pur trovarti qualcuno, prima o poi…”.
Madeleine abbassò la testa, persa in chissà quali pensieri. Oscar la osservò per un lungo attimo, poi pensò a lei ed a Victor assieme.
Lui aveva una gran bella figura: alto, atletico, lunghi capelli biondi da rocker, occhi verdi, modo di vestire elegante… e lei non era da meno, alta quanto lui, magra, riccioli castano-mogano ed occhi color nocciola: insieme avrebbero fatto davvero una bellissima coppia!
Ma, chissà perché, Madeleine era lì a Parigi da quasi sei mesi, eppure mai una volta l’aveva vista assieme a qualcuno, od aveva visto un uomo che la venisse a prendere all’uscita dal lavoro: una donna tanto bella, e per di più raffinata, era inspiegabilmente sola; ed inspiegabilmente triste.
Si limitava solo ad andare a casa loro, di solito il fine settimana, ed a trascorrere con lei ed André ore piacevoli in allegria; aveva anche fatta la conoscenza di sua sorella Marie Antoinette e di suo marito Axel Fersen; ma con tutti loro, pur dimostrandosi una buona amica, non si era mai aperta veramente.
Celava dentro di sé un enorme peso, che non voleva condividere con nessuno.
“A proposito, ti ricordi di Domenica prossima, vero?” fece Oscar per stemperare un po’ la tensione che si era creata,
“Certo!”, le rispose l’altra “Domenica, tutti nella vostra casa di campagna!”,
“Ci saranno anche mia sorella e la sua famiglia”,
“Mi farà piacere”, Madeleine sorrise.
Quanto vorrei poterla aiutare, qualunque cosa abbia! pensava Oscar.


                                                 **********

Domenica mattina, casa Grandier; o meglio, seconda casa Grandier, nelle campagne attorno a Parigi.
“… Incredibile! Ma sono davvero tanto scatenati?”, Madeleine aveva sgranato gli occhi,
“Assolutamente sì! Questo corso mi sta costando la salute mentale!” rispondeva Marie Antoinette, la sorella di Oscar,
“Ma dovrebbero comportarsi un po’ meglio: sono studenti universitari, in fin dei conti!”,
“Sìììì! Coi docenti si scatenano sempre! Il signor o la signora “rompi” non mancano mai” faceva eco Axel Fersen, il marito di Antoinette,
“Quelle domande sono un fuoco incrociato! Anche tu ne sei vittima, Axel?”, Antoinette si era girata verso il marito con aria allarmata,
“Come no! Anzi, è pure peggio, dato che io sono straniero!”, Axel infatti era di origini Svedesi.
“Però anche noi ne abbiamo combinate ai nostri tempi, eh?” si intromise Oscar portando il vino ed il formaggio per tutti;
“Vero! Ti ricordi quella volta sulla moto di André?”,
“E come dimenticarlo, sorellina? Mia sorella aveva una passione per le cose pericolose! Una volta si mise in testa di fare un giro sulla moto di mio marito, solo che perse il controllo ed andò a schiantarsi contro un albero del cortile della facoltà; io che avevo cercato di raggiungerla con la mia moto per aiutarla, riportai una lussazione ad un braccio, ed André venne sonoramente strigliato dal rettore, in quanto proprietario della moto! Certo che ne facevi di guai, sorella cara!” concluse Oscar.
Tutti risero. “Te la ricordi la faccia di Louis, Oscar? Era incredulo che io avessi voluto fare una cosa del genere!”,
“Chi è Louis?”, chiese Madeleine,
“Il mio ex-marito. All’epoca era il mio fidanzato: è lui il padre di mio figlio. Oh, scusa amore!”, Antoinette si era accorta dell’espressione triste apparsa sul volto di Axel.
“Vorrei proprio sapere dove si sono andati a cacciare Pierre e Joseph!”, Oscar era maestra nello stemperare la tensione “Non li si può lasciare un attimo da soli e loro spariscono!”.
“Frittata in arrivo!”, era arrivato André.
L’allegra compagnia si mise a tavola, completa dei due ragazzini, su cui la parola “frittata” aveva avuto lo stesso effetto di un richiamo per cani.
“Accidenti, Joseph! Mangia più piano! Lo scorso inverno non sei stato bene, lo sai” diceva Antoinette,
“Ha sofferto di febbri” spiegò Oscar a Madeleine, sedute entrambe all’altro capo del tavolo.
Madeleine guardava tutto con pacato compiacimento, e sorrideva: era contenta di aver trovato dei nuovi amici, che le erano apparsi da subito brave persone, e soprattutto era felice che l’avessero accolta con affetto; ma più di tanto, non si sbilanciava in slanci di allegria.

                                                   **********
“Non capisco che cosa abbia, davvero!”, stava dicendo, più tardi, Oscar ad Axel mentre gli altri tre facevano una nuotata in piscina, sull’altro lato della casa.
“In effetti, è un po’ triste; ma forse è una nota del carattere”,
“Lo escludo! La dovresti vedere sul lavoro: sembra un treno lanciato a tutta velocità!”,
“Magari non ha gradito il trasferimento dall’America a qui”,
“Fuori discussione anche questo: da quanto so, è stata lei a chiederlo”,
“Mi arrendo!”, fece Axel alzando entrambe le mani.
Oscar si accese una sigaretta, accomodandosi meglio sulla sdraio “Non è bene che una persona tanto giovane ed attiva stia così giù! E’ uno spreco!”, soffiò fuori  una nuvoletta di fumo.
“Ci risiamo: ecco l’economista in azione! Non credi di essere un tantino invadente adesso, Oscar?”; lei si tirò avanti sulla sedia.
“Guarda che io non sto facendo assolutamente nulla per violare la sua privacy: né indagini, né domande. Soltanto, se non si trova bene per un qualche motivo, è nostro dovere aiutarla, o almeno provarci: siamo o non siamo amici?”,
“Già! Gli amici servono a questo!”, Axel  appoggiò la testa sulle proprie braccia incrociate sullo schienale, “Ma cosa conti di fare a proposito?”,
“Io una mezza idea ce l’avrei!”, Oscar lo guardò intensamente,
“Se è come quella del costume di André alla festa in maschera di due anni fa, te la puoi anche tenere! Te lo ricordi? Con quel costume tutto nero addosso, sembrava un bandito! Bernard lo prendeva anche in giro: lo chiamava “il Cavaliere Nero”!”,
“Se è per questo, mi ricordo anche di me travestita da duchessa: nemmeno tu mi avevi riconosciuta!”. Axel sorrise, ed Oscar lo guardò.
“Eppure, è solo grazie a te se oggi io ed André siamo marito e moglie e felici: sei stato tu a farmi capire di essere una donna vera per la prima volta, tanto tempo fa!”,
“Avevi sbagliato persona a perdere la testa per me, mia cara Oscar: sono contento, in un certo senso, di non averti dato seguito: avrei distrutto la felicità di entrambi, perché tu ed André siete fatti l’uno per l’altra!”,
“E’ proprio così! E sono davvero felice che noi due abbiamo un amico affezionato e sincero come te: più che un cognato, sei un fratello! E poi, anche tu ed Antoinette siete fatti l’uno per l’altra!”. I due si diedero una amichevole stretta di mano.
“Allora, quale sarebbe la tua idea?” fece lui dopo una manciata di secondi.

 

 
  
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